( La Meditazione sul Mantra SO HAM secondo i consigli di Sri Sathya Sai Baba )
La tecnica vera e propria
Lo schema che segue è stato preparato sintetizzando tutte le direttive di Sai Baba sul modo di predisporsi alla Medilazione. Talvolta, piccole differenze sono dovute a particolari per i quali è consentita una certa libertà di movimento.
II canovaccio è ricavato dal II° testo in uso a Prashanti Nilayam per il secondo gruppo di Balvikas (ragazzi dai 9 ai 12 anni) ed è stato corredato dalle varie didascalie raccolte da un gran numero di interventi di Svami.1. -
Preliminari
1.1 -Prepara davanti a te una candela accesa, che abbia una fiamma stabile, non oscillante.
1.2 - Siedi comodo, ma con la colonna vertebrale diritta, isolato da terra con materiale ligneo, o di lana. Copriti con una coperta di lana o cotone (a seconda del clima).
1.3 - Ricordati di rivolgere una preghiera a Dio, perché ti sia Guida e Sostegno durante questo viaggio verso di Lui. Buona cosa è predisporsi recitando salmi, preghiere, ripetendo il Nome di Dio, oppure leggendo storie sacre.
1.4 - Esegui alcuni respiri profondi, senza forzature. Le spalle ed il torace non devono alzarsi ed abbassarsi accentuatamente per accompagnare il respiro, ed il respiro stesso deve essere così lieve da non essere percepito dagli altri.
1.5 - Accompagna il respiro, senza intervenire sul suo ritmo, formulando mentalmente la sillaba SO, durante l'inspirazione, e HAM, durante l'espirazione. Mentre sei in ascolto del SO-HAM, rimani testimone del tuo respiro: sii come un osservatore cosciente della tua respirazione e del profondo significato del Mantra SO-HAM.Mantieniti in questa fase per 5-10 minuti.Alla fine la respirazione sarà notevolmente più calma. Se sei particolarmente agitato, prolunga questa fase.
2. - Om-kara. Canta con decisione - ma, senza gridare e molto lentamente -
21 OM, la sillaba sacra, da cui tutto l'Universo ha origine e vita.
Se ne recitano 21, perché si riferiscono agli elementi, secondo la sequenza che segue. Mentre esegui questo esercizio, gusta il silenzio che si sperimenta dopo ogni AUM."A" parte dall'ombelico, "U" è nella cavità orale, "M" fa vibrare le labbra e sale alla testa.
2.1 - I 5 organi di azione(Karmendriya)1) AUM - Lingua, Parola2) AUM - Mani, Lavoro manuale3) AUM - Gambe, Locomozione4) AUM - Orifizi escretori, Escrezione5) AUM - Organi della vita, Procreazione.
2.2 - I 5 organi di percezione(Jnanendriya)6) AUM - Udito7) AUM - Tatto8) AUM - Vista9) AUM - Gusto10) AUM - Odorato.
2.3 - I 5 soffi o impulsi vitali(Prana)11) AUM - Naso e Cuore12) AUM - Plesso solare > Piedi13) AUM - Le "Nadi"(Diramazioni praniche in tutto il corpo)14) AUM - Naso o Sommità del capo15) AUM - Cuore o Plesso solare.
2.4 - I 5 involucri o elementi vitali(Panchakosha)16) AUM - Etere17) AUM - Aria18) AUM - Fuoco19) AUM - Acqua20) AUM - Terra21) AUM - L'anima individuale (Jlva Atman).
2.5 - Concludi con SHANTI, SHANTI, SHANTI.
Continua ad essere testimone del flusso e riflusso del respiro.
3. - La Luce (Jyotí).
3.1 - A questo punto, puoi aprire gli occhi e guardare tranquillamente e stabilmente la fiamma della candela accesa all'inizio. La linea dello sguardo.
3.2 - Dopo circa 1 minuto di concentrazione sulla luce, richiudi gli occhi: vedrai una proiezione riflessa di quella fiammella. Se non la visualizzi, riapri gli occhi e punta nuovamente lo sguardo sulla fiamma della candela.
3.3 - Diffondi quella luce all'interno della testa e fà che sfiori tutte le cellule del cervello.Afferma mentalmente: "Il mio intelletto è illuminato".
3.4 - Porta lentamente e dolcemente la fiamma nella regione del cuore e visualizza la sua luce nel mezzo dei petali di quel loto (con la Forma di Dio che prediligi al centro della luce: Baba, il Sacro Cuore di Gesù, il Buon Pastore, Krishna, la Madre Divina,...). Immagina i petali del loto che si schiudono a uno a uno, illuminando il cuore.
Detergi ogni pensiero, sentimento ed emozione in quella luce, rimuovendo così le tenebre.La luce si estende sempre più e diventa sempre più intensa: i cattivi sentimenti non possono più sussistere.Ora pensa: "Sento che l'amore abbraccia tutto"Io sono Verità ...(pausa)
Io sono
Rettitudine .......... Pace....... Amore.......Non violenza.......Compassione....... Felicità.......Tolleranza....... Umiltà....... Mitezza....... Pazienza....... Bellezza....... Divinità.
Tra una qualità e l'altra lascia qualche secondo di pausa.
3.5 - Ora fa che la luce pervada tutte le membra del tuo corpo (non importa l'ordine seguito). La luce raggiunge la zona ombelicale e, da lì, si diparte per irradiare l'anca sinistra, la gamba ed il piede sinistro, fino alla punta delle dita. Lo stesso deve avvenire per la parte destra.
Poi afferma: I miei piedi mi conducono solo in luoghi favorevoli ad una vita virtuosa.La luce sale per il tronco, ne irrora tutti gli organi e tutti gli interstizi, poi pervade la spalla sinistra, il braccio e la mano sinistra, fino alla punta delle dita; lo stesso per la spalla, braccio e mano destra.
Afferma: Le mie mani possono compiere solo lavori buoni. Mani e piedi non possono più dedicarsi ad attività malvagie, sospette, losche, perché ormai sono diventate strumenti di luce e di amore.Fai salire la luce sino alla gola, poi alla testa.
Afferma: Svanisce ogni falsità dalla parola e dal pensiero.La luce raggiunge gli occhi:I miei occhi vedono solo il bene in tutto e in tutti.
Pervade le orecchie:Le mie orecchie possono udire solo discorsi buoniInonda labbra e lingua:Le mie labbra vogliono esprimere solo le lodi divine; la mia lingua parla solo del bene; il mio palato gusta solo cibi adatti. non nocivi.
La luce sale al naso:Posso annusare solo dolci profumi e sperimentare anche con essi il Divino.La luce ora sale alla sommità del capo: la testa è tutta pervasa di luce ed in essa non c'è più alcun pensiero cattivo.La luce diventa una corona luminosa che racchiude e ricopre la testa.
Affermo: I0 SONO NELLA LUCE.(In questa affermazione c'è ancora un senso di separazione fra il mio corpo e la Luce).La luce si fa sempre più intensa: dalla sommità del capo risplende tutt'intorno e si sprigiona in circoli sempre più ampi, diffondendosi in ogni direzione.
Nel frattempo affermo: LA LUCE È IN ME E PERMEA TUTTO IL MIO ESSERE.La Luce interiore e quella esteriore sono un'unica Realtà. II diaframma corporeo non mi separa più dal resto: anche il corpo è tutto luce.
Affermo: I0 SONO LA LUCE. Non sono solo un essere vivente, ma sono lo Spirito Supremo. Non sono soltanto un 'Anima individuale ma anche l'Anima dell'Universo. Non sono solo Atma, ma Paramatma.La Luce include tutto e tutti.
Affermo: Io sono uno con tutte le persone amate: parenti, amici, compagni. (Ricordo alcune persone che ora percepisco nella mia stessa Luce).
Sono uno con coloro che penso non siano amabili con me, uno con coloro che mi fanno del male (Se conosco persone che non mi sono amiche, avvolgo anch 'esse nella medesima Luce).
Sono uno coi miei governanti. uno con tutta l'umanità: ammalati, poveri, derelitti, moribondi.
Sono uno con chi soffre e con chi gioisce.
Sono uno con tutti gli animali, dal più grande al più piccolo, dal pachiderma all'insetto, dal cetaceo al mollusco, dalla serpe all'agnellino,...
Sono uno con tutta la vita vegetale: fiori, prati, foreste, ...Sono uno anche col regno minerale: cristalli, rocce, montagne,...
Sono uno con i laghi, i mari, il pianeta, il sistema solare, la galassia, il cosmo.Tutto e tutti sono pervasi dalla medesima Luce. La mia Luce è la stessa Luce di tutto l'Universo.Tutto è Luce. Tutto è Amore.
3.5 - Se adori Dio in qualche forma, cerca ora di visualizzarLa nella Luce onnipervadente, perché Dio è Luce, la Luce è Dio.
Afferma: Io non sono il corpo, non sono i sensi, non sono la mente, non sono l'intelletto.Io sono Quello.Io e il Padre siamo uno.Io sono uno con SAI, con Gesù, con Krishna.Io sono divino. Io sono Quello: SO-HAM... SO-HAM ... SO-HAM ...Quello sono Io....
Qui puoi formulare una preghiera di lode, adorazione e ringraziamento a Dio:
"Signore, mia forza, mia difesa, mio rifugio, mia rocca , mio baluardo...
"Tu, Signore, mi conosci, mi vedi,tu provi che il mio cuore è con te...
"Mia grazia e mia fortezza,mio rifugio e mia liberazione,mio scudo in cui confido...
"O Dio, mio re, voglio esaltarTi e benedire il Tuo nome in eterno e per sempre...
"O Signore, quant'è grande il Tuo Nome su tutta la terra.
"Continua con SO-HAM SO-HAM SO-HAM (Io sono Quello, Quello sono io).
Gusta per un pò la gioia che questa Consapevolezza ti dà e il silenzio che rende quieta la tua mente. Poi riporta la Luce nel cuore, dove la terrai custodita per tutto il giorno o per tutta la notte, con la Forma che ti è più cara.
NOTA IMPORTANTE.Prima di muoverti, sta tranquillo e rilassato per qualche minuto. Non alzarti di colpo per riprendere l'attività giornaliera. Poi, apri lentamente gli occhi e porta con te, nella tua attività, questa benedizione:
Om Sri Sathya Sai Babaya Namah
SO - HAM....SO - HAM....SO - HAM
{IO SONO QUELLO - QUELLO SONO IO}
SO-HAM - Mantra - http://www.youtube.com/watch?v=4JnA6k9QldM&feature=PlayList&p=AF5F1AC3FCB3046D&index=43
{Ricerca e Documentazione a cura di Alessandro – porsenna45@gmail.com}
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- L'UNO NELLA ENERGIA E
FISICA QUANTISTICA.
- UOMO, PENSIERO,
CONSAPEVOLEZZA.
- QUALE RELAZIONE TRA
MENTE E SPIRITO?
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Dott.ssa Paola Brugnoli
Medico Chirurgo, Specialista in Anestesia e Rianimazione
Perfezionamento in Terapia del Dolore e Cure Palliative
Perfezionamento in Anestesia Pediatrica
Perfezionamento in Agopuntura
Master in Integrazione tra Medicina Occidentale e Medicina Tradizionale Cinese
Membro e docente ASCH AMERICAN SOCIETY OF CLINICAL HYPNOSIS www.asch.net
Docente di Ipnosi in terapia del dolore presso la Scuola quadriennale di specializzazione in
Psicoterapia Psicosintetica ed Ipnosi Ericksoniana H. Bernheim. www.bernheim.it/scuola
Direttore Scientifico ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LO STUDIO DELLA TERAPIA DEL
DOLORE E DELL’IPNOSI CLINICA www.aist-pain.it
Verona, Italy
paola.brugnoli@libero.it
tel. +39 348 7403705
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“La preghiera mentale libera è utile in tutte le ore della giornata ma
soprattutto prima di coricarsi o addirittura quando si è già coricati, anche perché
se si passa dalla preghiera mentale libera al sonno l'allenamento continua e
così si può favorire un allenamento continuativo e progressivo nel tempo.
Tutto questo serve per avvicinarci ancora di più in una sintonia mentale
che sarà molto utile quando l'allenamento progressivo alla preghiera mentale
libera sarà molto più evoluto nel tempo.
La sintonia mentale è molto importante per ottenere non solamente tra
noi ma dal cosmo intero quell'energia necessaria per poter essere più efficenti
durante tutto il corso della vostra vita.
Questo è indispensabile per poter ottenere poi una armonia o una sintonia
molto valida per tutto quello che vogliamo realizzare insieme.
Quello che conta, in fondo, è la pazienza unita alla perseveranza.
L'allenamento alla sintonia mentale sarà non solo utile ma necessario per
poter avere più avanti un percorso in campo fisico, in campo mentale e in campo
spirituale in modo da raggiungere momenti intensi di gioia e di libertà personale
ma anche di gioia e di libertà collettiva.
E lentamente, nel sorgere di una nuova aurora, di una nuova aurora
dell'indomani radioso, ogni momento può essere utile per noi nel raccogliere
sempre più frutti di buona volontà.
Lungo il cammino faticoso dell'ultima parte della notte inizia tutto ciò che
noi attendiamo da lungo tempo.
Ma l'Uomo esiste anche presso di noi, l'Uomo con la U maiuscola, l'Uomo
che lungo il corso del tempo si è evoluto fino a raccogliere i doni che gli sono
stati promessi fin dal principio.
E così la nuova luce ci illuminerà il cammino anche se non possiamo
nemmeno noi conoscere il giorno della luce, non possiamo nemmeno noi
conoscere il giorno della nuova rivelazione, non possiamo nemmeno noi
conoscere l'arrivo del meriggio di Sole, non possiamo nemmeno noi conoscere
tutto ciò che ci sarà donato perché per ogni movimento di coscienze, perché per
ogni movimento di menti, perché per ogni movimento di cuori, perché per ogni
movimento di Spiriti in sintonia, i doni sono diversi.”
(Giovanni Angelo)
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RACCOLTA DI LAVORI E
CONSIDERAZIONI
UOMO MICROCOSMO E MACROCOSMO
Ogni uomo è un microcosmo, ossia un mondo in miniatura, poiché la sua struttura (sia
anatomica che psichica) ripete in piccolo quella dell'universo.
L’uomo nel suo microcosmo fisiologico, soggiace alle leggi della biochimica e della fisica.
La Terra, le stelle, i pianeti ed il cosmo nel loro complesso sono simili all'uomo, grandi
animali, vivi e dotati di organi e di membra che soggiacciono alle leggi della fisica e della
biochimica. Questo concentrato di vitalismo, animismo ed antropomorfismo è noto
come teoria della identità fra uomo ed universo, fra microcosmo e macrocosmo. E' una
dottrina molto antica, rintracciabile quasi negli stessi termini nelle più differenti culture.
Prima d'essere rifiutata dalla scienza, a partire dal XVII sec., attraversò ogni fase della
cultura europea, fornendo la base teorica per una diversificata gamma di scienze: la
medicina degli umori nell’antica Cina, la medicina energetica della filosofia indiana, la
psicologia dei temperamenti, la filosofia, lo sciamanesimo. Nel mondo greco solo
Aristotele, contrario a qualsiasi forma di animismo cosmologico, la contestò (anche se non
esplicitamente, semplicemente tralasciò di parlarne).
Platone nel Timeo intese invece dimostrarla attraverso un confronto particolareggiato fra il
corpo umano e l'universo, giungendo così ad elaborare una strana fisiologia di tipo
simbolico (una medicina filosofica) in cui tutta l'attenzione è rivolta alla forma degli organi
(non alla loro funzione).
Dopo aver osservato che le ossa e lo scheletro, le strutture portanti dell'essere umano,
possono essere paragonate alla Terra (così come il sangue può essere paragonato
all'acqua; il pneuma all'aria e la testa, in quanto sede dell'intelletto, al fuoco), Platone
sottolineò con enfasi l'elemento più evidente nella forma del corpo umano: la sfericità del
cranio. Non è affatto per caso, argomentò, che questa sia l'unica parte del corpo rotonda
e nettamente distinguibile dagli altri organi: la testa, infatti, è la sede dell'anima razionale,
del pensiero e degli organi di senso. Nella testa, la sua componente più omogenea al
divino, sede l'intelligenza e delle funzioni cognitive, l'uomo è perfettamente sferico. E se di
fatto, egli aggiunse in un divertente mito, gli uomini non sono formati dalla sola testa ma
possiedono anche un corpo, è solo per ragioni puramente funzionali e di ordine
meccanico. Infatti i primi uomini, androgini perfettamente sferici, erano in difficoltà nel
muoversi (rotolando) sulla Terra (a causa delle asperità del terreno) e chiesero quindi al
Demiurgo l'aggiunta di un adatto sistema di sospensioni (il tronco e le gambe), tale da
permettere loro di spostarsi con facilità
Posta in sordina nel Medioevo, per i suoi evidenti aspetti di animismo e panteismo,
l'analogia uomo-cosmo ritornò di grande attualità nel Rinascimento, favorendo così la
diffusione del pensiero magico. Ancora all'inizio del XVII sec. l'astronomo Keplero, nel suo
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saggio sulla Armonia dei mondi (1619) paragonò la Terra al corpo di una balena (il cui
respiro, più o meno forte durante la veglia o il sonno, produrrebbe le maree).
In questa illustrazione di un trattato medico del XIV sec. relativo al funzionamento
della percezione visiva, il cervello possiede la stessa struttura a cerchi concentrici
del cosmo aristotelico.
Le funzioni intellettive sono descritte tramite circonvoluzioni, capaci di funzionare
(come un'antenna) solo quando entrano in sintonia con le circonvoluzioni
cosmiche, secondo i dettami della medicina platonica.
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FILOSOFIA ED ETERNO RITORNO
Concezione ciclica del tempo
L'idea fondamentale dello Stoicismo, la sua peculiare caratteristica rispetto alle altre
scuole dell'ellenismo, fu la professione di fede nella assoluta e totale razionalità del
mondo. Il caso e la fortuna, affermarono gli stoici in polemica con gli atomisti e gli epicurei,
semplicemente non esistono. Tutto ciò che esiste ha una ragione per esservi e nulla si
produce in modo fortuito perché ogni evento ha una sua propria causa (anche se noi
spesso la ignoriamo) ed è quindi assolutamente necessario. Questa dottrina, che
considera ogni stato temporale dell'universo il prodotto necessario (l'unico possibile) di
quello precedente, interagì con la tradizionale concezione del tempo greca determinando il
formarsi di un nuovo ed originale concetto: lo eterno ritorno dell'uguale.
La concezione del tempo basata sulla ciclicità, sull'esempio delle stagioni meteorologiche,
del ciclico ripresentarsi delle costellazioni nel cielo e dei ritmi biologici naturali, rimase
sempre un patrimonio comune di tutta l'epoca greca, sia nella fase mitica che in quella
filosofica; l'idea moderna di un tempo rettilineo emerse solo con il Cristianesimo. Gli
stoici applicarono questa nozione al cosmo nel suo complesso, supponendo l'esistenza di
cicli vitali che si ripetono periodicamente coinvolgendo tutto l'universo.
Zenone (Sull'universo e sull'essere) così descrisse il grande anno del mondo: "Nel corso
dei periodi fatali l'universo intero va in fiamme [ekpyrosis] e quindi si inizia una nuova
costituzione mondiale [palingenesi]. Tutto termina con un fuoco primordiale che come un
seme ha in sé tutte le ragioni e tutte le cause degli esseri che furono, che sono e che
saranno. La formazione del nuovo mondo [apocatastasi] dalla conflagrazione generale
della materia si compie quando dal fuoco, attraverso l'aria, avverrà una conversione in
acqua, e una parte di questa si depositerà a formare la terra". Ma se ogni mondo che
rinasce dai precedenti è perfettamente razionale, ne consegue che ognuno di questi
mondi deve essere perfettamente uguale ai precedenti, persino nei minimi particolari.
Dopo la conflagrazione cosmica tutto si rinnova e ricomincia daccapo; gli stessi processi
fisici conducono alla formazione dello stesso numero di astri nella stessa posizione e nello
stesso movimento. Tutto si ripeterà fino nei minimi particolari (nessuno dei quali è
insignificante): Ercole dovrà sostenere ancora (infinite volte) le sue fatiche ed un altro
Socrate subirà la stessa condanna. Esiste quindi, secondo gli stoici, un ordine prefissato
(destino) che determina la concatenazione necessaria degli avvenimenti. Passato e futuro
risultano in qualche modo uniti fra loro, giustificando teoricamente la pratica della
divinazione.
Il grande anno del mondo. Al centro il tempo (Annus) determina sia il mondo che l'uomo.
Tutta la natura (rappresentata dai quattro elementi naturali, terra aria, acqua e fuoco) è
coinvolta nelle sue spire cicliche.
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Il tempo come durata
Bergson
Nel primo decennio del nostro secolo Einstein introdusse nella scienza il concetto di
relatività mettendo in crisi l'accettazione acritica che il positivismo aveva fatto delle
tradizionali nozioni newtoniane di spazio e tempo assoluto Negli stessi anni, nel quadro
della reazione antipositivista, anche la filosofia riprese la riflessione su questi temi. Il
pensiero di Bergson, in particolare, si caratterizzò per l'attenzione dedicata al concetto di
tempo. Egli distinse fra due approcci possibili:
1) il tempo della scienza indica la nozione utilizzata dagli scienziati nella teoria e nella
pratica scientifica. E' qualcosa di oggettivo, esterno ed indipendente dal soggetto umano;
quantitativo: la scansione degli attimi (o di qualsivoglia unità di misura) che si succedono
sempre con lo stesso ritmo, presenta solo differenze di quantità, non di qualità (ogni
momento è sempre uguale a tutti gli altri; geometrico, immaginabile come una sequenza
infinita di stati uniformi; meccanico e spazializzato (le lancette dell'orologio misurano il
tempo sullo spazio del quadrante). Si può paragonare questa concezione, afferma
Bergson, ad una collana di perle, tutte uguali e distinte fra loro.
2) il tempo della vita, quello vissuto dagli individui concreti, è essenzialmente qualitativo:
certe ore, quando si è annoiati, sembrano non passare mai; altri istanti appaiono lunghi
come un'eternità. Altri ancora, l'attimo della nascita e della morte, oppure di quegli
avvenimenti indimenticabili che danno senso all'esistenza segnandola in modo indelebile,
hanno sempre per il soggetto che li vive un sapore del tutto particolare. Il tempo vissuto è
denso di significato (si soffre la noia quando non si riesce a dare un senso al tempo).
Nell'esperienza di vita questo tempo psicologico non è separabile dalla memoria del
passato e dall'anticipazione del futuro (materia-memoria). Esso è sempre, per lo spirito
che lo vive, una durata: un intervallo temporale concreto, e psicologicamente variabile, in
cui si svolgono gli eventi della vita. Il tempo vissuto dall'uomo è soggettivo, è una
dimensione peculiare dello spiritualità. Più che ad una collana di perle esso somiglia al filo
di un aggrovigliato gomitolo .
La riflessione di Bergson, ponendosi su una linea di integrazione con la fenomenologia e
l'esistenzialismo, ebbe un impatto notevole sulla cultura e sulle arti visive in particolare,
tanto che al fenomeno fu dato il nome bergsonismo.. L'irruzione della dimensione
temporale nello spazio della pittura è un elemento di poetica che accomuna praticamente
tutte le avanguardie di inizio secolo, il Futurismo ed il Cubismo in primo luogo. La
scienza, spazializzando il tempo, lo snatura; inaspettatamente, però, la pittura si rivela in
grado di ribaltare questo rapporto: attraverso una deformazione delle immagini spaziali
essa inventa l'effetto visivo di un tempo vivo.
Materia, Memoria e Coscienza
Bergson
Bergson (Materia e memoria, 1896) propose un'originale soluzione al problema del
rapporto fra mente e corpo (body-mind problem) fondata su un ruolo chiave della
memoria. Secondo il filosofo francese, infatti, sarebbe la memoria ad assolvere il delicato
compito di collegare la coscienza (spirituale, incorporea) alla fisiologia (il cervello).
Secondo Bergson si devono distinguere due tipi di memoria:
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1) il ricordo-immagine, la memoria comunemente intesa, è definibile come una
percezione riattualizzata (termine già in uso nella filosofia empirista) ed è riconducibile
ad un'attività fisiologica del cervello. Si tratta di un processo psichico di grande utilità,
imprescindibile alla sopravvivenza stessa dell'individuo. Infatti, fra tutte le percezioni che
quotidianamente colpiscono i sensi, il corpo conserva e registra, anche in assenza di un
preciso atto della volontà, quelle maggiormente utili alla vita. E' il caso ad esempio della
prima scottatura, che provoca nel bambino una precisa ed indelebile associazione
cerebrale fra fuoco e dolore. Tutte le abilità di cui il corpo è capace dipendono da questo
tipo di memoria fisiologica: quando determinate percezioni sono ripetute un gran numero
di volte determinano modificazioni stabili ed irreversibili nella corteccia cerebrale,
manifestandosi poi come perizia e destrezza. Ad esempio quando si impara ad andare in
bicicletta si acquisiscono reazioni percettive che, ripetendosi, piano piano si stabilizzano,
diventano automatiche ed infine inconsapevoli;
2) il ricordo puro è una dimensione più profonda della memoria, coincide con la
coscienza e non è materializzato in alcuna attività cerebrale. "In una coscienza umana c'è
infinitamente di più che nel cervello corrispondente". Il ricordo puro è la memoria
spirituale del nostro passato, ciò che abbiamo sentito, pensato, voluto fin dalla prima
infanzia "che ci segue tutt'intero, in ogni momento, chino sul presente che sta per
assorbire in sé, incalzante alla porta della coscienza". ( secondo la filosofia induista la
coscienza è un entità staccata e diversa dal corpo e vive, dopo aver lasciato il corpo, altre
forme di esistenza)
L'originalità di Bergson consistette nel riproporre la tradizionale tesi filosofica
dell'autonomia della coscienza, negata dal riduzionismo positivista, sulla base di
evidenze sperimentali e di studi scientifici (sui quali si documentò con grande rigore). Gli
effetti delle lesioni cerebrali, delle amnesie, delle afasie (disordini psicosensoriali tali da
impedire un corretto uso del linguaggio) dimostrerebbero l'esistenza di una dimensione
spirituale irriducibile alla fisiologia del cervello. Bergson fece notare che una amnesia
totale causata da un trama fisico non pregiudica la coscienza e la capacità di vivere.
La dimensione spirituale dell'uomo (coscienza del presente) implica quindi un ricordo puro
del passato (una memoria di ciò che si è con riconducibile a specifici collegamenti
neuronali nel cervello). Coscienza e corpo sono due entità ben distinte e qualitativamente
differenti ma strettamente interconnesse fra loro tramite il ricordo puro.
Non è possibile stabilire limiti precisi fra memoria corporea (ricordo immagine) e memoria
spirituale (ricordo puro) tra le quali vi è una continuità psicologica. Il pensiero (MP) si
muove con continuità sulla retta AD, senza fratture fra lo stato D (percezione) e quello A
(ricordo puro).
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Il segmento O è un qualsiasi oggetto caduto nel raggio d'azione dei sensi. Il cerchio A è
l'atto di attenzione (memoria cerebrale) necessaria perché l'oggetto venga percepito. Ma
lo stesso oggetto può essere considerato in base a crescenti livelli di impegno intellettuale
(i cerchi retrostanti, B, C, D), che implicano la mobilitazione di una memoria dilatata, più
spirituale e sempre meno cerebrale. Ne conseguono interpretazioni sempre più profonde,
intelligenti e significative dell'oggetto (B', C', D').
Il piano P è la mia rappresentazione attuale dell'universo, sul quale si muove
incessantemente il punto S, il mio presente. Il movimento di S è condizionato dal cono
SAB che designa livelli sempre più profondi della memoria. Vivere nel presente, nel punto
S, è trovare una mediazione, fra i due mondi della fisi cità (il piano) e della spiritualità (il
cono) che lì convergono. (Bergson)
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Uomo, Macrocosmo e microcosmo
Macrocosmo e microcosmo sono in ambito ermetico ed esoterico due concetti che
rimandano ad un realtà che di per sé costituirebbe un insieme indivisibile, una unità dove
le parti (il microcosmo) sono in rapporto ad un tutto (il macrocosmo).
(LA)
« Quod est inferius, est sicut quod est superius,
et quod est superius, est sicut quod est inferius:
ad perpetranda miracula rei unius. Et sicut
omnes res fuerunt ab uno, mediatione unius;
sic omnes res natae fuerunt ab hac una re,
adaptatione. »
(IT)
« Ciò che è in basso è come ciò che è in alto
e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per
fare i miracoli della cosa una. E poiché tutte le
cose sono e provengono da una, per la
mediazione di una, così tutte le cose sono nate
da questa cosa unica
mediante adattamento. »
(Ermete Trismegisto)
L'utilizzo di questi due concetti di macrocosmo riferito al tutto e di microcosmo per la parte
del tutto che però a sua volta riproduce in piccolo il tutto, implica che il ricercatore,
l'esoterista così come il fisico, postulino l'unità del loro oggetto di studio. Questi due
concetti quindi, al di là del modo in cui vengono esplicitati nel concreto, nella sua essenza
rimandano comunque ad un modello esplicativo unitario del sapere. Nel concreto, per
esempio, per la filosofia ermetica il microcosmo era costituito dall'uomo mentre l'universo
definiva il macrocosmo.
L'ermetismo
I termini macrocosmo e il suo correlativo microcosmo furono usati dagli antichi filosofi.
Molti filosofi delle prime epoche della storia della filosofia infatti consideravano il mondo
come un ente animato analogo all'uomo e composto, come tale, da anima e corpo.
Questa concezione si rispecchia specialmente nella corrente di pensiero detta misticismo
ermetico: per l'ermetismo il rapporto che legava macrocosmo e microcosmo era un
rapporto di analogia e il principio di analogia è a fondamento di questa visione della
struttura del reale. Nel tentativo di pervenire ad una visione unificata dell'universo intero,
ivi incluso l'essere umano, e per poter infine uscire dal caos della molteplicità inordinabile,
l'ermetismo elabora questo assioma, detto di analogia o equivalenza, che lo stesso
leggendario caposcuola, Ermete Trismegisto, avrebbe descritto in questi termini in un
testo a lui attribuito, "La tavola di Smeraldo":
« Tutto ciò che è in alto è come ciò che è in basso, tutto ciò che è in basso è come ciò
che è in alto. E questo per realizzare il miracolo di una cosa sola da cui derivano tutte
le cose, grazie ad un' operazione sempre uguale a se stessa. »
(Ermete Trismegisto "La tavola di Smeraldo")
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Gli stessi pitagorici avrebbero tentato un'operazione simile, costituendo le scienze dei
numeri, la matematica e la geometria, e i numeri stessi come elementi in grado di unificare
l'universo, poiché erano proprio i numeri che creavano quelle corrispondenze tra le
manifestazioni molteplici dell'essere.
L'avanzata astronomia pitagorica è stata attribuita a Filolao e Iceta i quali pensavano che
al centro dell'universo vi fosse un immenso fuoco, chiamato Hestia: chiara la similitudine
con il sole che i pitagorici si raffiguravano come una enorme lente che rifletteva il fuoco e
dava calore a tutti gli altri pianeti che giravano attorno ad esso.
Il primo dei pianeti ruotanti è l'Anti-Terra, poi la Terra, che non è immobile al centro
dell'universo ma è un semplice pianeta, poi il Sole, la Luna, cinque pianeti e infine il cielo
delle stelle fisse. L'idea del'esistenza dell'Anti-Terra probabilmente nasceva con la
necessità di spiegare le eclissi ed anche, come sostiene Aristotele, per far arrivare a dieci,
il numero sacro, segno della tetrakis, dell'armonia universale , i pianeti ruotanti intorno al
fuoco centrale.
Keplero per il suo eliocentrismo si rifece, e ne diede testimonianza, alla teoria cosmologica
pitagorica che per primo concepì l'universo come un cosmo un insieme razionalmente
ordinato che rispondeva anche ad esigenze mistiche religiose.
I pianeti compiono movimenti armonici secondo precisi rapporti matematici e dunque
generano un suono così sublime e raffinato che l'orecchio umano non può percepirlo.
Secondo Alcmeone anche l'anima umana è immortale, poichè della stessa natura del
Sole, della Luna e degli astri e, come questi si genera dall'armonia musicale di quegli
elementi opposti di cui parlerà Simmia, il discepolo di Filolao, nel Fedone platonico.
Il divino è l'anima del mondo e l'etica nasce dall'armonia che è nella giustizia
rappresentata da un quadrato che risulta dal prodotto dell'uguale con l'uguale.
L'anima immortale dell'uomo, attraverso successive reincarnazioni, si ricongiungerà
all'anima del mondo (concetto alla base anche della precedente filosofia induista) alla
divinità ma per questo fine il pitagorico dovrà esercitarsi alla contemplazione misterica,
derivata dall'orfismo, basata sulla sublime armonia del numero.
La vita contemplativa (bìos theoretikòs) per la prima volta assumeva nel mondo greco
un'importanza primaria.
Il principio di analogia, che non è proprio una eguaglianza vera e propria ma semmai è
paragonabile a un "come se", ha due caratteristiche fondanti. Esso infatti è
simultaneamente:
1. Trascendenza (in quanto rimanda ad altro fuori di sè).
2. Immanenza (in quanto ci coinvolge in prima persona in quanto ciò che è altro è in
analogia con ciò che ci costituisce internamente e viceversa).
Gran parte della filosofia presocratica è impregnata abbondantemente dello spirito
dell'ermetismo, ma questa stessa ispirazione ermetica verrebbe individuata, neanche
troppo celata, nel più nuovo movimento di pensiero, che viene ritenuto rifarsi ad una
rilettura eterodossa della tradizione di pensiero ebraica e che sarebbe stata condotta da
12
Gesù, identificato con il maestro delle scritture, "rabbi Jeschua di Nazareth". Ciò sarebbe
vero particolarmente nella esposizione gnostica del suo pensiero. Il "Vangelo di Tomaso
detto Didimo", è attibuito ad un autorevole esponente della primitiva comunità cristiana di
Siria, che viene ritenuta impegnata in una seria e profonda ricerca spirituale a partire
dall'insegnamento del maestro. Didimo significa gemello, doppio, e sarebbe stato
considerato infatti fratello gemello del rabbi stesso. In questo testo si legge:
« Allorché di due farete uno, allorché farete la parte interna come l'esterna, la parte
esterna come l'interna e la parte superiore come l'inferiore, allorché del maschio e della
femmina farete un unico essere sicché non vi sia più né maschio né femmina [...] allora
entrerete nel Regno »
(Vangelo di Tomaso, loghia di Gesù n°22)
Macrocosmo-microcosmo nella filosofia del XVI secolo
I filosofi del XVI secolo ripresero questa teoria, considerando il mondo come un organismo
umano in grande, e l'uomo come un mondo in piccolo; da qui, l'opinione che a qualunque
modificazione di uno dei due mondi dovessero corrispondere modificazioni nell'altro.
Macrocosmo-microcosmo e il romanticismo
Il filosofo Leibniz aveva elaborato il concetto di monade. Il movimento detto romanticismo
media e riprende tramite la monade leibniziana la più antica rappresentazione del principio
per cui la stessa complessità che si rinviene nel macrocosmo la si rinviene in ogni sua più
piccola parte che lo costituisce e cioè nello stesso microcosmo.
Macrocosmo e microcosmo nella cultura contemporanea
Fisica, sociologia, teologia
Oggi il termine è riferito all'estensione fisica dell'universo rispetto ad un atomo, alla società
umana rispetto ad una comunità, all'universo in contrapposizione all'uomo, e talvolta a Dio
in contrapposizione all'uomo. L'uomo vitruviano, essendo inscritto in un quadrato e in un
cerchio, diviene simbolo della corrispondenza matematica tra microcosmo e macrocosmo.
L'evoluzionismo
Uno dei principi del pensiero scientico dell'Ottocento dove le nuove concezioni
evoluzioniste introdussero il rapporto significativo tra ontogenesi e filogenesi riattivano
quel modello unitario legato appunto al principio di analogia tra macrocosmo e
microcosmo ch'era stato la chiave di volta della filosofia romantica della natura. Questo
principio esplicativo lo ritroviamo sotto altri nomi implicitamente e inparticolare
nell'evoluzionismo lamarckiano che sostiene la tesi secondo cui i caratteri acquisiti
possiedono una caratteristica di ereditarietà. L'impronta del principio di analogia tra
macrocosmo e microcosmo la ritroviamo ancora nella "legge biogenetica fondamentale" di
Ernest Haeckel che trova un legame tra lo sviluppo dell'embrione che rimanda
all'ontogenesi e la stessa evoluzione della specie che invece rimanda alla filogenesei.
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Coscienza, Supercoscienza,
psicoanalisi e psicoterapia
Questo legame tra ontogenesi e filogenesi che troviamo nel pensiero biologico
evoluzionista e che rinverdiscono il più antico principio di analogia tra macrocosmo e
microcosmo della storia del pensiero e della filosofia trovano dei nuovi seguaci in una
nuova psicologia appena ai suoi albori detta psicoanalisi ma mentre Freud si mantiene più
cauto al proposito ritenendo questo modello unitario solo una ipotesi suggestiva senza
quindi farla risaltare nell'ambito delle sue ricerche, un altro psicoanalista, l'ungherese
Sandor Ferenczi né farà il baluardo delle sue teorizzazioni fondanti il pensiero
psicoanalitico che gli costeranno anche l'ostracismo da parte degli psicoanalisti più
ortodossi.
La psicosintesi di Roberto Assagioli
La psicosintesi, come indica il suo nome, ha per scopo di unificare in una sintesi armonica,
attraverso l’uso di varie tecniche psicologiche, tutti gli aspetti della personalità umana
(l’aspetto fisico, emotivo, mentale e spirituale), con l’attivazione della volontà e delle
funzioni transpersonali.
Ideata da Roberto Assagioli (1888-1974) medico psichiatra contemporaneo di Freud e in
parte discepolo diretto di Jung, si è sviluppata come una psicologia che include non solo la
personalità cosciente, ma anche i suoi lati inconsci, tanto in profondità (inconscio inferiore)
quanto in altezza (supercosciente e Sé spirituale). Il suo campo d’azione originario è stato
quello medico, ossia la cura di disturbi neuropsichici e psicosomatici, ma ha poi esteso le
sue applicazioni al campo educativo, familiare, scolastico, sociale e a quello
dell’autoformazione e dello sviluppo psico-spirituale.
Basata su una concezione dinamica della vita psichica, quale lotta tra una molteplicità di
forze contrastanti, con un centro unificatore che tende ad integrarle e comporle in armonia,
la psicosintesi (la cui interpretazione è stata espressa con un grafico, noto come “l’Uovo di
Assagioli”) può essere considerata l’espressione individuale di un più vasto principio, di
una legge generale di sintesi inter-individuale e cosmica.
I suoi scopi possono essere così riassunti:
“Conosci te stesso, possiedi te stesso, trasforma te stesso”.
Cosa è la Psicosintesi
La Psicosintesi è una prassi psicologica, basata su una concezione integrale dell'uomo e
su una visione dinamica della vita psichica.
Si propone, pertanto, come una psicologia che collabora con l'intrinseco naturale processo
di sviluppo dell' uomo, promuovendo, armonizzando e programmando l'integrazione della
personalità e favorendo il contatto con i livelli superiori della vita psichica.
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L'obiettivo di base è risvegliare l'autocoscienza e l'esperienza della volontà, intesa non
come sforzo di ottenere, ma come facoltà di gestire consapevolmente le dinamiche
intrapsichice ed interpersonali e, infine, condurre l'individuo ed i gruppi umani alla scoperta
di più ampi significati esistenziali.
L'uomo viene considerato nella sua totalità bio-psicospirituale e il processo
autorealizzativo (“conosci-possiedi-trasforma te stesso”) è promosso e focalizzato a
due livelli:
- psicosintesi personale (sviluppo psicologico ed espressione delle potenzialità,
integrazione dei ruoli e dei compiti quotidiani in una vita più ricca e più piena)
- psicosintesi transpersonale (contatto con i livelli superiori della psiche, risveglio
interiore. scoperta di significati esistenziali).
La Psicosintesi, come prassi psicologica esistenziale e terapeutica, è conosciuta e
praticata in 62 nazioni dei vari continenti nel mondo.
Psicosintesi: I diagrammi
l'ovoide e la stella
La peculiarità del modello concettuale e operativo è espressa graficamente in due
diagrammi: un ovoide ed una stella.
L'ovoide, che Assagioli considera immagine
dell'anatomia della psiche, descrive i livelli e le parti
dello psichismo umano.
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È diviso in tre parti: l' inconscio inferiore (1), medio (2) e superiore (3).
Nel circolo centrale, il campo di coscienza (4): l' Io è rappresentato dal punto al centro
(5); al sommo del supercosciente c' è una stella che rappresenta il Sé (6).
L' osmosi, lo scambio di contenuti è indicato dalla linea interna punteggiata e non continua
e da quella esterna che delimita, ma non separa, dall' inconscio collettivo.
Le linee sono tutte tratteggiate, poichè le parti debbono essere "distinte, ma non divise".
La mancanza di distinzione, infatti, non ne permette il corretto uso: l'uomo deve, essere
educato a percepire la provenienza delle sue istanze psichiche, per comprenderle e
finalizzarle.
D'altra parte la divisione impedisce l'azione della volontà: l'uomo dev'essere guidato alla
familiarità con le sue intrinseche diversità che, se vissute come parti comunicanti di una
unità, sono coordinabili dalla volontà e sono anche la sua ricchezza.
La seconda immagine, la stella, rappresenta quella che Assagioli definisce la fisiologia
della psiche.
Sensazione (1)
Emozione, Sentimento (2)
Impulso, Desiderio (3)
Immaginazione (4)
Pensiero (5)
Intuizione (6)
Volontà (7)
Essa descrive l'operatività dell'io personale, centro unificatore di elementi psichici vari ed
eterogenei.
16
L'azione dell'Io personale avviene attraverso l'uso di sensazioni, impulsi, emozioni,
pensieri, immagini ed intuizioni che, conosciuti come funzioni, possono essere usati in
modo armonico per costruire creativamente il futuro personale e di relazione. In questo
modo si evita di subire deterministicamente, e riprodurre meccanicamente, il passato.
La pluralità degli elementi, usualmente percepita come diversità, può essere dunque
vissuta, attraverso l'armonizzazione delle funzioni, come unità e trarre senso e significato
dalla sua stessa più profonda identità, riconosciuta ed espressa.
Opere di Roberto Assagioli
Libri
•R. ASSAGIOLI, Psicosintesi: per l'armonia della vita, Roma 1966 (Ed.
Mediterranee), Roma 1999 (Ed. Astrolabio)
•R. ASSAGIOLI, Principi e metodi della Psicosintesi terapeutica, Roma 1973 (Ed.
Astrolabio)
•R. ASSAGIOLI, L'atto di volontà, Roma 1977 (Ed. Astrolabio)
•R. ASSAGIOLI, Lo sviluppo transpersonale, Roma 1988 (a cura di M. Macchia, Ed.
Astrolabio)
•R. ASSAGIOLI, Comprendere la Psicosintesi. Guida alla lettura dei termini
psicosintetici, Roma 1991 (a cura di M. Macchia, Ed. Astrolabio)
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UOMO COME MICRO E MACROCOSMO
E STATI DI COSCIENZA
(Dr. Angelico Brugnoli, MD
Dr. Paola Brugnoli,MD)
In medicina, se si vuole curare veramente un uomo, bisogna considerarlo come un
tutt’uno inscindibile di corpo, mente e spirito (o coscienza).
Dal punto di vista fisico l’uomo è un corpo fatto di materia organica che soggiace alle
leggi della biochimica, ma è fatto anche di subparticelle atomiche che soggiacciono alle
leggi della fisica.
Inoltre nel microcosmo uomo, troviamo dei microcosmi come ad esempio gli apparati
fisiologici che funzionano attraverso leggi della fisica: ad esempio le leggi dei gas nei
polmoni, le leggi fisiche sui fluidi nel sistema cardiocircolatorio e le differenze di potenziale
elettrico nel sistema nervoso centrale e periferico.
Credo che riusciremo a capire il cosmo uomo, solo quando riusciremo a vederlo
contemporaneamente sia come un macrocosmo di subunità biochimiche e fisiche, che un
microcosmo inserito nelle leggi fisiche quantistiche.
Si capisce come sia quindi necessaria la collaborazione delle molteplici scienze
umane per capire l’uomo nella sua interezza.
In questo sono d’accordo con l’antica filosofia cinese del Tao che definisce l’uomo
come l’anello di congiunzione tra la terra e il cielo.
Già da qualche anno alcuni studiosi, in modo particolare filosofi, fisici e psicologi, si
vanno via via interessando sempre più dell’interpretazione della coscienza e della
consapevolezza partendo dalla biochimica della vita, in modo particolare della biochimica
dei neuroni.
Ne sono nate ipotesi di lavoro piuttosto interessanti nell’ambito della nascita della
coscienza, in modo particolare poi con risvolti psicologici della massima importanza ai fini
di una maggiore chiarezza anche nelle definizioni.
Nel microcosmo cerebrale si sono studiate le reti neurali di memoria, e da questi studi
possiamo avere l’idea di come la mente funzioni come un computer.
Il dolore e le reti neurali di memoria.
Se vogliamo capire ad esempio, come il dolore cronico possa essere “mappato” nella
corteccia cerebrale, dobbiamo conoscere come funzionano le reti neurali di memoria. Il
cervello memorizza informazioni in modo permanente variando i collegamenti tra i neuroni
in una o più zone del cervello. La variazione può interessare diversi parametri, ma alla fine
essa modifica la propagazione del segnale lungo la rete come se fosse una variazione dei
collegamenti. Poiché nel cervello non c'è altro che neuroni e collegamenti tra neuroni, in
pratica la memoria non è una funzione del cervello ma la funzione del cervello.
Per mettere a fuoco come sia possibile memorizzare informazioni nei collegamenti tra
neuroni, esamineremo ora il funzionamento di una piccola rete artificiale che simula la rete
di neuroni del cervello nel suo aspetto essenziale, appunto quello di poter variare la
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propagazione del segnale modificando qualcosa nei collegamenti (per questo, essa viene
chiamata comunemente 'rete neurale').
Vi sono in letteratura validi esempi di reti neurali artificiali addestrata a riconoscere volti:
Le rete neurale a tre livelli della fig. 1 è stata costruita dal gruppo di Garrison Cottrell
(University of California). Il suo compito era quello di riconoscere se una data immagine
era un volto o meno e anche se esso era di uomo o di donna.
Ogni neurone di un livello si collega a tutti quelli del livello successivo, e il collegamento è
caratterizzato da un 'peso', in pratica un numero da -10 a +10. Collegamento di peso zero
vuol dire che non c'è collegamento. Pesi positivi indicano che il neurone invia sostanze
eccitatorie al neurone bersaglio, ovvero sostanze che tendono ad attivarlo (a far nascere
su di lui una tensione elettrica). Il valore del peso indica quanta eccitazione viene inviata,
da un minimo di 1 fino ad un massimo di 10. Se il peso è negativo, invece, vengono inviate
sostanze inibitorie, ovvero sostanze che tendono ad impedire l'attivazione del neurone
bersaglio. Il neurone ricevente si attiva, inviando qualcosa ai neuroni a cui si collega, se le
eccitazioni che riceve superano le inibizione di un valore prefissato.
Il funzionamento dei neuroni della rete è simile a quello dei neuroni veri. Anche la sua
struttura a tre livelli è simile a quella della corteccia, che ha un'organizzazione gerarchica
su tre livelli principali (fig.2).
La rete viene inizializzata con pesi scelti a caso. Poi gli vengono presentate le 64 immagini
di addestramento, contenenti 51 foto di 11 volti diversi e 13 immagine che non sono volti.
Ad ogni presentazione il computer che gestisce la rete confronta il risultato sugli 8 neuroni
d'uscita col risultato giusto per quell'immagine. Valuta l'errore, poi attiva la seguente
procedura. Il peso di una connessione viene variato, mentre gli altri restano fissi. Se la
variazione riduce l'errore, essa viene accettata, altrimenti viene rifiutata, riportando il peso
al valore originale. Poi si passa ad un'altra connessione, ripetendo la procedura. Un
cervello che funzionasse in questo modo, farebbe questo. Quando produce una risposta
sbagliata sviluppa una sofferenza proporzionale all'errore. Per ridurla varia a caso uno o
più collegamenti. Se la modifica procura piacere, riducendo la sofferenza, viene
mantenuta; altrimenti viene annullata.
Dopo l'addestramento, la rete di Cottrell raggiunse il 100% di precisione sul set d'immagini
usate per l'addestramento. Presentandogli foto nuove di persone conosciute, identificava
correttamente le persone nel 98% dei casi. Presentandogli foto nuove, sapeva dire se
erano volti azzeccando la risposta nel 100% dei casi e riconosceva il sesso della persona
nell'81% dei casi (negli errori era raro che considerasse femminile un uomo mentre
capitava che considerasse maschile una donna). In un esperimento vennero presentate
alla rete le persone conosciute, ma oscurando una striscia di volto. Sorprendentemente le
risposte giuste furono le stesse di quando vedeva l'intero volto, salvo quando
l'oscuramento era sulla fronte. In questo caso le risposte giuste scesero al 71%, indicando
che la fronte doveva giocare un ruolo importante nel riconoscimento.
19
Se la rete aveva imparato a riconoscere i volti, vuol dire che aveva memorizzato le
informazioni fornite. Esse avevano determinato i collegamenti tra i neuroni
(presenza/assenza del collegamento, peso e tipo di collegamento, se eccitatorio o
inibitorio). Evidentemente questi collegamenti possono contenere informazioni. Si può
memorizzare in modo permanente qualcosa nel cervello variando le connessioni tra i
neuroni. E’ lecito pensare che la memorizzazione sia una cosa complessa. Infatti lo è, e
anche parecchio, se cerchiamo di capire come avviene fisicamente. L'effetto finale di una
memorizzazione, però, è descrivibile in modo semplice.
1
2
4096
1
2 3 80
2 80
1
3
3 80
1 2
4
3 80
2 1
5
2 3 1
80
1 78 79
1
2 3 1
2
1
8
1 6 7
3 8 4 80
Fig. 1 - Rete neurale a tre livelli per il
riconoscimento di volti. Il primo livello ha
64x64 = 4096 neuroni, e ognuno di essi si
collega con gli 80 neuroni del secondo livello.
Ognuno di questi si collega con gli 8 neuroni
del terzo e ultimo livello. I neuroni del primo
livello sono disposti a quadrato e su di essi
arriva l'immagine da riconoscere, in bianco e
nero con 64 livelli di grigi riconoscibili. Gli 8
neuroni del terzo livello forniscono l'uscita.
L'attivazione del neurone 1 indica che è stato
riconosciuto un viso, la sua non attivazione
indica che la rete non lo ha riconosciuto come
viso. Il secondo neurone attivato dice che la rete
ha riconosciuto un viso di donna, non attivato
che si tratta di un viso di uomo. Gli altri 6
neuroni forniscono il nome della persona a cui
il viso appartiene, identificato da una sequenza
di 0 e 1, se è una persona conosciuta.
Dopo che la rete riconoscitrice di volti era stata
istruita, si andò a vedere a quale immagine erano
più sensibili gli 80 neuroni del secondo livello. Si
poteva pensare che ognuno di essi si facesse
carico di riconoscere la presenza di una
caratteristica, come la lunghezza del naso, la
distanza tra gli occhi o l'ampiezza della bocca.
Non era così, però. L'immagine che provocava la
massima reazione era sempre intera e
corrispondeva a particolari immagini stilizzate o
prototipi (un prototipo è definito dal vocabolario
come "l'esemplare più caratteristico di un dato
genere"). Il linguaggio non ha un nome per essi,
ma probabilmente li utilizziamo anche noi,
distinguendo volti diversi attraverso il diverso
contenuto dei prototipi che abbiamo in memoria.
Attraverso questi “prototipi” neuronali, possiamo
dedurre, come anche la sensazione di dolore
possa essere quindi regolata oltre che dagli
stimoli che arrivano dalla periferia, anche dalla
rete neurale già “mappata” per quel
dolore.(Garrison Cottrel, University of
California)
20
Corteccia
associativa
d'uscita Corteccia
premotoria
Corteccia
motoria
Corteccia
associativa
d'ingresso Cortecce
sensoriali
secondarie Cortecce
sensoriali
primarie
Muscoli Sensi
Unità d'ingresso Unità d'uscita
Unità d'ingresso Unità di uscita
Muscoli AMBIENTE Sensi
(cervello dietro) (cervello davanti)
Corteccia + parti del cervello che contribuiscono al suo lavoro
a
a
Corteccia
Corteccia somato-
Cortecce visive
secondarie
Corteccia visiva
primaria
Corteccia associativa
d'ingresso
premotoria
Corteccia
associativa
d'uscita
uditive
secondarie Corteccia uditiva
Cortecce
sensitiva primaria
primaria
Corteccia
motoria
Sistema limbico
Fig. 2 - La corteccia cerebrale è organizzata su tre livelli principali, come la rete neurale presentata sopra.
con la differenza che nel cervello ci sono due reti identiche, una nell'unità d'ingresso e l'altra in quella
d'uscita (Garrison Cottrel, University of California).
21
La reazione psichica al dolore è regolata dall’equilibrio mentale e dal carattere del
paziente; in altre parole è l’intera organizzazione psicologica individuale che condiziona
l’atteggiamento di ciascuno di fronte al male.
L’esperienza clinica ci insegna che la suscettibilità al dolore è un fenomeno altamente
soggettivo, individuale, e va di pari passo con la labilità emotiva del singolo. Non solo
esiste questa proporzionalità, ma anche un’interscambiabilità dei due fenomeni, per cui
esperienze ansiose finiscono come per esempio nell’ipocondria, con l’essere scotomizzate
dalla coscienza e trasposte in sensazioni dolorifiche. E’ questa un’esperienza comune non
solo a psicologi e psicoterapeuti, ma anche a neurologi (Ritchie Russel: Brain, memory,
learning. Oxford University Press,1961).
Nell’ultimo decennio scorgiamo un sensibile aumento in letteratura di modelli della mente,
soprattutto dovuto al fatto che, non solo nel campo neuropsicologico, ma anche in quello
delle neuroscienze, si nota un interesse sempre crescente per lo studio e l’analisi del
“mondo interno” e non solo del mondo esterno, come in tutti i decenni precedenti.
Oggi il maggior esponente dello studio innovativo sulla mente umana è Roger
Penrose con i suoi lavori: "La mente nuova dell'imperatore" e "Ombre della Mente", ove ha
rivolto la propria attenzione all’analisi della nascita della coscienza, utilizzando alcuni
concetti della meccanica quantistica.
Penrose è un fisico, matematico e filosofo britannico, noto per il suo lavoro nel campo
della fisica matematica, in particolare per i suoi contributi alla cosmologia.
Egli si occupa inoltre di giochi matematici ed è anche un filosofo controverso per le
sue idde innovative sulla nascita della coscienza.
E’ così giunto all’'ipotesi che lo pone in netta antitesi con le posizioni funzionaliste che
interpretano le funzioni psichiche non come "enti astratti", ma invece come il risultato
evolutivo dei processi funzionali che, nell'uomo, mediano il rapporto tra ambiente e bisogni
dell'organismo.
Per essere ancora più precisi il dibattito con Penrose è stato organizzato da tutti
coloro che considerano la mente umana molto simile a un sofisticato computer, soprattutto
in merito alle nuove innovative conquiste con le nanotecnologie.
Analizzando il genio e la creatività, che fanno parte della mente umana, Penrose
scrive che hanno sì un'origine, ma che non si presentano in una successione logica di fasi:
il tutto ha inizio in un paradigma di natura sicuramente quantica.
La creatività non può essere sviluppata da una macchina.
La creatività arriva normalmente in istanti, in tempuscoli e giunge da zone profonde
della nostra mente.
Vi è una ragione in ciò: non possiamo essere totalmente consci dei processi che
portano alla creatività, altrimenti vi interferiremmo con la nostra logicità.
Molto spesso la logica infatti frena o disattiva l’affioramento della creatività, intesa
proprio come l’emersione spontanea improvvisa non cosciente di contenuti inconsci.
I
l punto di partenza di Penrose è l'osservazione che i computer portano a termine i
compiti assegnati utilizzando procedure e algoritmi predefiniti: la loro attività consiste
unicamente nell'esecuzione di operazioni logiche e di calcoli, sulla base di specifiche
regole fornite dalla programmazione.
L'attività della mente umana, benché in grado di svolgere anche operazioni di questo
tipo, si mostra capace di giungere a conclusioni che non sono riconducibili alla mera
computazione, alle operazioni logiche di istruzioni precedentemente inserite.
22
Penrose si dichiara convinto che sia necessaria una nuova teoria fisica prima di
compiere autentici progressi nella spiegazione dei fenomeni mentali come la
comprensione o la coscienza: "Perché la fisica sia in grado di contenere qualcosa di così
estraneo al presente quadro scientifico come il fenomeno della coscienza, ci dobbiamo
attendere un mutamento profondo che alteri le fondamenta stesse delle nostre opinioni
filosofiche sulla natura della realtà".
Sullo stesso campo di indagine lavora anche Hameroff, Professore nel dipartimento di
Anestesiologia e Psicologia, Direttore del centro per gli Studi di Consapevolezza
all’Università Medica dell’Arizona a Tucson.
La sua ricerca insieme a quella di Roger Penrose ha cercato di dare risposte a questi
interrogativi:
•qual è la natura della coscienza?
•Come fanno i contatti neurali a dare origine a pensieri e sentimenti?
•Può il cervello ospitare, oltre ai fenomeni biologici, anche fenomeni quantistici?
Molteplici sono i punti di vista e acceso è il dibattito tra fisici, scienziati, neurologi,
psicologi e filosofi.
Penrose e Hameroff suggeriscono che alla conosciuta attività neuronale del cervello
siano connessi fenomeni quantistici macroscopici chiamati microtubuli cerebrali.
Tali fenomeni renderebbero conto dell’unitarietà dell’esperienza conscia, di come cioè
la coscienza non possa che essere spiegata come fenomeno che coinvolge l’organismo
nel suo insieme e non soltanto in una sola area.
Hameroff ha pubblicato oltre 150 articoli su riviste scientifiche e 5 libri con Roger
Penrose come co-autore.
Ricordo ancora per questi studi anche Hofstadter in "GEB" e "L'Io della mente", in
collaborazione con Dennett e tutta la produzione letteraria di Edelman iniziando da
"Topobiology".
I
l premio Nobel Gerald Edelman infatti, già da qualche anno, sta perseguendo un
programma estremamente ambizioso: spiegare attraverso meccanismi selettivi la genesi
dell'encefalo e della mente, unificando campi diversi del sapere sotto la bandiera di un
"materialismo esuberante".
EDELMAN, GERALD M., Topobiologia. Introduzione all'embriologia molecolare,
Bollati Boringhieri, 1993
EDELMAN, GERALD M., Sulla materia della mente, Adelphi, 1993
recensione di Fasolo, A., L'Indice 1993, n. 9
Il premio Nobel Gerald Edelman sta perseguendo un programma estremamente
ambizioso: spiegare attraverso meccanismi selettivi la genesi dell'encefalo e della mente,
unificando campi diversi del sapere sotto la bandiera di un "materialismo esuberante".
Come rileva Oliver Sacks ("La Rivista dei Libri", giugno 1993) nel suo bellissimo saggio
dedicato a Edelman, questa proposta rappresenta "la prima teoria veramente globale della
mente e della coscienza, la prima teoria dell'individualità e dell'autonomia", che ha
comunque il merito di saper stimolare una tempesta di discussioni e di ricerche. Ma cosa
significa il titolo stesso di uno dei suoi libri: "Topobiologia"? Questo neologismo è stato
coniato da Edelman per definire lo studio della regolazione dello sviluppo embrionale
dipendente dalla posizione delle cellule. Come recita la voce del glossario, a pagina 265,
23
"Il problema fondamentale della topobiologia è stabilire in che modo, durante lo sviluppo,
cellule di tipi diversi vengono sistemate nel tempo o nella sede opportuna per generare la
configurazione tissutale specie-specifica e la forma dell'animale". Edelman, proseguendo
la via aperta dal suo "Neural Darwinism" del 1987, in quest'opera propone che la
complessità dell'organismo, del sistema nervoso, del comportamento intelligente siano il
prodotto di un vero e proprio processo di selezione darwiniana fra gruppi di cellule nel
corso dello sviluppo embrionale. Il patrimonio ereditario è allora condizione necessaria ma
non sufficiente, per costruire nel tempo e nello spazio l'organismo. La chiave per
trasformare le potenzialità dei geni in organismo reale sta nelle interazioni embrionali
("epigenetiche"), che sono in gran parte regolate dalle cosiddette "molecole di adesione"
poste sulla superficie delle cellule. Queste molecole, che sono state in parte identificate
dallo stesso Edelman, si esprimono precocemente durante lo sviluppo e permettono i
processi primari di formazione dell'embrione, costituendo così le regolatrici dell'architettura
molecolare dell'organismo. In tale visione non solo si può spiegare lo sviluppo senza
ricorrere al vitalismo, ma si può trovare una spiegazione adeguata delle molteplicità di
organizzazione dei viventi prodotte nel corso dell'evoluzione.
Il libro è stato oggetto di grande attenzione, tanto da parte degli studiosi di biologia
dello sviluppo quanto da quelli della teoria evolutiva. In alcune parti il testo è piuttosto
difficile, ma l'impegno è ben ripagato: si può avere infatti l'occasione di apprezzare quello
che sarà probabilmente uno dei classici della biologia contemporanea. In tutte le sue
opere Edelman tesse e ritesse la trama della teoria del darwinismo neurale, con
l'ambizioso fine di "reintegrare la mente nella natura". Quasi contemporaneamente a
"Topobiologia" è apparso in Italia l'ultimo, complesso libro di Edelman, "Sulla materia della
mente", che costituisce la sintesi non solo più aggiornata, ma anche più meditata del suo
pensiero. La cultura trasfusa nell'opera è sbalorditiva, anche se talvolta appare
sbandierata in modo troppo didascalico e definitorio.
I capitoli conducono a un viaggio attraverso la mente umana che si dipana dalla
definizione dei problemi (la materia della mente), per riprendere la teoria della selezione
dei gruppi neuronali e delle mappe cerebrali, che interagiscono con "segnalazione
rientrante". Viene in questo modo fatta giustizia della concezione istruttivistica, che
comporta una regressione infinita di "homunculi", entità capaci di leggere le istruzioni per
un'altra entità, e così via, mentre la genesi della complessità viene materialmente legata
alla selezione. In tal modo non solo si costruisce la struttura dell'encefalo, ma la si modella
sull'esperienza, la si rende atta a rispondere in modo adeguato agli stimoli ambientali, si
genera la memoria e la categorizzazione percettiva per giungere all'attribuzione di valori.
L'"autoelevazione" dei sensi che ne deriva innesca, in un quadro biologico e materiale, il
passaggio dalla coscienza primaria a quella di ordine superiore, che affranca l'uomo. Il
libro è ricchissimo e ambizioso: così attraverso la teoria unificante della selezione neurale
vengono rivisti i problemi della linguistica, la malattia mentale, l'inconscio, le basi stesse
della filosofia e dell'etica. Viene infine fornita una vastissima bibliografia critica sui molti
temi trattati. Il libro rappresenta un esempio clamoroso di programma di ricerca unificante,
che spazia dalla neurobiologia alla filosofia e il tentativo di Edelman di proporre e di
realizzare un artefatto capace di coscienza (NOMAD) è esemplare del suo coraggio
prometeico. Certo la battaglia rimane dura, poiché mentre Edelman predica il suo
selezionismo durante lo sviluppo embrionale alla base dell'autopoiesi dell'individuo, altri
illustri biologi sono alla ricerca di un nuovo mistico Graal, il Progetto Genoma Umano,
capace di spiegare in modo completo, i determinanti genetici delle caratteristiche
individuali. Dal confronto, una sorta di darwinismo delle teorie (con il suo corollario
d'obbligo, la lotta per le risorse finanziarie), certo nasceranno nuove conoscenze e nuovi
paradigmi .
24
Per studi di una simile portata ritengo assolutamente necessario che si riesca ad
integrare una collaborazione di studi in molti campi della ricerca come ingegneria
elettronica e genetica, informatica, fisica specie quantistica, psicologia,
neuropsicoimmunoendocrinologia, neurofisiologia e neuropatologia per fare conoscenza
con determinati tipi di idee che iniziano a serpeggiare nel contesto degli stati di coscienza
e di consapevolezza.
Se rintracciamo la dimensione della coscienza nelle ricerche delle neuroscienze solo
negli ultimi dieci anni ci accorgiamo che i lavori crescono ogni anno a ritmo esponenziale.
Si può dire che abbiamo finalmente di nuovo riscoperto la grande e importante
partecipazione della coscienza a tutte le nostre attività, non solo a carattere mentale, ma
anche e soprattutto materiale, dopo averla lasciata sola nel campo della filosofia per
decenni o secoli.
Le domande negli ultimi dieci anni si sono moltiplicate a dismisura mentre ci si chiede
da parte di molti autori:
Che cosa significa essere dotati di una mente, essere consapevoli, avere coscienza di
sé, in ultima analisi “Esserci?.
A tali questioni fino a poco tempo fa erano soliti rispondere solamente i filosofi.
Gli scienziati di fronte al problema della mente, si ritraevano timorosi e non avevano il
coraggio di affrontare un percorso che sembrava del tutto irrisolvibile.
Ma l’avvento delle neuroscienze sembra aver capovolto tale prospettiva.
Si sono moltiplicate le ricerche a dismisura tra cui le più importanti e proficue al
momento sembrano ancora essere quelle
sul metabolismo del cervello [cfr Pellegri, 1999];
sulla sindrome di Williams. rara malattia genetica, [cfr Lenhoff – Wang –Greenber –
Bellugi, 1999] che sembrano poter aiutare a capire il modo in cui è organizzato il cervello
ma permetteranno anche di vedere sotto una nuova luce i "ritardati mentali";
sulle sinapsi e i meccanismi della memoria (cfr D’Angelo – Rossi – Taglietti, 1999);
sulla memoria e l’apprendimento delle lingue [cfr Aglioti – Fabbro, 1999];
sui disturbi del comportamento (attention-deficit hyperactivity disorder, ADHD) e le
disfunzioni genetiche dello sviluppo di circuiti cerebrali [cfr Barkley, 1999].
Ma la scoperta più importante, anche se ancora in fase di ipotesi, si è rivelata
concentrando l’attenzione sull’attività interna del neurone, studiando e analizzando a fondo
la funzione dei microtubuli, che sono parte integrante delle cellule.
I
microtubuli sono polimeri proteici che caratterizzano il citoscheletro di tutte le cellule
eucariotiche e per le quali sono essenziali perché controllano varie funzioni cellulari come
il trasporto di materiali all’interno della cellula, il movimento di organelli o vescicole
citoplasmatiche e la divisione cellulare.
Numerosi studi teorici negli ultimi anni hanno ipotizzato che, oltre a queste
funzionalità, i microtubuli posseggano proprietà ottiche, elettriche e quantistiche che
potrebbero spiegare processi di comunicazione intracellulare, importanti soprattutto per i
microtubuli neuronali e quindi, come è stato ipotizzato, per le funzioni cognitive superiori.
Ed è proprio qui, in queste strutture del neurone, che si ipotizza la nascita dei qbit di
coscienza
25
I
principali studiosi dell’argomento già ricordati sono Edelman con le sue teorie
funzionali, mappa neurale, rientro, e qualia e Penrose ed Hameroff con ipotesi legate alla
conduzione quantistica dell'impulso nervoso.
Penrose e Hameroff sono partiti dall’analisi di alcuni fenomeni all'interno dei
microtubuli dei neuroni, eventi che sono stati notati accadere durante l'effetto di sostanze
anestetiche, le quali impedirebbero la coscienza all'individuo, perché bloccherebbero la
trasmissione quantistica di particelle subatomiche all'interno di queste strutture.
Si può dire come conseguenza intuitiva che, se sono corrispondenti a misure ripetibili,
queste due ipotizzate realtà indicano la presenza di due strutture funzionali della mente.
Una parte neurale la cui rete è costituita dalle strutture funzionali qualia, mappa
neurale e rientro, ed una parte microneurale, costituita dai microtubuli: entrambe le parti
sarebbero responsabili dello stato di coscienza.
Università S. Raffaele Milano
La maggior parte degli approcci al problema della coscienza vedono in campo il
cervello come un computer, con neuroni e sinapsi che interpretano i ruoli di interruttori o
quanti di informazione.
Sotto questo angolo prospettico, la coscienza “emerge” come una nuova proprietà di
un “calcolo”complesso.
Lo psicofarmacologo americano Stuart Hameroff ha scritto un libro (Ultimate
Computing: Biomolecular Consciuosness and Nanotechnology, Elsevier Science 1987)
che tratta un sorprendente connubio evolutivo tra coscienza umana e tecnologia, ma
specificamente mette in evidenza una struttura delle cellule viventi che era stata
completamente trascurata fino ai nostri giorni.
26
Hameroff è convinto che il citoscheletro sia assai più di un semplice scheletro della
cellula.
Date le complesse operazioni che una cellula vivente è in grado di compiere (come
crescita, mitosi, trasporto e così via), Hameroff afferma che la cellula abbia essa stessa
bisogno di un sistema nervoso e che il citoscheletro realizzi proprio le operazioni appena
menzionate.
La parte prevalente del libro fornisce spiegazioni dettagliate dei meccanismi osservati
nelle cellule del cervello.
Il resto del volume presenta meccanismi di calcolo, spesso correlati al tipo di
elaborazione distribuita e parallela dei modelli connessionistici, che Hameroff suggerisce
come ipotesi di calcolo citoscheletrico.
Hameroff mostra come una serie di modelli matematici, che vanno dagli ologrammi
fino ai solitoni, possano essere adottati con profitto per descrivere la fisica del cervello.
Ne risulta che Hameroff è anche convinto che le radici della coscienza abbiano sede
nello stesso citoscheletro.
Architettura della matrice citoplasmatica o citoscheletro
Sito http://www.giovannichetta.it/img/citoscheletro.jpg
È anche il caso di ricordare che Roger Penrose, il grande fisico matematico inglese, è
partito da quest’ultima affermazione per sviluppare la sua teoria della coscienza.
Penrose ha affrontato il problema dello spazio-tempo all'interno della meccanica
quantistica. Se tutte le grandezze fisiche fondamentali variano in maniera
discontinua - argomenta il fisico inglese - forse anche lo spazio-tempo non è
caratterizzato da una struttura continua come descritto dalla fisica classica, ma è in
qualche modo "quantizzato". Da tale premessa, egli perviene alla teoria dei
"twistori", nella quale è prevista una struttura geometrica non continua, bensì
discreta, posta in relazione allo spin delle particelle elementari.
Questa teoria, nelle intenzioni del suo autore, costituisce un tentativo di unificare la
meccanica quantistica con la relatività generale.
Ritengo che la seguente teoria sia molto interessante in rapporto a quelle che
saranno le mie considerazioni finali su coscienza, mente e pensiero, perché arriva a
dimostrare fisicamente che si possono avere 6 dimensioni reali
Teoria di Twistor-Stringa e Teoria Neutrinica (M.Nardelli) - 05:34, 1/18/2006
27
Connessioni Teoria di Twistor-stringa e Teoria Neutrinica
Twistor e spazio twistoriale.
Consideriamo i numeri complessi, fondamentali per la teoria quantistica, la cui
struttura è alla base anche della struttura dello spazio-tempo. Questi sono i numeri
della forma z = x + iy, con x, y reali, dove "i" soddisfa la relazione "i elevato al quadrato =
-1", e l'insieme di tali numeri è denotato con C. Si possono rappresentare questi numeri
su un piano (il piano complesso) o, se si aggiunge un punto all'infinito, su una sfera: la
"sfera di Riemann". La sfera può essere proiettata su un piano (assieme a un punto
all'infinito). Facciamo passare il piano per l'equatore della sfera e congiungiamo ogni
punto della sfera al polo sud. Evidenziamo che in quest'applicazione della sfera nel
piano, il polo nord va all'origine, il polo sud all'infinito e l'asse reale corrisponde ad un
cerchio verticale che passa per i poli nord e sud. E' possibile ruotare la sfera in modo che
i numeri reali corrispondano all'equatore. Supponiamo che ci venga data una funzione
a valori complessi di una variabile reale x: è possibile pensare f(x) come una funzione
definita sull'equatore, inoltre, f(x) è una funzione a frequenza positiva se può essere
estesa ad una funzione olomorfa (analitica complessa) sull'emisfero nord e similmente f
è una funzione a frequenza negativa se può essere estesa similmente all'emisfero sud.
L'idea della teoria dei twistor è la seguente: dato un campo nello spazio-tempo di
Minkowski, si vuole dividerlo in parti a frequenza positiva e negativa. Per
comprendere tale divisione è necessario costruire uno "spazio twistoriale".
La funzione d'onda di una particella di spin 1/2 può essere in una "sovrapposizione"
lineare di "spin su" e "spin giù" (vedi formula (1). Ricordiamo che lo spin di una
particella è il momento angolare o momento di rotazione proprio di una particella
elementare. Gli elettroni, i protoni, ad esempio, hanno spin 1/2 , i fotoni ed i mesoni,
invece, hanno spin 0 . Gli elettroni ed i protoni, inoltre, secondo la Teoria Neutrinica,
non sono altro che "linee di neutrini polarizzati" , mentre a costituire un fotone è solo
un neutrino alla volta a polarizzarsi, il fotone, cioè, è un neutrino polarizzato ). Questo
stato può essere rappresentato da un punto z/w sulla sfera di Riemann, e questo punto
corrisponde al luogo in cui l'asse positivo dello spin, tirato dal centro, interseca la sfera.
Lo spazio dei "raggi di luce" che passano per un punto nello spazio-tempo è una sfera di
Riemann. Quindi il gruppo di simmetria fondamentale della fisica che mette in
relazione osservatori in moto con velocità diverse, ossia il gruppo di Lorentz (ristretto)
può essere realizzato come il gruppo di automorfismo della sfera di Riemann. L'idea di
base della teoria dei twistor è quella di cercare di sfruttare il legame fra la meccanica
quantistica e la struttura dello spazio-tempo, quale si manifesta nella sfera di Riemann,
estendendo questa idea all'intero spazio-tempo. Lo spazio-tempo e lo spazio twistoriale
sono correlati da una corrispondenza che mette i raggi di luce nello spazio-tempo in
correlazione a punti nello spazio twistoriale. Un punto nello spazio-tempo è quindi
rappresentato dall'insieme dei raggi di luce che passa attraverso di esso. Così un punto
nello spazio-tempo diventa una sfera di Riemann nello spazio twistoriale. Se pensiamo
28
i raggi di luce come storie di fotoni (quindi come storie di neutrini polarizzati"),
dobbiamo anche tener conto dell'energia del fotone nonchè della sua elicità (che è quel
numero che definisce la relazione fra la direzione del vettore quantità di moto "p" di
una particella elementare e quella del suo vettore di spin "s"), la quale può essere
sinistrorsa o destrorsa. Si finisce così con l'avere uno spazio proiettivo complesso
tridimensionale (6 dimensioni reali), CP3. Questo è uno "spazio proiettivo twistoriale"
(PT). Esso ha un sottospazio pentadimensionale PN, che suddivide lo spazio PT in due
parti, le parti sinistrorsa e destrorsa PT - e PT + .
(E' interessante notare, ritornando per un attimo ai fotoni, che essi sono "bosoni", cioè
particelle mediatrici di forza, in questo caso della forza elettromagnetica. Ma se essi, per
la Teoria Neutrinica, non sono altro che neutrini polarizzati, ed i neutrini, come
abbiamo più volte ribadito, sono "fermioni", allora, nuovamente, (i) si evidenzia la
chiara relazione tra bosoni e fermioni, (ii) è ulteriormente confermata la formula del
modello di Palumbo applicato alla teoria di stringa che connette l'azione di stringa
bosonica con quella di superstringa, e (iii) la comune origine dei bosoni e dei fermioni:
il neutrino).
Ora, i punti nello spazio-tempo sono dati da quattro numeri reali, e lo spazio proiettivo
twistoriale può essere coordinatizzato dai rapporti di quattro numeri complessi. Se un
raggio di luce, rappresentato nello spazio twistoriale da (Z0, Z1, Z2, Z3), passa per il
punto (r0, r1, r2, r3) nello spazio-tempo, allora è soddisfatta la relazione di "incidenza"
(2). Per ogni quadrivettore "r" elevato "a" definisce la quantità "r" elevato "AA' ", la cui
matrice di componenti è data dalla (3). La condizione che "r" elevato "a" sia reale è
semplicemente che la quantità "r" elevato "AA' " sia hermitiana. (Ricordiamo a tale
proposito che ogni matrice si dice hermitiana se coincide con la propria trasposta
coniugata. Nel calcolo matriciale, la trasposizione è l'operazione con la quale a partire
da una matrice A, m x n, si costruisce la matrice n x m, denotata con A', avente per
colonne ordinatamente le righe di A di ugual posto). Un punto nello spazio twistoriale è
definito da due spinori (lo spinore è un ente geometrico a 2 componenti in grado di
rappresentare i due orientamenti di una particella con spin semintero, come è, ad
esempio, il protone, che per la Teoria Neutrinica è una "linea di neutrini polarizzati"
ovvero cariche primarie positive, cioè positrini), con componenti dati dalle formule (4) e
(5). La relazione d'incidenza (2) si trasforma allora nella (6). Sotto uno spostamento di
origine avremo la (7). Il twistor rappresenta i quattro componenti della quantità di moto
p(a) ed i sei componenti del momento angolare M^ab di una particella priva di massa,
come, ad esempio, il neutrino. (Ricordiamo che quando una carica primaria negativa,
cioè l'elettrino, si compenetra con una carica primaria positiva, cioè il positrino, si
origina il neutrino, inerte, privo di campo e quindi di massa, che è il componente
elementare dello spazio, anche, nel caso che stiamo esaminando, dello spazio
twistoriale). Le espressioni sono date dalla (8), dove le parentesi denotano la parte
simmetrica e "epsilon"(AB) ed "epsilon"(A'B') sono i simboli asimmetrici di Levi-
Civita. La quantità di moto p(a) è nulla ed orientata verso il futuro ed il vettore
spinoriale di Pauli-Lubanski è il prodotto dell'elicità "s" per il quadrivettore quantità di
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moto. L'elicità può essere scritta secondo la formula (9), dove il complesso coniugato del
twistor "Z" elevato "alfa" è il twistor "duale" Z segnato "alfa". Qui s = 0 corrisponde a
particelle destrorse e quindi a quella che noi consideriamo la metà superiore dello
spazio twistoriale PT + , e s<0 a particelle sinistrorse, ossia alla metà inferiore PT - . Noi
riceviamo raggi di luce reali nel caso s = 0.
Per avere una teoria quantistica dei twistor si deve definire una funzione d'onda dei
twistor, una funzione dai valori complessi f(Z^alfa) sullo spazio twistoriale.
Nello spazio twistoriale le relazioni di commutazione sono date dalle formule (10) e
(11), dove Z "alfa" e Z segnato "alfa" sono variabili coniugate e la funzione d'onda deve
essere una funzione olomorfa di Z "alfa". Riguardo l'espressione per l'elicità bisogna
prendere il prodotto simmetrico dato dalla (12) che, nel quadro dello spazio delle Z
"alfa" può essere riespresso come nella formula (13). E' possibile poi ottenere una
descrizione spaziotemporale di f(Z) e lo si fa attraverso un integrale di linea (vedi
formule (14) e (15)) dove l'integrale è su un contorno nello spazio di quelle Z incidenti
con r ed il numero di "pi greco" o di "delta/delta w" dipende dallo spin e dalla chiralità
del campo. (La chiralità è una proprietà geometrica posseduta da oggetti, figure
geometriche o insiemi di punti, che sono non sovrapponibili alla propria immagine
speculare). Quest'equazione definisce un campo spaziotemprale "fi"...(r) che soddisfa
automaticamente le equazioni di campo per una particella priva di massa. (E'
interessante a questo punto, notare che il neutrino è da considerarsi una particella priva
di massa, e, quindi, come le espressioni (14) e (15) siano ottimamente correlate con i
membri di destra delle equazioni (5) e (6) del lavoro "Connessioni tra Teoria Neutrinica
e Teoria di Stringa". Da qui l'evidente connessione tra Teoria Neutrinica-Teoria dei
Twistor-Teoria di Stringa). Geometricamente il punto r nello spazio-tempo è una linea
CP1 (che è una sfera di Riemann) nello spazio twistoriale. Questa linea deve intersecare
la regione in cui è definita la f(Z): la f(Z) non è in generale definita dappertutto ed ha
luoghi singolari. Per comprendere quest'ultima affermazione, consideriamo una
collezione di intorni aperti della regione dello spazio twistoriale a cui siamo interessati.
La funzione twistoriale deve essere definita sull'intersezione di coppie di questi
insiemi aperti.
Per la rappresentazione spaziotemporale della funzione d'onda di una particella libera
non massiva di spin generico, l'equazione di Schrodinger si traduce in una certa
equazione nota come "equazione del campo libero non massivo". Un esempio, nel caso
di spin 1/2, è l'equazione di Dirac-Weyl per il neutrino non massivo, che è una particella
con elicità sinistrorsa. Nel caso di elicità negativa S = -1/2 n, abbiamo una quantità
"psi"(AB...D) e, nel caso di elicità positiva S = 1/2 n, una quantità "psi"(A'B'...D') con
indici con apice, ciascuna delle quali è completamente simmetrica rispetto a tutti i suoi
n indici ed ha frequenza positiva. Quando n = 2 (spin 1), si hanno le equazioni del
campo libero di Maxwell nei casi antiautoduale e autoduale, rispettivamente. (Notiamo
che lo spin 1 rappresenta la somma di particelle quali il protone e l'elettrone che, per la
Teoria Neutrinica, sono considerate "linee di neutrini polarizzati", quindi positrini ed
30
elettrini rispettivamente). Quando n = 4, si hanno le equazioni di Einstein per il campo
debole, spezzate nelle parti antiautoduale e autoduale, dove si ritiene che la curvatura
sia una perturbazione infinitesimale dello spazio piatto M. Risulta, infine, che vi è
un'espressione esplicita in forma di integrale sul contorno (espressioni (14) e (15)) che
fornisce automaticamente la soluzione generale di frequenza positiva delle equazioni
del campo libero non massivo (campo di particelle quali i neutrini), partendo
semplicemente dalla funzione twistoriale f(Z) "alfa".
E' importante sottolineare infine, che la funzione d'onda twistoriale di un fotone
sarebbe la somma di due parti, una omogenea di grado 0, che descrive la componente
sinistrorsa (S = -1), ed una di grado -4 , che descrive la componente destrorsa (S = 1).
(Evidenziamo che, per la Teoria Neutrinica, un fotone consiste nella propagazione di un
processo di polarizzazione di neutrini, quindi di una nodulazione mobile). Un
neutrino, supposto essere una particella priva di massa, avrebbe una funzione d'onda
omogenea di grado -1 (poiche l'elicità è -1/2), mentre la funzione d'onda di un
antineutrino (non massivo) sarebbe di grado -3.
Per quanto concerne un gravitone, che supporremo essere una particella non massiva di
spin 2 in uno spazio piatto di fondo di Minkowski, la sua parte sinistrorsa (S = -2) ha
una funzione twistoriale di grado di omogeneità +2 , mentre la parte destrorsa (S = 2) ha
una funzione twistoriale di grado -6. (Notiamo che anche un gravitone, che è un bosone
come il fotone, può essere considerato, secondo la Teoria Neutrinica, la propagazione di
un processo di polarizzazione di neutrini, quindi anch'esso una nodulazione mobile).
Conclusioni.
Da quanto detto in questi tre articoli, sembra evidente che la Teoria Neutrinica del
Prof. Cesare Colangeli approfondita ed ampliata da Don Luigi Borello, sia intimamente
connessa con le teorie più moderne nell'ambito della fisica teorica, che cerca di arrivare
ad una Teoria del Tutto. Inoltre, dalle relazioni (5) e (6) del lavoro "Connessioni
tra Teoria Neutrinica e Teoria di Stringa", viene rafforzata l'ipotesi mia e del Palumbo,
secondo cui l'azione bosonica sia intimamente correlata a quella di superstringa
(contenente anche fermioni) e vengono avvalorate le formule fodamentali della Teoria
Neutrinica, che assumono, a mio avviso, un'aspetto molto importante ed utile per gli
ulteriori approfondimenti delle attuali tesi della fisica teorica.
Michele Nardelli
31
Ringraziamenti.
Anche per quest'ultimo lavoro, ritengo doveroso ringraziare il Cav. Giovanni Borello, che
mi ha permesso di venire a conoscenza delle teorie dell'insigne scienziato Don Luigi
Borello, che sono state fonte di grande ispirazione per questa mia ricerca.
Formule matematiche
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In meccanica classica, lo stato di una particella viene definito attraverso il valore esatto
delle due quantità osservabili posizione e impulso (variabili canoniche); in meccanica
quantistica, invece, lo stato di una particella è descritto (nella rappresentazione di
Schroedinger) da una funzione d'onda. Essa non ha un proprio significato fisico, mentre lo
ha il suo modulo quadro, che fornisce la distribuzione di probabilità della osservabile
posizione: per ogni punto dello spazio, assegna la probabilità di trovare la particella in quel
punto, quando si misura la sua posizione. Il significato di questa probabilità può essere
interpretato come segue: avendo a disposizione infiniti sistemi identici, effettuando la
stessa misura su tutti i sistemi contemporaneamente, la distribuzione dei valori ottenuti è
proprio il modulo quadro della funzione d'onda. Similmente, il modulo quadro della
trasformata di Fourier della funzione d'onda fornisce la distribuzione di probabilità
dell'impulso della particella stessa.
32
In generale, la teoria quantistica dà informazioni sulle probabilità di ottenere un dato valore
quando si misura una quantità osservabile (a volte, si può ottenere un preciso valore con
la probabilità del 100%). Per le proprietà della trasformata di Fourier, tanto più la
distribuzione di probabilità della posizione di una particella è concentrata (la particella
quantistica è ben localizzata), tanto più la distribuzione degli impulsi si allarga, e viceversa.
Si tratta di una manifestazione del principio di indeterminazione di Heisenberg: è
impossibile costruire una funzione d'onda arbitrariamente ben localizzata sia in posizione
che in impulso.
La funzione d'onda che descrive lo stato del sistema può cambiare al passare del tempo.
Ad esempio, una particella che si muove in uno spazio vuoto è descritta da una funzione
d'onda costituita da un pacchetto d'onda centrato in una posizione media. Al passare del
tempo il centro del pacchetto d'onda cambia, in modo che la particella può
successivamente essere localizzata in una posizione differente. L'evoluzione temporale
della funzione d'onda è descritta dall'Equazione di Schrödinger.
Alcune funzioni d'onda descrivono distribuzioni di probabilità che sono costanti nel tempo.
Molti sistemi trattati in meccanica classica possono essere descritti da queste onde
stazionarie. Ad esempio, un elettrone in un atomo non eccitato è descritto classicamente
come una particella che ruota attorno al nucleo dell'atomo, mentre in Meccanica
quantistica essa è descritta da un'onda stazionaria che presenta una determinata funzione
di distribuzione dotata di simmetria sferica rispetto al nucleo. Questa intuizione è alla base
del modello atomico di Bohr.
Benché la presenza di una funzione d'onda non permetta di prevedere a priori il risultato,
ogni misura porta comunque ad ottenere un valore definito (e non per esempio ad un
valore medio). Questo problema, che viene spesso chiamato problema della misura, ha
dato vita ad uno dei più profondi e complessi dibattiti intellettuali della storia della scienza.
Qui ci limiteremo a citare l'approccio standard relativo a questo problema, chiamato
interpretazione di Copenaghen.
Secondo questa interpretazione, quando viene effettuata una misura di un'osservabile, la
parte di funzione d'onda pertinente a quell'osservabile "collassa", (vedi collasso della
funzione d'onda), portando ad una funzione d'onda che fornisce la massima probabilità
(evento certo) al valore ottenuto in quella misura, che viene chiamata autofunzione
dell'osservabile misurato. Questo è interpretato come evidenza del fatto che la misura
perturba il sistema: una volta effettuata, il sistema si troverà certamente nello stato in cui
l'ha lasciato lo strumento di misura (evoluzioni temporali a parte). Tale stato è chiamato
anche autostato dell'osservabile misurata, in sintonia terminologica col fatto che nella
formulazione assiomatica di Dirac-Von Neumann questo stato è rappresentato da un
autovettore dell'operatore lineare autoaggiunto (sullo spazio di Hilbert dei vettori di stato)
che si associa all'osservabile in questione (vedi più avanti).
Ad esempio consideriamo una particella che si muove liberamente nello spazio, con certe
distribuzioni di probabilità per posizione e velocità e supponiamo di misurare la sua
posizione, ottenendo un certo valore x. Allora, si può prevedere che una successiva
misura di posizione (abbastanza vicina nel tempo) porterà certamente allo stesso risultato
appena ottenuto: la funzione d'onda è collassata in un punto, fornendo a quel punto la
probabilità certa.
33
Il collasso della funzione d'onda all'atto della misura non è descritto dall'equazione di
Schrödinger, che stabilisce solo l'andamento dell'evoluzione temporale. Questa è, infatti,
strettamente deterministica, in quanto è possibile prevedere la forma della funzione d'onda
ad un qualsiasi istante successivo. La natura probabilistica della Meccanica quantistica si
manifesta, invece, all'atto della misura.
Il principio di indeterminazione di Heisenberg porta inoltre al concetto di osservabili
incompatibili: si tratta di coppie di osservabili in cui la conoscenza completa di una delle
due porta alla completa mancanza di conoscenza sull'altra. Nel caso precedente, una
misura di posizione porta alla completa ignoranza sulla velocità. Allo stesso modo sono
incompatibili l'energia e l'intervallo di tempo nel quale tale energia è scambiata. Detto in
altre parole, il collasso della funzione d'onda associata ad un'osservabile, porta ad una
funzione di distribuzione uniforme, su tutto il dominio di definizione, per l'osservabile ad
essa coniugata.
Estensioni della meccanica quantistica
La formulazione originaria non è compatibile con la teoria della relatività di Einstein,
tuttavia i principi della Meccanica Quantistica possono essere reinterpretati entro il
quadro della relatività ristretta, ottenendo la teoria quantistica dei campi.
La teoria quantistica di campo che tratta le interazioni elettromagnetiche è l'elettrodinamica
quantistica (abbrev.: QED) che è, in linea di principio, capace di spiegare sia le interazioni
chimiche che l'interazione tra la materia e la radiazione.
La teoria quantistica delle interazioni forti ha il nome di cromodinamica quantistica (QCD),
la quale si occupa delle interazioni subnucleari: quark e gluoni.
Inoltre le forze elettromagnetiche e la forza nucleare debole possono essere unificate,
nella loro forma quantizzata, in una singola teoria quantistica di campo: la teoria
elettrodebole.
L'unificazione della Meccanica Quantistica con la gravità, e dunque con la teoria della
relatività generale, che porterebbe alla Teoria del Tutto o GUT, ha eluso finora gli sforzi
dei ricercatori.
Un filone relativamente nuovo di ricerca per conciliare gravità e MQ è la gravitazione
quantistica a loop, in inglese Loop Quantum Gravity (LQG).
Applicazioni
Una buona parte delle tecnologie moderne sono basate, per il loro funzionamento, sulla
Meccanica Quantistica. Ad esempio il laser, il microscopio elettronico e la risonanza
magnetica nucleare. Inoltre, molti calcoli di chimica computazionale si basano su questa
teoria.
Molti dei fenomeni studiati in struttura della materia sono quanto-meccanici, e non
possono trovare un modello soddisfacente nella fisica classica. Tra questi fenomeni
citiamo la superconduttività e la semiconduttività. Lo studio dei semiconduttori ha portato
all'invenzione dei diodi e dei transistor, che sono indispensabili per l'elettronica moderna.
34
Le ricerche più innovative sono, attualmente, quelle che studiano metodi per manipolare
direttamente gli stati quantistici. Molti sforzi sono stati fatti per sviluppare una crittografia
quantistica, che garantirebbe una trasmissione sicurissima dell'informazione in quanto
l'informazione non potrebbe essere intercettata senza essere modificata. Un'altra meta
che si cerca di raggiungere, anche se con più difficoltà, è lo sviluppo di computer
quantistici, basati sul calcolo quantistico che li porterebbe ad eseguire operazioni
computazionali con molta più efficienza dei computer classici. Inoltre, nel 2001 è stato
realizzato un nottolino quantistico funzionante, versione quantistica del nottolino
browniano.
Albert Einstein, pur avendo contribuito alla nascita della Meccanica Quantistica, criticò
sempre la teoria dal punto di vista concettuale. Per Einstein era inconcepibile che una
teoria fisica potesse essere valida e completa pur descrivendo una realtà in cui esistono
delle mere probabilità di osservare alcuni eventi e in cui queste probabilità non sono
statistiche ma ontologiche.
Einstein non accettava inoltre l'assunto della teoria in base al quale qualcosa esiste solo
se viene osservato. Einstein sosteneva che la realtà (fatta di materia, radiazione, ecc...)
sia un elemento oggettivo, che esiste indipendentemente dalla presenza o meno di un
osservatore e indipendentemente dalle interazioni che può avere con altra materia o
radiazione. Bohr al contrario sosteneva che la realtà (dal punto di vista del fisico,
chiaramente) esiste o si manifesta solo nel momento in cui viene osservata anche perché,
faceva notare, non esiste neanche in linea di principio un metodo atto a stabilire se
qualcosa esiste mentre non viene osservato. È rimasta famosa, tra i lunghi e accesi
dibattiti che videro protagonisti proprio Einstein e Bohr, la domanda di Einstein rivolta
proprio a Bohr "Allora lei sostiene che la luna non esiste quando nessuno la osserva?".
Bohr rispose che la domanda non poteva essere posta perché concettualmente priva di
risposta.
L'Interpretazione a Molti Mondi sostiene invece che ad ogni atto di misurazione
corrisponde lo scindersi (ing: splitting) del nostro universo in una miriade di universi
paralleli, uno per ogni possibile risultato del processo di misurazione. Questa
interpretazione nasce da un articolo del 1956 scritto da Hugh Everett III, tuttavia il modo
abbastanza ambiguo in cui la teoria è stata esposta in questo articolo non lo rese famoso.
Fu invece "riscoperto" negli anni '70 da De Witt e Graham che esposero la teoria in
maniera più completa e formalmente soddisfacente.
Nonostante i suoi moltissimi successi la meccanica quantistica non può essere
considerata una teoria definitiva. Alcuni limiti fondamentali della teoria, che erano già ben
presenti agli stessi scienziati che la formularono, sono la sua incompatibilità con la teoria
della relatività Einstainiana e la sua incapacità di descrivere sistemi dove il numero di
particelle presenti vari nel tempo.
La teoria quantistica dei campi rappresenta un'estensione della meccanica quantistica che
tiene conto degli effetti associati all'invarianza per trasformazioni di Lorentz proprie
richiesta dalla relatività ristretta (tra i quali la non conservazione del numero di particelle)
ma ancora non esiste una estensione della meccanica quantistica che tenga conto della
relatività generale.
L'unificazione delle due teorie, la cosiddetta teoria quantistica della gravitazione è uno
degli obiettivi più importanti per la fisica del XXI secolo. Ovviamente, viste le numerose
35
conferme sperimentali delle due teorie, la teoria unificata dovrà includere le altre due come
approssimazioni, quando le condizioni ricadono nell'uno o nell'altro caso.
Cronologia essenziale
•1900: Max Planck introduce l'idea che l'emissione e l'assorbimento di energia
elettromagnetica siano quantizzate, riuscendo così a giustificare teoricamente la
legge empirica che descrive la dipendenza dell'energia della radiazione emessa da
un corpo nero dalla frequenza.
•1905: Einstein spiega l'effetto fotoelettrico sulla base dell'ipotesi che l'energia del
campo elettromagnetico sia trasportata da quanti di luce (che nel 1926 saranno
chiamati fotoni).
•1913: Bohr interpreta le linee spettrali dell'atomo di idrogeno, ricorrendo alla
quantizzazione del moto orbitale dell'elettrone.
•1915: Sommerfeld generalizza i precedenti metodi di quantizzazione, introducendo
le cosiddette regole di Bohr-Sommerfeld.
I succitati risultati costituiscono la vecchia teoria dei quanti.
•1924: Louis de Broglie elabora una teoria delle onde materiali, secondo la quale ai
corpuscoli materiali possono essere associate proprietà ondulatorie. È il primo
passo verso la meccanica quantistica vera e propria.
•1925: Heisenberg formula la meccanica delle matrici.
•1926: Schrödinger elabora la meccanica ondulatoria, che egli stesso dimostra
equivalente, dal punto di vista matematico, alla meccanica delle matrici.
•1927: Heisenberg formula il principio di indeterminazione; pochi mesi più tardi
prende forma la cosiddetta interpretazione di Copenaghen.
•1927: Dirac applica alla meccanica quantistica la relatività ristretta; fa un uso diffuso
della teoria degli operatori (nella quale introduce la famosa notazione bra-ket).
•1932: John von Neumann assicura rigorose basi matematiche alla formulazione
della teoria degli operatori.
•1940: Feynman, Dyson, Schwinger e Tomonaga formulano l'elettrodinamica
quantistica (QED, Quantum electrodynamics), che servirà come modello per le
successive teorie di campo.
•1956: Everett propone l'interpretazione dei 'molti mondi'.
•1960: comincia la lunga storia della cromodinamica quantistica (QCD, Quantum
chromodynamics).
•1975: Polizter, David Gross and Frank Wilczek formulano la QCD nella forma
attualmente accettata.
•1980: Higgs, Goldstone, Glashow, Weinberg e Salam mostrano,
indipendentemente tra loro ma prendendo spunto da un lavoro di Schwinger, che la
forza debole e la QED possono essere unificate nella teoria elettrodebole.
•1982: un gruppo di ricercatori dell'Istituto Ottico di Orsay, diretto da Alain Aspect,
conclude con successo una lunga serie di esperimenti che mostrano una violazione
della disuguaglianza di Bell, confermando dunque le previsioni teoriche della
meccanica quantistica.
36
Bibliografia
•Albert Messiah, Mécanique quantique, tome 1, Dunod, 1966.
•Paul Dirac, I principi della meccanica quantistica, Bollati Boringhieri, 1971.
•John von Neumann, Mathematical foundations of Quantum Mechanics, Princeton
University Press, 1955.
•Stephen Gustafson; Israel M. Sigal, Mathematical concepts of quantum mechanics,
Springer, 2006.
•Franz Schwabl, Quantum mechanics, Springer, 2002.
•Franco Strocchi, An introduction to the mathematical structure of quantum
mechanics, a short course for mathematicians, World Scientific Publishing, 2005.
•L. Pauling e E. B. Wilson Introduction To Quantum Mechanics With Applications To
Chemistry (McGrawHill, New York, 1935)
•S. Dushman The Elements of Quantum Mechanics (John Wiley & Sons, New York,
1938)
•M. Planck, L. Silberstein e H. T. Clarke The origin and development of the quantum
theory (Clarendon Press, Oxford, 1922)
•F. Reiche, H. Hatfield, e L. Henry The quantum theory (E. P. Dutton & co., New
York, 1922)
•J. F. Frenkel Wave Mechanics: Advanced General Theory (Clarendon Press,
Oxford, 1934)
•N. F. Mott Elements of Wave Mechanics (Cambridge University Press, 1958)
•Gian Carlo Ghirardi, Un'occhiata alle carte di Dio, Net, 1997.
37
La concezione della mente umana
Successivamente Penrose ha rivolto la propria attenzione alla mente umana, utilizzando
alcuni concetti della meccanica quantistica per giungere a un'ipotesi che lo pone in netta
antitesi con le posizioni funzionaliste e, più in generale, con coloro che considerano la
mente umana qualcosa di molto simile a un sofisticato computer.
Il punto di partenza di Penrose è l'osservazione che i computer portano a termine i compiti
assegnati utilizzando procedure e algoritmi predefiniti: la loro attività consiste unicamente
nell'esecuzione di operazioni logiche e di calcoli, sulla base di specifiche regole fornite
dalla programmazione.
L'attività della mente umana, benché in grado di svolgere anche operazioni di questo tipo,
si mostra capace di giungere a conclusioni che non sono riconducibili alla mera
computazione.
A sostegno della sua tesi, Penrose ci propone i seguenti argomenti:
Argomento di Gödel
Il teorema di incompletezza di Gödel può essere utilizzato per dimostrare che l'intuizione
matematica di cui si servono i matematici per ideare i loro teoremi è una capacità non
algoritmica (e quindi non simulabile dalla computazione). Infatti, qualsiasi proceduta
algoritmica un matematico usi per giungere a una verità matematica, ci saranno
inevitabilmente delle proposizioni matematiche che la sua procedura non sarà in grado di
risolvere. Ipotizzando che la mente del matematico funzioni in modo interamente
algoritmico, l'insieme degli algoritmi da lui utilizzati non gli permetterebbe di giudicare la
validità del sistema usato e quindi dei risultati raggiunti. (1)
Problema dell'arresto
E' il problema per cui, posto di fronte a particolari compiti da svolgere, un sistema
puramente computazionale (macchina di Turing), non è in grado di arrestarsi e
prosegue indefinitamente la propria attività. Penrose fornisce diversi esempi di problemi
matematici a cui una procedura algoritmica appare incapace di dare risposta. Il più
semplice di questi è costituito dalla domanda se esista un numero dispari che sia la
somma di due numeri pari.
Gli esseri umani riescono abbastanza facilmente a giungere alla soluzione, e cioè che non
si può mai ottenere un numero dispari dalla somma di due o più numeri pari. Ma come
perveniamo a questa conclusione? Non certo effettuando tutte le possibili prove, dal
momento che esse sono infinite, bensì ricorrendo alle nostre facoltà intuitive, che ci
consentono in qualche modo di "vedere" la verità senza utilizzare procedure algoritmiche.
Un computer programmato in funzione di tale compito, invece, continuerebbe ad eseguire
operazioni per un tempo illimitato, sulla base degli algoritmi forniti, perché non saprebbe
quando fermarsi. (2)
Secondo Penrose, la comprensione matematica (che poi non è altro che un caso
particolare della più generale capacità di comprensione della mente umana) non è in alcun
modo sovrapponibile a un processo puramente computazionale, basato sull'esecuzione di
algoritmi. Lo stesso si può dire della coscienza, della creatività e anche della volontà, che
presuppongono attività che non hanno nulla a che vedere con la computazione.
I fenomeni che hanno luogo all'interno dei neuroni cerebrali rispondono a leggi ben definite
e sono quindi assimilabili a processi computazionali. Pertanto essi non possono essere
utilizzati per giungere a una spiegazione adeguata dei fenomeni mentali. Neppure la fisica
38
quantistica ci è di molto aiuto, in quanto aggiunge al determinismo della fisica ordinaria
una componente di casualità che si pone al di fuori di ogni possibilità di controllo. (3)
Penrose si dichiara convinto che sia necessaria una nuova teoria fisica prima di compiere
autentici progressi nella spiegazione dei fenomeni mentali come la comprensione o la
coscienza: "Perché la fisica sia in grado di contenere qualcosa di così estraneo al
presente quadro scientifico come il fenomeno della coscienza, ci dobbiamo attendere un
mutamento profondo - che alteri le fondamenta stesse delle nostre opinioni filosofiche
sulla natura della realtà". (4)
Secondo Penrose, il candidato più probabile per produrre il cambiamento auspicato
sembrerebbe essere una teoria quantistica della gravità, ancora da scoprire, che
potrebbe gettare nuova luce su fenomeni come la coerenza quantistica o la non località.
NON-LOCALITA' (QUANTISTICA)
Violazione del principio di località, per il quale ciò che accade in un luogo non può influire
immediatamente su ciò che accade in un altro luogo (contravvenendo a uno dei postulati
della relatività, secondo cui nulla può viaggiare a velocità superiori a quelle della luce).
Il fenomeno più vistoso di non-località quantistica è rappresentato dall'entanglement, che
lega due particelle nate da uno stesso processo. L'entanglement fa si che ciò che accade
a una particella abbia degli effetti istantanei anche sull'altra particella, indipendentemente
dalla distanza che le separa.
Detti fenomeni potrebbero essere implicati in comportamenti non computabili che
interesserebbero i microtuboli, strutture interne dei neuroni, capaci di favorire le
particolari condizioni richieste per il verificarsi di questo tipo di fenomeni.
-------------
NOTE
(1) La mente nuova dell'imperatore, pag. 526
(2) Il grande, il piccolo e la mente umana, pag. 109 e sgg.
(3) op. cit., pag. 126
(4) Ombre della mente, pag. 493
The Road to Reality: A Complete Guide to the Laws of the Universe
The Road to Reality is a book on modern physics by the British mathematical physicist
Roger Penrose, published in 2004. It covers the basics of the standard model of modern
physics, discussing general relativity and quantum mechanics and then expands on the
possible unification of these two theories.
The book is just over 1100 pages, of which the first 350 are dedicated to mathematics—
Penrose's goal was to acquaint inquisitive readers with the mathematical tools needed to
understand the remainder of the book in depth. On page 383 physics enters the discussion
with the topic of spacetime. From there it moves on to fields in spacetime, deriving the
classical electrical and magnetic forces from first principles; that is, if one lives in
spacetime of a particular sort, these fields develop naturally as a consequence. Energy
and conservation laws appear in the discussion of the Lagrangians and Hamiltonians,
before moving onto a full discussion of quantum physics, particle theory and quantum field
theory. A discussion of the measurement problem in quantum mechanics is given a full
39
chapter; superstrings are given a chapter near the end of the book, as are loop gravity and
twistor theory. The book ends with an exploration of other theories and possible ways
forward.
The book discusses the physical world. Many fields that scientists in the 19th century
believed were separate, electricity and magnetism for instance, are facets of a single
property, electromagnetism. Some texts, both popular and university level, introduce these
topics as separate concepts and then "force" the combination on them much later. In Road
to Reality this process is reversed, by first demonstrating the mathematics that is needed
to discuss the spacetime we appear to live in, then showing that electromagnetism simply
falls out fully formed.
As Penrose admits, the final chapters reflect his personal perspective, as opposed to what
he considers current fashion among theoretical physicists. He is skeptical about string
theory, to which he prefers loop quantum gravity; he is optimistic about his own approach,
twistor theory, and holds some controversial views about the role of consciousness in
physics, as laid out in his earlier books (see Shadows of the Mind).
See also
•The Emperor's New Mind
•Shadows of the Mind
•The Elegant Universe
•Three Roads to Quantum Gravity ] Book editions
•Alfred A. Knopf (publisher), February 2005, hardcover, ISBN 0-679-45443-8
•Vintage Books, 2005, softcover, ISBN 0-09-944068-7
•Vintage Books, 2006, softcover, ISBN 0-099-44068-7
•Vintage Books, 2007, softcover, ISBN 0-679-77631-1
40
All’inizio del XX secolo, gli studiosi pensavano che le cellule biologiche fossero piene
di acqua.
Quando le cellule nervose sono diventate “neuroni” gli scienziati sostenevano che
questi ultimi fossero sostanzialmente contenitori di un più o meno misterioso brodo
biologico, una sorta di minestrone.
Oggi sappiamo che una cellula possiede uno scheletro, in completa analogia con il
nostro corpo: si chiama citoscheletro dove il prefisso cito deriva dal greco “cytos” e
significa vaso, urna, cavità.
Una sorta di grande albero: i tronchi principali dell’albero prendono il nome di
microtubuli mentre i rami più sottili sono costituiti da proteine, come l’actina, la tubulina ed
altre ancora.
È chiaro che Hameroff, profondo studioso di anestesiologia, sostiene questa tesi pro
domo sua, ma la circostanza che alcune sue opinioni siano state condivise da uno
scienziato del calibro di Roger Penrose e che i due, a quattro mani, abbiano scritto un
gran numero di articoli scientifici in stretta collaborazione, lascia ben sperare.
Penrose sostiene infatti che “la natura quantistica degli effetti critici dovuti all’anestesia
possa rivelarsi un indizio significativo”.
Molteplici teorie correnti sulla consapevolezza affermano l’esistenza di stati sistemici
di tipo quantistico nel cervello e come la coscienza abbia sempre svolto un ruolo di
prim’ordine nel processo chimico-fisico di elaborazione dell’informazione.
Le molteplici avanguardie contemporanee, che legano due fenomeni così
apparentemente lontani come l’anestesia e la natura quantistica del cervello informatico,
sono fermamente convinte che ormai siamo vicini a scoperte rivoluzionarie nel campo
della coscienza.
D’altra parte sappiamo anche che i neuroni rappresentano una realtà fisica assai più
complicata di quella attribuibile a semplici interruttori o trasduttori biologici.
Guardando all’interno dei neuroni e di altre cellule, è possibile osservare una
molteplicità di reti altamente ordinate (il cosiddetto citoscheletro) composto da microtubuli
e altre strutture filamentose entrambi responsabili dell’organizzazione delle attività
cellulari.
I microtubuli sono polimeri cilindrici formati da una proteina denominata tubulina,
organizzata in reticoli esagonali sistemati sulla parete esterna del muro cilindrico.
È stato da più parti suggerito che le interazioni cooperative tra le subunità tubuline
all’interno dei microtubuli servano a elaborare informazione, come già avviene su scala
molecolare per gli automi cellulari.
Dato che gli stati delle tubuline sono controllati da forze interne di natura quantistica
(le cosiddette forze di Van der Waals subneuronali battezzate forze London da Roger
Penrose), questi stati possono esistere sotto forma di sovrapposizioni multiple di stati
“elementari” (in inglese quantum bits ovvero qubits).
In tal modo i microtubuli possono essere visti come computer quantistici coinvolti nella
organizzazione della cellula.
In conclusione, Roger Penrose e Stuart Hameroff hanno avanzato l’ipotesi di un
modello di computer quantistico per i microtubuli del cervello.
E
ccles, massima autorità in materia di neuroscienze, sostiene che, all’internodello
spessore della corteccia cerebrale, vi sono strutture dendritiche che si organizzano in fasci
ricchi di sinapsi, definiti come microunità strutturali della corteccia o dendroni.
Il meccanismo alla base della trasmissione dell’impulso all’interno dei dendroni è
l’esocitosi, inteso come propensione a ramificare verso l’esterno.
41
“Piuttosto che semplici interruttori i neuroni sembrano essere nanocomputer” conclude
Hameroff.
Altri studi, altrettanto importanti e fondamentali per le mie ricerche, riguardano il
funzionamento dell'amigdala, il centro delle emozioni fondamentali per quanto concerne il
controllo di emozioni che determinano il passaggio dall’inerzia all'azione.
L’amigdala è un’area del cervello, grande in media come una mandorla, da tempo
ritenuta importante nei processi emotivi e coinvolta anche in una forma particolare di
memoria che è quella emozionale.
Uno studio recente ha, per esempio, identificato in quest’area profonda del cervello i
meccanismi chimici che scatenano il sentimento della paura, dell’ansia, dell’angoscia fino
agli attacchi di panico.
Non solo.
La ricerca ha anche dimostrato che le connessioni fra le cellule nervose che
compongono l’amigdala si consolidano solo di fronte a una situazione di pericolo.
Goleman, afferma l'esistenza di una sorta di "vicolo" neurale che invierebbe
all'amigdala come centro delle reazioni emotive, il messaggio di una reazione, per
esempio violenta, in un tempo più breve, di quanto impiegherebbe la via "più ufficiale", dal
talamo alla corteccia, che percorrerebbe invece la strada ad una velocità più lenta.
(Goleman, 1995, p. 37; LeDoux, J., 1986, 1992; 1993).
Risultato, ci si arrabbia prima di elaborare il pensiero e la reazione di rabbia.
Tuttavia, pensare che non esistano altre vie se non queste due che portano stimoli per
reazioni emotive violente, è una pura opinione che non può avere valore di certezza
scientifica.
Importante anche prendere in considerazione l’ippocampo, la zona del cervello
associato alle motivazioni, al controllo delle emozioni, alla memoria a breve termine e
gioca un importante ruolo nel controllo delle risposte dell'organismo allo stress e agli stati
d’ansia.
Dopo queste considerazioni preliminari, e dopo aver considerato il
microcosmo all’interno dell’uomo, proviamo ora a considerare l’uomo come
lui stesso un microcosmo.
L’uomo è composto di corpo, mente e spirito (coscienza).
Ma cos’è la coscienza?
42
Esistono troppe definizioni di coscienza, almeno quanti sono gli autori ed i
ricercatori che se ne sono interessati lungo il corso del tempo, fin dai tempi
più antichi.
E naturalmente anch’io mi sono costruita la mia che recita testualmente:
“La coscienza è quel particolare tipo di sensazione che ci fa conoscere il
mondo, l’ambiente nel quale siamo stati immersi fin dal momento della
nascita.
Si avvale dei cinque sensi che madre natura ci ha progressivamente
fornito nel corso dei milioni di anni, secondo un suo ben programmato piano
evolutivo.
Consta di un flusso continuo di percezioni, sensazioni, emozioni lungo lo
scorrere del tempo, composto da un progressivo e costante apporto di bit di
informazione”.
“La consapevolezza invece è contraddistinta da una percezione molto
diversa, rappresentata da una sensazione che parte dal “mondo interno”
come complesso di elementi fisici, mentali e spirituali, attraverso i quali
avverto l’attimo dell’”esserci”, del “qui e ora”, del “Dasein” della lingua tedesca
e con il quale partecipo attivamente anche al mondo esterno, con l’aiuto della
coscienza”.
La coscienza quindi si presenta come un fenomeno strettamente individuale e
soggettivo riguardante i vissuti, le esperienze e le sensazioni di uno specifico individuo.
E’ un fenomeno speciale che non permette alcuna rilevazione dall'esterno, secondo le
modalità standard in uso nella scienza galileiana.
Figurarsi poi per la consapevolezza, che riguarda solo me, indipendentemente dagli
altri miliardi di persone con le quali sto condividendo il viaggio sul pianeta Terra.
Come tutti gli altri sono unico ed irripetibile, per cui la mia consapevolezza non può
mai essere perfettamente eguale a quella di un altro, non potrà mai sovrapporsi in modo
perfetto alle sue sensazioni, emozioni ed esperienze.
43
The Emperor's New Mind
The Emperor's New Mind: Concerning Computers, Minds and The Laws of Physics
is a 1989 book by mathematical physicist Sir Roger Penrose.
Penrose presents the argument that human consciousness is non-algorithmic, and thus is
not capable of being modeled by a conventional Turing machine-type of digital computer.
Penrose hypothesizes that quantum mechanics plays an essential role in the
understanding of human consciousness. The collapse of the quantum wavefunction is
seen as playing an important role in brain function.
The English version of the book is 602 pages long. The majority of the book is spent
reviewing, for the scientifically minded layreader, a plethora of interrelated subjects such
as Newtonian physics, special and general relativity, the philosophy and limitations of
mathematics, quantum physics, cosmology, and the nature of time. Penrose intermittently
describes how each of these bears on his developing theme: that consciousness is not
"algorithmic". Only the later portions of the book address the thesis directly. Penrose
states that his ideas on the nature of consciousness are speculative.
The book does not discuss the implications of quantum computers for his theory of
consciousness, as it somewhat predated developments in the field of quantum
computation. Following the publication of this book, Penrose began to collaborate with
Stuart Hameroff on a biological analog to quantum computation involving microtubules,
which became the foundation for his subsequent book, Shadows of the Mind: A Search for
the Missing Science of Consciousness.
The book attacks the claims of artificial intelligence using the physics of computing:
Penrose notes that the present home of computing lies more in the tangible world of
classical mechanics than in the imponderable realm of quantum mechanics. The modern
computer is a deterministic system that for the most part simply executes algorithms.
Penrose shows that, by reconfiguring the boundaries of a billiard table, one might make a
computer in which the billiard balls act as message carriers and their interactions act as
logical decisions. The Billiard-Ball Computer was first designed some years ago by
Edward Fredkin and Tommaso Toffoli of the Massachusetts Institute of Technology.
Per Penrose il cervello non lavora solo su basi computazionali, nemmeno quando
affronta questioni matematiche, mentre i computer, compresi i modelli paralleli, non
possono fare altrimenti.
«Questo principio ha molte forme... - scrive - Quella più chiaramente accettabile
concerne semplicemente la localizzazione spazio-temporale della vita cosciente (o
"intelligente") nell'universo. E' questo il principio antropico debole. Questo argomento può
essere spiegato perché le condizioni fisiche si trovino ad essere esattamente quelle
appropriate per l'esistenza della vita (intelligente) sulla Terra oggi.» (1) Quanto alla
versione forte, Penrose pensa che esso consenta di considerare la nostra posizione
spazio-temporale non solo nell'universo reale, ma rispetto a tutti i possibili. «In quest'ottica
possiamo tentare di rispondere a domande come perché le costanti fisiche, o le leggi della
fisica in generale, siano specificamente progettate in vista dell'esistenza della vita
intelligente. Il ragionamento è che, se le costanti o le leggi fisiche fossero diverse, noi non
saremmo in questo particolare universo bensì in qualche altro!». Dopo queste
44
considerazioni, Penrose consiglia di usare il principio antropico debole con estrema
cautela e confessa di non credere che «il principio antropico sia la vera ragione (o l'unica
ragione) per l'evoluzione della coscienza.»
Penrose distingue tra intelligenza e coscienza, e non vuole affatto negare che un
computer disponga di una qualità simile all'intelligenza umana.; dice solo che una
macchina non può avere consapevolezza di sé, anche se può eseguire compiti
meglio e molto più rapidamente di un individuo molto intelligente.
E’ necessario ricordare che la psicologia tradizionale indica con coscienza una funzione
generale propria della capacità umana di assimilare la conoscenza e di farla propria,
anche come bagaglio culturale.
Risulta pertanto chiaro che ad una prima analisi non è facile infatti capire,
comprendere e valutare bene il “vissuto emozionale” del soggetto
Dobbiamo quindi ricordare le varie reazioni del processo emotivo dal cervello agli
organi bersaglio.
Cervello
Ipotalamo Fattori di rilascio
Ipofisi anteriore gonadotropine
Tiroide tiroxina - triiodotironina - tireotropina
Gonadi androgeni estrogeni - progestinici
Organi e tessuti bersaglio
Questo per quanto riguarda l’aspetto fisiologico dell’uomo.
STATI DI COSCIENZA MODIFICATI NEUROFISIOLOGICI
Per studiare i meccanismi psicologici della mente già da molto tempo
sono stati studiati i diversi stati modificati di coscienza neurofisiologici (cioè
non modificati da farmaci o sostanze psicoattive o patologie cerebrali).
Si possono studiare questi stati di coscienza modificati attraverso gli stati
di rilassamento psicofisico, di ipnosi clinica o autoipnosi o attraverso gli stati
meditativi.
45
Autoipnosi semplice.
“Stato di coscienza modificato neurofisiologico, ottenuto attraverso un lungo, serio,
costante, impegnativo e motivato allenamento a rivolgere la mente dall’esterno verso il
mondo interno, anche con l’uso di vari metodi di rilassamento.
Con questa metodica diviene possibile risvegliare il “mondo interno”, in modo che
possa fornire, attraverso percorsi variabili da soggetto a soggetto, almeno una parte del
materiale inconscio che di norma si evidenzia attraverso metafore, simboli archetipici,
simboli arcaici, visualizzazioni, rituali, liturgie, sogni di vario tipo e tutto ciò di cui esso si
serve per parlare il suo linguaggio alogico o illogico”
I
o personalmente non sarei tanto del parere di affermare che possano esistere varie
categorie di autoipnosi.
Secondo il mio punto di vista essa dipende, in modo quasi esclusivo, dalla personalità
del soggetto che la pratica, oltre naturalmeNte dal suo modo di vivere, di “sentire” di
“autoanalizzarsi”, di vivere in modo parsonale quello stato particolare che varia molto
perfino di giorno in giorno con momenti relativamente facili, ed altri invece veramente
difficili.
In questo stato però, dopo un serio e costante allenamento, si possono ottenere
esperienze di grande interesse e valore, in modo particolare se più avanti si desidera
realizzare un percorso nel campo della psicologia psicosintetica transpersonale.
La tecnica psicosintetica di R. Assagioli è stata la prima in assoluto, avendola
applicata fin dagli anni ’30., quando nessuno in neuropatologia e in neuropsichiatria osava
parlare e trattare anche del campo transpersonale o spirituale.
E’ stata accettata, almeno da parte di una piccola schiera di cultori dell’argomento,
molto più tardi , dopo gli anni ’70 da in modo particolare C. T. Tart, e S. Grof, per
segnalare solamente i più noti.
Con queste metodiche dunque si possono presentare vari tipi di crisi di identità oppure
evolutive, come episodi di consapevolezza non presenti nello stato di veglia vigile,
esperienze legate all’anima, allo spirito, al cosmo, a processi meditativi e mistici.
Tutti processi che fanno indubbiamente parte di un processo evolutivo del proprio
“mondo interno” verso una migliore e maggiore comprensione di se stessi e degli altri, di
maggiore equilibrio psicofisico, anche se a detta di qualche positivista, si tratta solo del
mondo dei sogni “a occhi aperti”, di un “mondo autocostruito” che porta lontano dalla
“realtà normale dello stato di veglia vigile di tutti i giorni” e per questo si presentano come
pura finzione mentale, come delirii di tipo consapevole ma non ancora bene classificabili e
facenti parte più della patologia che della normale fisiologia.
L’allenamento all’autoipnosi diventa più facile se si seguono i ritmi personali del
respiro, senza doverlo accelerare, come si usa con la tecnica personale di Grof
denominata “respirazione olotropica” oppure anche senza doverlo diminuire, secondo
molte tecniche orientali.
Un po’ alla volta, seguendo un allenamento giornaliero, tutto diviene automatico e ci si
inoltra via via sempre più verso le esperienze già elencate.
Dal punto di vista strettamente personale però devo aggiungere che, mano a mano
che l’allenamento prosegue, il respiro diviene via via sempre più lento e profondo ed
infatti, in certi momenti, mi sono ritrovato con un ritmo di respiro molto diminuito, fino a
raggiungere una inspirazione ed una espirazione nel tempo di un minuto, quando di norma
le respirazioni complete sono di almeno dieci al minuto.
Un punto veramente importante e indispensabile che vale la pena di sottolineare ora è
che considero necessario, almeno nei primi momenti, è imparare l’autoipnosi con una
46
guida, una guida seria e preparata, come è d’obbligo fare anche per acquisire le tecniche
sciamaniche, la quale abbia gia attuato un percorso almeno da qualche anno e sia perciò
in grado di indirizzare l’aspirante verso il “mondo interno”, ricco di enormi possibilità, la
stragrande maggioranza delle quali ancora totalmente sconosciute dalla quasi totalità delle
persone..
Solo così è possibile iniziare in modo proficuo, efficace e produttivo, nel trascorrere
dei giorni e dei mesi, un cammino verso il Profondo Sé, che si presenta senza dubbio ricco
di ostacoli di ogni genere, ma anche prodigo di soddisfazioni nel campo mentale e a volte
perfino spirituale.
Come è evidente si può già ottenere molto in questo modo.
Per voler essere ancora più precisi nei dettagli un cenno anche all’autoipnosi
autoconcentrativa consapevole vipassana.
“Stato di coscienza modificato neurofisiologico, ottenuto attraverso un lungo, serio,
costante, impegnativo e motivato allenamento a rivolgere la mente dall’esterno verso il
mondo interno, anche con l’uso di vari metodi di rilassamento, praticando in modo
autoanalitico o autosintetico l’introspezione, senza giungere con questo a realizzare
sempre e comunque una vera e propria “autoanalisi”, oppure un “processo di
individuazione” alla Jung”.
Si tratta piuttosto di risvegliare a piccoli passi il mondo interno, in modo che possa
fornire, attraverso percorsi variabili da soggetto a soggetto, tutto il materiale inconscio che
di norma si evidenzia attraverso metafore, simboli archetipici, simboli arcaici,
visualizzazioni spontanee, rituali, liturgie, sogni di vario tipo e tutto ciò di cui si serve
l’inconscio per parlare il suo linguaggio alogico o illogico.
Si può anche cercare di ottenere il risveglio della “memoria implicita”, cioè di quel tipo
di memoria che di norma rimane nascosto e non si esplica mai se non in circostanze
particolari, come appunto durante l’autoipnosi autoconcentrativa consapevole vipassana..
Esistono varie categorie di cultori dell’autoipnosi.
Per quanto riguarda l’autoipnosi introspettiva autoconcentrativa vi sono certamente
coloro che si dedicano al risveglio della Kundalini come energia cosmica vitale, altri alla
presenza di visualizzazioni di tipo sciamanico con incursioni nel mondo sotterraneo del
Profondo Sè, altri ancora ad alcune esperienze di premorte, o di eternità ed unicità, di
pace vera e profonda, di gioia incolmabile, di rapimento mistico od estatico, di incontri con
spiriti guida, di “channeling”, con episodi di medianità, di ricezione di messaggi telepatici,
come è accaduto, tanto per citare i più seguiti oltre che conosciuti, per gli antichi Veda
indiani, per il Corano, per il “Libro dei Sogni”, per il Libro dei Mormoni, per i libri di Carlos
Castaneda”.
Ma ottenere tutto ciò senza uscire da schemi scientificamente provati ed approvati
non è certo molto facile, perché si corre il rischio di occuparsi molto più di parapsicologia,
con tutti i suoi lati negativi, che di pratiche già affermate in medicina e psicologia.
Tutto ciò però non toglie che a volte anche queste ricerche abbiano avuto e abbiano
tuttora un loro fascino particolare anche presso illustri rappresentanti in campo scientifico
come ad es. Assagioli, C. G. Jung, D. Bohm, K. Wilberg, A. Goswami e molti altri. (vedi
bibliografia dopo il testo).
47
Voglio a questo punto precisare anche che la tecnica dell’autoipnosi introspettiva
autoconcentrativa non è certo l’unico metodo per raggiungere elevati livelli di conoscenza
superiore in campo neurofisiologico, neuropsicologico, meditativo e mistico.
Ma, almeno per quanto mi riguarda, si rivela un ottimo, potente ed efficace insieme di
procedure, le quali, con una valida guida e un continuo allenamento, possono risultare
molto vivaci e potenti, con il passare graduale del tempo, a portare in superficie il “mondo
interno” anche con lo sciamano nascosto tra le pieghe dell’anima, con tutte le sue
aspettative e convinzioni.
Esse si presentano in questa luce a volte oppure spesso molto diverse dalla realtà
normale di veglia vigile, nella quale ci si trova immersi, per ovvie ragioni di lavoro, per
buona parte della giornata, per poi affondarsi nel sonno, del quale però si ritiene sempre
troppo poco per poter essere in grado di evolvere con una costante chiarezza e relativa
brevità.
“Noi siamo ma anche diveniamo, nel trascorrere lento e progressivo del tempo, ciò
che pensiamo con sempre maggior forza ed energia”.
La nostra salute fisica è legata a molti fattori, consci e inconsci, ma è anche
largamente influenzata dalle nostre aspettative e dalle nostre speranze.
L’autoipnosi diviene pertanto un valido ed utile strumento per diminuire le aspettative
negative e aumentare le positive.
Ricordarsi sempre che la teoria della comunicazione afferma che il ben-essere
avviene su molti livelli e soprattutto che quelli più bassi determinano il significato conscio o
inconscio di quelli superiori.
La razionalità viene così ad essere perdente quando l’immaginazione è
preponderante.
Con la pratica dell’autoipnosi possiamo indubbiamente modificare le abitudini
sbagliate, il comportamento errato, il pensiero fuorviante e negativo, una sintomatologia
emozionale troppo a lungo coltivata, tutte situazioni che portano a malattie funzionali o
psicosomatiche.
Se consideriamo uno stato di coscienza come la risultante dell’interazione di diverse
variabili, come pensieri, emozioni, dati fisiologici, comportamento, ambiente e cultura, ci
rendiamo conto che agendo su una o più di queste variabili noi possiamo cambiare uno
stato di coscienza e quindi anche la realtà percepita, considerando che la realtà psichica è
funzione dello stato di coscienza.
Di seguito una nostra classificazione degli stati modificati di coscienza neurofisiologici,
trattata in altra sede.
48
DIFFERENT STAGES OF CONSCIOUSNESS
AND CLINICAL HYPNOSIS
(Angelico Brugnoli,MD and Maria Paola Brugnoli, MD)
concentration
stages
states of
consciousness
and hypnosis
application in
Christianity
application in
Buddhism
(The Noble Eightfold
Path)
Application in Hindu
Religion
(The Yoga Sutras of
Patanjali)
1) active
concentration
aware and
relaxed
awakening
repetitive
vocal
and mental
prayer
Prajñā is the wisdom that
-purifies the mind
- d__i (ditthi): viewing
reality as it is, not just as
it appears to be.
- sa_kalpa (sankappa):
intention of renunciation,
freedom and
harmlessness
yama and niyama.
ethical and disciplined
lifestyle:control,
indifference,
detachment,
renunciation, charity,
celibacy, vegetarianism,
cleanliness, and nonviolence.
Asanas involves the
development and care
of the body through the
use of exercises and
postures yoga
2) passive
concentration
gentle and
medium
autohypnosis
free mental
prayer
and mental
meditation
Śīla . It includes:
-vāc (vāca): speaking in a
truthful and non hurtful
way
-karman (kammanta):
acting in a non harmful
way
-ājīvana (ājīva): a non
harmful livelihood
pranayama breathing
exercises
pratyahara, involves
meditation, by means of
which one withdraws
consciousness from the
senses.
3) deep
concentration
deep sleep
extreme
thoughts
-medium
autohypnosis
-deep hypnosis
stage of
contemplation
vyāyāma (vāyāma):
making an effort to
improve
dharana which means
concentration. An object
of contemplation is held
fixedly in the mind
4) superior
concentration
-medium to
deep selfhypnosis
-annulment of
the
normal
conscience
contemplation
and
ecstasy
sm_ti (sati): awareness
to see things for what
they are with clear
consciousness, being
aware of the present
reality within oneself,
without any craving or
aversion
dhyana occurs when
the sense of
separateness of the self
from the object of
concentration
disappears
5) true
concentration
-deep hypnosis
- enlightenment
-cosmic
consciousness
- parallel
universes?
- quantum
leap?
enlightenment
living with god
-Parallel
Universes?
-Quantum
leap?
samādhi (samādhi)
understood as means of
access to absorption
-Parallel Universes
The many-worlds
interpretation of
quantum mechanics?
-quantum leap?
Samadhi absolute,
ecstatic cosmic
consciousness:
-Parallel Universes?
The many-worlds
interpretation of
quantum mechanics?
-quantum leap?
49
DAGLI STATI DI COSCIENZA
ALLA FISICA DEL PENSIERO
QUALI POSSIBILI RELAZIONI?
Nel libro di Rugi e Gaburri, "Il Campo Gruppale" sono citate le teorie di Roger
Penrose rispetto alla conduzione quantistica del pensiero e del
funzionamento della coscienza e lo scritto di Rugi "La mente estesa e il
modello di Campo" consiglia la lettura dei libri di questo fisico "...straordinari
ed inquietanti." (1998, p. 49). Proprio su questa emozione "inquietante", o
perturbante potremmo dire, dei saggi di Penrose vorrei soffermare
l'attenzione del lettore. In uno scritto di Lucio Sarno, vengono trattati i
meccanismi di difesa, non più come automatismi ma come
"metodi":"...processi complicati, connessi a determinati contenuti e legati a
giudizi su questi contenuti..." (Sarno L., 1997, p. 70). In quel saggio troviamo
la citazione di "Un disturbo della memoria sull'Acropoli" (Freud, 1936), cioè
l'emozione "to good to be true" ("troppo bello per essere vero"). L'episodio
narrato da Freud della sua visita all'Acropoli di Atene potrebbe descrivere la
sensazione di disagio indotta nel lettore "incredulo" e che non considera reale
la conduzione quantistica dell'impulso nervoso e quindi la validazione, questa
volta non più metaforica, delle teorie del Campo di Corrao. Come Freud alla
vista dell'Acropoli ha pensato, con lo sguardo al paesaggio: "Dunque tutto
questo esiste veramente, proprio come l'abbiamo imparato a scuola?!" (Freud
S. Opere p. 474) così potremo considerare gli scritti di Hameroff, Jibu,
Albrecht-Buehler ed affermare, parafrasando l'analisi freudiana1
dell'emozione inquietante: "secondo la testimonianza di questi scritti sono
verificate le teorie di Corrao, solo che non posso crederlo.". E' forse questa
sensazione di disagio ciò che Rugi descriveva come "inquietante"? La
sensazione inquietante di essere di fronte non alla metafora della mente, ma
alla sua essenza reale.
50
La Fisica è la Scienza fondamentale che cerca di comprendere e spiegare la
realtà naturale.
Da qualche tempo i fisici tendono a ricercare e formulare una
“Teoria Unitaria del Campo Unificato” (TUCU) che comprenda tutte le
manifestazioni dell’Universo in termini di una unica entità.
Visto che l’essere umano è dotato anche di una mente, diviene naturale
cercare la relazione fra mente e “Campo Unificato”; tutto ciò serve anche
per spiegare come, quando e perché sia nata la CoScienza
(SpiRito=Spin del Rito= Spin del Ritmo) nell’UniVerso.
Heinsenberg, interpretando le nuove scoperte della fisica, ha affermato che essa ci ha
portati verso una nuova concezione filosofica secondo la quale la realtà si fonda sulle
“idee” e quindi sullo Spirito, ed ha definito “ingenua” la concezione materialistica.
Anche Schrodinger, afferma che lo Spirito è l’essenza stessa dell’UniVerso in quanto
l’osservatore è un tutt’uno con il mondo osservato, e la paragona ad una pellicola e
l’immagine in essa impressa.
Egli fu anche colui che definì in anticipo il “principio Sintropico” o principio Spirituale,
definendo l’UniVerso il luogo avente come unico scopo, l’ospitare esseri coscienti di
esistere, osservare, riflettere, dedurre, agire e quindi amare l’esistenza, scambiando
informazioni fra gli esistenti.
Bohr, notando un’affinità fra fenomeni quantistici e spirituali, comprese che la
funzionalità della mente doveva essere spiegata con la nuova fisica quantistica.
Capra, con il suo “il Tao della fisica” invita alla riflessione sui concetti legati allo
SpiritoMaterializzato, quale fondamento della realtà reso evidente e percepito
attraverso l’energia/materia che lo contiene.
Come già previsto ed ipotizzato da Einstein, il Campo Unificato è all’origine di ogni
entità manifestata (soggetti, oggetti, forze); le particelle subatomiche sono solo
l’aspetto superficiale delle vibrazioni (perturbazioni) di questo unico Campo, che gli
antichi chiamavano “Etere”.
Le considerazioni filosofiche che ne derivano, sono di estrema importanza perché la
Coscienza riacquista il suo vero ruolo di nocciolo od essenza del perché della
manifestazione della Vita ad ogni livello nell’Universo.
A tutt’oggi certi scienziati ritengono che la mente e quindi lo spirito, sia solo una
derivazione secondaria, rispetto alle entità fondamentali della fisica, che si riscontra
solo negli esseri superiori (animali - alcuni- e uomo) e pensano che lo studio di questa
parte della scienza rientri in quelle biologiche.
Le nuove teorie formulate nella fisica invece ci permettono di comprendere che
questa è una visione molto riduttiva; non si può confinare la mente solo come risultato
di processi chimico-fisici unicamente prodotti in animali ed umani, perché più
studiamo la “materia/energia” più la vediamo impregnata di informazione; ciò significa
che anche i livelli “sottili” della materia/energia hanno alla base l’In-Form-azione (ciò
51
che sta formandosi) e con questi livelli di energia/informata siamo entrati nel livello del
Campo Unificato e quindi in quello dello Spirito; questi livelli sono governati dalla fisica
quantistica e la materia non è più solida (hardware), ma rivela la sua natura nascosta,
sottile, immateriale, potremmo dire astratta, in Campi vibrazionali di energia
(perturbazione del Campo supportante informazione/dati), livelli che sono propri della
mente e dello Spirito (software).
Questo è sicuramente il livello nel quale occorre lavorare per scoprire e trovare
spiegazioni logiche e razionali, piuttosto che rincorrere il lato materialista ancora (per
poco) in voga per la maggiore parte degli scienziati.
Per arrivare alle nuove teorie dello Spirito/mente/energia/materia, occorre quindi
l’adozione di un nuovo modello che venga ad essere accettabile anche dai fisici.
Nell’Universo la mente è, in questo nuovo modello, la manifestazione diretta del
Campo Unificato che è l’entità della realtà naturale. Oggi la concezione scientifica
della realtà è completamente cambiata con la fisica o meccanica quantistica di Bohr,
Schrodinger, Heisenberg, J.E. Charon ed altri grandi fisici.
Essi hanno mostrato che l’energia manifesta particolari proprietà e che nelle leggi
della natura vi è un certo “libero arbitrio” (principio di indeterminazione) e che
osservando un sistema, esso si adatta all’osservatore…quindi ciò decreta
l’importanza e l’essenzialità dell’osservatore cosciente per l’esistenza dell’Universo
fisico, ciò significa in poche parole che l’Universo esiste per essere osservato ed
osservandolo lo si fa esistere !
La teoria della “superstringa” (superstring) ci sta dimostrando che i 4 Campi
fondamentali (ElettroMagnetico + Gravitazionale + Forte + Debole) null’altro sono che
4 aspetti diversi dello stesso Campo Unificato.
Un elettrone appare ci come una “particella” se noi la riveliamo come tale, ma se la
riveliamo come onda esso ci appare nella nuova “forma”; ne deduciamo che
l’elettrone non è un’entità puramente “oggettiva”, bensì una caratteristica quantistica
del Campo interferente con l’osservatore, per cui l’osservatore interferisce, seppur in
misura limitata con il Campo, determinando una realtà molto più complessa di quanto
non supposto fino ad oggi dagli scienziati “ortodossi.Ecco perché occorre modificare il
vecchio concetto di “oggettività” formul andone uno più complesso e completo per
mezzo della fisica quantistica.
Nella ricerca del sempre più piccolo della materia osservabile ad occhio nudo, fino al
livello molecolare possiamo definire il tutto come materia; ma “scendendo” ancor più,
al livello atomico e sub atomico, troviamo una diversa realtà.
Gli atomi, ci dicono gli odierni “sacri testi”, sono composti all’interno di particelle
materiali che compongono il nucleo e dai rispettivi elettroni, ma secondo le recenti
scoperte sappiamo che questa “storiella”, non corrisponde alla realtà che al contrario
è fatta di Campi di Energia, perturbazione dello spazio/tempo, cioè del Campo
Unificato, la cui essenza è l’informazione e che evidentemente può essere chiamata
con vari nomi: Spirito, Intelligenza; di fatto trattasi di materia/energia/informata,
modulata dall’informazione entro contenuta.
Le sub “particelle/onde” che costituiscono l’atomo essendo campi oscillanti, vibratori -
per l’intrinseca natura ondulatoria, recano e supportano l’in-Fom-Azione, il dato, che
52
“modula” la vibrazione, la perturbazione del Campo; quindi a questo livello la
“natura”, manifestata in ogni sua forma rivela la sua intrinseca struttura
razional/mentale.
NON possiamo più chiamarla “materia inerte”, ma Materia/Energia/InFormata.
La coscienza è determinata, nel suo primo stadio, dall’Autoriferimento, cioè la
perturbazione del Campo; gli “stati” successivi di essa sono: la Riflessione (rifletterericonoscere
sé e le altre perturbazioni) e l’interAzione con altre perturbazioni, per lo
scambio di inFormAzioni/dati, che si manifestano, come afferma J.E. Charon,
attraverso la forma più semplice della comunicazione, l’Amore, che di fatto è uno
scambio di informazioni.
La Coscienza va quindi di fatto interpretata come una proprietà fisica del Campo
Unificato ed il cervello/mente è lo strumento molto sofisticato creato appositamente
per manifestarla, elaborarla, raffinarla, perché Ella possa sempre più, manifestare
strutture e soggetti sempre più complessi ed interagenti con il Campo Unificato In-
Formato.
Il nostro cervello è quindi lo strumento biofisico elettronico, che il Campo Unificato ha
manifestato affinché esso stesso possa essere rivelato, riconosciuto, attraverso la
mente, che manifesta il pensiero/Spirito/CoScienza. Le stesse sinapsi fra neuroni
“funzionano” al livello della fisica quantistica; quindi possiamo dire che il
cervello/mente è l’organo per eccellenza per manifestare l’Etere, il Campo Unificato,
cioè lo Spirito/Pensiero/Coscienza.
Quindi se ne deduce che la Nuova Scienza non avvalora più la teoria materialistica
accettata ed insegnata fino ad ora, in quanto la teoria della relatività complessa
(Einstein + J. E. Charon) e la fisica quantistica, hanno ormai evidenziato che la
“materia” è l’aspetto “fisico” grossolano dell’attività di Campi vibranti, costituenti a
livello sub atomico la realtà fondamentale della fisica. Questo fatto è noto fra i fisici,
ma meno noto alle altre discipline del sapere, come per esempio la filosofia, medicina,
economia, politica, ecc.
Ciò porta anche a dedurre che la Vera Scienza , la vera medicina, la vera filosofia e
la vera religione sono la stessa cosa.
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Un effetto quantistico "macroscopico" - Coppie di ioni che vibrano all'unisono
Pur molto lontane, ciascuna di esse funziona come due palline connesse da una
molla, che vibrano avanti e indietro in direzioni tra loro opposte.
I fisici del National Institute of Standards and Technology (NIST) hanno dimostrato la
possibilità di produrre e osservare il fenomeno di entanglement – che Einstein definì
come una sorta di “azione fantasmatica a distanza” – in un sistema su scala atomica
del tutto simile a un sistema meccanico del mondo macroscopico. La ricerca, descritta
sull'ultimo numero della rivista “Nature”, amplia le applicazioni di questo tipo di
fenomeni, aggiungendo un tassello al difficile mosaico di conoscenze e tecniche che
dovrebbero portare un giorno alla costruzione di un computer quantistico funzionante.
L'apparato sperimentale comprende due coppie di ioni vibranti all'unisono anche
quando sono separati nello spazio. Ciascuna coppia funziona come due palline
53
connesse da una molla, che vibrano avanti e indietro in direzioni tra loro opposte.
L'entanglement è un peculiare effetto quantistico che lega lo stato di due particelle
poste anche a notevole distanza se queste vengono inizialmente preparate in modo
opportuno. Poiché la misurazione dello stato quantistico di una delle due fa
“precipitare” istantaneamente anche quello della seconda particella, l'effetto viene
interpretato anche come un fenomeno di “teletrasporto” dello stato quantistico, e sono
ormai numerosi gli esempi di semplici particelle in cui si è riusciti a produrre tale
effetto.
“Abbiamo indotto l'entanglement in un sistema in cui non era mai stato osservato, e si
tratta di un sistema fisico oscillante che ha un corrispettivo nel mondo macroscopico”,
ha spiegato John Jost, studente laureato dell'Università del Colorado e primo autore
dell'articolo. “Nessuno sa dove sia il confine tra il mondo quantistico e quello classico:
forse possiamo indagare la questione cercando nuovi sistemi che possono o non
possono essere preparati in questo modo.”
In sostanza, Jost e colleghi sono riusciti a imporre l'entanglement al moto vibratorio di
due coppie di ioni berillio/magnesio. Ciascuna coppia si comporta come un oscillatore
meccanico connesso da una molla 4 micron di lunghezza. L'entanglement induce le
due coppie a vibrare all'unisono anche se esse sono separate da 240 micrometri e
localizzate in differenti zone della “trappola ionica” in cui sono poste. La percentuale
di riuscita sul totale dei tentativi è stata del 57 per cento, e i ricercatori hanno anche
identificato un metodo per aumentare tale percentuale. (fc)
Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Per sapere di più sull'entanglement, clicca qui:
http://it.wikipedia.org/wiki/Entanglement_quantistico
Il sito di New Scientist: http://www.newscientist.com/home.ns
Il sito ufficiale del Large Hadron Collider: http://lhc.web.cern.ch/lhc/
54
LA COSCIENZA E L’APPROCCIO QUANTISTICO
(Di Brenda Dunne, PEAR Manager - P.E.A.R., - Laboratorio dell’Università di
Princeton per la ricerca sui fenomeni anomali)
Nel 1994 usciva in contemporanea nelle librerie inglesi ed americane un volume scritto da
un famoso fisico dell' Università di Oxford R. Penrose e intitolato "Le Ombre della
Mente". Questo libro, per le tesi che prospettava nonché per l'autorevolezza del suo
autore, mise in subbuglio il mondo medico-scientifico dell'epoca. La tesi principale
sostenuta da Penrose ruotava attorno all'inadeguatezza dei modelli interpretativi dei
"processi cognitivi" e sulla possibilità di trovare strade alternative per spiegare le
dinamiche degli "atti mentali". Rifacendosi ad alcune pionieristiche ricerche
dell'anestesiologo S. Hameroff e del neurofisiologo B. Libet, Penrose ipotizzò che i
processi cerebrali come la coscienza o la consapevolezza dovessero essere direttamente
collegati al fenomeno fisico noto col nome di "coerenza quantistica". La "coerenza
quantistica" è quel meccanismo fisico per cui i metalli portati a bassa temperatura
manifestano il fenomeno della superconduttività. A temperature molto basse infatti,
alcuni metalli possono condurre l'elettricità senza opporre resistenza. Una corrente
immessa in una spira superconduttrice scorrerebbe per un tempo infinito. Il segreto di
questo fenomeno è che gli elettroni che trasportano la corrente elettrica si muovono tutti
insieme in modo coerente, come se fossero una unica gigantesca particella. La
conseguenza di questa "pan-armonia" è che la corrente elettrica scorre praticamente
senza ostacoli. Una situazione simile -seppur in condizioni ambientali decisamente
diverse- avviene, secondo Penrose, anche a livello cerebrale (al livello dei tubuli). Il
cervello umano è costituito da miliardi di neuroni (il neurone è la cellula fondamentale del
sistema nervoso) che a loro volta sono costituiti da migliaia di microtubuli i quali sono
composti da enti ancor più piccoli chiamati tubuli. Ora, a parere di Penrose, l'evento
cosciente nell'uomo, il passaggio cioè dallo stato di pre-coscienza allo stato di coscienza,
avviene al raggiungimento da parte dei tubuli dello stato di massima "eccitazione
coerente". Come gli elettroni nella superconduttività (i quali muovendosi all'unisono
permettono alla corrente di fluire senza ostacoli) così la globalizzazione della coerenza tra
i tubuli cerebrali permette il verificarsi del processo cognitivo.Il tempo di transizione dalla
fase pre-cosciente alla fase cosciente con la conseguente attivazione del segnale motore
che consente ad esempio di muovere un braccio, dura circa mezzo secondo. Il susseguirsi
delle transizioni dal livello minimo al livello massimo di coerenza dei tubuli, costituisce il
"corso della coscienza"; lo scorrere del tempo.
I fenomeni di coerenza quantistica oltre a spiegare razionalmente le dinamiche dei
processi cognitivi, darebbero conto anche di quello che Penrose chiama "Senso Unitario"
della mente. Il processo cosciente non può mai essere frutto dell'attivazione di una singola
area del cervello ma deve scaturire dalla azione concertata in un gran numero di zone
della mente. L'oscillazione coerente dei tubuli, la quale interessa la maggior parte del
cervello, provvederebbe egregiamente a quel collegamento globale essenziale per
l'estrinsecazione dell'atto mentale. Una delle più singolari conseguenze dell'applicazione
della coerenza quantistica alla mente, è che i processi cerebrali non potranno mai essere
pienamente simulati da un calcolatore. Infatti, un computer per quanto evoluto possa
essere, deve pur sempre ragionare seguendo una logica deterministica, ad ogni azione
deve sempre corrispondere una reazione. Uno più uno deve sempre dare due. La
coerenza quantistica alla base dei processi cerebrali invece, dovendo sottostare alle leggi
della Meccanica Quantistica (le quali prevedono che qualsiasi sistema a loro soggetto
55
debba sempre manifestare un certo grado di indeterminazione, di imprevedibilità), sfugge
a questa logica. In altre parole l'aumento del grado di coerenza dei tubuli che deve
condurre dallo stato di pre-coscienza allo stato di coscienza, può, seppur con probabilità
molto bassa, fermarsi o accelerare spontaneamente, con tutte le conseguenze che ne
derivano. Il filo conduttore delle teorie di Penrose ruota attorno all'inadeguatezza dei
modelli interpretativi dei processi cognitivi e sulla possibilità di trovare strade alternative
per spiegare le dinamiche degli atti mentali. Lo studioso britannico indica nella "coerenza
quantistica" la causa dei processi più intimi dell'attività cerebrale. La coerenza quantistica
è quel processo fisico per cui un gran numero di particelle agisce coralmente assumendo
le caratteristiche e le qualità di una unica macro-entità, consentendo il verificarsi di
fenomeni quali l'emissione Laser o la Superconduttività. Le caratteristiche peculiari della
coerenza quantistica sono essenzialmente due : l'evoluzione dei suoi processi dinamici
secondo una logica non deterministica (non esprimibile cioè attraverso semplici
meccanismi di causa ed effetto o "razionalizzabili") e l'estensione immediata e globale del
fenomeno quantistico a tutti gli enti che partecipano al processo coerente. Tali
caratteristiche ben si adattano al controllo dei processi mentali come gli "stati emozionali"
(per loro natura non razionalizzabili) o "l'unicità dei processi cognitivi". Per quanto
concerne quest'ultimo aspetto delle caratteristiche della mente, recenti studi di
neurobiologia hanno dimostrato la non veridicità delle ipotesi secondo cui si avrebbe nel
cervello una localizzazione ben definita delle funzioni deputate alla coscienza o al controllo
dell'attività sensitiva. Tali funzioni andrebbero invece attribuite al cervello nel suo insieme,
il quale, attraverso una fitta rete di sistemi interconnessi, controllerebbe ogni attività. Alle
aree tradizionalmente ritenute sede delle funzioni cerebrali andrebbe soltanto riconosciuto
il compito di originare il primo impulso per l'attivazione dell'atto mentale o sensitivo.
Comparando i risultati dei diversi studiosi che nel tempo si sono occupati di coerenza
quantistica applicata ai sistemi biologici (Fröhlich 1975, Grundler e Keilmann 1983,
Marshall 1990, Penrose 1994), unitamente a specifici studi di meccanica ondulatoria
(Rossi e Cantalupi 1995), si evince che esiste una frequenza di eccitazione coerente per i
neuroni cerebrali ed i suoi sub-componenti comune a tutti i lavori di coloro i quali si sono
occupati di queste ricerche. Questa oscillazione, di cui nessuno prima d'ora aveva
enfatizzato l'importanza o aveva notato la sistematica ricorrenza nei lavori sull'argomento,
copre frequenze che vanno da dieci a cento miliardi di cicli al secondo (dove un ciclo al
secondo rappresenta il tempo impiegato da un sistema eccitato per compiere
un'oscillazione completa). Ora, queste frequenze non devono essere confuse con le
oscillazioni che normalmente si registrano durante le sedute elettroencefalografiche (le
quali, per altro, hanno frequenze molto basse) ; esse in teoria assumerebbero le
caratteristiche di una vera e propria vibrazione dei processi profondi del cervello, una
oscillazione dei nostri stessi pensieri. Se risultasse verificata sperimentalmente questa
potente "pulsazione cerebrale", si potrebbe aprire la strada verso nuove forme di cura dei
disturbi cerebrali.
Scienza, filosofia e religione cercano da secoli di rispondere alla classica domanda :” Che
cos'è la mente?”, ma le diverse soluzioni proposte sono sempre state parziali e spesso in
contrasto reciproco: in pratica mai nessuna spiegazione è risultata davvero valida ed
esauriente. Gli stessi psicologi sono poco soddisfatti delle teorie e delle tecniche
sviluppate dalla loro disciplina nel corso degli ultimi decenni. Vediamo allora di partire da
qualche punto fermo.Al di là delle convinzioni personali e religiose, oggi la scienza ci
informa con ragionevole certezza che il processo del pensiero è dovuto a fenomeni chimici
e fisici che avvengono nel cervello e nel sistema nervoso a livello microscopico, ovvero a
56
livello molecolare ed atomico. Il funzionamento della natura a livello atomico e subatomico
è governato dalle leggi della cosiddetta "meccanica quantistica", una teoria fisica
sviluppata agli inizi del secolo ventesimo, che risulta molto valida e precisa ma che
presenta risvolti molto strani o perfino paradossali. A livello sub-atomico la materia perde
le familiari proprietà... "materiali" e si manifesta invece come un gioco di forze e di onde.
Chi ha studiato un po' di chimica sa che l'atomo è molto stabile e può essere considerato
una pallina "solida". Il modello fondato su particelle "dure" però fallisce quando si analizza
la struttura interna dell'atomo: la "solidità" dell'atomo è creata in realtà da un gioco di forze
che si crea al suo interno tra gli elettroni, i quali non si comportano come vere e proprie
"particelle" o "corpuscoli" materiali ma si distribuiscono spazialmente in determinate
"nuvole elettroniche" o "orbitali". In realtà la questione è più complessa di quanto si può
dedurre da questa semplice descrizione: tali orbitali in realtà sono delle "onde risonanti"
che obbediscono alle leggi della meccanica quantistica, le quali presentano diversi aspetti
paradossali. E' vero che il "capriccio" di voler accostare il funzionamento della mente alla
meccanica quantistica sembra una specie di "moda", diffusa specialmente tra gli scienziati
con propensioni “new age", ma vi sono diverse conferme scientifiche a riguardo .Se la
mente umana è veramente capace di agire a livello quantistico, essa può avere delle
grandi potenzialità inespresse (nettamente superiori a quanto generalmente si ritiene).
Centinaia di ricerche scientifiche (pubblicate fin dal 1970, per esempio su Le Scienze n.45
del Maggio 1972) hanno dimostrato che una certa tecnica mentale molto semplice,
chiamata TM, è capace di "ripulire" il sistema nervoso stesso da stress e tensioni,
apportando effetti benefici di grande portata sull'organismo, sia a livello fisiologico che
psicologico. Alcuni scienziati sostengono che la TM agisce sul sistema nervoso a livello
quantistico e riesca portarlo al suo stato di "minima eccitazione". Si tratta di una "tecnicagioiello"
che implica e riassume in sé le conoscenze di varie scienze, dalla fisica alla
psicologia, dalla neurologia alla filosofia... E quindi presuppone anche un'integrazione ed
una sintesi di varie discipline, oltre ad avere di per sé una straordinaria utilità pratica.
Solo pochi scienziati nutrono ancora dei dubbi sul fatto che la meccanica quantistica giochi
effettivamente un ruolo determinante nel processo del pensiero, ma per contro molti altri (a
partire da Bohr, Eddington e Wigner negli anni '20, per arrivare a Wheeler e Penrose)
hanno fortemente sostenuto questa tesi ed oggi vi sono fortissimi indizi a suo favore ed
anche alcune conferme. Occorre ribadire che la meccanica quantistica, nonostante le sue
apparenti stravaganze, ha sempre dimostrato una straordinaria validità (nell'ambito di sua
pertinenza). Senza voler considerare i controversi risultati ottenuti dalla fisica nucleare, la
teoria quantistica ha permesso di creare tecnologie importantissime ed oggi familiari, dal
laser ai semiconduttori (che hanno permesso uno sviluppo enorme dell'elettronica,
specialmente in ambito digitale, con la conseguente rivoluzione informatica degli ultimi
decenni).
Quello che il Teorema di Bell sembra accertare, poiché si basa su fatti sperimentali,
corrisponde al modello delle menti unificate: menti che trascendono spazio, tempo e
persone individuali; anche questo modello si basa su fatti. Anche se la teoria quantistica
viene sostituita da un'altra teoria, e se le nostre teorie sulla psicologia e sulla mente sono
rimpiazzate da altre, questi fatti rimangono. Essi ci dicono che il mondo è non localizzato e
che, se guardiamo abbastanza attentamente, possiamo vedere chiaramente prove di
questa non localizzazione nelle nostre vite quotidiane. La visione popolare della mente e
del sé conscio di una persona come di un quid localizzato, che occupa uno spazio preciso,
dà naturalmente luogo alla nostra convinzione di essere osservatori situati in un corpo da
cui guardiamo la realtà a esso esterna. Questa teoria ha avuto una forza poderosa
nell'intera storia della nostra cultura ed è alla base della scienza classica, secondo cui noi
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possiamo osservare e misurare da un punto di osservazione esterno, e poi riflettere sul
possibile significato di tutto quanto; tuttavia nella fisica moderna, essa è andata in
frantumi. Attualmente la maggior parte dei fisici ritiene che sia semplicemente impossibile
spiegare le scoperte della loro scienza attenendosi a questa ipotesi. La maggioranza della
comunità scientifica aderisce alla cosiddetta «interpretazione di Copenaghen» della fisica
moderna (così chiamata perché Niels Bohr, il suo primo ideatore, era danese). Secondo
quest'ottica, a livello atomico, un mondo reale semplicemente non esiste fintanto che non
viene compiuta una misurazione o un'osservazione. Prima che ciò si determini, c'è
soltanto una varietà di possibili esiti per ciascun evento successivo, ciascuno con la sua
possibilità di realizzarsi una volta che l'osservazione venga effettuata. L'osservatore (o,
secondo alcuni fisici, uno strumento di misurazione che funga da suo agente) compie l'atto
decisivo di far «collassare» tutte le possibilità consistenti in un singolo esito coerente che
solo allora può essere definito evento. Prima di questo momento non siamo autorizzati a
parlare di un mondo reale di cose ed eventi, ma solo di possibilità con il potenziale di
essere realizzate.Solo combinando fra loro in un'unità singola l'osservatore e quanto viene
osservato la visione del mondo può avere senso. Qui abbiamo una delle più radicali
differenze fra la concezione moderna del mondo alla luce delle scoperte della Meccanica
quantistica e quella classica. L'idea di una realtà eterna e fissa che segua il suo corso del
tutto indipendente da un osservatore è stata superata nella fisica moderna da una
concezione che fondamentalmente incorpora umanità in tale realtà.
La Meccanica quantistica nacque al principio del secolo e crebbe come una teoria
completamente rivoluzionaria che rovesciò le idee prevalenti fra i fisici dell'epoca
Vittoriana. Il modello classico sosteneva che l'atomo fosse composto di un nucleo attorno
al quale orbitavano gli elettroni, come un sistema solare in miniatura. Si sapeva che gli
elettroni hanno una massa pari a circa un millesimo di quella del protone (uno dei
costituenti del nucleo) e che possiedono una carica negativa in grado di bilanciare quella
del protone, che è positiva. Durante i primi decenni del secolo, però, si capì che questo
modello non poteva funzionare. Tanto per cominciare, i matematici dimostrarono che gli
elettroni non avrebbero potuto mantenere la propria orbita stabilmente come fossero stati
pianeti, e si sarebbero fusi coi protoni del nucleo. Poiché era chiaro che nell'universo in cui
viviamo ciò non accade, si assunse, correttamente, che il modello fino ad allora accettato
doveva essere sbagliato. Grazie all'opera pionieristica di fisici come Planck, Bohr e
Schrödinger, emerse un modello che descriveva la natura del regno subatomico in modo
di gran lunga più sofisticato; questo nuovo modello portò con sé un certo numero di
conseguenze apparentemente astruse che da allora come abbiamo più volte ripetuti,
hanno gettato non solo i profani nella confusione. Uno dei padri della Meccanica
quantistica, Niels Bohr, giunse persino ad affermare che «chiunque non resti scioccato
dalla teoria dei quanti non l'ha capita». I problemi cominciarono davvero quando i fisici
delle particelle si resero conto che l'elettrone non era una sferula di materia carica
negativamente, ma poteva essere descritto solo in termini probabilistici. In altre parole,
esiste un'elevata probabilità che un elettrone si trovi a una determinata distanza dal nucleo
e una bassa probabilità che sia molto più distante o molto più vicino a esso. Legato a
questo concetto è il Principio di indeterminazione annunciato da Werner Heisenberg
nel 1927. Esso dimostra che esistono dei limiti all'accuratezza con cui possono essere
misurate delle coppie di quantità fisiche. Ad esempio, se cerchiamo di misurare la
posizione e la quantità di moto di una particella subatomica, lo stesso atto disturberà la
particella a tal punto che non sarà possibile attribuire un valore preciso a entrambe le
quantità nello stesso istante. Questa nebulosità è descritta dalla funzione d'onda - in altre
parole, si tratta di una descrizione basata unicamente sulle probabilità. Ora, di primo
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acchito, questa potrebbe sembrare una faccenda da poco - che mai potrebbe accadere se
non riuscissimo a definire con precisione l'esatta posizione delle particelle subatomiche?
In realtà, questa è l'essenza stessa della Meccanica quantistica e sta alla radice di tutti i
problemi che essa crea alla mente del profano. D'altra parte, questa è anche la ragione
stessa per cui la Meccanica quantistica potrebbe plausibilmente aiutarci a spiegare alcuni
fenomeni attualmente non spiegati.
Che cos'e` la "realta`" del mondo per la fisica quantistica? Sfortunatamente quella che noi
percepiamo come realta` si scopre essere semplicemente una serie di incidenti di
percorso. Se crediamo alla fisica quantistica, il mondo e` nelle mani di queste onde di
probabilita`. Ogni tanto una di queste onde "collassa", e allora, e soltanto allora, succede
qualcosa (le quantita` fisiche assumono dei valori osservabili). La sequenza di quei
"qualcosa" costituisce la realta` che percepiamo noi. Fu Von Neumann a chiarire gli
estremi del problema. A far collassare la funzione d'onda e`, secondo la fisica quantistica,
l'interferenza di un altro sistema. Per esempio, se cerco di misurare una quantita` di un
sistema (la sua velocita`, per esempio), faccio collassare la funzione d'onda del sistema, e
pertanto leggo un valore per quella quantita` che prima era semplicemente una delle tante
possibilita`. E` il mio atto di osservare a causare la "scelta" di quel particolare valore della
velocita` fra tutti quelli possibili. Ma "quando" si verifica quel collasso? C'e` una catena di
eventi che porta dalla particella al mio cervello: la particella e` a contatto con qualche
strumento, che e` a contatto con qualche altro strumento, che e` a contatto con il
microscopio, che e` a contatto con il mio occhio, che e` a contatto con la mia coscienza...
dove avviene di preciso il collasso? A che punto la particella smette di essere una
funzione d'onda e diventa un oggetto con una velocita` ben precisa?
Il problema puo` essere riformulato cosi`: che cosa causa il collasso di una funzione
d'onda? Basta la semplice presenza di un'altra particella nei dintorni del sistema? Oppure
dev'essere un oggetto di grandi dimensioni? Oppure dev'essere per forza un oggetto in
grado di osservare? Oppure dev'essere per forza una mente umana? Sappiamo che un
uomo e` in grado di far collassare una funzione d'onda, in quanto gli scienziati possono
misurare le particelle. Ma un insetto? Un insetto-scienziato sarebbe in grado di compiere
le stesse osservazioni? Sarebbe in grado di far collassare una funzione d'onda? E un
virus? Una pietra? Un albero? Un soffio di vento?...
Von Neumann si domandava cosa promuove un oggetto a "collassatore". La fisica
quantistica concede questo privilegio: i sistemi classici (come gli strumenti di misurazione
o gli esseri umani, oggetti che hanno una posizione, una forma e un volume ben definiti)
sono capaci di far collassare la funzione d'onda di sistemi quantistici (che sono invece
pure onde di probabilita`) e pertanto di misurarli. Ma cosa determina se un sistema e`
classico o quantistico? Anzi, come fa la natura a sapere quale dei due sistemi e` quello
che misura e quale e` quello da misurare, in maniera tale che possa far collassare quello
da misurare e non quello che misura? Perche', quando misuro un elettrone, collassa
l'elettrone e non collasso io? Intuitivamente, i fisici rispondono che un sistema per essere
classico deve essere "grande", in quanto l'indeterminatezza e` tanto maggiore quanto piu`
ci si avvicina alle dimensioni della Costante di Planck. Ma questo significa
semplicemente che gli oggetti "grandi" hanno un'immunita` dalle leggi quantistiche che e`
basata soltanto sulla loro dimensione. Quantomeno bizzarro. Roger Penrose ha proposto
che sia la gravita` a concedere quella immunita` speciale. Gli oggetti "grandi" deformano lo
spazio-tempo e cio` in qualche modo causa il collasso spontaneo del sistema in una
possibilita` ben precisa. Ecco perche' i sistemi "grandi" hanno una posizione e una forma
ben definita. Analogamente, quando il mio campo gravitazionale entra in contatto con
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quello di un sistema "piccolo" (che si comporta come un sistema quantistico), lo fa
diventare parte di un sistema "grande" e pertanto di un sistema classico. E pertanto lo
posso misurare.
Il fatto rimane che nulla nella fisica quantistica spiega cosa realmente accada quando un
sistema quantistico "collassa": il collasso corrisponde a un cambiamento nello stato del
sistema, oppure corrisponde semplicemente a un cambiamento nella conoscenza che io
ho di quel sistema? Naturalmente, viene subito la tentazione di puntare il dito verso la
coscienza. Forse il collasso e` dovuto al fatto che un essere senziente compie la
misurazione. Forse la mente entra nel mondo attraverso il pertugio lasciato aperto dal
principio di indeterminazione di Heisenberg. Forse la fisica quantistica ci sta dicendo che
la mente umana "deve" esistere affinche' il resto dell'universo possa esistere, altrimenti
non ci sarebbe nessuno ad osservarlo e cio` significa che resterebbe in eterno nel limbo
delle possibilita`. La realta` e` il contenuto della nostra coscienza, come scrisse poco
prima di morire Eugene Wigner. Un'altra possibilita` e` quella di negare semplicemente
che si verifichi questo misterioso "collasso" della funzione d'onda. Invece di ammettere
che il futuro venga scelto a caso ogni volta che la funzione collassa, uno puo` decidere
che tutti i possibili futuri si verificano tutti insieme. In ogni secondo l'universo si divide in
miliardi di altri universi, uno corrispondente a ogni possibile valore di ogni possibile
quantita` che uno potrebbe misurare. E` questa la teoria di Hugh Everett: se qualcosa
puo` succedere, allora succede... in qualche universo. Una copia di me esiste in ogni
universo. Io osservo tutti i possibili risultati di una misurazione, ma lo faccio in universi
diversi. Fra coloro che credono in questa ipotesi si contano luminari come David Deutsch
e Stephen Hawking.
Wojciech Zurek pensa che tutto contribuisca al collasso, e che il collasso possa avvenire
per gradi successivi. L'ambiente distrugge quella che Zurek chiama "coerenza
quantistica". E per "ambiente" intende proprio tutto, dalla singola particella che transita per
caso fino al microscopio. L'ambiente causa "decoerenza" e la decoerenza causa una sorta
di selezione naturale alla Darwin: lo stato classico che emerge da uno stato quantistico e`
quello che meglio si "adatta" all'ambiente. Non sorprende pertanto che, studiando questo
fenomeno, Zurek stia pervenendo a intriganti paralleli con il fenomeno della vita (l'altro
grande mistero della natura e`, ovviamente, quello di come la materia vivente emerga
dalla materia non vivente). Come fa il mondo classico, fatto di oggetti e forme e confini e
pesi e altezze, ad emergere da un mondo quantistico, fatto soltanto di onde e di
probabilita`?
Una coerente teoria della mente, basata da un lato sulle posizioni ontologiche di
Heisenberg appena descritte, e dall'altro su quelle psicologiche di William James (1842-
1910), è stata sviluppata da Henry Stapp in una serie di saggi, raccolti nel 1993 in Mente,
materia e meccanica quantistica . Nella sua opera principale, I principi di psicologia del
1890, William James aveva enunciato alcune posizioni pragmatiche (in accordo con la sua
generale filosofia). Anzitutto, una teoria della mente degna di questo nome non può
soltanto dissolverla nella descrizione di meccanismi comportamentali o neurofisiologici,
ma deve essere in grado di rendere conto delle azioni più apparenti e costanti della
coscienza: la libera scelta fra varie alternative, e il controllo del comportamento. Inoltre,
poichè tutto ciò che possiamo sperimentare sono percezioni, l'universo deve essere
riducibile ad un'unica sostanza (esperienza pura), di cui la coscienza è solo una parte.
Infine, il riduzionismo psicologico non può basarsi esclusivamente sulla fisica classica,
perchè essa non è in grado di assegnare ad un sistema complesso proprietà che non
siano riducibili a quelle delle sue costituenti: l'introspezione mostra invece che i pensieri e
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la coscienza, nonostante la presenza di componenti, sono sistematicamente percepiti
come sostanzialmente unitari.
Le ingiunzioni di James sono state sistematicamente disattese dalle teorie psicologiche
dominanti del secolo, dal comportamentismo di Watson al darwinismo neurale di
Edelman: esse rimuovono tutte il problema della coscienza, limitandosi a descrivere in
maniera puramente classica le sue manifestazioni a vari livelli, dal sociologico al
neurofisiologico. La fisica quantistica ha maturato i tempi di un cambiamento, ritrovandosi
in perfetta sintonia con le posizioni di James: il collasso della funzione d'onda esibisce le
stesse caratteristiche di scelta e determinazione della realtà attribuite alla coscienza,
l'interpretazione di Copenaghen riduce l'intera realtà all'osservazione, e gli eventi
quantistici rivelano un carattere olistico che non permette di ridurli al comportamento
individuale delle loro parti. Mentre von Neumann e Wigner cercavano però di costruire una
teoria mentale della meccanica quantistica, attribuendo ad una indefinita coscienza la
causa del collasso della funzione d'onda, Stapp ribalta il loro approccio e costruisce una
teoria quantistica della mente, definendo la coscienza come la manifestazione del
collasso. In altre parole, nel cervello gli eventi si mantengono in inconscia sovrapposizione
di stati fino a quando essi vengono resi psicologicamente coscienti dal collasso fisico della
funzione d'onda, e la coscienza è quindi la controparte macroscopica del processo di
fissazione delle strutture microscopiche del cervello (così come le sensazioni sono la
controparte macroscopica del funzionamento dell'organismo).
A causa di un risultato di von Neumann , non ha importanza in che punto della catena di
osservazione si suppone che il collasso avvenga, perchè i risultati sono largamente
indipendenti da dove esso si situi: la precedente definizione è dunque compatibile con
svariate ipotesi, in particolare che la coscienza sia un fenomeno di basso o di alto livello
cerebrale (cioè, neuronale o integrato). Ciò che invece ha importanza è la relazione fra la
struttura degli eventi cerebrali da un lato, e di quelli psicologici dall'altro: ed una volta
postulata una corrispondenza fra gli eventi, è naturale estenderla anche alle loro strutture.
Stapp propone dunque la seguente definizione: la coscienza è l'immagine isomorfa del
collasso della funzione d'onda degli eventi cerebrali . Più precisamente un evento
cosciente, cioè l'attualizzazione di una potentia cerebrale, crea una configurazione
neuronale temporaneamente stabile detta simbolo , a sua volta costituita da componenti:
in tal modo si genera una disposizione per l'attivazione di tutti gli altri simboli che hanno
componenti in comune con quello, e si crea quindi una nuova potentia che attende di
essere attualizzata da un successivo evento cosciente. La tendenza dei simboli a svanire
crea la sensazione del fluire del tempo , l'insieme dei simboli attuali in un dato momento
costituisce uno schema corpo-mondo che viene continuamente aggiornato, l'insieme dei
simboli che persistono e a cui le sensazioni momentanee vengono riferite costituisce il
senso del sè (un'esperienza cerebrale come tutto il resto), e l'integrazione quantistica degli
eventi cerebrali viene percepita psicologicamente come l' unità della coscienza . Poichè la
realtà è costituita dalle attualità, che a loro volta sono determinate dalle potenzialità, ma
non tutte le attualità sono eventi di natura cerebrale o umana, si può dire più generalmente
che la mente è la manifestazione del processo di attualizzazione delle potentia , di cui la
coscienza umana è dunque solo un aspetto particolare. Si arriva così per via fisica ad una
teoria che ha vari aspetti in comune con quella filosofica esposta da Whitehead ne “Il
processo e la realtà” . Tutto ciò che esiste, cioè la totalità delle attualità, si manifesta
dunque come un atto creativo della mente universale, una scelta che allo stesso tempo è
delimitata dallo spazio delle possibilità preesistenti, e restringe lo spazio delle possibilità
future. E gli atti creativi della mente universale sono linearmente ordinati, poichè essi
corrispondono a cambiamenti nello stato potenziale dell'universo, che è unico in ogni
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istante: dunque il tempo mentale è lineare , in accordo con l'esperienza, e in contrasto con
il tempo fisico (in altre parole, l'evoluzione deterministica della funzione d'onda e il suo
collasso si riferiscono a due tempi distinti, locale e relativistico l'uno, e globale e classico
l'altro). Ma come si spiega il carattere unitario e globalmente coerente dell’attività mentale?
James giunse al punto di mettere in dubbio il determinismo delle leggi fisiche, ciò che al
suo tempo suonava ancora come una bestemmia, e aveva perfettamente ragione. Henry
Stapp ritiene di aver trovato la risposta nella meccanica quantistica: lo stato fisico del
cervello a un certo istante non è la collezione dei microstati delle parti del cervello ma
l’onda interfenomenica quantistica che, a dispetto della causalità spaziotemporale, correla
tra loro sincronicamente tutti gli stati locali della materia e veicola la probabilità delle
transizioni di fase globali del cervello. In altri termini, la realizzazione fenomenica del
mondo sarebbe pilotata e determinata dalla riduzione dei pacchetti d’onda quantistici che
costituiscono gli stati fisici del cervello. Il fatto è che nell’universo di cervelli ne esistono
tanti e, se le cose andassero come dice Stapp, si ricadrebbe nella solita tesi solipsista: che
ognuno determina lo stato fenomenico del suo proprio mondo compresi gli stati mentali di
tutti gli altri esseri coscienti dell’universo.Di fatto questa è l’unica visione concessa dalla
meccanica quantistica dei sistemi finiti e coincide sostanzialmente con quella proposta da
von Neumann nel 1931. Ma la meccanica quantistica dei sistemi infiniti, fondata dallo
stesso von Neumann tra il 1936 e il 1946, fa giustizia di questo tipo di interpretazioni
perché introduce una nuova dimensione nella rappresentazione del mondo fisico:
l’emergenza fenomenica del mondo macroscopico come processo termodinamicoinformazionale.
La vera "mente" rivelatrice della sostanza interfenomenica del mondo
fisico è la catena causale, ma non deterministica, degli eventi di condensazione bosonica
e rottura spontanea delle simmetrie causate dall’espansione termodinamica del cosmo
macroscopico, indipendentemente dall’esistenza di esseri viventi. È sul terreno dei
processi termodinamici non in equilibrio che si trova la risposta. Da questo punto di vista
Ilya Prigogine ha ragione.Dove Prigogine ha torto è nel trascurare, se non ignorare, che i
processi informazionali che generano la complessità del vivente non sono quelli descritti
nella termodinamica dei sistemi non in equilibrio, di cui è il massimo sostenitore e
propugnatore, ma nei processi algoritmici basati sulla formazione dei linguaggi a elementi
strutturali discreti. I sistemi termodinamici di Prigogine sono volatili e incapaci di
raggiungere livelli di organizzazione paragonabili a quelli che si riscontrano nel vivente.La
questione che allora si pone è questa: è la teoria dei processi algoritmici in grado di
spiegare l’emergenza della coscienza? In linea di principio sì: sulla base delle teorie degli
algoritmi autoreferenziali di Gödel e degli automi capaci di autoriprodursi di von Neumann.
Queste modelli sono in grado di dire molto circa le condizioni strutturali e funzionali che
permettono la generazione di un processo informazionale capace di interpretare sé
stesso. Solo un processo capace di "interpretazione universale", nel senso della teoria
degli algoritmi, è in grado di essere autoreferenziale. Luce, suoni e azioni fisiche sul
mondo esterno veicolano informazione connettendo in un processo informazionale
universale tutte le cose esistenti. Per un interprete universale particolare, i segnali fisici
sono equivalenti a fibre nervose che trasmettono e ricevono informazioni; in questo modo,
esso stesso diventa centro integrante di un processo informazionale che si estende
enormemente al di fuori del suo organismo fisico. Questo processo globale comprende
altri interpreti universali. Tutte le cose visibili, udibili e trasformabili che esistono in natura
costituiscono per ogni interprete universale una sorta di gigantesca memoria esterna che
alimenta la sua attività di interpretazione universale. La teoria di Stapp lascia aperti i
problemi del libero arbitrio e del determinismo, perchè non decide se il collasso della
funzione d'onda sia frutto del caso o di qualche scelta ad un livello più profondo.
Presentando però la coscienza umana ad un tempo come la manifestazione di un
processo naturale e la localizzazione di un processo universale, essa reintegra l'uomo
62
nella natura e nell'universo, e contrasta in tal modo le nefaste e tuttora influenti visioni di
Bacone e Descartes, che vedevano da un lato la natura come terra di conquista
scientifica e tecnologica dell'uomo, e dall'altro la mente come un fenomeno estraneo alla
natura.
La scoperta del paradosso EPR (la sigla è data dalle iniziali dei nomi degli scopritori,ossia
Einstein, Podolsky e Rosen),nacque da un intento polemico. Il criterio per cui Einstein ne
elaborò il principio era dettato dal ricorrente proposito di evidenziare l'insensatezza della
concezione indeterministica (addirittura "indeterminata" secondo la tesi più radicale) dei
microfenomeni implicita nell'interpretazione classica di Bohr e Heisemberg. Possiamo
evidenziarne il significato con un esempio semplice. Tra le dinamiche che caratterizzano il
comportamento di una microparticella c'è quella del poter decadere in due altre particelle
le quali, automaticamente, si allontanano l'una dall'altra secondo due diverse direzioni.
Ora, tali due particelle, così scaturite da una comune origine, debbono mantenere, anche
dopo il distacco, certi specifici rapporti di proprietà quantiche. Prendiamo, ad esempio, la
proprietà chiamata spin, facilmente rappresentabile con il modello di un movimento a
trottola che la particella compie attorno a un certo asse. Per una legge - detta di
"conservazione del momento angolare" -, imposta sempre dall'esser originate dalla stessa
particella, se una delle due ha l'asse del movimento a trottola orientato verso l'alto, l'altra
deve necessariamente averlo rivolto verso il basso. Anche il valore numerico deve esser
perfettamente complementare. Ad esempio, se lo spin della prima particella ha valore 1/2
(secondo l'immagine semplificata della trottola, compie mezzo giro su se stessa nell'unità
di tempo), quello dell'altra deve avere valore -1/2. Orbene, per il principio di
indeterminazione di Heisenberg, finché nessuna delle due particelle è osservata/misurata
da uno sperimentatore, non ha lo spin (come ogni altra caratteristica fisica misurabile) in
uno stato specifico. Si trova, in base allo stesso principio, in uno stato di indeterminazione
quantica, o di sovrapposizione potenziale di stati. Solo l'atto della misura gli conferisce uno
spin reale e determinato. Supponiamo ora di compiere proprio questa operazione fatidica
della misura e che si trovi lo spin di una delle due particelle "ridotto", o "collassato", nello
stato di 1/2. Il che provocherà istantaneamente anche la riduzione dello stato dello spin
della seconda particella al valore di -1/2. Come dire che, determinando la realtà specifica
di un oggetto posto qui davanti ai miei occhi, automaticamente determino la realtà di un
altro ben distante da me e su cui non posso influire causalmente in alcun modo. La palese
assurdità deriva dal fatto che la seconda particella è ora un sistema fisico del tutto
separato e può trovarsi anche all'altra estremità della galassia al momento della misura
della prima. Il carattere istantaneo dell'effetto violerebbe inoltre quel limite assoluto della
propagazione degli effetti fisici che è la velocità della luce. Da tener presente anche
l'eventualità che, non esistendo nell'universo una particella che non abbia interagito con
altre, il paradosso E.P.R. prospetterebbe un’amplificazione a cascata del fenomeno di
interconnessione quantica configurando l'impossibilità dell'esistenza di un oggetto
microfisico realmente e totalmente separato dagli altri. Abbiamo detto che Einstein
considerò l'ipotesi di questa strana "telepatia" tra sistemi microfisici come una prova di
impossibilità, un'implicazione assurda che confutava evidentemente la tesi
dell'interpretazione di Bohr e Heisenberg. Quando tuttavia, diversi anni dopo, grazie agli
studi di un fisico irlandese, John S. Bell, fu possibile sottoporre a verifica sperimentale
l'effetto E.P.R., ciò che emerse suonò di nuovo come un'amara beffa per la teoria di
Einstein: quell'effetto fantasma di contatto istantaneo tra sistemi microfisici separati
esisteva davvero. Flussi di coppie di particelle originate nel modo anzidetto, una volta
divenute sistemi indipendenti, mostravano accordi statistici delle proprietà prese in esame
che non potevano essere dovuti al caso. E' proprio questa interconnessione universale
degli enti fisici che costituisce un motivo di interesse per la parapsicologia, tenuto conto
che la psi, la facoltà oggetto del nostro studio, è, abbiamo visto, sostanzialmente un
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annullamento delle separazioni, delle distanze, sia spaziale che temporale. Vedremo ora
specificatamente come si colleghi al fenomeno il nostro problema.
Occorre a questo punto una precisazione. La teoria della meccanica quantistica che
abbiamo esposto fin qui non è l'unica esistente (anche se è quella ufficialmente accettata
dalla scienza). Esiste almeno una scuola alternativa, il cui iniziatore fu Einstein, che non
accetta l'interpretazione della natura indeterminata, soggettivista e a-causale dei
microfenomeni come elaborata da Bohr e Heisenberg. E' una teoria che rivendica la
completa realtà dei microfenomeni indipendentemente dall'osservatore e la loro
evoluzione del tutto deterministica nel tempo. La distinzione è importante per inquadrare
organicamente il rapporto con la parapsicologia. Ci sono infatti almeno due criteri per cui
la facoltà paranormale, se esiste, può essere collegata all'apparato concettuale della
meccanica quantistica. Si tratta per la verità di due criteri strettamente collegati tra loro,
ma è opportuno distinguerli per cogliere meglio l'articolazione del problema. La distinzione
è imposta dal fatto che tali due criteri si collegano proprio ai due diversi modi di
interpretare la meccanica quantistica che abbiamo esposto. Ora, se il primo gruppo, quello
ortodosso dominante, era genericamente favorevole alla possibilità dell'esistenza delle
facoltà paranormali, quello dell'interpretazione alternativa era, possiamo dire,
genericamente contrario.
Lo stesso Einstein, abbiamo visto, associava i paradossi della meccanica quantistica a
possibili effetti paranormali proprio per evidenziarne l'assurdità. Un fisico italiano, seguace
della scuola di Einstein, Franco Selleri, riferisce il seguente aneddoto. Durante una breve
conversazione avuta da Einstein con un importante fisico teorico della scuola di Bohr,
mentre quello dichiarava di essere portato a credere nella telepatia, Einstein suggerì a
titolo di provocazione: ""E' una cosa che probabilmente riguarda più la fisica che la
psicologia". La risposta, riferiva ironicamente Einstein, fu un semplice "sì"" . Ma qual'era il
motivo di fondo per cui i teorici della concezione ortodossa della quantistica erano o
potevano essere favorevoli alla parapsicologia? La risposta è semplice: era il principio
della forte supremazia della mente sulla materia che evidentemente scaturiva dal concetto
del ruolo fondamentale dell'osservatore nel determinare la realtà del fenomeno osservato.
E' un elemento concettuale che è stato designato in molti modi. Si è parlato di
"mentalismo", di "idealismo", di "psicologismo" della meccanica quantistica. L'elemento
che, in ogni caso, veniva a fungere da supporto all'ipotesi della psi erano le potenzialità di
applicazione del principio. Se era la mente dell'osservatore ad essere così decisiva nel
determinare la realtà dei fenomeni osservati, appariva possibile che in condizioni
eccezionali tale supremazia si amplificasse fino a produrre fenomeni eccezionali,
impossibili in base alla logica dell'esperienza quotidiana. E' una fruibilità teorica che è
messa in evidenza anche dal Selleri: "Si tratta evidentemente (...) di una descrizione assai
vicina alla "parapsicologia" per via dell'azione diretta del pensiero sul mondo materiale" .
Veniamo ora alla scuola antagonista rispetto a quella di Bohr e Heisenberg. Ovviamente
per costoro, propugnando una visione della microrealtà integralmente determinista e priva
di ogni influsso "mentalista", non c'era alcuno spazio per una qualche forma di misticismo
o di paranormalità.Considerando ora i punti significativi di questo indirizzo di pensiero
vediamo come possa legarvisi il secondo criterio di connessione dell'ipotesi della psi alla
meccanica quantistica.
E' ora importante notare che vi fu chi escogitò un espediente concettuale per risolvere il
rompicapo della natura indeterminata dei microfenomeni: quello di ipotizzare l'esistenza di
alcuni elementi incogniti - le "variabili nascoste" (hidden variables) - una volta conosciute
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le quali (almeno in teoria), si sarebbe potuto constatare una relazione perfettamente
causale e integralmente determinata tra l'evento sub-atomico e il sistema macroscopico di
rilevamento. Il processo di collassamento, cioè, per cui il ventaglio di particelle virtuali si
riduceva di colpo a una sola particella reale all'atto dell'osservazione, appariva del tutto
probabilistico perché non eravamo a conoscenza di un certo parametro di comportamento,
diciamo difficilmente accessibile, del fenomeno. Il primo a proporre questa idea fu Von
Neumann, uno dei maggiori matematici del secolo che, assieme ad altri fisici, tutti della
scuola di Bohr, come Eugene Wigner, dette alle variabili nascoste quel significato
mentalista tipico di quell'indirizzo, avanzando l'ipotesi che fossero da identificarsi
addirittura con la "coscienza" dell'osservatore.
Ebbene i seguaci della scuola di Einstein si dettero da fare per cercare di individuare e
definire queste variabili nascoste in base a un criterio del tutto diverso, contando cioè sulla
possibilità che fossero qualcosa di specificatamente fisico e di - almeno in via di principio -
caratterizzato da valori misurabili. Tra tutti i tentativi di ottenere un'individuazione
specificatamente fisica delle variabili nascoste, nonché di dare un volto causale alla
meccanica quantistica, spiccano gli studi di un fisico americano, David Bohm. Tutti i
membri della scuola di Einstein danno un ruolo centrale alla sua teoria. Secondo Bohm la
variabile nascosta condizionante le operazioni di misura del microfenomeno era
semplicemente la posizione della microparticella, posizione all'atto pratico inconoscibile,
ma in teoria realmente definita da valori precisi. Bohm compì inoltre il passo impegnativo -
lo riferiamo senza entrare in dettagli - di dare alla funzione d'onda (che per i teorici
ortodossi, ricordiamo, era solo una pura astrazione matematica) un significato fisico,
intendendola come la descrizione di una sorta di campo di forza in grado di influire
sull'evoluzione dello stato della particella (intesa questa, si badi bene, come un ente del
tutto reale e determinato). Formulò in tal modo la teoria della cosiddetta "onda pilota", una
conformazione ondulatoria la cui intensità nei diversi punti determinava la probabilità di
trovare in tali stessi punti la particella.
Ma la teoria di Bohm conteneva una caratteristica alquanto poco gradita ai seguaci della
scuola di Einstein: era una teoria prettamente non-locale. In altri termini proprio
quell'effetto fantasma a distanza, quella strana "telepatia" tra oggetti del mondo
microfisico, sulla cui assurdità Einstein contava di confutare la concezione di Bohr, veniva
a costituire giusto il cuore della teoria. L'immagine del vecchio, familiare mondo della
separabilità, in cui le cose e gli individui sono ben isolati l'uno dall'altro, era messo in
discussione e al suo posto subentrava quella di un mondo tutto percorso da una fitta rete
di interconnessioni quantiche che in modo sottile finiva per collegare tutti gli enti o oggetti
dell'universo.
I seguaci di Einstein cercarono subito di eliminare l'inconveniente. Primo tra tutti John
Bell (che pur ammirava la teoria di Bohm) provò in ogni modo di depurarla dalle
implicazioni non-locali. Ma non vi riuscì, come non vi riuscirono altri animati dallo stesso
istintivo rifiuto. Del resto i nuovi esperimenti che, via via, andavano dimostrando l'esistenza
dell'effetto E.P.R., fornivano anche un sostegno sperimentale alla tesi della non-località.
Quello che è interessante osservare dal nostro punto di vista parapsicologico è che con i
tentativi di contestazione della teoria quantistica di Bohr veniva reintrodotto dalla finestra
giusto quello che si era tentato di cacciare dalla porta. Bohm approdò, infatti, tramite il suo
universo integralmente unitario, alla stessa concezione mistica più o meno propria dei
membri della scuola di Copenhagen-Goettingen, con le stesse ampie concessioni alla
filosofia orientale. Naturalmente, nel cercar di giustificare l'esistenza della psi con la
visione unitaria e interconnessa del cosmo proposta da Bohm, poteva esserci qualche
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difficoltà nell'applicare il principio al mondo umano cui sostanzialmente si riferisce la
parapsicologia (la "telepatia" presupposta nell'effetto E.P.R. è solo una "telepatia" tra
particelle). Ma il fenomeno accertato appariva indubbiamente un ragionevole sostegno
all'ipotesi della facoltà.
Dobbiamo tuttavia osservare che alle straordinarie possibilità dell'effetto E.P.R., ancora i
seguaci della scuola di Einstein, riuscirono a porre dei limiti, e questo sempre
nell'obbiettivo di costruire teorie causali della meccanica quantistica, alternative alla
concezione classica. Spicca in questa direttiva il lavoro di tre fisici italiani: Gian Carlo
Ghirardi, Alberto Rimini e Tullio Weber, che pubblicarono una dimostrazione giudicata
ineccepibile e apprezzata anche a livello internazionale, della non trasmissibilità di alcun
messaggio tramite l'effetto E.P.R.. Senza entrare in dettagli diremo che punto centrale
della dimostrazione era l'assoluta casualità, all'atto della misura, del processo di riduzione
del vettore di stato, l'impossibilità, cioè, di far collassare la particella nello stato specifico
"voluto" tra quelli possibili. Ad esempio, nel caso dello spin, non c'era alcun modo di far
collassare nei valori +1/2 o -1/2 la sua misurazione nella particella direttamente osservata.
Era quindi del tutto impossibile alterare in modo voluto lo spin dell'altra particella, separata
tramite il processo di decadimento. Non era, ancora, possibile quindi utilizzare l'effetto per
inviare da una sistema microfisico all'altro (ovvero da un punto all'altro dell'universo) una
sequenza di segnali in grado di veicolare un qualunque messaggio. Sembrerebbe a
questo punto di essere di fronte a un insieme di dati del tutto contraddittorio. Abbiamo la
prova dell'esistenza di un effetto con tutte le caratteristiche potenzialmente attribuibili alla
psi e tuttavia, a chiosa della promettente scoperta, spunta una dimostrazione che vieta
indissolubilmente la trasmissione di qualunque tipo di comunicazione tramite quello stesso
effetto. E' un problema irrisolvibile? Cerchiamo di capirlo nei particolari.
Innanzitutto analizziamone meglio le caratteristiche. Abbiamo detto, i fisici chiamano "nonlocalità"
- o "non-separabilità" - la natura interconnessa del cosmo implicata nel
paradosso E.P.R.. Designano inoltre con il termine difficilmente traducibile di
entanglement ("impiccio", "groviglio", "garbuglio") lo strano legame che unisce le coppie di
particelle separate nell'esperimento classico del decadimento da una particella "madre".
Possiamo capire lo sconcerto comunicabile a chi ne intraprende lo studio con l'ovvia
constatazione che tutta l'esperienza del nostro rapporto con la realtà è basata sulla
certezza che oggetti ed eventi sono ben demarcati l'uno dall'altro. Se, per un tracollo
finanziario, uno speculatore in borsa si suicida a New York, la mia coscienza è per fortuna
ben schermata dal percepire il suo disagio. E considerato tutto quel che di traumatico
accade nel mondo la separabilità è in fondo anche una garanzia per la tranquillità della
nostra "privacy" individuale.
Ma che cosa si trasmette attraverso la non-località? Un'intuizione? Un pensiero? Un
significato? Un'emozione? Appare innanzitutto difficoltoso capire come si struttura il
fenomeno. "Questa correlazione quantistica - afferma Roger Penrose - è una cosa
misteriosa che sta tra la comunicazione diretta e la separazione completa e che non ha
alcuna analogia con qualcosa di classico di qualunque tipo" . Ricordiamo che Einstein
l'aveva definita "azione spettrale a distanza". Shimony preferisce quella di "passione a
distanza" . Per chiarire i termini del possibile rapporto con la psi è importante a questo
punto elencare alcune caratteristiche fondamentali della non-località. E' un compito che
svolge Ghirardi in una parte di un suo libro . Secondo il fisico milanese, l'incomprensibilità
(dal punto vista fisico) degli effetti della non-località è ascrivibile a tre caratteristiche: a)
non variano con la distanza (un millimetro o una distanza intergalattica non comportano
alterazioni nell'efficacia della comunicazione); b) sono assai selettivi (la connessione tra i
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due componenti di un sistema entangled è molto specifica nelle caratteristiche); c)
comportano una trasmissione di effetti assolutamente istantanea, non implicante cioè in
alcun modo una durata temporale (violerebbero cioè uno dei presupposti essenziali della
relatività che vieta a qualunque fenomeno fisico una velocità di propagazione superiore a
quella della luce).
E' un elenco che, anche a prima vista, non può non colpire un parapsicologo perché si
tratta esattamente delle caratteristiche essenziali che, dopo un secolo di ricerca, risultano
attribuibili all'ipotetica facoltà paranormale. Discutiamo ora brevemente le tre
caratteristiche in rapporto a tale secondo punto di vista parapsicologico. L'indipendenza
dalla distanza della psi è un dato che ci deriva dalla valutazione di ampia casistica sia
spontanea che sperimentale. E' vero che non sono mancati ricercatori come F. Cazzamalli
che hanno ritenuto di individuare, sul piano sperimentale, un'affinità della ESP con le onde
elettromagnetiche, ma è una tesi ampiamente smentita da una vasta massa di dati e di
relazioni. Essa, se esiste, funziona altrettanto bene a pochi metri di distanza quanto da un
continente all'altro.
La psi, inoltre, è evidentemente selettiva. Anche se può essere improprio parlare in termini
di emittente e di ricevente, c'è in essa qualcosa che, pur sporadicamente, mette in
collegamento due o più soggetti - o un soggetto e un evento - specifici sulla base di
particolare significato, ricordo o esperienza. Ad esempio, un ricercatore, come N. Marshall,
ha elaborato una complicata teoria detta “influenza eidopica” proprio per giustificare
questo carattere altamente selettivo della ESP. Naturalmente c'è da tener presente la
trasposizione di campo. Gli esseri umani, abbiamo detto, non sono le microparticelle. Uno
dei dati emergenti è che la psi, se esiste, avviene probabilmente da inconscio a inconscio
(anche se infinite possono essere le modalità) e comporta quindi il problema di
un'elaborazione, almeno in parte, inconsapevole. Il che a sua volta comporta, quasi
inevitabilmente, distorsioni e inesattezze. Ma il nodo simbolico che sta al centro della
comunicazione è per lo più facilmente individuabile e riconoscibile. La stessa
considerazione vale per la presunta istantaneità dell'effetto. L'elaborazione inconscia può
comportare, oltre alle distorsioni, dei ritardi per la manifestazione della psi. La percezione
paranormale può, cioè, impiegare del tempo per affiorare alla soglia della coscienza.
Ma tutto della casistica lascia credere che tali ritardi non siano dovuti a una vera durata
temporale della trasmissione. La psi, se esiste, di per sé è istantanea, non comporta
intervalli resi necessari da una presunta velocità-limite dei suoi processi interattivi. Ma
un’altra caratteristica della non-località, facilmente deducibile dalle tre elencate da
Ghirardi, che la rende ancor più affine alla psi, è il carattere a-causale dei suoi effetti.
Particolarmente il fatto che i suoi processi viaggiano a velocità superluminale elimina ogni
ipotesi di causalità in senso fisico. Il problema fu già messo in rilievo da Bohr quando,
preso per la prima volta in considerazione il paradosso E.P.R., parlò della necessità di
"una rinuncia definitiva all'idea classica di causalità" . "Questi effetti quantistici non locali -
nota anche Paul Davies - sono in verità una forma di sincronicità nel senso che
stabiliscono un legame (...) fra eventi per i quali qualunque forma di legame causale è
proibita" . Parlare di a-causalità nell'ambito della parapsicologia richiama istintivamente
alla mente Jung e la sua teoria della sincronicità (e in effetti Davies nella sua citazione si
riferisce proprio all'illustre psicanalista svizzero). I fenomeni paranormali secondo Jung
sono eventi associativi, "sincronici", prodotti da dei simboli archetipi (appartenenti a un
inconscio molto profondo di natura collettiva) e attuantesi secondo una dinamica del tutto
a-causale, indipendente dallo spazio e dal tempo. Certamente è per questa implicazione di
fondo che si instaurò tra Jung e un fisico come W. Pauli, anch'egli tra i fondatori della
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quantistica, un intenso dialogo. Paul Davies nota che per comprendere alcuni fenomeni o
problemi di natura prettamente fisica, ma inspiegabili secondo le leggi fisiche quali il caos
o il "principio antropico" (basato sulla possibilità - di nuovo senza entrare in dettagli - che
tra la presenza dell'uomo nell'universo e il ciclo evolutivo dell'universo stesso vi sia un
particolare legame di natura a-causale), è necessario ricorrere a un principio abbastanza
vicino al concetto Junghiano di sincronicità.
Qualcuno potrebbe obbiettare che la sincronicità è solo una delle molte teorie della psi. In
realtà è facile evidenziare che quasi tutte le teorie parapsicologiche escogitate in tempi
lontani e recenti, con quegli strani nomi esotici che abiamo sentito - L'"io subliminale" di
Meyers e Tyrrel, il "sistema cosmico di leggi psichiche" di Murphy Gardner, la "shin" di
Thoules e Wiesner, e ancora quella del "serbatorio cosmico" di William James, del "livello
psi" dell'inconscio di Ehrenwald, le teorie "osservazionali" di Walker e Schmidt, tanto per
citarne alcune - ruotano sostanzialmente attorno agli stessi concetti di base della
sincronicità: extra-causalità, indipendenza dallo spazio e dal tempo, funzione attiva di unità
o strutture simboliche più o meno inconsce. Torniamo ora alla dimostrazione di Ghirardi,
Rimini, Weber che comporta la scomoda - per noi - proprietà di vietare nel modo più
assoluto l'utilizzo di processi non-locali per trasmettere un qualunque messaggio e
ripetiamo la domanda: quale beffarda convergenza di indizi fa sì che un fenomeno, che
avrebbe tutti i connotati per fornire un'indiscussa base teorica alla psi, riveli poi un limite
indiscutibile per tale impiego?
L'equivoco sta tutto, ritengo, nella parola "messaggio". Riflettiamo con attenzione su che
cosa intendiamo normalmente con tale termine: una sequenza di segni codificati che viene
trasmessa, attraverso un canale, da un emittente a un destinatario il quale, per parte sua,
compie l'operazione di decodifica. Qualunque sia la modalità del processo, quella dell'
alfabeto Morse, o la voce umana, o i gesti di uno sbandieratore, la logica che lo rende
efficiente è sempre la stessa. Si tratta di un fenomeno che richiede una spesa energetica
(per quanto minima) e che si attua secondo una modalità intrinsecamente causale. C'è
anche un limite relativistico che lo condiziona: deve propagarsi sempre a velocità non
superiore a quella della luce. A questo punto è doverosa la domanda: è così che avviene,
se esiste, la comunicazione extrasensoriale? La risposta apparirà, a questo punto,
abbastanza scontata: assolutamente no. La psi non implica, come abbiamo visto poc’anzi,
alcuna forma di codifica-decodifica del messaggio, non implica alcuna causalità, non
implica alcuna spesa energetica, non implica alcun limite di propagazione fisica. Si è
ricorso a varie formule e definizioni per giustificare questo strano tipo di contatto
comunicativo, alcune orientate più in senso psicologico, altre più in senso spiritualista. Si è
parlato di “simpatia”, di “co-sensibilità” (G. Murray), di “gravitazione universale tra le
anime” (Myers), di “coniugazione psichica”, di “mimetismo mentale” (Talamonti) (si pensi al
concetto quantistico di Shimony della “passione a distanza”). Forse una delle più felici
definizioni della facoltà (che compendia questo suo agire fondamentalmente a-causale) è
quella di Harry Price, secondo il quale la telepatia "è più simile a un contagio che a una
conoscenza" . Curiosamente il concetto di "contagio", di reciproca "simpatia" tra le cose,
sta alla base di tutto il simbolismo della magia, come osserva lo stesso Selleri avvalendosi
della notazione di un celebre antropologo, J. Frazer . La presenza di una logica
compartecipatoria simile a quella presente nella non-località è evidente. Si deduce da tali
osservazioni che la psi non manifesta alcuna attinenza con il limite imposto dalla teoria di
Ghirardi, Rimini, Weber, oggetto del cui divieto appare invece proprio la modalità
tradizionale del processo di trasmissione dell'informazione che comporta sempre, in ultima
analisi, l’azione su un qualche sistema fisico (si tratti della scarica di un neurone o
dell’attivazione di un micro-chip). La non-località, nota Ghirardi, è in effetti tale “da non
consentire una sua utilizzazione per produrre effetti istantanei a distanza tra sistemi fisici”
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. Occorre purtroppo riconoscere che non è facile concepire una forma di percezione o
conoscenza che non comporti alcun tipo tradizionale di trasmissione di informazione quale
richiede la psi. Per darne una inquadramento organico occorrerebbe esaminare altri
elementi concettuali derivati dalla non-località quali la teoria quantistica della mente,
l'eventuale fattore soggettivo implicato - secondo alcune teorie - nei processi quantistici
come processi operanti a livello delle funzioni cerebrali (in sintesi, quale aiuto possono
offrire per capire quel fenomeno sfuggente e ineffabile che è la coscienza). In via molto
schematica potremmo affermare che proprio il modello dell'entanglement, della strana
comunione di stati (se solo fisici, o anche psichici è il problema da risolvere) implicato nel
paradosso E.P.R. offre per la psi un modello interpretativo interessante. Molto
probabilmente è in gioco nella comunicazione paranormale il contrasto tra le due categorie
operative del comunicare e dell'essere. Un soggetto che ha una qualche percezione
extrasensoriale di qualcosa che è nella mente di un altro individuo, verosimilmente non
riceve né trasmette niente. C'è una parte della sua personalità che letteralmente viene ad
essere qualcosa dell'altro individuo, che instaura con lui una qualche perfetta unione di
stati psichici. Ricapitolando dunque gli elementi di apporto della quantistica alla tesi della
psi, se accettiamo l'interpretazione ufficiale ortodossa possiamo avvalerci dei concetti di
base della scuola di Copenhagen-Goettingen la cui visione "mentalista", abbiamo visto,
offre ampi sostegni all'esistenza della facoltà. Se accettiamo la tesi alternativa, di cui fu
capostipite Einstein, finiamo col dover fare i conti con la visione unitaria del cosmo
proposta da Bohm, o in ogni caso, con l'onnipresenza degli effetti non-locali che di nuovo
concedono ampi spazi teorici alla facoltà paranormale.
Naturalmente non possiamo assumere sic et simpliciter la tesi della non-località come una
prova indiscussa della psi. Quello che possiamo rivendicare, nella relazione generale con
teoria della meccanica quantistica, è nondimeno l'insensatezza di un luogo comune cui
indulgono i critici più radicali: l'inconciliabilità tra i fenomeni paranormali e i concetti della
scienza in generale. In realtà i legami, abbiamo visto, esistono e hanno una loro coerenza,
una loro ragionevolezza. Se la non-località non può essere considerata una prova
assoluta della psi, certamente è una prova della sensatezza dell'ipotesi, del fatto che la psi
è un argomento suscettibile di una costruttiva attività di ricerca.
Mente e causalità
“L’inquietudine che tiene in moto perenne l’orologio della metafisica,è il pensiero che la
non esistenza del mondo sia possibile quanto la sua esistenza”.
William James
Tutti noi sappiamo bene che non basta il pensiero per accendere il fornello sotto la
caffettiera, o per portare fuori la spazzatura; dobbiamo muovere i muscoli e svolgere
fisicamente il nostro compito.Eppure ciascuno di noi ha provato, in qualche momento della
propria vita, ad influenzare il comportamento delle persone o delle cose mediante la sola
forza del pensiero. Forse che nessuno ha mai lanciato dei dadi, "desiderando" l'uscita di
un certo numero? Forse che nessuno ha mai osservato intensamente una persona di
spalle, cercando di farla voltare? Questi sono dei comportamenti abbastanza naturali, dato
che nel corso della crescita dobbiamo imparare a conoscere i limiti delle nostre capacita',
e dobbiamo apprendere i concetti che riguardano la causalita'.I bambini non nascono con
la comprensione dei rapporti di causa-effetto. Il pensiero naturale e' quello MAGICO. Il
pensiero magico consiste nella percezione di una relazione causale tra due eventi, senza
pero' capire i legami causali fra questi stessi eventi. Esprimete un desiderio sotto una
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stella cadente, ed il vostro desiderio si avverera'. Incrociate le dita affinche' la sorte vi sia
propizia. Pregate per ottenere aiuto.I bambini sono apertamente "magici". Come ha detto il
grande psicologo svizzero Jean Piaget, un bambino che vede la luna, prima dalla finestra
della sua cameretta e poi dalla finestra della camera dei suoi genitori, pensera' che la luna
lo stia seguendo. Questa deduzione non e' poi cosi' ingiustificata se uno non sa nulla di
astronomia, o circa la natura della luna, o della tendenza degli oggetti naturali a non
piegarsi alla nostra volonta'.Come facciamo a sapere che cosa causa che cosa? Se vi
trovate in una sala riunioni e osservate qualcuno di spalle, e costui si gira e vi guarda in
viso, sara' stato forse il vostro sguardo a farlo voltare? Molta gente pensa che sia cosi',
perche' cio' e' quanto l'esperienza dice loro. Una tale semplice convinzione, supportata da
successi occasionali dovuti a coincidenze, oppure al fatto che una persona, mentre viene
guardata intensamente, si e' voltata per vedere come mai nella sala e' calato il silenzio, e'
sufficiente per convincere diversa gente che i poteri psichici esistono. Per ragioni
analoghe, una buona dose di pensiero "magico" e' presente, sotto forma di rituali
superstiziosi, all'interno delle sale da gioco o dei campi sportivi.
Cosa possiamo dire di tutti quei casi in cui fissate lo sguardo su di una persona, ma
questa non si volta affatto, oppure desiderate fare dodici ai dadi ma il risultato del lancio e'
diverso? Siete proprio sicuri che, se NON vi e' alcuna forma di controllo mentale in gioco,
sperimenterete una tale quantita' di fallimenti, per cui un successo occasionale non vi
impressionera' piu' di tanto?E' qui il nocciolo del problema. Il nostro sistema nervoso non
e' predisposto per svolgere accurate analisi di covarianza fra due variabili, ma per aiutarci
a sopravvivere. Esso e' strutturato affinche' un'importante o evidente coincidenza fra due
eventi (fisso la tua nuca e tu ti volti; desidero un doppio sei ai dadi e lo ottengo) lasci una
forte impressione, mentre le non coincidenze fra le stesse due variabili siano largamente
ignorate. Scottatevi la mano su di un fornello, ed il vostro cervello imparera' che i fornelli
sono pericolosi. Toccate poi il fornello piu' volte senza scottarvi, ma il timore non svanira'
del tutto. L'asimmetria di questi effetti e' importante per la sopravvivenza. Un animale che
venisse aggredito da una volpe, e successivamente venisse lasciato in pace da un'altra
volpe, non vivrebbe a lungo se la lezione tratta dalla prima esperienza venisse poi
cancellata dalla seconda.Dunque vi e' un'asimmetria nel modo in cui gli eventi influenzano
il nostro sistema nervoso. Pochi episodi - a volte uno solo - di corrispondenza fra due
avvenimenti sono sufficienti per controbilanciare un insieme molto numeroso di mancate
corrispondenze, almeno per quanto riguarda la sensazione che un evento sia causa
dell'altro. Certamente, coloro che credono che il fissare intensamente una persona alle
spalle abbia un qualche effetto, sono anche convinti che questo non sempre si verifichi.
Per questo motivo la loro credenza e' molto resistente alle smentite. La scienza e'
essenzialmente un mezzo per cercare di fare in modo piu' accurato cio' che tutti noi
tentiamo di fare nella vita quotidiana: capire che cosa causa che cosa. Solo la scienza
cerca sistematicamente di eliminare spiegazioni alternative circa gli eventi concomitanti.
Voi guardate, e qualcuno si volta. Lo scienziato vuole stabilire se il fatto di voltarsi abbia
qualche legame con lo sguardo e, se cosi', in quale modo i due eventi siano fra loro
connessi. Potrebbe forse trattarsi di una semplice coincidenza? Dopo tutto, ci sara'
capitato spesso di stare seduti dietro ad altre persone, aspettandoci di vedere ogni tanto
qualcuno girarsi per motivi suoi. O non sara' piuttosto che l'osservatore e'
improvvisamente rimasto zitto ed immobile, e che questo repentino silenzio ha indotto
l'altra persona a voltarsi per vedere che cosa e' successo?
La psicocinesi si riferisce al movimento (la cinesi) di oggetti dovuto all'influenza della
mente (la psiche). Sia che si consideri o meno come psicocinesi il fatto di osservare la
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nuca di qualcuno e di farlo voltare, il successo nell'influenzare il lancio dei dadi verrebbe
sicuramente attribuito alla psicocinesi stessa.Alla fine del secolo scorso, le indagini circa la
possibilita' della psicocinesi non erano poi una cosa tanto inconsueta. Dopo tutto, quelli
erano tempi di grandi scoperte: immaginate lo stupore per essere in qualche modo capaci
di inviare suoni attraverso l'etere o dei fili, o per la possibilita' di rivelare delle emanazioni
provenienti da certi pezzi di roccia, o per essere in grado di osservare l'interno di un corpo
umano tramite una radiazione invisibile.Aggiungete a tutto questo il fatto che c'erano in
giro molte persone, presumibilmente dotate, le quali affermavano di essere in grado di
muovere degli oggetti dentro una stanza, se non con il loro potere mentale, almeno tramite
l'intervento di una qualche entita' immateriale.Ne consegui' che, all'inizio di questo secolo,
sia in Europa che negli USA, eminenti psicologi presero in seria considerazione la
psicocinesi, insieme ad una sua cugina, la percezione extrasensoriale. La mancanza di
prove relative ai fenomeni studiati indusse poi la maggior parte di loro ad abbandonare le
ricerche in questo settore.La ricerca nel campo della psicocinesi puo' essere divisa in tre
fasi (Stanford, 1977).
- Dal 1934 al 1950, la scena era dominata da Joseph Banks Rhine, ed il principale banco
di prova sperimentale era costituito dal lancio dei dadi. Tuttavia, come evidenziato da
Stanford, queste sperimentazioni non venivano controllate con l'accuratezza che sarebbe
stata necessaria. Malgrado il fatto che Rhine avesse alla fine optato per un lanciatore
meccanico, molti studi vennero svolti lanciando i dadi a mano. Per giunta, i dadi stessi
contengono un grosso artefatto: le facce con i numeri piu' alti sono le piu' leggere, per via
delle concavita' dei puntini, e quindi sono anche quelle che hanno maggiori probabilita' di
emergere. Questo problema veniva generalmente trascurato. Attualmente, a causa degli
errori empirici, i parapsicologi non danno piu' molta importanza ai primi studi effettuati con i
dadi, anche se vi e' un recente rinnovato interesse.
- Attorno alla meta' degli anni quaranta, si scopri' l'effetto del "declino del quartile": ci si
accorse che, se si esaminavano i risultati di una sessione sperimentale, la quantita' di
successi era solitamente maggiore nel primo quarto della sessione che non durante
l'ultimo, e questo fatto venne considerato come una proprieta' della psicocinesi. Le
ricerche e le analisi vennero dirette sempre piu' verso questo ed altri effetti "interni",
interpretati come segni della realta' della psicocinesi stessa.
- Dal 1951 al 1969, in cio' che Stanford chiamo' il "periodo di mezzo", il metodo dei dadi
cadde in relativo disuso, e l'enfasi venne posta sul metodo dello "spostamento".Lo scopo
consisteva nell'influenzare un dado od una pallina, in modo da farli muovere in una certa
direzione mentre rotolavano lungo un piano inclinato. Tuttavia, come nel caso del lancio
dei dadi, neppure qui emersero dei dati convincenti.
Nella terza fase di Stanford, l'uso di generatori elettronici di eventi casuali forni' cio' che i
parapsicologi sperarono essere un elemento decisivo: d'ora in poi sarebbe stato possibile
studiare l'influenza della mente su eventi davvero casuali, mediante l'uso di apparati
automatici, del tutto obiettivi. Beloff ed Evans (1961) furono i primi a cercare gli effetti della
psicocinesi sul fenomeno del decadimento radioattivo, ma non ebbero alcun successo.
Helmut Schmidt fu il pioniere degli studi di psicocinesi condotti con l'aiuto di generatori di
eventi casuali.Un tipico esempio di apparecchio e di paradigma di Schmidt richiede quattro
lampade connesse ad un circuito elettronico. Il circuito aziona in sequenza ciclica quattro
interruttori, uno per ogni lampada. Quando un annesso contatore geiger rivela l'emissione
di una particella da una sorgente radioattiva, il circuito si ferma, qualunque sia l'interruttore
attivato in quel momento, e mantiene quindi stabilmente accesa una lampada. Lo scopo
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del soggetto e' di indurre una particolare lampada a rimanere accesa il piu'
frequentemente possibile. Naturalmente, l'unico modo per sapere se il soggetto ha avuto
successo consiste nel paragonare la frequenza delle accensioni della lampada prescelta
con quanto ci si puo' attendere dal caso.Con questo ed altri paradigmi simili, Schmidt
sostenne di aver trovato prove convincenti a sostegno della psicocinesi. Fu lui a
dimostrare successivamente che un gatto in un locale freddo poteva mantenere accesa
una lampada, azionata casualmente, per un tempo totale maggiore di quanto consentito
dal caso, e che degli scarafaggi subivano una quantita' di scariche elettriche maggiore di
quanto ci si potesse aspettare (forse a causa dei poteri psicocinetici dello stesso Schmidt
e della sua ripugnanza per gli scarafaggi), e che le uova fecondate potevano mantenere
accesa una lampada riscaldante per un tempo maggiore del previsto.Il lavoro di Schmidt si
fece ancora piu' notevole, poiche' giunse apparentemente a dimostrare che la psicocinesi
poteva estendere i propri effetti nel tempo, sia nel passato che nel futuro. Per esempio,
Schmidt (1976) uso' un generatore casuale binario per produrre una serie di scelte casuali,
le quali venivano tradotte in suoni impulsivi inviati agli auricolari di una cuffia stereofonica.
La sequenza di suoni venne registrata su nastro magnetico in duplice copia, e uno dei due
nastri venne messo al sicuro per i futuri controlli. L'altro nastro venne poi fatto ascoltare ad
un soggetto, il cui compito era quello di indurre un aumento della frequenza degli impulsi
che giungevano all'orecchio destro. Successivamente, Schmidt conto' il numero di impulsi
che si erano verificati nel canale destro, e trovo' un evidente aumento statistico nella
direzione voluta. Ma la cosa piu' importante, come da lui detto, fu che quando egli stesso
paragono' la sequenza di impulsi del nastro sperimentale a quella registrata nella copia
che era stata messa da parte, scopri' che erano identiche! Concluse quindi dicendo che il
soggetto aveva influenzato ambedue i nastri, presumibilmente mediante il collasso di una
funzione d'onda quantistica nel momento dell'osservazione (influenzando percio' in
maniera identica i due nastri, tramite una qualche stravaganza della meccanica
quantistica), oppure andando a ritroso nel tempo per alterare le serie nel momento in cui
venivano generate.Lo scettico sarebbe rimasto molto piu' impressionato, se nel nastro
ascoltato dal soggetto fossero state invece trovate delle differenze rispetto al contenuto
del nastro di controllo!
Il margine di successo che Schmidt otteneva nei suoi lavori e' molto piccolo, anche se
statisticamente significativo. Il valore medio dei successi nella sua ricerca era solo di poco
superiore a quanto ci si puo' aspettare dal c1;0caso (per esempio: 50.53%, rispetto ad una
probabilita' puramente casuale del 50.00%. (Palmer,1985)).
Robert Jahn e' l'ex preside della facolta' di ingegneria all' Universita' di Princeton, dove
continua ad insegnare ed a svolgere attivita' di ricerca. Egli si e' convinto dell'esistenza
della psicocinesi in base delle proprie ricerche, e accetta il fatto che essa possa
trascendere non solo lo spazio, ma anche il tempo. Come Schmidt, anche lui cerca di
interpretare le sue scoperte secondo i termini della meccanica quantistica. Grazie alla sua
posizione di prestigio e alla sua reputazione, i suoi lavori e le sue conclusioni hanno
sollevato molto piu' interesse di quelle di Schmidt, almeno al di fuori del settore della
parapsicologia.Jahn ha concentrato le sue ricerche in tre aree: (1) studi di psicocinesi in
cui i soggetti tentano di influenzare l'uscita di un generatore di eventi casuali; (2) studi di
macro-psicocinesi in cui i soggetti cercano di influenzare la caduta di palline in una
macchina statistica dimostrativa, e (3) studi sulla visione a distanza.Nei suoi studi con i
generatori di numeri casuali, Jahn ha accumulato milioni di prove con un sistema
automatizzato in cui i soggetti cercano di influire su di un processo casuale o
pseudocasuale. In uno lavoro tipico, un generatore casuale binario viene predisposto per
emettere una serie di 200 bit dopo che un tasto e' stato premuto. Questi 200 bit
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rappresentano una singola prova. Il soggetto osserva un display numerico il quale registra
il numero totale di "uni" o di "zeri" contenuti nella serie.L'esperimento si svolge secondo un
protocollo tripolare, nel senso che al soggetto viene chiesto di produrre un punteggio
maggiore di 100, uno minore di 100, oppure, durante le prove di controllo, di non fare
assolutamente nulla. Un singolo esperimento consiste in 50 prove in cui il soggetto deve
"mirare" in alto, 50 prove in cui deve "mirare" in basso, e 50 prove di controllo. Una serie
completa consiste in 50 di questi esperimenti.Jahn ha raccolto tutti i dati ottenuti nel corso
di diversi anni, durante i quali le sue apparecchiature avevano anche subito alcune
modifiche. A dispetto dell'elevata significativita' statistica che Jahn attribuisce ai suoi
risultati, Palmer (1985) calcolo' il valore medio dei successi per tutta la mole di dati, e
scopri' che si trattava solo del 50,02%, contro un'aspettativa teorica del 50,00%.
Comunque, per via dei milioni di prove effettuate, anche un minimo scostamento come
questo assume un valore statistico molto significativo.
Esistono pero' diversi problemi nelle ricerche che Jahn ha eseguito con i generatori di
numeri casuali:
(1) Per cominciare, la maggior parte della significativita' dei dati proveniva dai risultati
ottenuti da un solo soggetto, che era poi la stessa persona che collabora con lui e gestisce
il suo laboratorio. Jahn ha in seguito fornito altri dati i quali, secondo lui, indicano che gli
effetti non sono limitati a quell'unico soggetto.
(2) Come evidenziato da Palmer (1985), Jahn non ha fornito alcuna documentazione circa
i provvedimenti adottati per evitare che i risultati venissero manomessi dai soggetti. Il
soggetto viene solitamente lasciato da solo con l'apparecchuatura durante lo svolgimento
degli esperimenti.
(3) Le prove di controllo sono spesso eseguite separatamente dalle prove sperimentali, e
questo e' un fatto assai rilevante, poiche' il paragone tra i due tipi di prove e' alla base del
processo di inferenza.
(4) La distinzione fra studi formali e studi esplorativi non e' chiara. E' possibile che delle
prove esplorative siano state qualche volta considerate a posteriori come delle prove
formali, specialmente se i loro risultati sembravano positivi?
(5) Jahn esegue ripetute prove statistiche "post hoc" sui suoi dati, e percio' i livelli di
significativita' da lui asseriti, che sono interpretati come se si riferissero ad una singola
prova, risultano gonfiati in una misura imprecisata.
I
n conclusione, cio' che Jahn deve fare adesso e' condurre un esperimento: egli deve
specificare in anticipo il protocollo sperimentale, completo delle previsioni che devono
essere verificate, il numero dei soggetti, il numero delle prove, ecc. Finche' non fara' cosi',
egli avra' raccolto soltanto una grandissima collezione di dati pilota.Nei suoi studi con la
cascata meccanica casuale, Jahn usa un dispositivo statistico dimostrativo, il quale
consente la caduta di 9000 palline di polistirolo attraverso una matrice di 330 pioli, che le
smista in 19 diversi contenitori secondo una distribuzione della popolazione che e'
approssimativamente Gaussiana (Dunne, Nelson e Jahn, 1988). Gli operatori tentano di
spostare la popolazione verso destra o verso sinistra. Al tempo di quella pubblicazione del
1988, quattro dei venticinque operatori coinvolti nelle ricerche avevano "ottenuto
separazioni anomale, nei loro sforzi sia verso destra che verso sinistra", e altri due
avevano ottenuto separazioni significative verso destra o verso sinistra dalla linea di base.
73
Di nuovo, cio' che qui serve e' un esperimento delineato con chiarezza, con tutti i dettagli,
inclusi i confronti statistici necessari, da specificare in anticipo.Per quanto concerne gli
studi di Jahn sulla visione a distanza, anche se essi non coinvolgono la psicocinesi, vale
comunque la pena di riferire che essi sono stati recentemente esaminati in dettaglio da un
gruppo di parapsicologi (Hansen, Utts e Marwick, 1991), i quali hanno concluso che:
"Gli esperimenti del PEAR [Princeton Engineering Anomalies Research] di visione a
distanza, si discostano da quelli che sono i criteri comunemente accettati della ricerca
formale nell'ambito scientifico. Infatti, essi sono indubbiamente fra i peggiori esperimenti di
percezione extrasensoriale mai pubblicati in molti anni. Le carenze forniscono spiegazioni
alternative plausibili. Non sembra esserci alcun metodo statistico disponibile per la
valutazione di questi esperimenti, a causa del modo in cui essi sono stati condotti." (p.
198)
Mentre non possiamo concludere direttamente che la medesima trasandatezza
sperimentale abbia caratterizzato il suo lavoro sulla psicocinesi, questa valutazione
negativa da parte degli stessi parapsicologi non depone comunque molto a favore della
qualita' degli sforzi sperimentali nel laboratorio di Jahn. Dopo tutto, e' lo stesso Jahn che
traccia un parallelo tra i risultati ottenuti nei suoi studi sui generatori di numeri casuali, la
cascata meccanica, e la visione a distanza:
"Quattro esperimenti tecnicamente e concettualmente distinti - un generatore binario
casuale pilotato da una sorgente elettronica di rumore a diodo; un generatore
pseudocasuale deterministico; una cascata meccanica su larga scala; un protocollo
digitalizzato di percezione a distanza - mostrano degli andamenti sorprendentemente simili
nello scostamento dei conteggi dalle rispettive distribuzioni casuali. ...In ciascun caso, il
risultato equivale ad una semplice trasposizione marginale dell'appropriata distribuzione
statistica Gaussiana verso un nuovo valore medio... o, in modo equivalente, ad un
cambiamento della probabilita' fondamentale del processo binario di base [p]..." (Jahn,
York e Dunne, 1991, Abstract).
La meta-analisi e' uno strumento per la revisione dei lavori pubblicati. Essa fornisce una
procedura statistica per esaminare studi sperimentali correlati, e farsi un'idea di quanto
essi supportino collettivamente una particolare ipotesi.La meta-analisi e' diventata molto
popolare nella parapsicologia contemporanea. Viene usata per dimostrare che c'e' una
chiara indicazione, proveniente non solo da studi individuali che potrebbero essere affetti
da errori, bensì da un'ampia collezione di ricerche, che le anomalie statistiche, sempre
implicitamente o esplicitamente interpretate come il risultato di influenze psichiche,
esistono.Ricorderete che in precedenza avevo detto che gli studi con i dadi erano caduti in
disuso nelle ricerche di parapsicologia. Tuttavia, Radin (1991) ha presentato una metaanalisi
relativa a 73 rapporti pubblicati tra il 1935 ed il 1987, per un totale di 148 studi e più
di due milioni di lanci di dadi, in cui erano coinvolti 52 investigatori e oltre 2500 soggetti.
Egli scoprì che c'era effettivamente la presenza di un artefatto quando l'obiettivo era la
faccia con un numero alto, come il sei. Ma quando si mise ad analizzare un sottoinsieme
di 59 studi intesi a verificare proprio questo artefatto, trovò le prove di "un effetto
indipendentemente replicabile, significativamente positivo", e non spiegabile in termini di
resoconti parziali o di differenze nella qualità metodologica.
Radin e Nelson (1991) hanno condotto una meta-analisi di "tutti gli esperimenti conosciuti
che studiano le possibili interazioni tra lo stato di coscienza ed il comportamento statistico
dei generatori di numeri casuali", prendendo in esame 597 studi sperimentali e 235 studi di
74
controllo pubblicati tra il 1959 ed il 1987. (Questi provenivano da 152 differenti relazioni -
uno studio definito come la piu' grande possibile aggregazione di dati non sovrapposti e
raccolti con un unico scopo ben preciso). Gli autori hanno concluso che gli studi di
controllo si conformano bene alle aspettative di casualita', mentre gli effetti sperimentali
deviano significativamente da queste aspettative:
"L'entita' dell'effetto complessivo ottenuto in condizioni sperimentali non puo' essere
adeguatamente spiegata con carenze metodologiche o parzialita' nei resoconti. Percio',
dopo aver considerato tutte le testimonianze ottenibili, pubblicate e non, mitigate da tutte
le legittime critiche emerse fino ad oggi, e' difficile evitare la conclusione che, in
determinate circostanze, la mente interagisce con sistemi fisici casuali. (Resta ancora da
vedere se questo effetto sara' alla fine attribuito ad un qualche artefatto metodologico sin
qui trascurato, o ad un nuovo tipo di perturbazione bioelettrica di sensibili dispositivi
elettronici, o se verra' considerato come un contributo empirico alla filosofia della mente.)"
(p. 1152).
Che cosa ci rimane? Si direbbe che se usiamo generatori sia di eventi propriamente
casuali oppure pseudocasuali deterministici, e sia che cerchiamo effetti in tempo reale o
dispersi a ritroso o in avanti nel tempo, e sia che lavoriamo con eventi di microlivello o di
macrolivello come nella cascata casuale di Jahn, l'entita' degli effetti sara' virtualmente la
stessa (Jahn, York e Dunne, 1991). A detta di Schmidt (1988), sia gli esperimenti con
diversi tipi di flipper a monete e sia quelli con i dadi forniscono effetti psicocinetici dello
stesso ordine di grandezza, e nessuno e' mai stato capace di realizzare un generatore
casuale apprezzabilmente piu' sensibile di altri.Per giunta, Stanford (1977), passando in
rivista la psicocinesi, concluse che il successo in questo campo non dipende dalla
conoscenza dell'obiettivo, dalla natura o dall'esistenza del generatore di eventi casuali,
dalla complessita' o dal progetto del generatore di numeri casuali, e neppure dal fatto che
ci si stia cimentando in uno studio di psicocinesi. Egli concluse dicendo che, in qualche
modo, il fenomeno psicocinetico si manifesta senza che vi sia una qualche forma di
elaborazione da parte dell'organismo, ed avviene in modo tale da raggiungere lo scopo
senza nessuna mediazione sensoriale. Chiaramente, tutto questo ricorda molto da vicino
la cosiddetta magia naturale: esprimi un desiderio ed esso si avverera'. Le nostre
convinzioni aprioristiche sono la chiave per determinare se siamo disposti ad assegnare
alla psicocinesi il ruolo di agente causale delle deviazioni statistiche. Jefferys (1990) ha
criticato l'applicazione dell'analisi statistica classica agli studi eseguiti con generatori di
numeri casuali, in quanto essa non sarebbe adatta a questo tipo di dati e porterebbe ad
una grossolana sopravvalutazione della significativita' dei risultati. In effetti, egli afferma
che l'analisi Bayesiana, la quale prevede la presenza di convinzioni aprioristiche, mostra
che piccoli valori di "p" possono non essere sufficienti a provare l'esistenza di un
fenomeno anomalo. Jefferys illustra questo punto utilizzando una parte dei dati raccolti da
Jahn. A seconda delle ipotesi formulate a priori, l'analisi Bayesiana dei dati di Jahn
potrebbe addirittura indurre ad essere piuttosto scettici.In conclusione, cio' che Jahn ed
altri devono fare e' innanzitutto un esperimento ben concepito, con previsioni chiare, con
dichiarazioni specifiche circa quanto verra' sottoposto ad esame ed al numero delle prove,
ecc. Poi, se emergono dei risultati, occorre replicare in modo indipendente gli esperimenti.
Successivamente bisogna cercare di capire che cosa produce gli scostamenti dalla pura
casualita', invece di etichettarli subito come fenomeni psicocinetici, e poi concretizzare il
concetto di psicocinesi in modo da spiegare quegli scostamenti.Nel frattempo, a causa di
carenze metodologiche, di previsioni malamente definite, e dell'incapacita' di replicare gli
esperimenti da parte di altri studiosi, non ci sono, secondo me, dati anomali da spiegare. E
75
se anche vi fossero, essi potrebbero puntare altrettanto bene nella direzione dell'esistenza
del dio Giove quanto in quella della psicocinesi.
Negli ultimi anni un numero crescente di ricerche ha dimostrato l’esistenza della
retrocausalità: situazioni nelle quali le cause sono collocate nel futuro e l’informazione si
muove a ritroso nel tempo. In questo lavoro si suggerisce di inserire queste informazioni
nei processi decisionali al fine di governare in modo più efficace ed efficiente il presente.
Le dimostrazioni più famose di retrocausalità sono state prodotte da:
• PEAR (Princeton Engineering Anomalies Research) che, studiando l’interazione
mente/macchina, ha dimostrato la possibilità di modificare l’andamento di generatori di
numeri causali con la semplice intenzionalità (Jahn e Dunne 2005). In questi esperimenti
l’interazione anomala mente-macchina risulta essere più marcata nella modalità
retrocausale PRP (Precognitive Remote Perception), raggiungendo una significatività
(rischio di errore) di p=0,000002 (Nelson 1988).
•Cognitive ScienceLaboratori che, studiando stimoli fortemente emotivi, ha scoperto
l’esistenza di una riposta cutanea anticipata di 3 secondi (James 2003), con significatività
statistica (rischio di errore) di p=0,00054.
• Radin e Bierman (1997) i quali dimostrano che la risposta anticipata del sistema nervoso
autonomo e la conduzione cutanea possono essere utilizzati come predittori di esperienze
future.
• Parkhomtchouck (2002) che utilizza la fMRI (functional magnetic resonance imaging) per
studiare la retrocausalità.
Tutte queste ricerche hanno mostrato che le emozioni costituiscono il veicolo principe
della retrocausalità e delle informazioni che provengono dal futuro. Alle stesse conclusioni
era giunto Luigi Fantappiè quando, nel 1942, trovò il collegamento tra soluzione negativa
dell’equazione di Dirac, sintropia ed emozioni (Fantappiè 1993).Chris King (1989) lega la
retrocausalità al libero arbitrio e afferma che in ogni momento la vita deve scegliere tra le
informazioni che provengono dal passato e le informazioni che provengono dal futuro.
Secondo King, da questa attività costante di scelta, da questo indeterminismo di base,
nasce l’apprendimento e la coscienza. King sottolinea che la coscienza soggettiva è una
necessaria conseguenza della supercausalità che nasce dall’unione della casualità
ordinaria con la retrocausalità. (King 2003).
“Parecchi indizi rilevati nei nostri studi sulle anomalie fisiche dipendenti dalla coscienza
suggeriscono che i meccanismi che sottendono la loro espressione sono associati a
processi biologici inconsci più che a quelli cognitivi. Essi includono la mancanza di
evidenza a favore di un apprendimento da ripetute esperienze; la diffusa presenza di
effetti di posizione seriale chiaramente associati alla dimensione soggettiva inconscia; le
differenze di genere; la suscettibilità alla distorsione da comportamenti casuali in
esperimenti privi di intenzione; i frequenti resoconti dei partecipanti sulla loro maggiore
capacità di ottenere risultati quando non tentano coscientemente di ottenere buoni risultati;
gli apparenti effetti di risonanza interpersonale; e i risultati ottenuti con animali.”
76
Il vuoto dei fisici
È tutt'altro che vuoto. Invece è pieno di particelle-fantasma che forti campi
elettrici o gravitazionali possono richiamare in vita.
di Tullio Regge
(pubblicato su l'Astronomia n° 18 settembre-ottobre 1982)
Cosa intendiamo noi fisici quando parliamo di vuoto? L'uomo della strada quando sente
parlare di vuoto pensa istintivamente ad un recipiente da cui sia stata evacuata la materia
con opportune pompe. Io vorrei portare la discussione su questioni di principio e mostrare
la relazione tra il concetto di vuoto e quello di etere che lo ha preceduto storicamente e dal
quale ha tratto origine.
Secondo molti testi di fisica l'avvento della relatività avrebbe cancellato il concetto di etere
dalla fisica. Einstein cambiò più volte opinione su questo soggetto. In qualche modo i fisici
teorici sono d'accordo sul concepire il vuoto come un etere dotato di proprietà molto
particolari.
Torniamo al recipiente da cui viene pompata via l'aria. Così facendo diminuiamo la
quantità di materia, quindi la massa contenuta nel recipiente. Dunque, se pensiamo alla
famosa relazione E = Mc2, che esprime l'equivalenza tra massa M ed energia E, dove c è
la velocità della luce, stiamo anche diminuendo l'energia. Sotto questo punto di vista il
vuoto appare come la configurazione di energia minima.
Per ottenere veramente il vuoto dobbiamo quindi togliere tutta l'energia sotto qualunque
forma essa appaia. Anche la luce possiede energia: gli "atomi" di luce, i fotoni, si
comportano come delle particelle dotate di energia secondo la formula di Planck E = h .
Se vogliamo davvero un vuoto debbono sparire anche i fotoni.
Il vuoto deve essere anche un "buio". Lo stato di energia minima di un sistema qualsiasi
dicesi stato fondamentale. Il vuoto è dunque lo stato fondamentale dell'interno del
recipiente. I fisici teorici usano un vuoto ancora più estremo, quello in cui il recipiente è
tutto l'universo, uno "stato dunque in cui neppure noi abbiamo il diritto di esistere.
Tutti i sistemi meccanici possiedono uno stato fondamentale. Un pendolo classico lo
raggiunge nella posizione verticale di riposo. In questo caso avrebbe energia cinetica nulla
e quella potenziale minima. Diversa è la situazione per un pendolo quantistico. A causa
del principio di incertezza di Heisenberg non è possibile attribuire simultaneamenteuna
posizione ed una velocità precisa al pendolo. Lo stato fondamentale sopra descritto non è
più accettabile. Ne subentra uno in cui sia la posizione sia la velocità del pendolo sono
diverse da zero. Il pendolo fluttua quantisticamente attorno alla verticale.
Se la frequenza di oscillazione del pendolo vale l'energia dello stato fondamentale non è
nulla ma è data da E = ½h .
77
Possiamo fornire energia al pendolo ma solamente in quantità discrete, cioè in quanti h ,
per cui gli stati eccitati avranno energie espresse dalla formula
E = ½h + nh
Noi sappiamo che il campo di Maxwell in una cavità si può rappresentare come un
insieme costituito da un grandissimo numero di oscillatori. Il campo di Maxwell (campo
elettrico più campo magnetico) descrive la propagazione della luce. Lo stato in cui tutti gli
oscillatori sono sulla "verticale", ossia nello stato fondamentale, corrisponde al buio.
Eccitando un oscillatore compaionò dei fotoni: ogni oscillatore dà origine a fotoni con
caratteristiche particolari, dipendenti dall'oscillatore stesso.
Il vuoto è dunque lo stato in cui tutti gli oscillatori sono sul livello più basso di energia. In
questo tipo di teoria il campo elettrico e magnetico sono variabili dinamiche coniugate;
esse giocano un ruolo analogo" alla velocità (o meglio al momento) e alla posizione del
pendolo. Anche tra questi campi vale la relazione di incertezza di Heisenberg.
Abbiamo visto che l'incertezza quantistica impedisce al pendolo di assestarsi sulla
verticale, allo stesso modo essa impedisce al campo elettrico e magnetico di essere
simultaneamente nulli. Questi campi fluttuano continuamente nel vuoto e la loro presenza
può essere rilevata attraverso esperimenti con particelle ad energia sufficientemente
elevata. Le fluttuzioni non sono rilevabili da un corpo macroscopico in quanto si
compensano a vicenda su di una regione di spazio-tempo sufficientemente grande.
Figura 1 - Formazione di una coppia
elettrone-positrone nel campo di un
elettrone (tripletto) e nel campo di un
protone (coppia), da fotoni di alta energia
(foto del Lawrence Radiation Laboratory).
Cliccando l'immagine l'aprirete a 748 x 788
pixel.
Il concetto di vuoto sembra dunque molto più complicato del previsto. E teniamo pure
conto che i modi di vibrazione del campo di Maxwell dipendono dalla cavità in cui è
racchiuso. Di conseguenza l'energia minima e lo stesso stato fondamentale dipendono
dalla cavità.
78
Nell'effetto Casimir si osserva appunto una forza residua tra piastre scariche di un
condensatore; questa forza indica che l'energia del vuoto, e quindi il vuoto stesso,
dipendono dalla configurazione del condensatore. Si tratta dunque di un vuoto relativo alla
cavità.
Il campo elettromagnetico non è l'unico esistente; tutte le particelle elementari possiedono
un campo cui corrisponde un insieme di oscillatori. Tutti questi campi fluttuano
quantisticamente e non sono mai simultaneamente nulli. Questo vuoi dire che nel vuoto
esiste una struttura microscopica in cui continuamente appaiono e scompaiono tutte le
particelle conosciute come increspature su di un mare. Visto da distante il mare appare
piatto, visto da vicino rivela dettagli complicatissimi.
Se dunque evitiamo di guardare il vuoto nei dettagli esso può apparire come il "nulla" di
cui discutono da sempre i filosofi. La vera struttura del vuoto appare in condizioni estreme
di cui vale la pena discutere. Abbiamo detto che il vuoto fluttua, in esso vengono
continuamente create e distrutte delle coppie di particelle ed antiparticelle (N.d.R.:
processo di annichilazione).
In generale queste coppie per esistere debbono prendere a prestito una energia 2mc2,
dove m è la massa di ciascuna particella. Sempre per il principio di indeterminazione di
Heisenberg la coppia non può sussistere più di un tempo t dato da t * 2mc2 < h. Il
discorso vale ad esempio per gli elettroni e le loro antiparticelle, i positroni. Supponiamo
ora di avere un nucleo molto pesante e dotato di una carica elettrica elevata. [Al momento
non sono stati scoperti nuclei di carica così elevata da produrre gli effetti descritti nel testo,
si tratta dunque di un esperimento concettuale. Nella fisica delle particelle abbondano gli
esempi di materializzazione di coppie (ad es. elettrone-positrone) che si basano su varianti
della stessa idea.]
Il nucleo tende ad attrarre gli elettroni che si formano nel vuoto circostante ed a
respingere i positroni. Se la carica è abbastanza elevata può darsi che l'elettrone
precipitando sul nucleo liberi una energia sufficiente a compensare l'ammontare 2mc2
usato per creare la coppia. In questo caso si assiste ad una separazione permanente della
coppia. Si forma uno ione nucleo-elettrone e viene emesso un positrone. In sostanza il
processo avviene se la massa totale dello ione è minore di quella del nucleo: è proprio
questo difetto di massa che fornisce l'energia necessaria per la materializzazione. Si dice
che la fluttuazione da virtuale è diventata reale.
Figura 2 - Coppie di particelle virtuali popolano il
vuoto, ma non possono essere rivelate. La
presenza di nuclei supercarichi potrebbe
separare tali coppie catturando l'elettrone e
rendendo osservabile il positrone.
Cliccando l'immagine l'aprirete a 967 x 1007
pixel.
79
Un secondo caso di rilevante interesse viene dalla teoria di Hawkins del buco nero. Un
buco nero è una configurazione limite della materia in cui la forza gravitazionale
predomina su tutte le altre e conduce ad una soluzione del campo einsteiniano il cui raggio
vale circa R=2MG/c2. In questa formula G è la costante di gravitazione universale di
Newton e abbiamo G/c2 = 0,74 * 10-28 cm/g.
Un buco nero ha dunque un raggio proporzionale alla sua massa. La Terra formerebbe
un buco nero del diametro di pochi centimetri. Un buco nero può accelerare una
qualunque particella a velocità prossime a quella della luce entro il suo raggio e in un
tempo circa uguale a R/c. L'accelerazione di gravità indotta dal buco nero cresce con il
diminuire della sua massa. Una coppia virtuale nelle vicinanze del buco nero diventa reale
se almeno una delle sue componenti può essere inghiottita dal buco in un tempo più breve
del valore limite h/2mc2 tipico della coppia (con M indichiamo la massa del buco nero, con
m la massa delle componenti della coppia).
Questo impone che MG/c3 sia molto minore di h/mc2. Più la particella è pesante minore
deve essere la massa del buco nero. Si tratta dunque di una situazione instabile. Un buco
nero può sempre emettere fotoni, poiché questi hanno massa nulla. Così facendo perde
energia e quindi massa fino al punto in cui può emettere elettroni, indi mesoni, protoni e
così via.
Secondo i calcoli la fine del buco nero è catastrofica, le ultime tonnellate di massa
vengono emesse in una frazione di secondo sotto forma di particelle ad alta energia.
Vediamo dunque che campi sufficientemente intensi possono rivelare la struttura del vuoto
e le sue fluttuazioni.
Veniamo ora ad un altro argomento molto importante, quello delle simmetrie del vuoto.
In generale un sistema fisico possiede uno stato fondamentale di elevata simmetria. Un
pendolo oscilla attorno alla configurazione verticale, l'atomo di idrogeno mostra una
simmetria sferica, una membrana vibrante nel tono più basso non ha né nodi né ventri che
potrebbero diminuire la simmetria.
Non a caso dunque il vuoto globale, quello dei fisici teorici, mostra tutta la simmetria
possibile. Se noi ruotiamo o trasliamo questo vuoto, esso non cambia. Ma anche
muovendoci di moto uniforme rispetto ad esso, agendo cioè con delle trasformazioni di
Lorentz, il vuoto rimane immutato.
Nella maggioranza delle teorie fisiche proposte finora il vuoto è appunto distinto da queste
proprietà. E si potrebbe anche dire che in fondo non è assolutamente possibile distinguere
un etere invariante sotto tutte le operazioni sopra descritte da un vuoto vero e proprio; la
distinzione diventa semantica. La vecchia polemica pro o contro l'etere originava da una
concezione troppo ristretta di etere; come fluido dotato di proprietà simili ai fluidi materiali
conosciuti. Di qui la polemica sul "vento d'etere".
Per quanto detto, il vuoto parrebbe essere lo stato di massima simmetria di un sistema.
L'esistenza delle cosiddette "rotture spontanee" di simmetria pone dei limiti a questa
caratterizzazione. Cercherò di spiegare di cosa si tratta ricorrendo a modelli classici molto
semplici.
Un oscillatore classico a due dimensioni può immaginarsi come una pallina appesa ad un
filo oppure come una biglia posata entro una buca di potenziale a forma di coppa
semisferica. In questo caso la posizione di energia minima è anche quella di massima
simmetria; possiamo ruotare infatti la configurazione attorno ad un asse verticale senza
che essa cambi. Le oscillazioni della pallina non sono simmetriche ma l'insieme di tutte le
80
oscillazioni possibili è simmetrico.
Invece di una coppa semisferica, consideriamo il fondo di un bottiglione oppure un catino
che poggi sul tavolo lungo tutta una circonferenza. Il punto centrale diventa una posizione
di equilibrio instabile, il minimo viene invece raggiunto lungo la circonferenza di contatto.
Tutte le posizioni minime della pallina sono dei "vuoti" possibili, nessuno dei vuoti è
simmetrico ma "insieme globale lo è. Si parla in questi casi di rottura spontanea della
simmetria.
Le piccole oscillazioni intorno a uno di questi diversi vuoti non vedono la simmetria
completa del recipiente, quelle più energetiche invece esplorano tutto il catino e si
accorgono che ha simmetria circolare. Nella teoria di Weinberg-Salam viene introdotta
una struttura di campo simile al catino da me descritto, il vuoto non risulta simmetrico e
così pure le piccole oscillazioni attorno al vuoto, ossia le particelle elementari descritte
dalla teoria.
Solo nelle collisioni ad altissime energie è possibile vedere, in regioni ristrette dello spazio
e per brevissimi istanti, tutta la splendida simmetria della teoria.
E' possibile immaginare teorie in cui esistono configurazioni simili al vuoto ma che
raggiungono solamente dei minimi relativi di energia. Una particella che sia costretta a
viaggiare in una buca di potenziale con molti minimi e massimi potrebbe possedere molti
tipi diversi di vuoti relativi. Classicamente sarebbe molto difficile distinguere tra un vuoto e
l'altro. Se non diamo una spinta sufficiente, una pallina contenuta entro una buca non va
ad esplorare altri minimi di sua spontanea volontà. Quantisticamente invece una
fluttuazione potrebbe indurre una transizione (detta effetto tunnel) tra un minimo e un
altro minimo più basso. I vuoti relativi sarebbero instabili.
Se tuttavia la vita media per una transizione del genere risulta lunghissima, un vuoto
relativo può apparire assoluto ad una osservazione incompleta. Le particelle elementari
sono le piccole oscillazioni attorno al vuoto; se questo cambia cambiano pure le particelle
che vengono, osservate.
E' dunque il vuoto che determina le proprietà della materia, noi stessi siamo delle piccole
fluttuazioni attorno al vuoto consueto. Ed in fondo lo chiamiamo "vuoto" proprio perché
siamo delle piccole oscillazioni attorno a questo vuoto. Una zona di spazio che venga ad
essere occupata da un altro tipo di vuoto ci apparirebbe pienissima. Inversamente, degli
esseri nati dalle eccitazioni attorno a questo vuoto penserebbero a noi come a delle
oscillazioni di un fluido estremamente denso.
Esistono altri vuoti? E' il nostro veramente lo stato di minima energia?
La risposta a queste domande è probabilmente affermativa; se esistesse un supervuoto
più basso del nostro potremmo correre dei rischi molto seri giocando con gli atomi. Una
volta iniziata, la transizione potrebbe propagarsi alla velocità della luce facendo
scomparire noi e tutte le cose conosciute per instaurare un nuovo tipo di materia
totalmente diverso da quello attuale.
E' molto improbabile che questo avvenga: infatti i raggi cosmici continuano a bombardare
tutta la materia dell'universo da miliardi di anni senza che si siano verificati casi del genere
nonostante essi raggiungano energie miliardi di volte più elevate di quelle dei nostri
acceleratori. Niente paura dunque.
Esiste un divertente esempio di vuoto relativo rispetto al nostro. Raffreddando l'elio liquido
otteniamo un superfluido. Se si potesse arrivare allo zero assoluto otterremmo un vuoto
81
relativo. Allo zero assoluto l'elio contenuto in un recipiente forma un singolo stato
quantico che rappresenta un minimo relativo di energia. Se potessimo aspettare oltre 1040
anni i nuclei di elio finirebbero per fondersi in nuclei più pesanti e formare ad esempio del
ferro. L'elio liquido è dunque metastabile.
Attorno a questo minimo il sistema può effettuare delle oscillazioni che consistono
essenzialmente di onde sonore propagantesi attraverso il fluido. Queste onde sono
quantizzate, i loro quanti si chiamano fononi. Dunque questo tipo di vuoto ha le sue
particelle. I fononi possono aggregarsi in strutture più complicate, delle rozze molecole
fononiche.
L'elio liquido non mostra la spettacolare varietà di particelle che caratterizzano il nostro
vuoto e che rendono possibile l'esistenza di complesse strutture organiche e della vita. Se
così fosse, esisterebbero degli esseri viventi che considerano l'elio liquido come
assolutamente vuoto ed i fononi come una forma di materia. Per essi la materia ordinaria
sarebbe inconcepibile o perlomeno il frutto fantasioso di speculazioni teoriche quali
appunto quelle che stiamo facendo. Le pareti del recipiente sarebbero una barriera
insormontabile: come potrebbe il suono uscire fuori dal fluido in cui si propaga?
Allo stesso modo un altro vuoto potrebbe essere presente in questo universo al di là di
qualche barriera non ancora incontrata. Alcuni fisici hanno discusso possibilità del genere
(tra di essi Coleman) e l'idea che il nostro vuoto sia in qualche modo metastabile. Tutti
vorremmo che il nostro vuoto fosse assoluto, il miglior vuoto esistente e che gli altri
fossero metastabili come l'elio liquido.
Dovrebbe essere chiaro dalla discussione che il particolare minimo dell'energia attorno a
cui viviamo ci sembra vuoto nel senso usuale della parola, proprio perché noi siamo delle
oscillazioni attorno a questo stato. Diamo quindi ad esso un significato particolare perché
in fondo la densità media della materia è bassissima. In realtà il vuoto potrebbe essere
relativo oltre che fluttuante e poco simmetrico e meno ancora elementare. Diamoci quindi
da fare a studiare il vuoto: ci attendono delle sorprese.
Copyright © 1982 di Tullio Regge (per gentile concessione dell'editore)
Adattamento web a cura di Lucio Furlanetto
Pagina caricata in rete: 23 maggio 2004; ultimo aggiornamento (1°): 24 maggio 2004
82
Teoria del campo unico
The single field theory
Di Eugenio Selvaggi Lara Selvaggi
Sommario della Teoria del Campo Unico
Un'idea sufficientemente semplice è sicuramente fondamentale e si può sempre
descrivere in modo intuitivo e con chiarezza.
La problematica fondamentale è che normalmente la teoria (classica) non spiega
come la forza agisce tra gli oggetti, come funziona l'interazione.
Parliamo di quarks, gravitons, muons, mesons, kaons, pions e chi sa quante altre
particelle, ma la geometria della natura rimane sconosciuta.
Si parla dell'esistenza di un campo, ma non si definisce cos'è e come "funziona"
sugli oggetti.
Quale realtà fisica rappresenta la funzione d'onda?
Le equazioni delle onde corrispondono alle osservazioni solo quando
opportunamente manipolate.
Un'equazione che dà corrette risposte può essere utile a soluzioni tecnologiche, ma
finchè non risponde ai profondi "come e perché", dovremmo trovarle inadeguate.
La teoria del campo unico vorrebbe essere quell' "ipotesi forte" che risponde ai
profondi interrogativi in modo sufficientemente semplice, tanto semplice da
risultare fondamentale e quindi unica.
Potrebbe completare la relatività generale; in accordo alla meccanica quantistica,
ma liberandosi del "principio di indeterminazione"!
Sostituendolo con il "principio di risoluzione quantistica".
La teoria parte da un unico postulato, il campo elettromagnetico, e da un’unica
legge, la risonanza. La legge rappresenta la dinamica del postulato.
83
L’assunzione di questo postulato e questa legge implica 4 proprietà o principi
fondamentali:
•la quantistica,
•la simmetria,
•la sinergia
•e il fattore di scala.
Einstein, Podolsky e Rosen credettero che la teoria quantistica era incompleta e che
ogni fotone aveva "proprietà segrete" e che se conosciute potevano spiegare, in
modo deterministico, cosa volesse significare la misura della polarizzazione.
Le "proprietà segrete" secondo la teoria del campo unico significano (una
descrizione del sistema fisico in modo deterministico) intercettare la polarizzazione
del fotone.
Significa determinare (istantaneamente sull’asse di Planck) la caduta del punto di
riflessione tra fotone/antifotone entangled; cioè la caduta del punto di riflessione tra
le due onde stazionarie contrapposte.
Il punto di riflessione è condizione vitale (indispensabile) alle rispettive risonanze.
Il punto di riflessione è realizzato da due controrotanti onde stazionarie
(fotone/antifotone) e lo definiamo "Quantum entanglement"; è la proprietà
fondamentale di ogni interazione. E' l'aspetto campo elettrico.
La coppia elettrone/positrone di onde stazionarie controrotanti, con una distanza di
separazione di mezza lunghezza d'onda del fotone, è l'aspetto campo magnetico.
I campi elettrico e magnetico sono due aspetti della stessa cosa.
L'insieme è la funzione d'onda elettromagnetica. L'onda elettromagnetica
stazionaria che incorpora fotone/antifotone ed elettrone/positrone. Definendo il tutto
come un neutrino/antineutrino.
La direzione (il punto) di osservazione sull'asse di Planck definisce l'aspetto di
neutrino o antineutrino.
Rappresenta il "pixel" dell'immagine spazio-tempo. Compone la materia scura (95%
dell'universo).
84
Perciò un fotone appare essere durante ogni interazione il centro della coppia
elettrone-positrone con una distanza di separazione pari a mezza lunghezza d'onda
del fotone.
Questo spiega la supersimmetria: la conversione tra leptoni e bosoni, l'unificazione
di particelle con spin intero (1) e semi-intero (1/2).
La polarizzazione del fotone e lo spin dell'elettrone configurano l’entanglement
(fenomeno di coerenza non-locale), ognuno sul corrispondente asse di Planck (assi
ortogonali).
Il collasso del punto di riflessione tra fotone/antifotone e elettrone/positrone
entangled (collasso della funzione d'onda) e la loro riformazione (ricreazione)
cambiando asse di Planck (terzo asse, l'asse di propagazione) è quello che
chiamiamo propagazione (azione locale) a velocità costante.
La velocità della luce "c", nello spazio-tempo isotropico dei neutrini, la materia
scura, è pertanto, indipendente da ogni sistema di riferimento. La propagazione è
un processo.
Locality è scambio di onda stazionaria (catena elettromagnetica) da nodo a nodo.
Il tempo relativo alla velocità "c" (processo di propagazione) è rigidamente
associato allo spazio, rappresenta la dinamica dello spazio. La "clock" dello spazio.
La propagazione del fotone concorda con l'aspetto campo elettrico, mentre la
conduzione dell'elettrone concorda con l'aspetto campo magnetico.
Entrambi, propagazione e conduzione, appartengono allo stesso processo fisico
(propagazione/conduzione) e perciò hanno la stessa velocità "c".
Entanglement e propagazione sono due diversi fenomeni fisici, una doppia realtà
fisica: rispettivamente fenomeno non-locale (nello spazio senza tempo) e fenomeno
locale (spazio-temporale).
Ogni elemento di realtà fisica deve avere una controparte nella teoria fisica. Nella sua
legge dinamica: la risonanza.
Non esiste nessun principio d'indeterminazione, semplicemente un processo fisico
nell'ambito della risoluzione quantistica.
85
Quando un "frame of reference" (un'onda stazionaria complessa) accelera rispetto ai
nodi di neutrini (lo spazio-tempo), allora l'effetto Doppler produce un _λ emergente
dall'interferenza elettrodinamica e manifesta l'effetto d'inerzia.
Una riconfigurazione dell'onda stazionaria (salto quantistico) avviene quando
l'effetto Doppler produce un _λ maggiore di 1/2 onda Compton, (accelerazione
dell'elettrone) costruendo nuove coppie di fotoni/antifotoni come effetto "visibile".
Una deformazione statica dello spazio-tempo viene formata dalla presenza di un
gruppo di onde stazionarie complesse, a causa delle differenti lunghezze d'onda
(diversa composizione delle armoniche).
Un'anisotropia presente nel pieno isotropo di neutrini (ironicamente chiamato
quantum vacuum) è un campo gravitazionale.
L'effetto d'inerzia, l'accelerazione, è possibile soltanto in linea retta, coerentemente
alla direzione dell'effetto Doppler sullo specifico asse di Planck.
Se l'onda stazionaria complessa (l'oggetto) cambia direzione (cambia l'asse di
Planck) allora interviene l'effetto della precessione giroscopica, a causa
dell'accelerazione angolare (effetto di collasso e ricreazione su differenti assi
dall'interferenza delle componenti dell'effetto Doppler).
Diversa lunghezza d'onda come deformazione dello spazio-tempo (gravità) oppure
come effetto Doppler (inerzia) produce lo stesso risultato ed effetto. Questo è il
principio di equivalenza di Einstein.
La teoria della relatività generale e la sua geometria rappresentativa è perfettamente
applicabile alla teoria del campo unico.
La deformazione dinamica della rete spazio-tempo è (rappresenta) l'onda
gravitazionale. Si ha per ogni fenomeno illustrato.
La nostra rete spazio-tempo è costruita su multipli interi di 1/2 λc (lunghezza d'onda
Compton), la risoluzione quantistica del nostro universo locale.
La presenza di un gruppo di onde stazionarie (diverse composizioni di armoniche),
anisotropia della rete spazio-tempo, significa strutture più complesse di minor
energia.
Tali strutture sono circondate dall'alta energia dei neutrini isotropi che compongono
lo spazio-tempo.
86
Viceversa, strutture semplici e coerenti di massima energia significa una
deformazione spazio-tempo estrema, una singolarità: il buco nero.
La stessa struttura del laser, ma sulla lunghezza d'onda gamma. E' un fenomeno
macroscopico di coerenza quantistica.
Un gruppo di onde stazionarie complesse (un oggetto) vicino all'alta energia
coerente "laser" (il buco nero) si smontano nelle loro armoniche e alimentano il
buco nero (pompaggio laser).
Questo è il collasso gravitazionale. Il principio degli oscillatori accoppiati.
La modulazione del pompaggio laser (modulazione del buco nero), relativo alla
sequenza di armoniche durante il proceso di collasso dell'oggetto, è l'informazione
che il buco nero trasmette nell'universo. In accordo con la meccanica quantistica.
Il fotone/antifotone è anche una struttura coerente minima definibile nano-buco
nero con alta energia in rapporto alle sue dimensioni. E' un fattore di scala estremo.
Nano-buco nero e buco nero rappresentano perfettamente la teoria del campo
unico. Il singolo postulato, la singola legge con le sue 4 proprietà.
Capire l'interazione di un sistema puramente quantistico con un sistema quasi
complesso costituisce il confine di conoscenza tra mondo quantistico e mondo
classico.
E' l'osservazione dell'entanglement tra un singolo fotone (un sistema puramente
quantistico) e un singolo atomo (un sistema quasi complesso).
L'entanglement tra uno ione e un fotone permette di conoscere lo stato dello ione
misurando il fotone, ovunque si trovi.
E' possibile applicare l'entanglement, in scala, ai sistemi complessi. (E' possibile in
stato di coerenza, come: lo stato Bose-Einstein, le condizioni nanotecnologiche
specifiche).
Più elementi, parti (particelle) di un sistema quantistico, in stato di decoerenza,
configura un sistema classico, ma la risoluzione quantistica diventa trascurabile
all’osservazione e alla misura. Non significativa e/o non apprezzabile rispetto alla
funzione globale.
87
Come guardare un’immagine fatta di pixel, ma vedendo il suo insieme senza
analizzare i singoli pixel. Allora il sistema è assunto lineare, classico.
In ogni sistema classico esiste un minimo di coerenza residua (non compensata)
come per il magnetismo residuo; il fenomeno risultante è l'entrainment, che appare
come un debole entanglement (fattore di scala).
Einstein ci disse che una teoria per essere valida deve
necessariamente rispondere a 3 requisiti:
la semplicita, la simmetria e l’eleganza.
aggiungo: la sinergia.
perche la sinergia e la "dinamica" della semplicita e della simmetria.
88
Teoria del campo unico
Il postulato:
L’esistenza dell’onda elettromagnetica fondamentale di
Planck,
il "quantum vacuum" su cui fluttuano i pacchetti d'onda stazionari:
i fotoni/antifotoni, i leptoni, la materia.
Campo elettrico e magnetico sono due modi di interpretare la stessa cosa!
In modo inscindibile. relativita ristretta
Lo spazio, il “vuoto” cosmico, e tutt’altro che vuoto;
bensi un pienissimo di onde elettromagnetiche ”all pervading electromagnetic
field" di energia E = hf.
E' il quantum "vacuum" dove la lunghezza d'onda fondamentale e relazionata
alla costante di Planck "h" (6.62618 • 10-34 Joule • sec.) Planck fu il primo ad
introdurla per spiegare lo spettro di un corpo nero.
“Quantum vacuum fluctuations” : la frequenza massima “cutoff frequency”, la
frequenza di Planck che e circa 1043 Hertz.
L’infinito: "all pervading electromagnetic field", “quantum vacuum”, e un mare di
campi di forze elettromagnetiche.
Il più piccolo oscillatore quantistico esistente, nel “vuoto” (che e un pieno) e il:
“Planck oscillator ” … il pendolo della realta di fondo.
Un’enorme quantita di energia presente … “vacuum radiation”.
Dove la distribuzione e l’orientamento delle onde e in ogni direzione e il loro
"rigido" concatenamento e dato dai campi elettrico/magnetico (i due aspetti
della stessa cosa…) .
Considerare infinito l’universo non e un postulato, ma l’osservazione di una
realta scientifica, perche:
non esistono sistemi chiusi, qualsiasi materia o forme di energia note sono
permeabili e pervasi dalla massima energia conosciuta, quella di fondo, su cui
fluttuano.
Il quantum vacuum e ovunque onnipresente e senza soluzione di discontinuita;
paradossalmente lo chiamiamo “vuoto cosmico” … per convenzione di
ignoranza!
… tutti gli specchi sono trasparenti alla frequenza di Planck !
La dinamica del postulato:
89
La legge:
cioe il meccanismo della dinamica di funzionamento:
la risonanza
Governa ed e presente in qualsiasi fenomeno osservabile !
un’implicazione filosofica Þ l’infinito dinamico
Lo spazio-tempo.
si innesta, si costruisce sul "quantum vacuum" dinamicamente per la legge di
risonanza.
Il semiperiodo della lunghezza d'onda “dell’oscillatore di Planck” costituisce
l'unità di base, la CK fondamentale (il substrato).
La CK fisica-geometrica digitale! Il fondo quantistico.
L'infinito continuo pieno di onde di Planck sulle quali attraverso la dinamica,
le onde stazionarie, si crea l'"immagine" dello spaziotempo.
Lo spazio-tempo unitario
si colloca nell’unita spazio-tempo, ultimo bit … risolutivo, cioe la lunghezza
d’onda stazionaria piu prossima alla CK di Planck.
Cosi come non e significativo un singolo pixel di un’immagine, ma che compone
l’immagine, cosi l'onda stazionaria minima (lo spazio-tempo unitario) compone lo
spazio-tempo, la materia.
Geometria dello spazio (postulato) e pacchetto d’onda stazionario sono
condizioni interconnesse dalla dinamica: dalla legge di risonanza.
La legge e parte integrante del postulato, non "nasce", semplicemente esiste.
Un postulato senza una dinamica associata non potrebbe sussistere.
L’assunzione di questo postulato e questa legge implica 4
proprietà o principi fondamentali:
1. La quantistica
E’ possibile far risuonare solo onde stazionarie quali multipli interi di ½p .
Il quantum (del vacuum) fondamentale e la mezza lunghezza d’onda di Planck.
Risoluzione del sistema ed essenza del postulato stesso.
90
2. La simmetria
I nodi delle onde stazionarie, che risuonano sul quantum vacuum, definiscono la
geometria della struttura in modo sempre simmetrico.
Il punto di riflessione dell’onda e il punto di riferimento della simmetria. (vedi
strutture platoniche)
Concetto di simmetria
Un insieme di trasformazioni che formano una struttura matematica, chiamata
gruppo.
Le leggi fisiche sono simmetriche per rotazioni attorno ad uno qualsiasi dei tre
assi spaziali indipendenti.
Tali rotazioni appartengono tutte al gruppo di rotazioni tridimensionale ( SO3 ).
Le rotazioni sono individuate da angoli continui, percio, il gruppo e un gruppo di
simmetria continuo.
La simmetria continua delle rotazioni nello spazio da origine alla conservazione
del momento angolare.
Nella teoria di Maxwell lo spazio interno è considerato come una
circonferenza.
La carica elettrica e la grandezza che si conserva associata alla simmetria.
A ogni punto dello spazio-tempo e associata una circonferenza e le leggi
dell'elettromagnetismo non cambiano per rotazioni indipendenti attorno a
ciascuna circonferenza di questo insieme infinito. (simmetria di gauge)
In elettrodinamica la particella di gauge è priva di massa con spin 1, è
chiamata fotone.
Il gravitone (nella teoria della gravitazione di Einstein) e un tipo di teoria di
gauge, ma con spin 2.
3. La sinergia
Qualsiasi struttura risonante vibra alla minima energia possibile di quel corpo
instaurando onde stazionarie.
La naturale distribuzione: una struttura di energia di forma simmetrica.
Questo principio e molto interessante perche, in contesti generali, come i
sistemi aperti e i sistemi complessi, sostituisce il principio di conservazione
dell’energia e il II principio della termodinamica (entropia) che valgono solo nei
sistemi chiusi… che non esistono.
91
4. Il fattore di scala
Senza fattore di scala il postulato e la legge ipotizzati, non potrebbero da soli
spiegare tutti i fenomeni. Qualsiasi fenomeno, organizzato su questa ipotesi,
deve essere scalabile; deve potersi osservare e riprodurre su scala; ovviamente
quantistica, cioe su multipli interi di ½ p mezza lunghezza d’onda di Planck.
Questo conferisce all’ipotesi un potentissimo mezzo di verifica sperimentale,
potendo operare anche su scala tecnologica accessibile…
Su scala nanotecnologica ci si aspetta la riprova successiva per sperimentare
effetti prevedibili e sfruttabili.
Un solo evento sperimentale, in tal senso, dovesse fallire e l’ipotesi del
campo unico cadrebbe inesorabilmente.
Il laser costituisce sicuramente il fenomeno e lo strumento emblematico per
eccellenza: e l’onda elettromagnetica stazionaria risonante.
In una scala tecnologicamente piu accessibile.
Rappresenta il postulato, la legge e le 4 proprieta correlate.
(vedi riflessione sul "fattore di scala").
Tutti i fenomeni, macroscopici e nanoscopici, sono riconducibili al dominio
della legge di risonanza, cosi come quantificabili e strutturabili quali entita
elettriche.
(unica legge e unico postulato)
Concetto di risonanza
I corpi hanno una o un set di frequenze alle quali essi naturalmente vibrano
quando sollecitati con un impulso, queste sono le cosidette frequenze naturali.
Ad ognuna delle frequenze naturali è associata un’onda stazionaria e a
questa una struttura (pattern) per l’intero corpo.
Un’onda stazionaria e una configurazione di vibrazione creata all’interno di un
corpo quando la frequenza di vibrazione della sorgente causa interferenza tra
le onde riflesse dall’estremo del corpo con le onde incidenti della sorgente in
modo tale che punti specifici lungo il corpo appaiono essere fissi: i nodi. ⇓nodi
in 2D ⇓
I nodi: sono il risultato di interferenze distruttive delle onde incidenti e
riflesse.
Tali strutture sono possibili solo all’interno di un corpo a frequenze specifiche
di vibrazione, sono le frequenze armoniche, dove la prima e riferita alla
fondamentale.
Nel caso dei leptoni (delle particelle) l’armonica fondamentale e correlata alla
dimensione di Planck.
92
Le strutture a frequenze specifiche di vibrazione rappresentano il modo di
vibrare alla minima energia possibile di quel corpo: frequenze privilegiate che
hanno la massima ampiezza e la minima energia d'ingresso.
Il corpo favorisce tali frequenze che tendono alla minima energia…
Sinergia della legge !
In 2D parliamo di “configurazione dell’onda stazionaria” , In 3D “struttura
dell’onda stazionaria”.
Come la risonanza (pacchetto d’onda stazionario)
“geometricamente” si inserisce nel postulato ?
Bisogna rifarsi alle proprietà elementari dello spazio-tempo.
Lo spazio-tempo, geometria, risiede sia nel postulato che nella legge;
percio, la geometria dello spazio-tempo e la risonanza dell'onda
elettromagnetica (pacchetto d'onda) sono condizioni interconnesse.
La “pienezza” geometrica e assoluta del quantum vacuum, la non esistenza del
“vuoto” (nel senso di niente), la distribuzione delle onde (in ogni modo di
propagarsi) non puo lasciare “vuoti” e definisce il concetto di "pieno" infinito !
E' il postulato "materiale di fondo" su cui possono instaurarsi le onde
stazionarie i cui nodi rappresentano sia la struttura dello spaziotempo
sia la materia; quest'ultima ha minor energia, maggiore complessita, lunghezza
d'onda maggiore.
La rotazione del piano di polarizzazione dell’onda elettromagnetica
(polarizzazione dell’onda) fondamentale di Planck, determina una quantita di
moto angolare, sull'asse geometrico spazio; che definiamo asse di Planck.
E’ un fenomeno, quello dello spin, geometricamente unidimensionale, non locale e
atemporale, cioe contemporaneo lungo l’asse "rigido" spazio considerato
nell’infinito quantum vacuum.
Base di riferimento per costruire il concetto successivo di entanglement, otivo
d’essere della costante cosmologica di Einstein… primo assunto olistico.
Le onde elettromagnetiche fondamentali di Planck, la clock del quantum vacuum
infinito, sono il tessuto di fondo la cui trama e rappresentata dagli assi di
Planck e formano lo spazio infinito.
Quello spazio geometrico su cui 2 onde stazionarie (2D) due dimensioni
simmetriche e gemelle in controrotazione (3D) tre dimensioni sull'asse di
Planck formano il fotone e l'antifotone; testabili con il fenomeno
dell'entanglement. (vedi modello di fotone).
93
Fig.1
L'insieme di due onde stazionarie controrotanti è ciò che definiamo
"funzione d'onda" e che conduce alla definizione di entanglement:
Particelle, governate dalle leggi della meccanica quantistica, esibiscono una
notevole proprieta nota come “entanglement”. Una coppia di particelle
quantistiche possono esistere in entangled "superposition" (sovrapposizione) ,
una combinazione di stati, che si ridefinisce in un unico stato soltanto quando
proprieta come lo spin o la polarizzazione viene misurata.
Quantum entanglement è il requisito fondamentale di ogni interazione;
perché il momento angolare dell'onda elettromagnetica (del
fotone/antifotone) rappresenta il fenomeno per eccellenza di trasferimento
dell'energia: l'interazione.
Lo spin o la polarizzazione sono definizioni del momento angolare.
"Io considero l'entanglement non uno ma il tratto piu caratteristico della
meccanica quantistica, quello che impone il suo completo distacco dalle linee di
pensiero classiche".
Schrodinger
Non a caso l'arguto argomentare di Einstein, Podolsky e Rosen (EPR) e riferito
ad un sistema di due particelle elementari in stato entangled per dimostrare
che la meccanica quantistica e una teoria incompleta.
94
Dal punto di vista dei due fotoni entangled ogni cosa e predefinita: la coppia di
onde stazionarie risonanti hanno sponda di riflessione comune; necessita per la
legge di risonanza. Non una comunicazione di qualsivoglia genere.
Il tempo e zero! E' un fenomeno non-locale, e la fase dello spaziotempo, ma
niente scorre sullo spazio-tempo.
E' una rotazione/controrotazione sull'asse di Planck nello spazio infinito.
Il trio EPR, infatti, non accetta l'idea che misurando un fotone in un posto si
possa avere una conseguenza fisica istantanea in altro posto in virtu della
"spiegazione" che le misure quantistiche riguardano le probabilita…
Einstein, Podolsky e Rosen credettero che la teoria quantistica era incompleta
e che ogni fotone aveva "proprieta segrete" e che se conosciute potevano
spiegare, in modo deterministico, cosa volesse significare la misura della
polarizzazione (l'interazione fondamentale, l'interazione sul momento angolare)
Le "proprieta segrete" secondo la teoria del campo unico.
… intercettare la polarizzazione, lo spin, di uno dei due fotoni,
fotone/antifotone, elettrone/positrone, significa determinare
(istantaneamente sull’asse di Planck) la caduta del punto di riflessione tra i due
fotoni, leptoni “entangled”; la caduta del punto di riflessione tra le due onde
stazionarie contrapposte:
condizione indispensabile (vitale) alle rispettive risonanze.
L’entanglement e un fenomeno non-locale, di spin, su un asse dello spazio di
Planck, atemporale, nel reticolo spazio-tempo !
Un fenomeno istantaneo non viola la causalità:
Bell dimostro un importante teorema; la non-locality e condizioni reali possono
essere contemplati con quanto previsto dalla teoria quantistica.
"all conceivable models of Reality must incorporate this instant connection".
Reality must be non-local !
Tutti i sistemi interagiscono inevitabilmente perche non esistono sistemi chiusi,
e quindi finiscono per produrre stati entangled!
Percio, nel senso piu generale, la visione olistica e quella reale e fondamentale.
95
Fig.2
Fotone e antifotone. L'entità minima sullo spazio di fondo.
Una coppia di fotoni entangled sono composti da un bi-pacchetto di onde
stazionarie 2D due dimensioni sull'asse di Planck. (struttura spazio)
La coppia e dotata di quantita di moto angolare complementare (3D).
Assume la terza dimensione quantistica.
Due onde stazionarie Compton confinanti localmente
(fotone/antifotone) formano, ortogonalmente, insieme (all'elettrone/positrone)
e-/e+ il neutrino/antineutrino, dipende dalla direzione di osservazione lungo
l'asse. Il neutrino (antineutrino) costituisce il "pixel" dell'immagine spaziotempo.
"Io sono, di fatto, fermamente convinto che il carattere essenzialmente
statistico della teoria quantistica contemporanea e esclusivamente da
ascriversi al fatto che questa (teoria) opera con una descrizione incompleta dei
sistemi fisici".
Einstein
96
Parallelo per fattore di scala.
(vedi: Tutti i fenomeni, macroscopici e nanoscopici, sono riconducibili al
dominio della legge di risonanza.)
Dove:
- Il corpo (il supporto materiale del mondo macroscopico) e rappresentato (nel
mondo microscopico) dallo spazio di Planck; su cui si instaurano i pacchetti
d'onda stazionari controrotanti che disegnano la struttura: i nodi, geometria
dello spazio-tempo.
- Il punto di riflessione e il punto di inversione di rotazione del bipacchetto
Compton. (fotone/antifotone) (elettrone/positrone)
- La sorgente e nella dinamica del postulato (causa prima), e rappresentata dal
zitterbewegung: l'innesco/disinnesco della risonanza singola-complementare
(effetto).
Argomenti correlati:
(causa di sorgente)
* Interazione di coni di buchi neri.
* Collasso della funzione d'onda.
(propagazione della luce come fenomeno di collasso ripetuto)
* Elasticita quantistica del reticolo spazio-tempo.
97
Ipotesi di modello fotone/elettrone Fig.3a
L'elettrone, rispettivamente il positrone, mostrano la sponda di riflessione
del campo magnetico e il concatenamento relativo alla sponda di riflessione
campo elettrico (insieme elettromagnetico inscindibile) del fotone,
rispettivamente dell'antifotone (Compton).
"Il fotone sembra essere, in ogni interazione, il centro della coppia elettronepositrone,
separati da una sua mezza lunghezza d'onda."
Fig.3b
Tre gli assi:
- X, asse del fotone/antifotone in controrotazione spin 1h polarizzazione
dei fotoni entangled; non locality, no tempo!
- Y, asse del e-/e+ in controrotazione spin ½h spin dei leptoni entangled;
non locality no tempo!
98
Il piano (X, Y) elettro-magnetico e il piano in cui risiedono il campo elettrico
(fotone) e il campo magnetico (elettrone); due aspetti della stessa cosa…
rappresentati dalla simmetria del neutrino.
I fenomeni di entanglement, non-locality, NON sono fenomeni di
propagazione; non cambiano asse di Planck. (rotazione sull'asse)
24 Teoria del campo unico
- Z, asse di neutrini; distanza spaziale tra i neutrini, cioe fotone/eed
antifotone/e+.
Asse di propagazione, per salto quantistico, tra un neutrino e il successivo
(segmento dell'asse Z) sulla maglia spazio-tempo.
Anichilizzazione/creazione di coppie e-/e+.
Locality: concatenamento elettromagnetico da un nodo ad altro nodo,
passaggio, scambio di onda stazionaria.
Tempo di propagazione associato:
rappresenta la 4a dimensione dello spazio.
Propagazione = salto quantistico da un asse all'altro:
attraversamento delle maglie spazio-tempo.
(per unita quantizzate n p)
E' "causa di propagazione" tutto cio che puo alterare la maglia spaziotempo;
"il segmento…", in pratica tutti i fenomeni locali.
La lunghezza del segmento di maglia spazio-tempo (e quindi della maglia
stessa) dipende dalla distanza neutrino/antineutrino, pari alle dimensioni del
neutrino stesso, cioè dalle lunghezze d'onda dei leptoni interessati,
rispettivamente fotoni.
La densita di materia scura, nel nostro universo locale, ha fotoni di frequenza
Compton e i relativi elettroni associati. (vedi modello maglia spazio-tempo,
tetraedro)
La supersimmetria
"Una simmetria che trasforma bosoni e fermioni l'uno nell'altro e
unifica quindi particelle con spin intero e semi-intero.
Secondo l’elettrodinamica quantistica per un fotone esiste la probabilita di
trasformarsi in una coppia elettrone-positrone, particella virtuale, che
interagisce col campo elettromagnetico.
Poi annichilisce in un numero arbitrario di fotoni finali."
25 Teoria del campo unico
- fotone e antifotone con quantità di moto angolare, e la condizione
naturalmente esistente, con rotazione lungo l’asse di Planck delle due onde
stazionarie gemelle controrotanti; dove l’una e sponda di riflessione all’altra per
99
l’instaurazione possibile dell’onda stazionaria stessa. (vedi concetto di
risonanza) Percio l'esistenza del fotone e legata al suo momento angolare.
Il punto di confine-sponda di riflessione, che avviene sull'asse di Planck, e
instaurato dai due campi elettrici controrotanti (spin up/dw). SPIN = -1 h, +1 h
- fotone e antifotone in equilibrio di quantità di moto angolare,
condizione particolare dove una delle due onde stazionarie contrapposte e
compensata, equilibrata nello spin; attraverso un concatenamento ulteriore
dove l'altra coppia di onde risulta (appare) con spin = 0 rispetto al sistema di
osservazione o misura.
La quantita di moto angolare non puo essere “creata”, ma semplicemente esiste
con il fotone-elettrone, e questa la dinamica del postulato: niente e mai fermo.
Al piu in equilibrio dinamico relativo.
La quantita di moto angolare e la condizione spontanea naturale ed e
costantemente scambiata tra piu fotoni/antifotoni e elettroni/positroni; liberi
o facenti parte di un sistema piu complesso.
(cosi si scambia l'energia, la quantita di moto). Una perenne interazione.
Collasso della funzione d'onda
Le coppie fotone-antifotone ed elettrone-positrone rappresentano la forma piu
elementare di funzione d'onda e all'atto di scambio di quantita di moto
angolare con una seconda coppia si ha il collasso della funzione d'onda della
prima coppia e cosi via… a catena.
Questo e il continuo fluttuare sul quantum vacuum e il configurarsi dello spaziotempo.
Il concatenamento "dinamico" e velocita, un tempo associato ad uno spazio.
E' la "c" della E = mc2.
26 Teoria del campo unico
La conservazione della quantita di moto angolare del fotone e la causa diretta
dell’isotropia dello spazio-tempo che appare lo stesso in tutte le direzioni. E'
questo il principio di conservazione dell'energia.
Quindi la polarizzazione intrinseca (naturalmente esistente) dell’onda
stazionaria, che chiamiamo fotone, e puramente circolare (destra/sinistra); due
onde stazionarie controrotanti il cui insieme rappresenta il fotone che al 50%
puo apparire destrorso o sinistrorso, dipende dal punto di osservazione o
riferimento rispetto alla direzione lungo l’asse di Planck. In qualsiasi punto
dell'asse.
Percio l’esperimento attraverso polarizzatori lineari porta alla conclusione che
ogni singolo fotone in luce polarizzata lineare costituisce trappola per una delle
due onde stazionarie. Collasso della funzione d'onda.
100
E, quindi, non ha alcun senso parlare di "principio d'indeterminazione".
Ha senso parlare invece di principio di risoluzione: dove la minima entità
(che definisce la funzione d'onda minima) è il fotone/antifotone.
La luce polarizzata linearmente (equilibrio di una delle due onde stazionarie
controrotanti, spin=0) “ferma”, interagisce con uno dei due fotoni e l’altro
“disappare” perche privato della riflessione necessaria per la sussistenza
dell’onda stazionaria.
E' il trasferimento di quantita di moto angolare e principio di risonanza;
concetto d'interazione generale tra coppie entanged o tra una coppia e altra
coppia contenuta in altro sistema complesso (atomo) di riferimento.
Lo stato quantico di spin ruota:
Il vettore di polarizzazione del raggio (in ogni punto) ruota nel piano
trasversale; il raggio possiede quantita di moto angolare allo stesso modo di una
massa rotante.
spin = -1 h per fotone (right-hand circular polarisation)
spin = +1 h per fotone (left-hand circular polarisation)
spin = 0 (linear polarisation)
101
Non c’e “stato proprio” (eigenstate) di spin per spin = 0 ; i due “stati propri” di
spin sovrapposti danno lo stato di spin 0.
ANALOGIA: dello stato Bose-Einstein riferito all'onda elettromagnetica,
figura platonica, 3D ⇒2D… (vedi L'enigma della materia, lo stato Bose-
Einstein) cioe come l'atomo, allo zero assoluto, smette di ruotare e la figura
sferica (3D) smette di esistere… cosi … il raggio fotonico, che normalmente ha
quantita di moto angolare (la sua energia) quando e in equilibrio di spin (+1 h - 1
h = 0), quantita di moto angolare = 0, perde una dimensione vibrando nel piano.
Il fenomeno d'interazione che testimonia l'analogia e l'esperimento di fermare
la luce.
Uno stato senza quantita di moto angolare non ruota.
La luce possiede quantita di moto angolare di spin associata alla sua
polarizzazione.
Sperimentalmente e dimostrata la natura della quantita di moto angolare; lo
spin fa ruotare una particella intorno al proprio asse: Spin
Shift in frequenza di un raggio di luce.
Nel Doppler shift lineare la quantita di shift e uguale alla quantita di moto
lineare per fotone (in unita di h) moltiplicata per la velocita lineare.
L’Effetto Doppler Rotazionale puo essere visto come una rotazione equivalente,
dove la frequenza di shift, osservabile nella direzione dell’asse di rotazione, e
uguale alla quantita di moto angolare per fotone (in unita di h) moltiplicata per
la velocita rotazionale.
Entanglement "dinamico" ed inerzia
Interazione tra movimento, scorrimento, lineare uniforme/accelerato e
momento angolare della (funzione d'onda) coppia e-/e+ (leptoni in
generale); del fotone/antifotone.
L'elettrone che si propaga, a velocita costante "c", lungo l'asse di Planck, si
muove in modo non accelerato, ma rimanendo entangled con il corrispettivo
102
positrone di riferimento, (riferimento di spin) sulla "cremagliera" fondamentale
(CK di Planck).
Il principio del "movimento" e quello del concatenamento delle coppie, come per
il fotone/antifotone.
Quando l'effetto Doppler e ormai finito (fine accelerazione), si
"sganciano/agganciano" coppie e-/e+ confinanti, cioe i neutrini interposti
sull'asse (materia scura) con salti quantici multipli interi di ½p .
La "propagazione"
a velocita costante e il fenomeno ripetuto di "aggancio/sgancio", scambio di
coppie di onde stazionarie successive senza effetto Doppler e quindi senza
quell'interferenza di che produce l'effetto inerzia.
La velocita di tale propagazione costante e "c" la velocita della luce, uguale a
quella dell'elettrone. (vedi effetto fotoelettrico) Infatti l'elettrone e parte
integrante del fotone Compton!
Il riferimento del positrone (e+), ovviamente, risulta evidente ed indispensabile
alla "propagazione"; percio quando si ha una corrente di elettroni in un circuito
elettrico occorrono sempre due poli!
La velocita "c" e costante nel "vuoto" (il pieno di Planck) perche il processo di
propagazione che coinvolge il meccanismo di successione delle coppie dei campi
elettrici/magnetici e "costantemente" sempre lo stesso a costante, nel senso
che e indipendente dalla considerata rispetto a ( N ½p ) (non c'e Doppler)
che e la costante assoluta di riferimento su cui si forma e riforma
continuamente.
La successione del campo elettrico/magnetico, i due aspetti della stessa cosa…
sullo step di ( N ½p ).
Non c'e interferenza relativa tra le . Dove e sicuramente, costantemente lo
stesso multiplo intero di ½p per poter "esistere".
Principio di risonanza.
Effetto fotoelettrico visto come emissione:
l'elettrone accelerato produce effetto Doppler sull'asse di Planck, cioe
introduce un Dl Compton.
Quando per effetto Doppler si superano i multipli interi di ½p (onda Compton)
si ha una riconfigurazione dell'onda stazionaria (salto quantistico) e quindi della
coppia di leptoni e-/e+ con scissione e riproduzione di nuove coppie di
fotoni/antifotoni -/+ quale effetto "visibile".
Ortogonalmente come ortogonali sono, rispettivamente, i campi
elettrico/magnetico.
103
Le spiegazioni degli effetti: Compton, fotoelettrico per assorbimento, etc.
devono seguire il principio dell'effetto Doppler.
Effetto fotoelettrico visto come emissione/assorbimento:
E' il passaggio tra i due aspetti propagazione/conduzione.
La propagazione del fotone concorda con l'aspetto campo elettrico, mentre la
conduzione dell'elettrone concorda con l'aspetto campo magnetico.
Entrambi, propagazione e conduzione, appartengono allo stesso processo fisico
(propagazione/conduzione) e percio hanno la stessa velocita "c".
L’elettrone.
Dirac: “la dimensione finita dell’elettrone ora riappare sotto un nuovo
significato, all’interno dell’elettrone c’e una parte inspiegata, non a causa della
teoria elettromagnetica delle equazioni del campo, ma per alcune delle
proprieta elementari dello spazio-tempo".
Secondo la teoria del campo unico, sono le proprietà della dinamica del
postulato campo elettromagnetico; e cioè le proprietà della risonanza: la
quantistica, la sinergia, la simmetria e il fattore di scala.
L’onda stazionaria (sull’asse di Planck) di frequenza Compton rappresenta
l’elettrone "a riposo".
"a riposo", e pura astrazione perche il fotone-elettrone e sempre in movimento.
L’effetto Doppler-shift, dovuto allo scorrimento lineare sull'asse di Planck della
frequenza Compton sulla frequenza di Planck fondamentale, determina la
frequenza di De Broglie: cioe l’elettrone che appare muoversi linearmente.
Percio il movimento "naturale" e quello lineare: quello lungo l'asse di Planck.
L’elettrone è quel fotone (nell'aspetto inscindibile campo magnetico) la cui
onda stazionaria ha frequenza Compton ! Non c’è sostanziale differenza tra
una coppia di fotoni e la coppia elettrone/positrone. Solo lo spin -½ h, +½ h
della coppia e-/e+ ha quantità di moto angolare sfasata rispetto ai fotoni
-1h, +1h perchè i punti di riflessione reciproci avvengono sulle differenti
sponde campo elettrico / campo magnetico. Comunque due aspetti della
stessa cosa… (Einstein)
(vedi interazione “ortogonale” di un raggio laser con un elettrone)
Secondo l’elettrodinamica quantistica per un fotone esiste la probabilita di
trasformarsi in una coppia elettrone-positrone, particella virtuale, che
interagisce col campo elettromagnetico.
E’ un continuo eruttare e collassare di "particelle virtuali" sul quantum vacuum, i
leptoni, che possono essere "visti" come una distorsione (dinamica) dello
spazio-tempo.
104
Sono particelle che appaiono e scompaiono spontaneamente e la loro energia a
riposo non e consentita dal “principio di indeterminazione” , bensi dalla
risoluzione quantistica:
32 Teoria del campo unico
E t n ½ h h = h/2per il tempo brevissimo t. (tempo di risoluzione)
La fluttuazione dell'ultimo bit della "natura digitale".
E' quello che definiamo "zitterbewegung" di Schroedinger e che avviene alla
velocita della luce "c".
Il campo esterno interagente-formante, l’innesco-disinnesco della risonanza
singola/complementare… e lo zitterbewegung che crea la geometria spaziotempo
fluttuante.
Solo due onde stazionarie e controrotanti possono esistere (mai una singola) sul
vacuum, riferendosi, vicendevolmente, l’una rispetto alla sua complementare:
cosi nasce l’elettrone-positrone e il reticolo spaziotempo.
Lo spin è la quantità di moto angolare dell’onda nello spaziotempo, è il
concetto di fase dello spazio-tempo ed è un fenomeno non-locale !
E' possibile attraverso l'entanglement trasferire l'informazione di spin a
distanza istantaneamente e con essa dare identita e forma alla materia cosi
come "letta" in un altro punto dello spazio:
questo e il teletrasporto, una possibilita (ancora senza tecnologia?).
Una modifica geometrica (deformazione spazio-tempo) della matrice 3D fatta
dei “pixel” spazio-tempo, nodi sull’oscillatore di Planck, puo comprimere o
rarefare il reticolo discreto 3D spazio-tempo; ne deforma la sua matrice locale
mantenendo costanti solo gli interspazi di Planck, e una distorsione dinamica
(come un’onda) all’infinito in un sistema aperto: sarebbero i “pixel” quantistici
spazio-tempo gli ultimi bit risolutivi… dell'"immagine" universo.
La deformazione dinamica della matrice spazio-tempo che si propaga
rappresenta l’onda gravitazionale.
E’ sorgente del passaggio spontaneo e casuale (in tale distorsione dinamica) di
un pacchetto d’onda stazionario in un altro che diventa un’organizzazione
strutturale geometrica dei pacchetti sul quantum vacuum: un continuo eruttare
e collassare delle pseudoparticelle: i leptoni e i neutrini. Lo "zitterbewegung".
105
"Elasticita" quantistica del reticolo spazio-tempo
(sul reticolo rigido di Planck)
la "regolarita" del reticolo spazio-tempo e determinata solo dal valore gravitazionale
locale medio. (vedi sezioni di coni di buchi neri)
Il reticolo spazio-tempo e fatto fondamentalmente di neutrini, (materia scura, 95%)
leptoni che formano le onde stazionarie, a piu alta frequenza nota, sulla fondamentale
frequenza di Planck.
Il reticolo spazio-tempo puo allargare le maglie o stringerle in conseguenza del tipo di
materia presente, cioe dal tipo di organizzazione (geometria) di onde stazionarie a
diverse (armoniche piu o meno inferiori): Struttura della materia.
L'allargamento/restringimento (elasticita) e quantizzato su "salti" di multipli interi di
½p .
Ad esempio per salti di c (lunghezza d'onda Compton).
Infatti: Cos’è un “muon” ?
Essenzialmente un cugino dell’elettrone, un elettrone 207 volte piu pesante, positivo e
negativo.
I muoni, elettroni, e particelle tau sono leptoni carichi e sono considerate particelle
puntiformi. Hanno struttura fisica, ma non in senso classico, e non sono fatti di
“mattoni piu piccoli”.
Una struttura complessa e a piu bassa energia e quindi allarga la maglia spazio-tempo
localmente, creando al suo intorno una "depressione" gravitazionale: gradiente
gravitazionale intorno al corpo.
(la materia o meglio "effetto materia" come una bolla d'aria nell'acqua… di Planck)
"Elasticita" della maglia e inerzia analogamente un'accelerazione allarga/stringe la
maglia in una direzione (asse di Planck) come conseguenza dell'effetto Doppler.
Quando l'effetto Doppler raggiunge una frequenza Doppler multipla/sottomultipla per
interi di ½p , si verifica mutamento piu o meno sostanziale della struttura (di onde
stazionarie).
Quando viene accelerata fino alla perdita della struttura stessa (mutamento
strutturale sostanziale) si ritrasforma in energia restituita allo spazio-tempo nella
forma piu primitiva ed energetica di fotoni/antifotoni. Percio i mutamenti parziali
sono accompagnati da emissione di "luce".
L'elasticita della maglia da parte della struttura complessa accelerata e determinata
dallo scambio, propagazione, del momento angolare, via neutrini interposti. La
deformazione indotta dall'accelerazione e quindi analoga alla compressione di una
molla che, comunque, scorre… manifestando l'effetto inerzia.
Se il moto e lineare e costante la molla non si comprime o decomprime (non ci sono
salti quantistici), ma scorre solamente non manifestando l'effetto inerzia.
106
Gravita ed inerzia
Per entrambe e struttura deformata del reticolo spazio-tempo: un'anisotropia.
Il fenomeno puo manifestarsi:
- per accelerazione lineare e si chiama inerzia.
- per velocita angolare costante si ha il fenomeno della precessione giroscopica
dovuto al continuo cambiamento di assi di Planck per la rotazione.
- per deformazione "statica" in presenza di struttura di onde stazionarie
limitrofe: anisotropia locale del reticolo; e si chiama gravita.
Onda gravitazionale e la deformazione dinamica del reticolo spaziotempo.
(che puo avvenire per uno o piu dei motivi su esposti)
L’effetto Doppler rappresenta il movimento, lo spostamento lineare, onda su
onda; fenomeno locale e temporale.
Il concetto di “locale” e relativisticamente valido in un gradiente gravitazionale
specifico, dove i valori del reticolo spazio-tempo rimangono abbastanza
regolari.
Il 95% dell'universo e un insieme isotropo di neutrini.
Un insieme di neutrini, coppie di fotoni/antifotoni (Compton) ed e-/e+, formano
una matrice o reticolo spazio-tempo uniforme e regolare. (Insieme di sfere)
Un “frame of reference" e un insieme isotropo di neutrini:
la materia scura, il 95% dell’universo.
Riflessione sul "fattore di scala" verso l'infinito e verso l'infinitesimo.
L'insieme regolare, isotropo di neutrini "copia", in uniformita la matrice di
Planck, quantum vacuum di fondo, su cui si e formato.
(con , multipla intera, molto maggiore).
Osservazione plausibile sul postulato, l'onda fondamentale di Planck; limite
quantistico:
Potrebbe la matrice di fondo il "quantum vacuum" non essere la "rete" piu fitta
ed energetica di onde elettromagnetiche ? Potrebbe esisterne un'altra ancora
piu fitta ed energetica ? Cosi come la materia scura (l'insieme isotropo di
neutrini) sta al "quantum vacuum" ?
E cosi via verso l'infinitesimo. Concetto "parallelo" di infinito ?
La risposta e affermativa se il concetto "parallelo" di infinito viene acquisito
con il postulato stesso e la sua legge della teoria del campo unico.
107
"Considerare infinito l’universo non e un postulato, ma l’osservazione di una
realta scientifica, perche non esistono sistemi chiusi, qualsiasi materia o forme
di energia note sono permeabili e pervasi dalla massima energia conosciuta,
quella di fondo, (su cui fluttuano)."
Ovviamente le verifiche sperimentali sono impossibili per il "profondissimo"
fattore di scala che ci divide…
Energia di Planck = 1019 GeV Energia in laboratorio attuale = 1 GeV
Siamo "finiti" e in quanto tali possiamo comprendere, in ogni senso, solo un
pezzo di "range di scala" dell'infinito quantistico, altrimenti saremmo noi stessi
quel concetto astratto che definiamo Dio.
Il principio del "fattore di scala" rimane, comunque, integro ed indipendente da
questa riflessione.
E… il quantum costante di Planck rappresenta solo un "gradino di partenza"
infinitesimale convenzionalmente assunto tale.
La teoria rimane inalterata nel suo significato, soprattutto nel suo
"meccanismo" di funzionamento.
36 Teoria del campo unico
Quello che si e sempre cercato, il gravitone, e rappresentato dalla coppia
neutrino/antineutrino; la catena di neutrini/antineutrini (dipende unicamente
dal punto di osservazione) lungo l'asse di Planck; e il filo del reticolo spaziotempo
isotropo rispetto al quale (in quella direzione) fa riferimento, interagisce
elettrodinamicamente la "massa": effetto d'inerzia della materia.
Effetto di gravita in base alla geometria locale di distribuzione della materia,
cioe della struttura specifica di onde stazionarie che la identificano, rispetto
alla materia scura di fondo.
Quindi sul “quantum vacuum” elettromagnetico uniforme ed isotropo… (lo
spazio) appaiono specifiche asimmetrie, onde stazionarie in pacchetti, di
lunghezza d’onda maggiore, la “massa”. Si installano sul reticolo spazio.
Sono armoniche inferiori (frequenze minori).
Sono zone a maggior struttura e minore energia !
Formano la geometria della gravita di Einstein.
In tal senso la “massa” o meglio “l’effetto massa” modifica e struttura il campo
gravitazionale.
Una “massa”, cioe un pacchetto d’onda stazionario complesso, che accelera nello
spazio-tempo, cioe in un insieme di neutrini "frame of reference" interagisce
elettrodinamicamente smontando e rimontando onde stazionarie piu o meno
complesse e quindi reinstaurando intimamente le strutture e creando l’effetto
di inerzia.
108
L'effetto Doppler dovuto all'accelerazione e la sorgente di ricomposizione
delle onde stazionarie. Si puo pertanto prevedere che accelerazioni molto
intense portino a effetti Doppler di frequenze tali fino a interferire
distruttivamente con la "materia" stessa accelerata distruggendola; cioe
smontandola in energia primaria da cui si e originata. Vedi accelerazione di un
elettrone… (Larmor radiation) prima si ha luce di sincrotrone… poi sparisce e
ricompone l'energia dello spazio-tempo sul quantum vacuum:
E = mc2 ; mc2 = E.
Analogo processo si ha in prosimita di un buco nero: principio di equivalenza.
Nello spazio-tempo un insieme di pixel, un insieme di riferimenti, un “frame of
reference” , si puo muovere con una velocita costante. (relativita ristretta).
Quando un oggetto accelera o decelera, allora, cambia il suo “frame of
reference”.
L’asimmetria in un “frame of reference” che accelera in uno spazio-tempo
piatto è identica a quella (asimmetria) in un “frame of reference”
stazionario in uno spazio-tempo curvo.
Percio l’equivalenza tra massa d’inerzia e massa gravitazionale.
La relatività generale è ben applicabile, perche lo spazio-tempo e curvo, per i
cambiamenti in ogni punto dei neutrini (materia scura, "frame of reference"),
per il loro momento angolare, per l'entanglement, e quindi per i fenomeni
conseguenti d'interazione gravitazionale e di inerzia.
Qualsiasi oggetto e fatto di elettroni, quark che tendono a interagire in
presenza di un flusso elettromagnetico distorto che attraversano interagendo
elettrodinamicamente; tale interazione conferisce all’oggetto una forza: questa
e la forza d’inerzia o gravita. Principio di equivalenza di Einstein.
L'energia associata al movimento relativo dei campi si traduce nella "proprieta
di massa".
109
MODELLO SIMBOLICO DI SPAZIO-TEMPO
Sullo spazio, come su una cremagliera di step ½p , si forma lo spazio-tempo
che ha come elemento minimo il fotone-antifotone (e-/e+), o genericamente i
leptoni.
39 Teoria del campo unico
Reticolo spazio-tempo e pseudoparticelle (leptoni) che eruttano e collassano…
Quindi: il semiperiodo della lunghezza d'onda "dell'oscillatore di Plank"
costituisce l'unita di base, il quantum di risoluzione quantistica. Il "pixel"
fisico-geometrico digitale dello spazio.
110
Su tale reticolo di Planck si instaurano i leptoni; cosi come i buchi neri; che a
loro volta formano il quantum di risoluzione quantistica dello spazio-tempo
locale: "principio di risoluzione quantistica".
Quando i leptoni sono di frequenza Compton parliamo di coppie elettronipositroni
(c), si formano le catene di neutrini:
la materia scura.
Modello di neutrino
Fig.4
La sfera elettromagnetica (inscindibilita dei campi) contiene la rotazione
intorno all'asse (componente) campo elettrico che rappresenta la polarizzazione
circolare del fotone e la rotazione intorno all'asse (componente) campo
magnetico che rappresenta lo spin dell'elettrone.
Il secondo moto armonico campo elettrico ed il secondo moto armonico campo
magnetico (ortogonali) generano la seconda circonferenza ortogonale alla prima
che a sua volta (per effetto dello spin) genera la seconda coppia di sfere
fotone/elettroneantifotone/positrone. Cioe un secondo neutrino/antineutrino.
111
Modello di materia scura
I lati del tetraedro sono assi di Planck e ogni coppia di sfere sono 2 coppie di
onde stazionarie elettromagnetiche concatenate.
Una sfera = fotone/elettrone,
la sfera contrapposta = antifotone/positrone.
Le due sfere contrapposte formano il neutrino.
Fig.5
Visione 3D di 2 neutrini.
Maglia spazio-tempo
La maglia (cellula minima) spazio-tempo e composta da 2 neutrini,
geometricamente organizzata in modo da avere la massima compattezza
spaziale: cioe senza lasciare spazi "vuoti" che sarebbero impossibili perche il
"vuoto" non esiste; sarebbe un punto di discontinuita del concetto di infinito,
del postulato.
Un’onda elettromagnetica “intrappolata” ha un volume di spazio di dimensioni
secondo multipli esatti di ½ p ( p lunghezza d’onda di Planck ) formando l’onda
stazionaria.
La dimensione quantistica della maglia = n ½ p = 4 c 7
Sfere di ugual diametro, impaccottate sinergicamente, in modo da formare una
figura geometrica regolare.
L’universo e fatto di onde elettromagnetiche stazionarie e propaganti.
41 Teoria del campo unico
112
L’onda stazionaria assume le proprieta di quantita di moto (momentum) e inerzia
quando interagisce con un’altra onda stazionaria dandoci l’impressione di
“particella” dura. Colpo reciproco.
1 onda elettromagnetica, di per se, isolata, non mostra proprieta di quantita di
moto ed inerzia;
2 onde elettromagnetiche si possono attraversare vicendevolmente senza
effetti sulla traettoria.
Viceversa, un’onda stazionaria elettromagnetica in 3 dimensioni presenta
quantità di moto ed inerzia sia in presenza d’interazione con un’altra onda
stazionaria sia con un’onda elettromagnetica esterna.
Interazione con i neutrini, la materia scura dello spazio-tempo.
Anche l’intero atomo e un’onda stazionaria tridimensionale, e tutti gli effetti
noti vengono descritti elettricamente.
Similitudine per fattore di scala
Geometria di Fuller: struttura di elementi triangolarmente interconnessi.
molecole sferiche di carbonio straordinariamente stabili: Fullerene.
Similarmente su scala inferiore:
Le 4 sfere rappresentano due neutrini (2 coppie g-/g+ , e-/e+).
4 sfere formano una maglia spazio-tempo.
Per i centri delle sfere passano gli assi di Planck!
La geometria di Fuller e conforme alla formazione dei cristalli, alla simmetria,
regolarita e sinergia.
113
Isotropic dark matter model Fig.6
Un solido, cosiddetto, “platonico” si forma facendo vibrare una sfera.
Esperimento: una goccia d’acqua con in sospensione particelle colorate
(sospensione colloidale), viene posta in vibrazione a varie frequenze:
appare il solido ”platonico” circondato da linee curve ellittiche che uniscono
i nodi equidistanti. Le linee rette, (più breve distanza) che si vedono,
rappresentano le tensioni create tra i nodi (in 3D) secondo la naturale
distribuzione sull’intera superficie della sfera.
114
4 nodi equidistanti: un tetraedro,
6 nodi equidistanti: un ottaedro,
8 nodi formano un cubo,
12 un icosaedro (poliedro con 100 facce),
20 nodi un dodecaedro.
Teoria del campo unico
Strutture “platoniche” :
- Stessa forma per ogni lato,
- Uguale lunghezza delle linee,
- Uguale angolo interno,
- Ogni forma e perfettamente inscritta in una sfera, ogni punto tocca la sfera.
Un solido platonico e un poligono regolare.
Ogni struttura puo essere unita ad un numero multiplo della stessa, o ad altre
strutture “platoniche” ; cosi accade per i cristalli.
Lo stesso modello puo essere visto come meccanismo per la struttura atomica.
I nodi delle onde stazionarie… geometria della struttura.
Una soluzione stabile dell’equazione di Maxwell corrisponde a un’onda
elettromagnetica stazionaria continua, organizzata concentricamente intorno a
un punto.
115
La sfera inscritta puo rappresentare la sfera circoscritta di un sistema interno
piu piccolo e cosi via…
… fino al punto estremo dove i lati piu piccoli dell’ultima figura platonica (onda
stazionaria) corrisponde alla vibrazione minima in lunghezza nello spazio: la
lunghezza di Planck; il piu piccolo oscillatore!
Ogni terna rotante di onde stazionarie, cioè una figura platonica rotante in ogni
possibile direzione angolare rispetto al suo centro forma 2 sfere:
una inscritta tra le sue facce e l’altra che circoscrive i suoi vertici.
Entrambi nucleo ed elettroni sono composti di onde stazionarie 3D, ed entrambi
hanno caratteristiche comuni come inerzia, carica e momento magnetico.
Uguali caratteristiche, ma valori diversi poiche la densita di energia dell’onda e
inversamente proporzionale al quadrato della distanza dal centro.
Clifford, Einstein, e Schroedinger convennero che:
L’enigma della materia si risolve analizzando la struttura dello spazio, la
sua geometria e non nei bits della materia.
I corpi materiali e le forze sono forme, variazioni nella struttura dello spaziotempo.
La complessita fisica e una speciale geometria ! (vedi nanotecnologie)
Schrodinger ritenne che il comportamento dell’elettrone puo essere descritto
da un’onda stazionaria 3D; con un’equazione che descrive l’ampiezza dell’onda.
La dimensione dei nodi e sempre una di meno delle dimensioni del sistema.
In un sistema oscillante 3D i nodi sono superfici rotanti 2D.
116
Un elettrone, equivalente a superfici rotanti 2D, puo vibrare solo a specifiche
frequenze di risonanza: un set di frequenze di risonanza per un elettrone forma
un set matematico chiamato “spherical harmonics”. Sono specifiche e discrete.
Gli elettroni sono confinati nello spazio intorno al nucleo allo stesso modo in cui
le onde stazionarie sono costrette nella loro superficie nel modello platonico.
Le forze, coercitive, in un sistema platonico costringono ogni lato a vibrare ad
una frequenza specifica. Percio in un atomo l’elettrone puo assorbire ed
emettere in specifici pacchetti chiamati quanti.
Cosa accade quando una struttura cosi fatta viene raffreddata allo zero
assoluto e schermata dall’esterno? Collassa?
45 Teoria del campo unico L’effetto di onde elettromagnetiche, come il
calore, sulla struttura di un’onda stazionaria è scambio di quantità di moto.
E’ noto che radiazioni elettromagnetiche esercitano quantita di moto sulla
materia.
L’impatto dell’energia termica sul modello platonico arriva casualmente
dall’ambiente, e da su ogni suo lato impulsi medi di quantita di moto, che
risultano nella rotazione del sistema platonico intorno al suo centro.
E’ in questo modo che i vertici compongono un’intera sfera nel dominio del
tempo.
Allo zero assoluto e schermato, l’atomo smette di ruotare e non possiede piu la
nube elettronica, ma la struttura non collassa, rimane semplicemente un’onda
stazionaria platonica 2D.
Questo e chiamato un condensato Bose-Einstein.
In questo stato l’atomo, non vibrando piu, la figura platonica smette di ruotare
e la figura sferica smette di esistere; mentre puo compattarsi al fianco di altri
atomi nodo-nodo in un'onda stazionaria maggiore formando un superatomo.
Lo spazio sferico circoscritto non esiste e gli atomi perdono la nube elettronica
e la loro singola identita: e il superatomo o “condensato Bose-Einstein”.
Distribuzione Bose Einstein degli atomi, in volume, al decrescere della
temperatura da 400nK a 200nK giu fino a 50nK (nanoKelvin)
117
Distribuzione sferica elementare che mostra la densita di probabilita di
elettroni in un atomo di idrogeno nel suo primo stato di eccitazione (n=2).
Il buco nero fenomeno macroscopico di coerenza quantistica.
I buchi neri sono stati previsti dalla teoria della relativita generale.
Esiste la configurazione limite di anisotropia e coerenza; una zona di spaziotempo
anisotropo e coerente: la singolarita del buco nero.
Quantum coerence: "This refers to circumstances when large numbers of
particles can collectively cooperate in a single quantum state…"
Roger Penrose
Fig.7
118
Il buco nero, un enorme insieme coerente di nanobuchi neri, cioe di coppie e-
/e+, che nascono (nel primo stadio di formazione) se non perturbati,
analogamente allo stato Bose-Einstein su scala atomica.
Rimangono coppie di onde stazionarie coerenti.
(analogamente al condensato Bose-Einstein)
Una supercoppia laser Compton!
Quando, per il "principio di risoluzione quantistica", il quantum (spazio-tempo) e
rappresentato da una macro-anisotropia spaziotempo, definita buco nero, la
macro indefinibilita (insita nella definizione quantistica del quantum) si chiama
"singolarita".
E' un fascio/antifascio (-, +) laser Compton confinanti; coerenza del macrocampo
elettrico a cui e concatenato ortogonalmente il macro-campo magnetico
N/S (per rotazione dell'insieme di cariche e-/e+).
Non si puo escludere il collasso della funzione d'onda del buco nero specifico
per interazione, entanglement astronomico, tra piu buchi neri…
Interazione fra i momenti angolari di buchi neri su assi paralleli e coerenti di
planck. Anisotropia totale di una regione spazio-tempo che oscilla
coerentemente sullo spazio di Planck. Macroentanglement.
La progressiva "decoerenza" del fascio e il "cono" del buco nero.
Sono stati osservati flash di energia nell’universo di
proporzioni gigantesche, l’energia piu grande mai osservata in assoluto!
Statisticamente distribuiti!
La singolarità per eccellenza, l’oscillatore fondamentale e coerente (laser) a
cui si accoppiano tutti gli altri oscillatori, necessariamente, come avviene nel
processo di pompaggio di un laser.
Per analogia ricorda il fenomeno degli oscillatori accoppiati e dei due o piu
pendoli sullo stesso supporto….
119
Il risucchio delle altre frequenze (alimentazione del laser) alla fondamentale
coerente rappresenta il collasso gravitazionale…
Qualsiasi lunghezza d'onda esistente (che compone l'oggetto complesso) non
puo che essere un'armonica della fondamentale, cioe un multiplo intero.
Buco nero: manifestazione di “pienissimo”, totalmente polarizzato.
L’interpretazione puramente geometrica della gravita… nel caso del buco nero
(laser rotante) diventa un asse rotante altamente deformante ! Non possiamo
piu parlare di “frame of reference”, ma di confinamento dello spazio-tempo
(quasi unidimensionale).
La cavita laser.
Anisotropia e singolarità della dimensione spazio-tempo !
Quindi anche: Orizzonte degli eventi.
Considera l’analogia “ luce ” e “ luce stimolata ” (laser).
La risonanza l’unica legge!
L’onda elettromagnetica coerente e di massima frequenza (il postulato) le
due uniche cose fondamentali esistenti in natura nella forma piu “coerente” e
primordiale possibile !
Le due, un postulato e una legge, concretizzano l’infinito Universo di cui
rappresentiamo in modo anisotropo un agglomerato “diverso”, ma solo
nell’apparenza macroscopica. …siamo un ologramma complesso!
I riscontri astronomici:
A distanze cosmologiche avvengono esplosioni di impulsi di raggi g:
g-ray bursts (GRBs).
Tipici GRB rilasciano 1051 - 1053 ergs di energia per diversi secondi,
sotto forma di getto diretto lungo l’asse di rotazione del sistema.
Disegno artistico: Il toro rappresenta i due insiemi coerenti e controrotanti di
elettroni e positroni che producono ortogonalmente il macrocampo magnetico
rappresentato dagli anelli (linee di forza del campo).
120
Gli elettroni e positroni sono i generatori dei poli del macrocampo magnetico
(un'enorme dinamo) e “specchi” della cavita laser: sorgente del doppio laser .
E’ una perturbazione ritmica del reticolo spazio-tempo che si propaga verso
l’infinito… cono del reticolo spazio-tempo.
Il degradare in energia, rispettivamente l’incrementare in organizzazione
(complessita di armoniche dei pacchetti d’onda stazionari) e cio che avviene
l’ungo l’asse dei due rispettivi raggi laser del buco nero (coni) interagenti con il
quantum vacuum presente, cioe con le onde elettromagnetiche di fondo del
vacuum man mano che il raggio si allontana dalla sua origine.
Perdendo coerenza e anisotropia e formando lo spazio-tempo.
Cosi si crea, nasce cio che ha le proprieta di quello che chiamiamo materia.
In prossimita delle due sorgenti laser, viceversa, data l’estrema coerenza ed
intensita, ogni possibile ed eventuale oggetto (che e comunque fatto di onde
elettromagnetiche) prende a risuonare alla frequenza fondamentale e coerente
Compton alimentando (pompando) ulteriormente il laser stesso, l’oggetto si
“smonta” e collassa. Questo e il collasso gravitazionale…
(fenomeno degli oscillatori accoppiati)
Le caratteristiche complesse delle onde stazionarie che compongono il corpo
che collassa "modulano", durante il processo di collasso, il laser buco nero che
trasmette tale informazione; trasmettendo (conservando), cosi l'informazione
di composizione del corpo collassato.
In accordo con quanto predetto dalla meccanica quantistica.
I buchi neri con questo meccanismo sono in grado di restituire l'energia (la
materia) "inghiottita" .
La vecchia teoria, attualmente ritrattata dallo stesso Hawking, enunciava
che tutta l'informazione andava perduta; contraddicendo le leggi della
meccanica quantistica. La teoria quantistica afferma che ogni processo fisico
puo evolvere al rovescio percio le condizioni iniziali possono essere derivate
dalle condizioni finali. Questo allora implica che anche un buco-nero puo
immagazzinare l’informazione dei processi fisici che rimangono intrappolati in
esso. Da cio il famoso paradosso del buco nero, che molti fisici hanno tentato
(infruttuosamente) di risolvere.
La nuova idea di Hawking e percio un tentativo di riconciliare la teoria
quantistica con la relativita generale.
"Per descrivere la sua nuova teoria, idee sulla fisica dei buchi-neri, Hawking ha
utilizzato una tecnica matematica introdotta dal fisico Richard Feynman, che
l’ha applicata inizialmente alle particelle elementari.
"The Euclidean path integral over all topologically trivial metrics can be done
by time slicing and so is unitary when analytically continued to the Lorentzian.
121
On the other hand, the path integral over all topologically non-trivial metrics is
asymptotically independent of the initial state.
Thus the total path integral is unitary and information is not lost in the
formation and evaporation of black holes.
The way the information gets out seems to be that a true event horizon never
forms, just an apparent horizon."
La nuova descrizione di Hawking si basa sul fatto che sembra non esistere in
assoluto un buco-nero, piuttosto esiste una regione dello spaziotempo dove i
processi fisici richiedono un tempo piu lungo per sfuggire all’attrazione
gravitazionale. Questo significa che i buchi-neri non si riducono del tutto ad
una vera e propria singolarita.
52 Teoria del campo unico
… un oggetto che cade in un buco-nero non scompare completamente; piuttosto
il buco-nero viene “alterato” nel momento in cui “assorbe” l’oggetto stesso.
L’informazione fisica dell’oggetto, anche se difficile da recuperare, rimane
ancora li da qualche parte all’interno del buco-nero.
… i buchi-neri “evaporano” lentamente nello spazio circostante emettendo
particelle nella regione dell’orlo, per cosi dire, del profondo “precipizio
gravitazionale”. Il buco-nero, alla fine di questo processo di evaporazione,
finisce per diventare un piccolo nocciolo da cui fuoriesce radiazione, chiamata
radiazione di Hawking, che potenzialmente porta con se l’informazione in essa
contenuta."
Il buco nero si innesca spontaneamente, allo stesso modo in cui si formano
(eruttano e collassano) le particelle virtuali (i leptoni) sul quantum vacuum,
nello spazio-tempo, via zitterbewegung.
Il cono del buco nero rappresenta una progressione quantistica del reticolo
spazio-tempo.
(analogamente all'elasticita quantistica del reticolo spazio-tempo).
Una densità decrescente della lunghezza d'onda dei neutrini, tipi di
neutrini differenti, ma sempre appartenenti alla famiglia dei leptoni.
Una quantizzazione relativa dello spazio-tempo legata al gradiente
gravitazionale che dipendente dalla densita relativa locale del cono, del tipo di
particelle virtuali locali, induce all’immagine di una “maglia” spazio-tempo
progressiva lungo il cono.
La materia scura crea un gradiente gravitazionale costante solo in modo locale,
in quello specifico tratto di cono; una costante locale, come accade per la luce
la cui velocita dipende dal mezzo in cui si propaga; localmente.
Il cono “disegna” una struttura spazio-tempo a maglia che si deforma, si allarga,
(con salto quantistico) man mano che cresce.
122
Struttura definita dai leptoni costituenti i vari tipi di neutrini a lambda
progressiva.
Si e ipotizzato un buco nero di frequenza Compton, ma buchi neri di diversa
frequenza posono esistere.
Materia scura e red-shift
Cosa rappresenta il fenomeno del red-shift in tale contesto?
L'osservazione di un fotone che si propaga trasversalmente (su un asse di
Planck) in un cono di buco nero e che attraversa piu regioni di spazio-tempo, le
cui maglie progressivamente si allargano, determinando la diminuzione della
frequenza dell'onda fotone sui differenti tipi di neutrini.
Diversa "densita" energetica di materia scura attraversata e non moto relativo.
Moto apparente: la sorgente, che ha emesso il fotone non si sta allontanando.
Quando la lunghezza d'onda dei neutrini, attraversati dai fotoni, aumenta allora
alcune galassie possono essere viste come aventi un "anomalo red-shift".
Il punto di origine del buco nero rappresenta un punto di massima anisotropia
spazio-tempo, vertice di un cono di eruzione di un universo locale, ma comunque
immerso in altri coni… per cui la geometria risultante della “maglia” spaziotempo
dipende dalla coesistenza dei vari coni e delle loro intersezioni
geometriche locali che si vanno a considerare: i confini o orizzonti di
osservazione.
Poiche ad ogni cono corrisponde il suo opposto al vertice, antiuniverso locale,
allora annichilizzazioni di universi/antiuniversi locali dovrebbero essere
possibili in perfetta copia dei fenomeni di annichilizzazione
dell’elettrone/positrone (interferenza di quantita di moto angolare, di
123
magnetismo, di spin) e del fotone/antifotone (interfernza di polarizzazione, di
entanglement).
Seguendo questo tipo di ipotesi la costante cosmologica (entanglement)
dovrebbe essere confinata su base locale di ogni coppia di coni-universi; ma
forse non e cosi perche i coni universi, quelli dello stesso segno che non si
annichiliscono e si intersecano coesistono disegnando la “maglia” spazio-tempo
la cui trama (geometria) locale rappresenta il gradiente gravitazionale locale e
il pixel spazio-tempo locale in quella zona di universo.
Ogni forma di onde stazionarie e quindi nuovi entanglement (nel dovequando)
possono nascere via zitterbewegung: le fluttuazioni dovute alle intersezioni
dei coni-universi.
Le antiparticelle che devono corrispondere alle particelle (necessita di sponda
di riflessione per la sussistenza dell’onda stazionaria, della risonanza: la legge) ,
quelle che non si annichiliscono, possono “vivere” schermate e intrappolate in
onde stazionarie piu complesse. Ad esempio nei neutrini, neutroni, nuclei
atomici, etc. Fenomeno di decoerenza.
Materia a struttura piu complessa, ma di minore energia.
124
56 Teoria del campo unico
Le fluttuazioni dovute all’intersezioni dei vari coni-maglie (coni dei buchi neri)
determinano lo zitterbewegung: sorgente dell’onda stazionaria; fonte di
nascita delle pseudoparticelle.
Sorgente e riflessione sono le due condizioni essenziali per instaurare un’onda
stazionaria, cioe la risonanza: la legge !
(la riflessione, l’altra condizione essenziale si realizza con la “sponda di
riflessione” determinata dai due spin contrapposti). Vedi ipotesi di modello di
fotone.
Pseudoparticelle, nano-buchi neri (fattore di scala) che eruttano e collassano…
punto di distorsione estrema spazio-tempo.
Una matrice sui cui risiedono i neutrini, coppie di onde stazionarie
contrapposte, cioe di cariche e-/e+ , adiacenti e concatenate dagli spin negli
assi ortogonali… la matrice 3D rappresenta l’ ”inertial frame” di riferimento.
Considerando la frequenza Compton dell’elettrone, fc = 1.235 1020 Hz, come
clock di riferimento (quale attivita dello spazio-tempo) si puo risalire alle vite
medie dei leptoni con riscontri sperimentali.
Questo tipo di modello di universi su scala cosmologica si rispecchia, in scala
nanoscopica, (prima considerato) delle particelle virtuali: un mare di nano-buchi
neri quantizzati e buchi replicanti che appaiono e svaniscono … fattore di scala !
Le particelle e le antiparticelle entangled sull’asse di Plank nascono come i coni
universo e antiuniverso sull’asse del buco nero, il cui centro rappresenta la
sponda di risonanza, fulcro della legge.
Macrocosmo e microcosmo
Coni-universo, assi di buchi neri; come interagiscono tra di loro ?
Qual e la loro correlazione ?
Come avviene l’interazione fra due assi perpendicolari ?
Le particelle virtuali per eccellenza sono: elettrone-positrone e neutrinoantineutrino.
(onde stazionarie Compton, le piu prossime alla fondamentale di Planck)
Dotate di spin-antispin ½ , (180°), producono i poli di campo magnetico, sponda
ortogonale per l’instaurarsi dell’onda longitudinale magnetoelettrica di
risonanza, complementare all’onda trasversale elettromagnetica esistente
sull’asse di Planck.
La “colla” magnetoelettrica lega gli assi, completando il “quadro” della maglia
spazio-tempo. (lattice a quantizzazione variabile secondo il gradiente
gravitazionale locale)
125
E’ l’interazione magnetica via spin delle particelle virtuali, e del fotone via piano
di polarizzazione.
(vedi effetto sperimentale: interazione ortogonale raggio laser con un
elettrone)
Percio la conservazione della quantita di moto angolare e la conseguenza
dell’isotropia dello spazio nel senso che: la conservazione avviene via interazione
magnetica, di spin, il campo magnetico associato alla quantita di moto angolare.
L’elettrone con massa a riposo di 511 KeV quando accelerato da un campo
magnetico o un campo elettromagnetico, irradia.
La lunghezza d’onda dell’elettrone (o positrone) incontra una matrice di maglie
spazio-tempo, dove, per interazione di spin, l’elettrone (leptone di spin ½) si
trasforma in bosone (spin 1).
L’interazione deve contemplare sempre la simmetria di spin, rispettivamente di
polarizzazione (elettrone/fotone). L’entanglement.
(vedi campo magnetico ed elettrico, due modi di interpretare la stessa cosa)
58 Teoria del campo unico
Interazione “ortogonale” di un raggio laser con un elettrone.
Effetto noto sperimentale:
un'onda elettromagnetica coerente (raggio laser) quando interagisce con un
elettrone nasce un raggio gamma !
Nel filmato e rappresentata l’interazione elettrone-onda laser con nascita del
raggio gamma !
La quantità di moto dell’elettrone viene osservata nella nuova
direzione ortogonale…
- avviene interagendo tra due assi di Planck ortogonali.
- Il fotone e l’elettrone hanno sponde di risonanza (punto di riflessione)
ortogonali:
campo elettrico / campo magnetico con sfasatura di 180.
Spin del fotone = 1 h e spin dell’elettrone = ½ h (vedi ipotesi di modello di
fotone)
E’ l’interazione dell’elettrone (via spin) e del fotone (via piano di polarizzazione)
che conserva la quantita di moto angolare, quando “sfasato” dal raggio laser
coerente. (di sottomultiplo intero)
(il campo magnetico associato alla quantita di moto angolare dell’elettrone)
La conservazione della quantita di moto angolare rispetta, garantisce il
mantenimento, del reticolo spazio-tempo nella sua regolare geometria
(isotropia).
L’azione del raggio laser equivale, in modo indotto artificiale, al fenomeno
naturale del zitterbewegung. Un campo esterno interagente, collasso e
126
formazione, l’innesco-disinnesco della risonanza sulle due sponde di riflessione
campo elettrico/campo magnetico.
La soluzione matematica si deve trovare dall'equazione Lorenz-Dirac!
L’elettrone ha un picco di risonanza molto stretto, Compton frequency, che
espresso in energia: hfc = 512 keV.
Tale valore e il valore più preciso (ultima cifra decimale determinabile) che
sia noto in natura !!!
Perche la fc e la frequenza armonica piu vicina (a noi nota) alla frequenza
fondamentale di Planck.
(c = 2.43 10 –12 m), (fp 10 43 Hz)
Simulazione in laboratorio di un buco nero.
"Using high-intensity lasers, scientists hope to simulate a black hole event
horizon in a laboratory."
"…electrons are instantly accelerated and decelerated in every cycle by a
standing wave formed by two counter-propagating, ultraintense laser pulses."
"The electron would quiver under a "heat bath" of photons that surrounds it,
and thereby induce a much stronger Hawking-like radiation, Unruh radiation,
which could be observed in the lab."
The proposed Linac Coherent Light Source (an X-ray free electron laser) would
have the capacity of conduting such an experiment. Construction of the LCLS
could start as early as 2003, with completion in 2006.
An idea proposed by Dr. Pisin Chen"
Linear Accelerator Center, Stanford University.
127
L'interpretazione seondo la teoria del campo unico electrons instantly
accelerated … by a standing wave …
Il campo elettromagnetico stazionario, spazialmente localizzato, funge da
"contenitore-rampa" per l'elettrone in esperimento.
Delimitato dalle due contropropaganti onde elettromagnetiche coerenti (i due
impulsi laser) funziona da rampa acceleratrice per l'onda stazionaria Compton:
il fotone; la cui associata sponda di riflessione magnetica rappresenta
l'elettrone.
La lunghezza d'onda dei due impulsi laser e nel range dei raggi X.
(X-ray free electron laser); maggiore della lungheza d'onda del fotone
Compton.
La differenza tra il campo "contenitore" (l'onda stazionaria laser) e il campo
complementare elettrone "contenuto" determina l'accelerazione.
La radiazione Doppler conseguentemente prodotta (onda Compton che accelera
sull'onda di Plank del quantum vacuum) viene definita "Unruh radiation".
(Vedi: elasticita della maglia e inerzia.)
128
Dalla quantistica al sistema complesso
classico
Il fine della scienza e quello di scoprire i principi universali razionali che
spiegano tutti i fenomeni naturali.
Se un sistema complesso classico nasce dal quantum vacuum, nell’apparente
indeterminazione quantistica, come diventa cosi classico?
Se il “nostro universo”, finito, parte dell’infinito, e un sistema complesso
classico; come fa a nascere dall’interferenza di coni di buchi neri,
dall’intersezione di maglie spazio-tempo di Planck, da un sistema quantistico?
Come, poi, diventa classico?
Secondo la meccanica quantistica ogni misura, e quindi significato, diventa
reale soltanto quando una coscienza umana la osserva… forse nel senso di
ritrovare l’universo in noi stessi, con i nostri limiti, ma questa “filosofia” va in
crisi …
se consideriamo l’universo in modo olistico;
se consideriamo reale la “non-locality”, il concetto di entanglement e la
simmetria di spin delle particelle…
se si contrappone l’osservazione di Einstein:
“… quando non guardiamo la luna pensate realmente che la luna non esiste ?”
Einstein, Podolsky e Rosen definirono nel 1935 il criterio EPR:
“… se senza disturbare in alcun modo un sistema fisico, possiamo predire con
certezza (probabilita = 1) il valore di una quantita fisica, allora esiste un
elemento di realta corrispondente a questa quantita fisica”.
“ogni elemento di realta fisica deve avere una controparte nella teoria fisica“.
E, se l’universo e diventato classico prima della nostra coscienza, quale tipo di
meccanismo ha operato la trasformazione?
Come descrivere l’universo classico senza contraddire la natura quantistica di
base e senza postulati o teorie aggiuntive?
La domanda cruciale:
Quale interconnessione quantistica porta al sistema complesso classico?
I sistemi complessi appaiono, in parte imprevedibili, e non descrivibili solo da
principi matematici deterministici... ma deve esistere un ordine dietro un
apparente caos.
Un sistema complesso e caratterizzato dallo stato di non equilibrio e
dall’autonoma creazione dell’informazione.
Detti, anche, autoinnovativi e autoorganizzati.
E’ un fatto che stabili proprietà collettive tendono ad emergere
naturalmente da ogni sistema complesso.
129
Similarmente proprieta collettive dovrebbero emergere anche da sistemi
quantistici complessi.
Comunque, la comparsa autonoma deve trarre una spiegazione dalla legge di
base, … dalla semplicita, simmetria, sinergia ed eleganza.
Definiamo “legge”: qualunque tipo di regolarita scoperta in natura e applicabile
matematicamente.
Le proprieta della legge di risonanza:
la quantistica, la sinergia, la simmetria e il fattore di scala; possono costituire
le proprieta di un algoritmo matematico che determini (condizioni) l’emergere
di funzioni complesse … fino alla fisica classica.
(le iniziali condizioni quantistiche non sono perfettamente determinabili per la
natura intrinseca della quantizzazione, per il concetto base stesso del quantum,
per la natura non lineare del postulato e della legge, per il concetto di
dimensione spazio-tempo: pixel della natura, per il concetto di punto non
adimensionale, di retta insieme di punti discreti reali).
Se la natura opera in questo modo si comprende come le iniziali condizioni
quantistiche, giocano quel ruolo determinante, ma anche imprevedibile nel
sistema complesso in formazione.
In particolar modo nei sistemi retroazionati; e quasi tutti i sistemi complessi lo
sono.
La retroazione si autointroduce, si innesca, attraverso l’interferenza tra le
funzioni d’onda, durante la fase evolutiva del sistema complesso. Porta alle
discontinuita, ai punti di rottura, ma anche alle ritrovate macrosimmetrie, … ai
frattali.
Le interferenze delle funzioni d’onda, costruttive/distruttive, creano apparenti
asimmetrie o ricorrenze non facilmente identificabili.
Invece evidenti sono le ricorrenze “intere” dei cristalli.
64 Teoria del campo unico
Preludio ai sistemi complessi
Il primissimo passaggio dal quantistico al classico avviene con il dualismo
onda/particella… un’onda elettromagnetica puo essere “intrappolata” in un
volume di spazio-tempo che le da le dimensioni secondo multipli esatti di ½ p
formando l’onda stazionaria.
Il quantum, ½p , e l’elemento piu elementare… il volume dell’onda stazionaria =
n ½ p I nodi all’interno dell’onda stazionaria formano la struttura.
La particella e la forma embrionale del sistema complesso:
e un’onda stazionaria tridimensionale i cui effetti sono elettricamente
descrivibili.
130
L’universo è fatto di onde elettromagnetiche stazionarie e propaganti.
1 onda elettromagnetica, di per se, non presenta proprieta di quantita di moto
ed inerzia;
2 onde elettromagnetiche si possono attraversare vicendevolmente senza
effetti sulla traettoria.
un’onda stazionaria elettromagnetica in 3 dimensioni presenta quantità di
moto ed inerzia sia in presenza d’interazione con un’altra onda stazionaria
sia con un’onda elettromagnetica esterna; dandoci l’impressione di
“particella” dura. Colpo reciproco.
Il senso del tatto. Organismi viventi, fatti di cellule, atomi, onde
stazionarie, interagendo con altre onde stazionarie, ci danno il senso del
tatto!
Anche l’intero atomo e un’onda stazionaria tridimensionale, una inscritta tra le
sue facce e l’altra che circoscrive i suoi vertici.
Ogni terna rotante di onde stazionarie, cioe una figura platonica rotante in ogni
possibile direzione angolare rispetto al suo centro forma 2 sfere :
Una soluzione stabile dell’equazione di Maxwell corrisponde a un’onda
elettromagnetica stazionaria continua, organizzata concentricamente intorno a
un punto.
Organizzato concentricamente … dove nucleo ed elettroni sono a loro volta
sempre onde stazionarie 3D, ma in configurazione geometrica e quindi di
energia olisticamente riorganizzata cosi da rappresentare quell’insieme nuovo
con (caratteristiche comuni come l’inerzia) proprieta nuove:
un nuovo sistema piu complesso…
In un sistema platonico ogni lato vibra ad una frequenza specifica e l’elettrone
mutua, nella nuova circostanza d’insieme, le sue proprieta.
La sfera inscritta può rappresentare la sfera
circoscritta di un sistema interno più piccolo e così
via… fino al punto estremo dove i lati più piccoli
dell’ultima figura platonica (onda stazionaria)
corrisponde alla vibrazione minima in lunghezza nello
spazio: la lunghezza di Planck; il più piccolo
oscillatore!
131
La complessita fisica e una speciale geometria e i sistemi complessi, i corpi
materiali, forme, variazioni nella struttura dello spazio-tempo.
L’interazione puramente quantistica con un sistema quasi complesso…
Quantum computing: Utilizes single phosphorous atoms implanted in silicon.
Gate electrodes control entanglement of the wavefunctions.
Quantum error correction: Single logical qubit not yet demonstrated.
Secondo la meccanica quantistica classica fino a che un sistema quantistico non
viene osservato, la sua funzione d’onda evolve in modo deterministico;
obbedisce a un’equazione differenziale di Schrodinger.
Viceversa al momento dell’osservazione (misura) la funzione d’onda collassa.
Von Neumann costruì un modello matematico di un processo di misura
quantistico: considero un elettrone (microsistema quantistico) accoppiato ad un
apparato di misura, anch’esso trattato come un sistema quantistico.
Il sistema totale si comporta come un integrato sistema quantistico chiuso che
soddisfa l’equazione di Schrodinger. Matematicamente cio assicura che la
funzione d’onda che rappresenta l’intero sistema deve comportarsi in modo
deterministico qualunque cosa accada all’elettrone.
Era intenzione di Von Neumann scoprire in che modo la dinamica quantistica
del sistema complessivo producesse il brusco collasso della funzione d’onda
dell’elettrone. Scopri solo che il corretto accoppiamento dell’elettrone allo
strumento di misura puo causare il collasso in quella parte della funzione d’onda
elettrone, ma la funzione d’onda riguardante l’intero sistema non collassa.
Quando l’ “elementare” sistema complesso (atomo) interagisce con una coppia di
fotoni entangled +1h e –1h, presenti nel quantum vacuum, cosa accade? La coppia
di fotoni rappresenta il mondo puramente quantistico.
Uno dei due fotoni, attraverso il suo momento angolare, interagisce con l’atomo
e perdendo il suo spin fa crollare la “sponda di riflessione” che consentiva
all’antifotone di risuonare; conseguentemente “sparisce” per caduta
dell’entanglement.
Collasso della funzione d’onda … l’azione spettrale a distanza… definita da
Einstein.
La coppia di fotoni manifestano l’effetto puramente quantistico, L’atomo
manifesta l’effetto del sistema complesso, l’assorbimento di energia, sotto
forma di momento angolare, eccita l’atomo.
Una leggera mutazione che modifica solo parzialmente il sistema atomo, non lo
distrugge, gli effetti sono ancora elettricamente descrivibili; benche modificati
e riconoscibili. esperimento di fermare la luce…
“The test of all knowledge is experiment”
Richard P. Feynman.
132
"Observation of Entanglement between a Single Trapped Atom and a Single
Photon," Nature, March 11, 2004
"The researchers entangled an atom and a photon by trapping a single cadmium
ion in a vacuum using radio-frequency electro-magnetic fields, then exciting
the ion using a 50-nanosecond ultraviolet laser pulse."
"The ion quickly decayed from this excited state while emitting a single
ultraviolet photon."
"The researchers detected the ion and measured its polarization."
"Once the photon was measured, it assumed a single polarization and at the
same instant the ion assumed a related hyperfine level."
"Entangling an ion and a photon makes it possible to instantly know the state of
the ion by measuring the photon, wherever the photon is."
"Entanglement, dubbed spooky-action-at-a-distance by Einstein, is a weird
ability of particles like atoms and photons. When particles are entangled, their
properties, like polarization, remain linked regardless of the distance between
them. Polarization is the orientation of a photon's electric field."
We report the first observation of quantum entanglement between a single atom and a single
photon [1]. In the experiment, a single trapped 111 Cd + ion is initially excited to a state
that has multiple decay channels, and a single photon is emitted as the ion decays. Along a
certain emission direction selected by an aperture, the pho-ton’s polarization is entangled
with particular hyperfine ground states in the de-excited atom. To verify the entanglement,
we subsequently perform polarization analysis of the photon and state detection of the
trapped ion. This system is remi-niscent of the production of entangled photon pairs through
spontaneous optical parametric down-conversion, but in the current system one of the two
daughter qubits resides within a trapped atomic ion – 2004
Applicando il concetto in scala a sistemi ancora piu complessi, nel rispetto delle
proprieta della legge di risonanza e delle possibili nascenti interferenze delle
funzioni d’onda (le retroazioni), possono emergere esattamente le straordinarie
caratteristiche del mondo, olistico e classico.
L’insorgere di un sistema classico da un sistema quantistico e la soglia in cui la
risoluzione quantistica diventa trascurabile all’osservazione e alla misura.
67 Teoria del campo unico
E’ come osservare un sistema digitale, ad esempio un contatore nella sua
progressione lineare di conteggio, assunta tale quando il “peso del sistema”
comporta che l’ultimo bit risolutivo e trascurabile rispetto (relativismo)
all’osservazione specifica e al suo significato correlato al suo potere risolutivo.
Quindi il sistema e assunto lineare, classico.
Analogamente al significato complesso di un’immagine fatta di pixel vista nel
suo insieme senza analizzare i singoli pixel di cui e fatta.
133
Perche cio avvenga il sistema deve comunque essere complesso, e cio implica il
contenere diversi ordini di grandezza; fino a quello relativisticamente
trascurabile o non risolutivo al metodo di misura, all’osservatore.
Non significativo e/o non apprezzabile rispetto alla funzione d’onda globale
osservata.
Riassumendo, i punti fondamentali:
a) un postulato non statico: l’onda elettromagnetica.
b) la legge di risonanza, la dinamica del postulato, contenente 4 proprieta:
quantistica, sinergia, simmetria, fattore di scala.
c) lo spin o momento angolare il modello ricorrente di interazione, si
trasferisce da un sistema all’altro, continuamente ed olisticamente. Un modello
non-locale.
Non e possibile rappresentare un fenomeno non-locale come sequenza di eventi
in una scala temporale.
Il tempo e semplicemente la nozione che attribuiamo al movimento.
d) L’elettrone in movimento e un fenomeno locale legato al tempo e
rappresentabile nel dominio del tempo.
E’ il Doppler-shift riferito all’onda di risonanza Compton (fc) rispetto alla
fondamentale onda di Planck.
68 Teoria del campo unico
e) Una variazione di velocita dello spin dell’elettrone puo essere “vista” come
sfasamento dinamico della quantita di moto angolare.
Fenomeno locale legato al tempo, “parallelo” dell’effetto Doppler nel
movimento lineare.
f) I sistemi interagenti, in evoluzione di complessita, auto introducono la
retroazione a causa dell’interferenza delle funzioni d’onda in gioco.
conseguenze:
La diminuzione dell’entropia e l’autoorganizzazione.
Non cieca selezione delle condizioni iniziali, ma autodeterminazione.
In molti casi le leggi sono autosimili, cioe mostrano lo stesso profilo per
differenti scale, come le curve dei frattali.
Einstein postulo che le leggi che governano gli oggetti grandi devono poter
essere applicate anche ai piccoli oggetti e viceversa. (Fattore di scala).
Proprieta, apparentemente caotiche a livello individuale, se aggregate nel giusto
modo rivelano la cancellazione dei disturbi e l’emergere dell’ordine; perche la
proprieta individuale e interdipendente e questa interdipendenza e evidente
nelle regolarita su larga scala e spesso su diverse scale.
Queste basi possono indicare un nuovo modello matematico; …
estensione di equazioni fondamentali?
134
Il passaggio dal modello teorico fisico all’algoritmo matematico che usa i suoi
principi.
La lagrangiana fondamentale da cui ottenere l’insieme di equazioni
differenziali… Una relazione fra livelli matematici in una gerarchia di
arricchimento.
Tale da spiegare la complessita e l’autoadattamento utilizzando le leggi fisiche
di base. Costituire i principi organizzatori. Definire patterns matematici:
Approccio che rende possibile lo studio di sistemi di ogni tipo a mezzo dello
stesso metodo matematico.
L’algoritmo di funzionamento, il software magico, capace di girare su un
hardware basato su quelle reti neurali tanto sognate per i computer paralleli ad
autoapprendimento reale… fino al corrispettivo del cervello biologico?
“ … l’equazione di Schrodinger dovra venire in qualche modo modificata”
Roger Penrose.
Penrose suggeri una modifica radicale: … affinche la gravitazione intervenisse
nel collasso della funzione d’onda.
69 Teoria del campo unico
Riduzionismo:
Spezzare un sistema fisico nei suoi componenti elementari per ottenere una
spiegazione del comportamento al minimo livello;
quello dei campi e quindi delle particelle fondamentali e le loro interazioni
dinamiche.
La relazione tra simmetria e struttura e di tipo inverso: la comparsa di
struttura e forma indica la rottura di una simmetria. La simmetria e associata
all’assenza di caratteristiche particolari: la sfera, ruotata di qualunque angolo
non modifica l’aspeto.
Concetto fondamentale, come quello del bilancio energetico, e che a maggiore
energia e simmetria corrisponde minore struttura, anche nella materia
subatomica:
nel caso del buco nero si ha il caso estremo di massima energia e simmetria con
minima struttura; quella dell’onda elettromagnetica coerente (laser) alla
lunghezza d’onda fondamentale.
A temperature piu elevate, infatti, la materia perde struttura con i vari
passaggi di stato: solido, liquido, gas, plasma: dove anche gli atomi perdono la
loro struttura e si dissociano in elettroni ed ioni.
Oltre c'e il brodo di quark; i costituenti della materia subnucleare:
neutrini, leptoni, fotoni che allo stato di masima coerenza (laser gamma,
frequenza Compton nel nostro universo) si ha il fenomeno buco nero:
L’energia massima e la simmetria unica dei due coni del buco nero.
135
Sistema lineare: Il tutto e la somma delle sue parti.
Fourier dimostro che una funzione periodica puo essere rappresentata da una
serie (infinita) di onde sinusoidali pure, le cui frequenze sono multipli esatti
l’una dell’altra.
I sistemi di fourier vengono considerati sistemi lineari, ma:
L’onda elettromagnetica minima ½p e il quantum.
L’onda complessa e n ½ p. … sarebbe piu corretto definirli sistemi digitali.
70 Teoria del campo unico In un sistema non lineare: Il tutto e di piu della
somma delle parti.
E non e riducibile in sottounita.
L’interazione di componenti a una data scala puo provocare su scala piu vasta un
comportamento globale complesso non intuibile dalle conoscenze dei singoli
componenti.
Il risultato di un’interazione non lineare semplice tra pochi componenti puo
manifestare un comportamento complesso.
Sistemi non lineari molto semplici possono avere comportamenti molto
complessi!
La prima motivazione è nel modello matematico (anche semplice).
Ad esempio: nella legge dei ripetuti raddoppiamenti, (raddoppiamento del
periodo di un’onda stazionaria…) aumenta l’indeterminazione e alla fine
l’incertezza sara superiore all’intero intervallo, perdendo la predicibilita.
Quindi infinita complessita. Caos. Decoerenza; quasi tutti i sistemi dinamici
sono soggetti al caos…
La seconda motivazione è nella retroazione.
L’universo contiene fluttuazioni quantistiche, funzioni d’onda, che in uno spaziotempo
infinito, dinamicamente, si intrecciano, interferiscono.
E’ un sistema aperto, non lineare, infinito.
Le interferenze, le interazioni delle fluttuazioni quantistiche, determinano gli
“errori iniziali”.
Il quantum minimo del sistema considerato rappresenta l’indeterminazione (nel
senso di risoluzione).
Generalmente il sistema nella sua dinamica, nella sua legge di funzionamento,
comporta isotropia, cioe non regolarita, allora l’errore di risoluzione si
moltiplica e ingigantisce nella sua evoluzione dinamica; sviluppa decoerenza.
71 Teoria del campo unico
Viceversa, il caso particolare e un fenomeno di anisotropia, di regolarita
ripetuta, di risonanza multipla “scalabile”.
Interi del quantum. I frattali, i cristalli.
136
In natura, quindi, figure complesse possono essere generate dalla ripetuta
applicazione di procedure locali semplici.
La sovrapposizione, l’interferenza, piu o meno macroscopica, come anello di
ritorno dinamico, la retroazione, determina sul preesistente modello
matematico (la legge di risonanza e sue proprieta) l'apparizione di una nuova
forma di coerenza:
l'organizzazione spontanea partendo dall’autoadattamento, dovendo comunque
sottostare alle proprieta di simmetria e sinergia… che in scala manifestano i
fenomeni di entrainment.
Fenomeno di entrainment
Somiglia all’entanglement su scala dimensionale maggiore.
(fattore di scala della risonanza)
Si verifica quando un oscillatore “si sintonizza” su un segnale e risponde in
sincronia.
- Fenomeno degli oscillatori accoppiati, noto in fisica e usato in elettronica.
- Due orologi a pendolo montati su un supporto comune oscillano all’unisono, si
sincronizzano.
- Vibrazione cooperativa si ha nei reticoli cristallini, dove ogni atomo
rappresenta un oscillatore.
- La propagazione delle onde elettromagnetiche (luce) attraverso un cristallo
dipende drasticamente dal modo collettivo organizzato.
- Una rete elettrica formata da piu generatori forma un mutuo entrainment.
Esempio di autoadattamento che e anche alla base di funzionamento del laser.
L’organizzazione e una esigenza riferibile ad un processo dinamico:
campo variabile di spin, piuttosto che ad una struttura statica.
Bisogna distinguere tra ordine (anisotropia) ed organizzazione, ma e proprio
l’emergere dell’ordine che costituisce l’organizzazione.
72 Teoria del campo unico
L’influenza di un’organizzazione non-locale e considerata sconosciuta, ma la
spiegazione deve risiedere nel concetto di spin, nella conservazione del
momento angolare in un sistema aperto…
Questo porta all’organizzazione non-locale.
Olismo: Il controllo non-locale, via spin, delle particelle elementari e
responsabile delle condizioni al contorno che determinano il comportamento
olistico che e somma di parti entangled.
Il coordinamento collettivo delle particelle avviene interamente per mezzo
dell’elettromagnetismo:
i principi organizzatori imbrigliano le forze esistenti e alterano il
comportamento collettivo in modo olistico senza contraddire le leggi fisiche di
137
base, perche tali principi organizzatori si applicano ai componenti costituenti il
sistema complesso.
I principi organizzatori sono le proprietà della legge di risonanza.
L’orchestrazione del comportamento di regioni dell’universo spazialmente ben
separate richiede un accordo globale sincronizzato;
non vi può essere il tempo, e un fenomeno non-locale.
Viceversa, la sincronicita indicherebbe parallelismo di tempo fra eventi.
Ricorda il principio organizzatore cosmologico… il Principio di Mach.
Il “rigido” legame gravitazionale cosmico.
Einstein provo che spazio e tempo sono due aspetti della stessa cosa e che
materia ed energia sono anche due aspetti della stessa cosa.
Il tempo è semplicemente la nozione che attribuiamo al movimento. Se il
tempo rimanesse immobile, la materia cesserebbe di esistere: non vi sarebbe
movimento, spin.
L’osservatore, ovunque si trovi, in qualsiasi spessore della materia risieda,
dall’infinito all’infinitesimo, la velocita di percezione si adatta all’ambiente e
determina la scala di misura del tempo.
73 Teoria del campo unico
Il tempo prende forma tra le circonferenze di oggetti in movimento…
E’ la scala dei tempi che determina l’appartenere al sistema quantistico o
classico.
Non e possibile rappresentare un fenomeno non-locale come sequenza di eventi
in una scala temporale dove coesiste un fenomeno locale.
Viceversa, si manifesta quello che definiamo indeterminazione rispetto al
tempo.
Il paradosso: dualismo onda/particella.
Niels Bohr introdusse il concetto di “complementarita”:
"Non e paradossale che un elettrone si comporti “allo stesso tempo” come
un’onda e come una particella perche i due aspetti non si manifestano mai in
modo contraddittorio nel corso dello stesso esperimento."
Due esperimenti, due fenomeni diversi, ma complementari di un’unica realta!
Secondo la teoria del campo unico i due aspetti vanno correlati alla doppia
realta dei fenomeni non-locali atemporali e quelli locali temporali a cui la stessa
entita fisica appartiene.
- L’elettrone in movimento che assume le sembianze della “particella” in
movimento e un fenomeno locale legato al tempo: e un effetto secondario; e il
Doppler-shift dell’onda di risonanza Compton (fc) rispetto alla fondamentale
onda di Planck.
Rappresentabile nel dominio del tempo.
138
- Viceversa l’elettrone/positrone, coppia entangled, o elettrone entangled
(necessariamente, per il principio di conservazione dello spin) con un atomo o
qualsiasi onda stazionaria complessa, legati entrambi (funzione d’onda globale)
dallo spin sull’asse rigido di Planck, dal momento angolare e un fenomeno nonlocale
istantaneo non rappresentabile nel dominio del tempo.
- La coppia e+ / e- rappresenta la funzione d’onda completa che collassa all’atto
istantaneo di scinderla (blocco dello spin).
La conservazione del momento angolare e una proprieta fondamentale della
risonanza (onda stazionaria, legge di base).
Un certo tipo di esperimento puo evidenziare l’uno o l’altro fenomeno.
74 Teoria del campo unico
Nell’eseguire l’esperimento (la misura) produciamo un’interazione che, se
modifica la quantita di moto angolare, provoca “collasso”.
In pratica il nostro sistema di misura ha un’impedenza interna non trascurabile
e inficia la “realta relativa”, ma non possiamo dire che altera la realta in se.
Vedi interazione “ortogonale” di un raggio laser con un elettrone; interazione
elettrone-fotone.
E’ dal modo di vivere le cose che si intuisce quanto primitiva è ancora la fisica.
“One can best feel in dealing with living things how
primitive physics still is.”
Albert Einstein
La gravità matrice della materia, sorgente dell’ordine cosmico.
Qualita della configurazione gravitazionale.
Il concetto di campo di spin equivale al concetto di geometria e quindi di
gravitazione.
Il campo di spin presente nel quantum vacuum costituisce la matrice spaziotempo:
cioe il campo gravitazionale che induce la geometria della struttura di
base.
E’ responsabile della struttura su grande scala, e la matrice su cui si costruisce
la materia.
La configurazione di campo di spin puo essere rappresentata dalla geometria
d’insieme di pixel 3D della “maglia” spazio-tempo, multipli interi dei quanti di
Planck, che risiedono sul reticolo di fondo del quantum vacuum di Planck.
I pixel 3D sono occupati dai neutrini/antineutrini, interconnessi secondo la
geometria di Fuller: sono la materia “scura” sul fondo del quantum vacuum.
L’energia di fondo, lo zitterbewegung, delle maglie spazio-tempo, e
rappresentabile dalle coppie e-/e+ che fluttuano tra lo stato di coppie libere
elettrone/positrone entangled sull’asse di Planck le particelle virtuali e lo stato
di coppie e-/e+ a sponda confinante: cioe i neutrini, la materia scura.
139
L’energia di zitterbewegung e dovuta all’interferenza della frequenza Compton
(fc) determinata dai coni intersecanti di buchi neri.
75 Teoria del campo unico
L’interferenza esiste perche i gradienti gravitazionali, cioe le dimensioni del
reticolo sono relativi a quello specifico (cono di buco nero) punto dell’universo.
Lo zitterbewegung vibra intorno ad uno “zero point fluctuation” e costituisce la
sorgente d'innesco delle onde stazionarie (delle particelle stesse); mentre la
necessaria riflessione e realizzata dalla seconda onda stazionaria simmetrica
entangled: cosi nasce la materia-antimateria simmetrica.
Un insieme di reticoli 3D spazio-tempo rappresenta un “frame of reference”
rispetto al quale, elettrodinamicamente, si sviluppano le forze di inerzia e
gravita.
Una rivoluzione? Forse; le vere rivoluzioni scientifiche sono costituite da
trasformazioni dei concetti sui quali la scienza si fonda.
La ricerca di principi fondamentali al livello piu basso, piu semplice, della
descrizione fisica.
Sistemi di retroazione non lineari, aperti, manifestano transizioni spontanee
verso stati di ordine a lungo raggio, cioe organizzazione.
I componenti del sistema si comportano in modo coerente, cooperativo.
La sorgente di ordine proviene, sorprendentemente, dal non equilibrio.
L’universo compreso attraverso il metodo scientifico.
Anche le complesse strutture biologiche sono l’inevitabile conseguenza della
legge di risonanza, indipendentemente dalle condizioni iniziali.
Considerazioni sulla chiralità…
La complessita e l’organizzazione insorgono spontaneamente con
l’autoadattamento. La qualita dell’autoadattamento sfiora la consapevolezza
fino alla coscienza.
76 Teoria del campo unico
Il disegno universale… un significato oltre l’esistere.
Una scala senza fine, infinita, di intelligenze superiori…
autoconsapevoli, dove ogni gradino della scala infinita puo essere consapevole e
cosciente del pezzo di scala inferiore. Da un certo gradino minimo in poi si puo
solo comprendere che devono esistere anche i gradini della scala superiore
verso l’infinito. Non credo, percio, in un Dio assoluto, perche l’assoluto implica il
concetto di finito. La natura non mostra limiti o confini; fin dall’analisi della sua
struttura elementare.
Dopo l’autoorganizzazione, la prossima grande rivoluzione sarà scoprire la relazione tra
corpo ed anima… l’hardware e il software.
140
Tutto è Energia
Nel mondo moderno incontriamo costantemente il concetto di energia. Questo termine
viene dal greco energos che significa "attivo". L'energia è dunque l'attitudine a un'attività
vitale e fin dai primi tempi questo concetto di energia è stato applicato a un campo sempre
più vasto della comprensione e dell'impresa umane. Per molto tempo il concetto è stato
riservato unicamente ai fatti ed eventi fisici, ma ora è entrato anche in campi come la
psicologia, l'economia e la sociologia. Partendo dal concetto di energia inteso come forza
viva distribuita, lo spiegamento avviene in linea diretta fino al cuore di ogni circostanza
della vita dell'uomo.
Il concetto di energia ha visto uno sviluppo più completo in ambito scientifico più che in
qualsiasi altro settore. L'idea che tutto è energia ha portato, in situazioni e relazioni
differenti, a una sintesi nel pensiero scientifico e a una nuova comprensione delle forze
dell'universo. Non è sempre stato così. Nel XIX° se colo l'energia era considerata
soprattutto il risultato delle mobilità dei corpi o delle particelle materiali (energia reale o
cinetica) oppure come risultato della posizione di una particella di materia in relazione ad
altre particelle di materia (energie potenziali). Ciò si esprimeva secondo due grandi leggi:
la Legge di Conservazione della Massa che statuiva di fatto che la massa (quantità di
materia in un corpo) era indistruttibile e la Legge di Conservazione dell'Energia che
affermava che la somma totale di energia nell'universo era costante.
Il concetto di massa o materia e quello di energia erano considerati come indipendenti e,
fra i due, era il concetto di materia ad essere considerato la base, il fondamento di una
comprensione dell'universo.
Nel 1905 però, con la "sua teoria della relatività" Einstein mostrò che la massa stessa è
una forma di energia, che massa ed energia sono intercambiabili, collegate dalla formula
secondo la quale E =mc2 o E = energia, m = massa e c = velocità della luce. Ciò significa
che la Legge di Conservazione della Massa non era più di prima importanza lasciando
quindi che il concetto di energia prendesse il suo giusto posto.
Questa teoria della relatività di Einstein offrì precisamente la possibilità di provare a livello
scientifico che tutto è energia. Questa scoperta segnò la fine dei concetti e delle
spiegazioni materialiste dell'universo. Infatti, in seno alla manifestazione dell'universo
materialista solare, planetario o dei differenti regni della natura non c'è nulla che non
possieda una forma energetica, sottile, intangibile e tuttavia sostanziale. D'ora in avanti
l'energia è considerata come tutto ciò che esiste; il nostro mondo è la manifestazione di un
mare di energie, alcune che prendono forma, altre che costituiscono il mezzo con cui
queste forme acquistano vita, si muovono e hanno il loro essere. Tutte le forme sono fatte
di energie vive, vibranti, in relazione le une con le altre, pur disponendo della propria
qualità e delle loro caratteristiche di vita. Siamo quindi in grado di notare che esistono
forme anche in seno ad altre forme. Il locale dove ci sediamo è situato in una casa che fa
141
parte di un gruppo di case in un più grande insieme di abitazioni. Ogni forma successiva
costituisce una parte di un tutto più grande.
Viviamo in un oceano di energie, pur non essendone sempre coscienti. Siamo fatti di
energie e tutte sono in intima interazione per costituire l'unico corpo di energia sintetica del
nostro pianeta. Questo corpo l'abbiamo chiamato "eterico". Il corpo eterico o di energia di
ogni essere umano è parte integrante del corpo eterico del pianeta stesso e, di
conseguenza, del sistema solare. In tal modo ogni essere umano è fondamentalmente
collegato a ogni altra espressione della vita divina, l'infinitesimale come
l'incommensurabile.Infatti, il corpo di energia di ogni forma della natura è parte integrante
della forma sostanziale della vita una universale - di Dio stesso. Il corpo eterico non è altro
che energia.Il suo ruolo è di ricevere e trasmettere le correnti di energia di vari tipi
d'intensità e di essere messa in attività da queste scariche e correnti di forza. Infatti, ciò
procura la base necessaria ai differenti tipi e livelli di connessione telepatica, e ciò per tutte
le forme di lavoro soggettivo, di relazioni fra slanci emozionali e mentali, il mondo della
forma fisica esteriore. Grazie alla rete del corpo eterico le energie possono circolare
costantemente, impregnare e determinare l'espressione esteriore, le attività e qualità di
ogni forma di vita. Ciò è vero per il singolo essere umano, per i gruppi, per l'umanità in
quanto un tutto, per il pianeta e ben oltre.
Il mondo esteriore delle circostanze e degli eventi è il prodotto delle energie preponderanti
disponibili e circolanti nel corpo eterico planetario in ogni periodo chiave della storia
mondiale. Fino a poco tempo fa la maggior parte della gente rispondeva soprattutto allo
slancio dell'energia emozionale. Coloro che rispondevano all'energia mentale e alle
proposte del pensiero erano relativamente pochi, lontani gli uni dagli altri. Questa
situazione si è però trasformata rapidamente nel corso del XX° secolo. Il risultato dei
sistemi educativi moderni ha generato milioni di persone che hanno sviluppato e
sviluppano la capacità di pensare e utilizzare l'energia del pensiero. Coloro che
possiedono la facoltà di contattare e registrare gli impulsi e i modelli del pensiero in seno
ai quali si trovano le stirpi della cultura e della civiltà mondiali future, sgorgate dalla Mente
Universale, sono ora numerosi e costituiscono un gruppo mondiale.
Si è detto che "tutto ciò che si rivela nel mondo odierno deriva dal capitale di idee" e ciò è
chiaramente manifesto nel momento attuale. Coloro che hanno qualche idea del potere
del pensiero, dell'effetto dei movimenti dell'energia mentale che affluisce dallo spirito, sono
in condizione di prevedere una grande opportunità e responsabilità. I pensieri sono
energia e l'energia segue il pensiero. Lì si trova il fondamento di ogni lavoro creativo a
livello del piano mentale. Se la ricerca della verità mediante il pensiero di una persona è in
grado di trasformare il clima mentale nel proprio ambiente, allo stesso modo il pensiero
non dominato e distruttivo può avvelenare l'atmosfera mentale. I nostri pensieri sono ben
più potenti di quanto ci rendiamo conto abitualmente, per cui la necessità di impiegare
questo potere in maniera creativa e costruttiva.
La Scienza della Mente: mente come energia e consapevolezza
Per la maggior parte della gente, usare con saggezza e perizia l'energia del pensiero non
è un processo automatico. Ciò richiede sforzo, disciplina e comprensione dei principi sui
142
quali possa poggiare l'uso creativo del pensiero. I commenti che seguono sottolineano
qualche fondamento della scienza della mente.
1. Il pensiero è creativo secondo come si costruisce formulando delle idee, sviluppandole
e chiarendole. Esso diventa comunicativo quando la testa proietta "la forma pensiero" fino
alla sua missione.
2. Costruire grazie a un pensiero creativo richiede una calma stabilità della coscienza
emotiva, un'intelligenza capace di mantenere l'interesse centrato e una ferma
concentrazione su un'idea o un tema senza interruzione, come pure delle condizioni
fisiche che permettano il loro conseguimento.
3. Questa attività richiede purezza di movente. Non si tratta di un consiglio per
raggiungere la perfezione, ma per compiere il lavoro lo scopo dev'essere improntato
all'impersonalità, al servizio disinteressato a beneficio e sostegno della famiglia umana nel
suo complesso.
4. In dati momenti il pensatore deve elevare il suo stato di coscienza fino all'anima
Il chiarimento dei concetti filosofici e la formazione dei principi filosofici è meditazione.
Elaborare e applicare il potere dell'intelligenza ai problemi di governo e delle relazioni
internazionali è meditazione. In tutti questi campi è messo in opera il medesimo
processo del pensiero.
143
La relatività secondo Einstein
Con Albert Einstein, la teoria della relatività ebbe un ulteriore sviluppo e oggi
si tende ad associare a tale teoria il nome del fisico tedesco. La sua teoria si
compone di due distinti modelli matematici, che passano sotto il nome di:
•Relatività ristretta
•Relatività generale
Relatività ristretta
Rappresentazione dello spazio tempo della relatività ristretta
I postulati della relatività ristretta si possono così enunciare:
•Primo postulato (principio di relatività): tutte le leggi fisiche sono le
stesse in tutti i sistemi di riferimento inerziali;
•Secondo postulato (invarianza della luce): la velocità della luce nel
vuoto ha lo stesso valore in tutti i sistemi di riferimento inerziali,
indipendentemente dalla velocità dell'osservatore o dalla velocità della
sorgente di luce.
144
Relatività ristretta
La teoria della relatività speciale (RS) o ristretta è una teoria fisica pubblicata nel 1905
da Albert Einstein, allo scopo di rendere compatibili tra loro la meccanica e
l'elettromagnetismo per trasformazioni del sistema di riferimento. L'aggettivo speciale si
riferisce al fatto che vengono considerate trasformazioni solo tra sistemi di riferimento
inerziali, escludendo quindi i sistemi accelerati, come, per esempio, quelli sotto l'azione
della forza gravitazionale.
Dieci anni più tardi, Einstein pubblicò la teoria della relatività generale, in cui estese il
concetto di invarianza anche ai sistemi sottoposti alla forza della gravità.
La relatività ristretta afferma che uno spazio e un tempo assoluti non esistono, e che
questi sono entrambi proprietà relative all'osservatore.
Se gli esperimenti evidenziavano che la velocità della luce è un valore costante,
indipendentemente dall'osservatore che esegue la misura, e da Galilei in poi era chiara la
relatività del movimento di un corpo e dello spazio, anche il tempo doveva essere pensato
in termini relativi, per consentire la definizione di costanti fisiche universali, ossia
indipendenti dalla scelta del sistema di riferimento.
Postulati della Relatività speciale
Einstein per la sua definizione partiva da due postulati:
•Primo postulato (principio di relatività): tutte le leggi fisiche sono le stesse in tutti i
sistemi di riferimento inerziali;
•Secondo postulato (invarianza della luce): la velocità della luce nel vuoto ha lo
stesso valore in tutti i sistemi di riferimento inerziali, indipendentemente dalla
velocità dell'osservatore o dalla velocità della sorgente di luce.
Il primo postulato è un'estensione di quello di Galilei. Il secondo postulato generalizza
l'osservazione che tutte le oscillazioni meccaniche (onde acustiche, onde sull'acqua, onde
su una corda) si propagano con una velocità che dipende solamente dalle caratteristiche
del mezzo che le supporta e non dalla velocità con cui la sorgente dell'eccitazione si
muove rispetto a tale mezzo. Questo non avviene per la luce in quanto lo spazio, rimosso
l'etere inutile, è omogeneo e isotropo. Quindi non c'è bisogno di misurare l'etere e non
esiste un sistema assoluto.
Punto di partenza e prime conseguenze
Questo significa anche la fine del concetto di etere, non solo come mezzo che trasmette la
luce (sostituito dal campo elettromagnetico), ma anche come riferimento assoluto: se ogni
osservatore inerziale può dire a ragione di essere fermo rispetto all'etere, cade
definitivamente il concetto di spazio assoluto.
Ma anche il concetto di simultaneità perde la sua assolutezza; infatti, se la velocità della
luce è finita ed è la stessa per ogni osservatore, due eventi simultanei in un sistema
inerziale non lo sono più se osservati da un altro sistema inerziale in moto rispetto a
quello.
145
Le nuove trasformazioni
Le trasformazioni che rendono invarianti le equazioni di Maxwell, sono indicate con
l'espressione trasformazioni di Lorentz (TL) e si ottengono in modo concettualmente
semplice applicando la costanza della velocità della luce. Rimandando alla voce specifica
per i dettagli, è importante comunque osservare che:
•le TL non trattano separatamente il tempo e lo spazio, ma che questi vengono
invece correlati tra loro;
•tali nuovi effetti dipendono da un termine β definito come β2 = v2 / c2 (dove v è la
velocità del corpo e c è la velocità della luce). Tale termine diventa trascurabile per
velocità non confrontabili con quelle della luce;
o Viene anche definito per comodità il termine , detto fattore di
Lorentz;
•al limite di piccole velocità, le TL si riducono alle già note di Galileo, spiegando
perché negli esperimenti di meccanica classica non si possano misurare differenze.
Come diretta conseguenza, le TL portano a due importanti modifiche, poiché introducono il
concetto di relatività in grandezze normalmente considerate assolute:
•Contrazione delle lunghezze
o La lunghezza L di un corpo in movimento non è invariante, ma subisce una
contrazione nella direzione del moto, data dalla formula
o La lunghezza massima del corpo L0 è misurata nel sistema in cui il corpo è in
quiete e viene chiamata lunghezza propria.
•Dilatazione dei tempi
o L'intervallo di tempo _t tra due eventi non è invariante, ma subisce una
dilatazione se misurato da un orologio in moto rispetto agli eventi. Tale
dilatazione è data dalla formula
o La durata minima dell'intervallo di tempo è misurata da un orologio solidale
con gli eventi; tale intervallo _t0 viene chiamato tempo proprio.
•Si noti come in entrambi i casi le formule si riducano all'uguaglianza per velocità
piccole rispetto a c (Velocità della luce). Si noti come questo limite, chiamato limite
classico, possa essere concettualmente ottenuto sia per v piccolo che per c→∞ ;
infatti, una velocità infinita della luce, significa poter stabilire una simultaneità
assoluta e quindi un ritorno alla visione classica. Il limite classico è una condizione
necessaria della teoria, poiché per piccoli valori di β gli effetti relativistici non
146
devono essere misurabili, per rendere conto dell'ottimo accordo sperimentale della
visione classica. In questo senso, la teoria einsteiniana è una generalizzazione alle
alte velocità della fisica di Newton.
Confrontando le due formule, si nota che "dove lo spazio si contrae, il tempo si dilata; e,
viceversa, dove il tempo si contrae, lo spazio si dilata", come affermava Einstein. La
relazione diventa più evidente se si risolvono le due equazioni rispetto a γ, da cui si
ottiene:
Alle alte velocità (v sempre più prossimo a alla velocità della luce c), la contrazione
spaziale tende allo zero, mentre la dilatazione temporale tende all'infinito. Ciò equivale ad
affermare che alla velocità della luce il tempo "non passa".
La dilatazione del tempo in particolare impone la velocità della luce come limite massimo
raggiungibile (discutendo il denominatore diverso da zero).
Velocità superiori a quelle della luce porterebbero all'ulteriore problema di un radicando
negativo, e di un radicale (misura di L e T) numero immaginario: il problema è che per i
numeri complessi e immaginari non è possibile creare un ordinamento e non ha senso
parlare di misure fisiche. Tuttavia, esiste una definizione matematica di spaziotempo che
ammette un termine spaziale o uno temporale immaginario.
Spaziotempo
.
Diagramma spaziotempo.
147
Per spaziotempo (indicato anche come spazio-tempo o cronotopo) si intende uno
spazio quadridimensionale, composto dall'usuale spazio a 3 dimensioni con il tempo come
coordinata aggiuntiva.
Lo spazio-tempo è quindi un concetto fisico che combina le nostre classiche nozioni
tradizionalmente distinte di spazio e di tempo in un solo costrutto unico e omogeneo.
L'introduzione dello spazio-tempo è una conseguenza diretta della teoria della relatività
ristretta che stabilisce un'equivalenza fra lo spazio e il tempo.
Così come nella nostra visione classica dello spazio le sue tre dimensioni componenti
(avanti-dietro, destra-sinistra e alto-basso) sono equivalenti e omogenee fra loro e relative
all'osservatore (ciò che viene considerato avanti o dietro da un osservatore può essere
considerato destra o sinistra da un altro osservatore disposto diversamente), la visione
relativistica assimila anche la dimensione temporale (prima-dopo) alle tre dimensioni
spaziali, rendendola percepibile in modo diverso da osservatori in condizioni differenti.
I punti dello spaziotempo sono detti eventi e ciascuno di essi corrisponde ad un fenomeno
che si verifica in una certa posizione spaziale e in un certo istante. Ogni evento è perciò
individuato da quattro coordinate. In genere, per visualizzare le coordinate spaziali si
usano tre coordinate cartesiane determinate dalla scelta di una terna di riferimento
ortogonale; esse si possono denotare con le tre lettere diverse x, y e z oppure con le
lettere dotate di indici (o deponenti, o pedici) . Nel primo caso la coordinata
temporale si indica con t, nel secondo con . Le coordinate con indici hanno il vantaggio
formale di consentire l'uso di indici correnti e quindi di espressioni sintetiche. Di solito per
un indice che corre solo nelle dimensioni spaziali 1, 2 e 3 si usano lettere come i, j e k,
mentre per gli indici spaziotemporali che corrono da 0 a 3 si usano lettere greche. Inoltre
quando si studiano sistemi particolari (ad es. dotati di determinate simmetrie), per le
dimensioni spaziali, invece delle coordinate cartesiane risulta conveniente usare ora le
coordinate sferiche, ora le coordinate cilindriche, ora altre.
Se immaginiamo di osservare tutto lo spaziotempo dell'universo nella sua interezza,
immaginando dunque di "uscirne fuori" per guardarlo, esso assomiglia, per ricorrere ad un
utile metafora, ad un filone di pane o a un lungo fiume completamente ghiacciato, nel
quale ci sono le linee d'universo degli oggetti: la lunghezza è la dimensione temporale; per
lo spessore e la larghezza ci sono gli eventi così come sono disposti nello spazio.
Ricordiamoci che noi qui vediamo tutto lo spaziotempo, e dunque tutto lo spazio esistente
e tutto il tempo (perlomeno del nostro universo - vedi Dimensione parallela e Multiverso),
sia trascorso che futuro. Inoltre l'analogia precedente ha un errore di fondo (al quale però
è impossibile ovviare): ogni fetta di un vero filone di pane, se si trascura la profondità (la
"lunghezza" del filone), ha solo due dimensioni, mentre una "fetta" dello spaziotempo, se
si trascura il tempo (allo stesso modo della profondità) comprende tutt'e tre le dimensioni
spaziali. La "visione" immaginaria e "in contemporanea" di tutto lo spaziotempo esistente è
detta dai fisici e dai filosofi visione "in blocco" dello spaziotempo o anche continuum
spazio-temporale.
Dimensione parallela
Una dimensione parallela o universo parallelo (anche realtà parallela, universo
alternativo, dimensione alternativa o realtà alternativa) è un universo ipotetico
separato e distinto dal nostro ma coesistente con esso; nel senso scientifico del termine,
nella stragrande maggioranza dei casi immaginati è identificabile con un altro continuum
148
spazio-temporale. L'insieme di tutti gli universi paralleli è detto multiverso. Alcune teorie
cosmologiche e fisiche dichiarano l'esistenza di universi multipli, forse infiniti, in alcuni casi
interagenti, in altri no.
Teoria della Relatività
Le trasformazioni suddette compaiono invece alla base della teoria della Relatività ristretta
di Albert Einstein, come diretta conseguenza degli assiomi di costanza della velocità della
luce c e dell'invarianza delle leggi fisiche in seguito a cambi di sistemi di riferimento
(inerziali).
Con l'accettazione da parte della comunità scientifica della teoria della relatività è stato
demolito il concetto di spazio e di tempo assoluti e separati l'uno dall'altro, mentre ha
preso il suo posto il concetto di spaziotempo, nel quale non c'è un sistema di
riferimento privilegiato e per ogni evento le coordinate spaziali e temporali sono legate
tra di loro in funzione dello spostamento relativo dell'osservatore. Con l'assenza di un
tempo assoluto, anche il concetto di contemporaneità è stato modificato dall'avvento della
relatività: si può definire al suo posto l'altrove assoluto, cioè l'insieme degli eventi che non
appartengono né al futuro né al passato, al di fuori cioè del cono di luce.
Spazio-tempo e topologia
Secondo Einstein, lo spazio-tempo è un continuo a quattro dimensioni, che nel modello
ciclico dell'universo di Friedman ha forma di ipersfera S4. Se lo spazio-tempo è
un'ipersfera ad esponente pari, ha una caratteristica di Eulero-Poincaré χ = 2, e possiede
almeno una singolarità polare (ossia di ordine 1). Da considerazioni geometriche, diviene
prevedibile il Big Bang, una singolarità polare dello spazio-tempo.
La caratteristica di Eulero-Poincarè è pari alla somma algebrica degli ordini di singolarità
dei punti che servono a reticolare una superficie chiusa.
Per reticolare una superficie si usano dei quadrati, per un oggetto tridimensionale si usano
dei cubi. Generalizzando ad n dimensioni, si utilizzano degli ipercubi.
L'ordine di singolarità di un reticolo (costruito a partire da uno di questi punti) è pari
all'angolo di rotazione (positivo o negativo) che compie un'autovettore orientato (freccia),
rapportato a 360°. Se un oggetto topologico ha una caratteristica di Eulero pari a 2, esso
possiede almeno una singolarità di ordine 1, un polo.
Osservazioni
•Nessun corpo può assumere velocità uguali o superiori a c; le trasformazioni di
Lorentz per v ≥ c non sono definite (i valori sotto radice diventano nulli o negativi). Il
valore nullo non è accettabile, in quanto compare nel denominatore delle formule:
un corpo può essere accelerato in tempo finito solo ad una frazione della velocità
della luce minore di 1. I corpi senza massa materiale, come i fotoni stessi,
viaggiano sin dalla loro emissione alla velocità della luce. Da ciò si può dedurre che
qualsiasi elemento di massa zero, si muoverebbe alla velocità della luce. Eventuali
149
particelle più veloci della luce (dette tachioni) non potrebbero invece rallentare al di
sotto della velocità della luce.
•La contrazione delle lunghezze non deve essere vista come se il metro variasse la
sua dimensione o come se l'orologio segnasse un tempo diverso. Le misure infatti
saranno differenti solo se effettuate da un altro osservatore in moto relativo: la
lunghezza del proprio metro e la durata del proprio minuto è la stessa per tutti gli
osservatori. C'è da specificare, inoltre, che il restringimento della lunghezza
secondo la teoria della relatività ristretta avviene soltanto nella direzione di
avanzamento, e sia lo scorrere più lento del tempo, sia il restringimento dello
spazio, si verificano contemporaneamente.
•La teoria ammette questi effetti come conseguenza della peculiarità di c e del moto
relativo e quindi come conseguenza del nostro modo di guardare le cose. La
lunghezza propria è la più grande fra tutte le lunghezze relative ai punti di vista, ma
non per questo è più reale delle altre. Sarebbe come notare che più lontani siamo
da un oggetto e più piccolo questo ci sembra: niente ci può dire se l'oggetto si
rimpicciolisce veramente o se sia un effetto della distanza. Non ha quindi senso
domandarsi se si tratti di un fenomeno reale o apparente. Inoltre la persona che
ipoteticamente sperimentasse la contrazione dello spazio, non avrebbe la
sensazione di sentirsi ristretta, in quanto il suo sistema di misurazione rimarrebbe lo
stesso (Il suo metro sarebbe sempre lungo 1 metro, il centimetro uguale etc..)
•Le trasformazioni di Lorentz trattano il tempo alla stregua di una qualunque
coordinata spaziale; dato che un evento può essere sempre individuato tramite la
sua posizione nello spazio e lungo l'asse temporale, il formalismo relativistico può
essere formulato in uno spazio a 4 dimensioni (spazio-tempo) di Minkowsky, nel
quale le prime 3 coordinate coincidono con le normali coordinate spaziali e la 4 è
rappresentata dal tempo. Un evento è individuato quindi dai 4 numeri
(r, ct) = (x, y, z, ct).
150
La simultaneità è l'attributo di due o più eventi che si verificano nel medesimo
istante.
Mentre secondo la fisica classica la simultaneità era una proprietà assoluta degli
eventi, indipendente dal sistema di riferimento utilizzato, il successivo modello
spaziotemporale elaborato da Albert Einstein afferma che sia una caratteristica
relativa, dipendente dal sistema di riferimento utilizzato per descrivere gli eventi.
In sostanza, secondo Einstein due o più eventi possono essere simultanei per un
osservatore e non simultanei per un altro, mentre il vecchio modello affermava che
se due o più eventi sono simultanei, lo sono per tutti gli osservatori
indifferentemente, mentre se non sono simultanei, non lo sono per nessuno degli
osservatori stessi.
151
Energia
Definendo l'energia E come si dimostra facilmente il teorema
dell'energia cinetica:
.
Espandendo l'energia E in serie di Taylor per piccoli otteniamo:
L'energia, approssimata al second'ordine, risulta essere formata da una
componente costante dipendente solo dalla massa del corpo e dal
termine , uguale all'energia cinetica della meccanica newtoniana.
L'energia E è quindi la naturale estensione dell'energia cinetica "classica".
Questa formula, la più conosciuta della Fisica, dice in sostanza che l'energia
può trasformarsi in massa e viceversa: in sintesi, energia e massa sono la
stessa cosa.
Questo principio è quello che si verifica nella fissione nucleare.
Effetti della relatività sulla permanenza della materia
Consideriamo in questo paragrafo un'affascinante applicazione della relatività in base alle
recenti scoperte astronomiche: facciamo qui riferimento alla teoria che suppone esistere
un orizzonte degli eventi astronomico costituito da galassie che si allontanano da noi ad
una velocità molto vicina a quella della luce e che non sono quindi percepibili. Per questa
osservazione consideriamo anche che, nel caso di due sistemi in moto relativo, non c'è
modo di stabilire quale sia in stato inerziale e quale invece in movimento.
Quindi il rallentamento temporale quando ci si avvicina alla velocità della luce è "imposto"
da ciascuno dei sistemi sull'altro: ossia ciascuno vedrà gli eventi accadenti sull'altro
sistema accadere ad una velocità inferiore a quelli che avvengono sul proprio fino a vederli
quasi fermi quando la velocità si avvicina a quella della luce - il semplice motivo è che la
luce deve apparire ad entrambi avere la stessa velocità: ma per far ciò gli eventi nel
sistema in moto rispetto a noi devono avvenire più lentamente che nel nostro sistema
altrimenti sarebbe la luce a dover apparire più lenta nel loro sistema che nel nostro, ovvero
apparire a noi più veloce quella nel loro sistema di quella nel nostro: in entrambe i casi ci
152
troveremmo in contrasto con l'ipotesi di invarianza della velocità della luce. Applicando
queste considerazioni a noi ed alle galassie lontane che si muovono rispetto a noi a
velocità vicine a quelle della luce possiamo osservare che, come noi "rallentiamo" il loro
tempo, anche loro rallentano il nostro. Di conseguenza, secondo questa interpretazione,
l'impressione di permanenza che abbiamo della materia accanto a noi è dovuta agli effetti
relativistici che ci sono imposti da queste lontane galassie.
Tachione
Venne osservato che le formule della relatività ristretta impediscono ad un corpo di
raggiungere la velocità della luce, ma non vietano l'esistenza di particelle che viaggino
sempre a velocità superiori a c, senza mai scendervi sotto: i cosiddetti tachioni. Pur
essendo un'interpretazione interessante, al momento non c'è alcuna evidenza
sperimentale di simili particelle: la teoria prevede peraltro che esse non possano interagire
con la materia ordinaria (di cui è necessariamente costituito un eventuale strumento
rivelatore) senza generare potenziali paradossi causali.
Il tachione (dal greco ταχύς {tachýs}, "veloce") è una particella ipotetica che viaggia ad
una velocità superiore a quella della luce. La prima descrizione teorica dei tachioni è
attribuita al fisico Arnold Sommerfeld. Nella ricerca fisica moderna, il concetto viene
ripreso in vari altri contesti, come la teoria delle stringhe.
Nel linguaggio della relatività speciale, un tachione è una particella con un quadri-impulso
di tipo-spazio. Un tachione è relegato ad una porzione tipo-spazio del grafico energiamomento.
Perciò non può mai rallentare alla velocità della luce o inferiore.
Secondo Einstein, la massa totale di una particella è la somma della sua massa a riposo e
della sua energia cinetica. Se m indica la massa a riposo, allora la massa totale è data
dalla relazione:
Consideriamo questa relazione come valida sia per i tachioni che per le particelle comuni
("barioni"). In situazioni ordinarie, questa equazione mostra che E aumenta all'aumentare
della velocità, tendendo all'infinito quando v si avvicina a c, la velocità della luce.
La proprietà della causalità, un principio fondamentale della fisica delle particelle, pone un
problema per l'esistenza fisica dei tachioni. Se un tachione esistesse e potesse interagire
con la materia ordinaria, la causalità potrebbe essere violata: a grandi linee, non ci
sarebbe più modo di distinguere la differenza tra il futuro e il passato lungo la linea degli
eventi di una data quantità di materia ordinaria. Una particella potrebbe mandare energia o
informazione nel suo passato, formando un cosiddetto loop causale.
153
Secondo la teoria della relatività generale, è possibile costruire modelli dello spaziotempo
in cui alcune particelle viaggino più veloci della luce relativamente ad un
osservatore distante.
Teorie di campo e delle stringhe
Nella teoria quantistica dei campi, un tachione è un quanto di un campo — solitamente un
campo scalare — la cui massa al quadrato è negativa. L'esistenza di una particella simile
comporta l'instabilità dello spazio-tempo vuoto poiché l'energia del vuoto presenta un
massimo piuttosto che un minimo (per lo meno rispetto alla direzione del tachione). Un
impulso molto piccolo condurrà il campo a crollare con un accrescimento esponenziale
delle altezze: indurrà la condensazione tachionica. Il meccanismo di Higgs è un esempio
elementare, ma importante, per capire che una volta che il campo tachionico ha raggiunto
il potenziale minimo, i suoi quanti non sono più tachioni, ma piuttosto bosoni di Higgs che
hanno una massa positiva
È importante capire che anche per campi quantistici tachionici, gli operatori di campo
commutano (o anticommutano) ancora a punti separati tipo-spazio.
I tachioni compaiono in molte versioni della teoria delle stringhe. In generale, la teoria delle
stringhe dice che ciò che vediamo come "particelle" — elettroni, fotoni, gravitoni e così via
— sono in realtà diversi modi di vibrare delle stesse strutture fondamentali, le stringhe. La
massa di una particella può essere dedotta dalle vibrazioni della stringa; come dire che la
massa dipende dalla "nota" suonata dalla stringa. I tachioni appaiono spesso nello spettro
dei possibili stati delle stringhe, nel senso che alcuni stati hanno il quadrato della massa
negativa, e quindi massa immaginaria: un esempio è lo stato fondamentale della stringa
bosonica.
La formula esprime in qualsiasi sistema di riferimento l'energia totale di una
particella ferma. rispetto a quel particolare sistema di riferimento.
Se il corpo è in movimento, la formula corretta è:
con .
La massa è qui intesa come massa relativistica del corpo, da distinguere dalla
massa inerziale m. La massa inerziale può essere considerata una proprietà del corpo,
poiché in un moto inerziale essa rimane inalterata. Il concetto di massa relativistica,
estende il concetto di massa gravitazionale. Tuttavia questo concetto può risultare
fuorviante[1]
Con queste considerazioni ha senso definire una massa che dipende dalla velocità (e
sarebbe il prodotto della massa propria, inerziale, per il termine γ):
m = m(v), e in particolare che:
154
,e che:
.
In altre parole, la massa relativistica non è una proprietà
indipendente dalla velocità v, ma cresce con questa.
Quando la velocità si approssima a quella della luce, la
massa del corpo tende all'infinito.
Nella relatività generale, il campo gravitazionale è definito come la
deformazione dello spazio-tempo creata dalla presenza di corpi dotati di
massa e/o di energia. Esso è rappresentato matematicamente non da un
campo vettoriale ma da un tensore (tensore metrico, legato alla curvatura
dello spazio-tempo attraverso il tensore di Riemann).
155
UOMO- PENSIERO- ENERGIA
LA FISICA DEL PENSIERO
Nel libro di Rugi e Gaburri, "Il Campo Gruppale" sono citate le teorie di Roger Penrose
rispetto alla conduzione quantistica del pensiero e del funzionamento della coscienza e lo
scritto di Rugi "La mente estesa e il modello di Campo" consiglia la lettura dei libri di
questo fisico "...straordinari ed inquietanti." (1998, p. 49). Proprio su questa emozione
"inquietante", o perturbante potremmo dire, dei saggi di Penrose vorrei soffermare
l'attenzione del lettore. In uno scritto di Lucio Sarno, vengono trattati i meccanismi di
difesa, non più come automatismi ma come "metodi":"...processi complicati, connessi a
determinati contenuti e legati a giudizi su questi contenuti..." (Sarno L., 1997, p. 70). In
quel saggio troviamo la citazione di "Un disturbo della memoria sull'Acropoli" (Freud,
1936), cioè l'emozione "to good to be true" ("troppo bello per essere vero"). L'episodio
narrato da Freud della sua visita all'Acropoli di Atene potrebbe descrivere la sensazione di
disagio indotta nel lettore "incredulo" e che non considera reale la conduzione quantistica
dell'impulso nervoso e quindi la validazione, questa volta non più metaforica, delle teorie
del Campo di Corrao. Come Freud alla vista dell'Acropoli ha pensato, con lo sguardo al
paesaggio: "Dunque tutto questo esiste veramente, proprio come l'abbiamo imparato a
scuola?!" (Freud S. Opere p. 474) così potremo considerare gli scritti di Hameroff, Jibu,
Albrecht-Buehler ed affermare, parafrasando l'analisi freudiana1 dell'emozione
inquietante: "secondo la testimonianza di questi scritti sono verificate le teorie di Corrao,
solo che non posso crederlo.". E' forse questa sensazione di disagio ciò che Rugi
descriveva come "inquietante"? La sensazione inquietante di essere di fronte non alla
metafora della mente, ma alla sua essenza reale.
LA COSCIENZA E L’APPROCCIO QUANTISTICO
Nel 1994 usciva in contemporanea nelle librerie inglesi ed americane un volume scritto da
un famoso fisico dell' Università di Oxford R. Penrose e intitolato "Le Ombre della
Mente". Questo libro, per le tesi che prospettava nonché per l'autorevolezza del suo
autore, mise in subbuglio il mondo medico-scientifico dell'epoca. La tesi principale
sostenuta da Penrose ruotava attorno all'inadeguatezza dei modelli interpretativi dei
"processi cognitivi" e sulla possibilità di trovare strade alternative per spiegare le
dinamiche degli "atti mentali". Rifacendosi ad alcune pionieristiche ricerche
dell'anestesiologo S. Hameroff e del neurofisiologo B. Libet, Penrose ipotizzò che i
processi cerebrali come la coscienza o la consapevolezza dovessero essere direttamente
collegati al fenomeno fisico noto col nome di "coerenza quantistica". La "coerenza
quantistica" è quel meccanismo fisico per cui i metalli portati a bassa temperatura
manifestano il fenomeno della superconduttività. A temperature molto basse infatti,
alcuni metalli possono condurre l'elettricità senza opporre resistenza. Una corrente
immessa in una spira superconduttrice scorrerebbe per un tempo infinito. Il segreto di
questo fenomeno è che gli elettroni che trasportano la corrente elettrica si muovono tutti
insieme in modo coerente, come se fossero una unica gigantesca particella. La
conseguenza di questa "pan-armonia" è che la corrente elettrica scorre praticamente
senza ostacoli. Una situazione simile -seppur in condizioni ambientali decisamente
diverse- avviene, secondo Penrose, anche a livello cerebrale (al livello dei tubuli). Il
156
cervello umano è costituito da miliardi di neuroni (il neurone è la cellula fondamentale del
sistema nervoso) che a loro volta sono costituiti da migliaia di microtubuli i quali sono
composti da enti ancor più piccoli chiamati tubuli. Ora, a parere di Penrose, l'evento
cosciente nell'uomo, il passaggio cioè dallo stato di pre-coscienza allo stato di coscienza,
avviene al raggiungimento da parte dei tubuli dello stato di massima "eccitazione
coerente". Come gli elettroni nella superconduttività (i quali muovendosi all'unisono
permettono alla corrente di fluire senza ostacoli) così la globalizzazione della coerenza tra
i tubuli cerebrali permette il verificarsi del processo cognitivo.Il tempo di transizione dalla
fase pre-cosciente alla fase cosciente con la conseguente attivazione del segnale motore
che consente ad esempio di muovere un braccio, dura circa mezzo secondo. Il susseguirsi
delle transizioni dal livello minimo al livello massimo di coerenza dei tubuli, costituisce il
"corso della coscienza" ; lo scorrere del tempo.
I fenomeni di coerenza quantistica oltre a spiegare razionalmente le dinamiche dei
processi cognitivi, darebbero conto anche di quello che Penrose chiama "Senso Unitario"
della mente. Il processo cosciente non può mai essere frutto dell'attivazione di una singola
area del cervello ma deve scaturire dalla azione concertata in un gran numero di zone
della mente. L'oscillazione coerente dei tubuli, la quale interessa la maggior parte del
cervello, provvederebbe egregiamente a quel collegamento globale essenziale per
l'estrinsecazione dell'atto mentale. Una delle più singolari conseguenze dell'applicazione
della coerenza quantistica alla mente, è che i processi cerebrali non potranno mai essere
pienamente simulati da un calcolatore. Infatti, un computer per quanto evoluto possa
essere, deve pur sempre ragionare seguendo una logica deterministica, ad ogni azione
deve sempre corrispondere una reazione. Uno più uno deve sempre dare due. La
coerenza quantistica alla base dei processi cerebrali invece, dovendo sottostare alle leggi
della Meccanica Quantistica (le quali prevedono che qualsiasi sistema a loro soggetto
debba sempre manifestare un certo grado di indeterminazione, di imprevedibilità), sfugge
a questa logica. In altre parole l'aumento del grado di coerenza dei tubuli che deve
condurre dallo stato di pre-coscienza allo stato di coscienza, può, seppur con probabilità
molto bassa, fermarsi o accelerare spontaneamente, con tutte le conseguenze che ne
derivano. Il filo conduttore delle teorie di Penrose ruota attorno all'inadeguatezza dei
modelli interpretativi dei processi cognitivi e sulla possibilità di trovare strade alternative
per spiegare le dinamiche degli atti mentali. Lo studioso britannico indica nella "coerenza
quantistica" la causa dei processi più intimi dell'attività cerebrale. La coerenza quantistica
è quel processo fisico per cui un gran numero di particelle agisce coralmente assumendo
le caratteristiche e le qualità di una unica macro-entità, consentendo il verificarsi di
fenomeni quali l'emissione Laser o la Superconduttività. Le caratteristiche peculiari della
coerenza quantistica sono essenzialmente due : l'evoluzione dei suoi processi dinamici
secondo una logica non deterministica (non esprimibile cioè attraverso semplici
meccanismi di causa ed effetto o "razionalizzabili") e l'estensione immediata e globale del
fenomeno quantistico a tutti gli enti che partecipano al processo coerente. Tali
caratteristiche ben si adattano al controllo dei processi mentali come gli "stati emozionali"
(per loro natura non razionalizzabili) o "l'unicità dei processi cognitivi". Per quanto
concerne quest'ultimo aspetto delle caratteristiche della mente, recenti studi di
neurobiologia hanno dimostrato la non veridicità delle ipotesi secondo cui si avrebbe nel
cervello una localizzazione ben definita delle funzioni deputate alla coscienza o al controllo
dell'attività sensitiva. Tali funzioni andrebbero invece attribuite al cervello nel suo insieme,
il quale, attraverso una fitta rete di sistemi interconnessi, controllerebbe ogni attività. Alle
aree tradizionalmente ritenute sede delle funzioni cerebrali andrebbe soltanto riconosciuto
il compito di originare il primo impulso per l'attivazione dell'atto mentale o sensitivo.
157
CONSIDERAZIONI FINALI
E INTERPRETAZIONI PERSONALI
158
L’uomo e il rapporto corpo-menteconsapevolezza-
coscienza (spirito)
(Alcune interpretazioni sono tratte dal sito web:
Spaziotempo (Il fantasma dell'etere)
Questo è lo "spaziotempo" come proposto da Minkowski. Dal punto di vista matematico
... solo sulle superfici oppure adottiamo l'ipotesi del tempo immaginario. ..... della vita;
riteniamo che fluisca con continuità mentre l'orologio ci ...
sites.google.com/site/.../spaziotempo -)
CONSIDERAZIONI:
L’uomo e un tutt’uno di corpo mente e coscienza (spirito).
Ma come possiamo spiegare razionalmente la relazione tra corpo, mente e
coscienza?
L’essere umano e l'Essere inteso come.
1) Essere fisico (corpo)
2) Essere psichico (mente)
3) coscienza (spirito)
Per capire questo concetto, possiamo immaginare un cubo dove la larghezza e la
lunghezza sono la parte fisica e la parte psichica, e l'altezza e la coscienza, la
spiritualita:dobbiamo pensare alle fasi che compongono un uomo come ad un
campo tridimensionale.
Cosi, da un punto di vista schematico si parla dei tre campi dell'Essere umano,
cioe il campo fisico,
il campo psichico
e il campo della coscienza (spirituale)
Questi stati si compenetrano l'uno nell'altro, in modo da rendere poi una figura
completa come quella del cubo nel campo tridimensionale e fanno parte della
stessa persona, della stessa entita.
Per l’uomo esistono quindi un campo fisico, un campo psichico, un campo DI
COSCIENZA (SPIRITUALE) e Dio, cioe quello che e molto meglio chiamare
l'Essere che non si puo conoscere o “Essere non conoscibile”.
159
1) Il campo fisico è non solo tutto ciò che rientra nell'universo fisico a tre
dimensioni (MASSA E SPAZIO), ma comprende anche la coordinata TEMPO
(coordinata, perché è diverso da zona a zona della Terra e da zona a zona
del cosmo).
Il vero campo fisico e tutto il cosmo, tutto l'universo e questo fa si che tutto
possa rientrare anche nel campo psichico.
La coordinata tempo rientra nel campo fisico ma e anche il trait- d'union tra
il campo fisico e il campo psichico.
2) Il campo psichico è la mente, ed e correlata al piano fisico dalla coordinata
tempo e dall’attivazione di diverse zone cerebrali (nuclei cerebrali, microtubuli,
zone della corteccia cerebrale di integrazione e reti neurali, ecc.)
3) il campo DELLA COSCIENZA (spirituale).
L'universo psichico sta all'universo spirituale, come il punto sta al tutto
Quello che differenzia il passaggio dal campo psichico al campo spirituale e che
la coordinata tempo non ha piu importanza.
Ma secondo la teoria della relativita la dimensione spaziotempo e un'unica
dimensione
La relatività ristretta afferma che uno spazio e un tempo assoluti non
esistono, e che questi sono entrambi proprietà relative all'osservatore.
Per spaziotempo (indicato anche come spazio-tempo o cronotopo) si intende
uno spazio quadridimensionale, composto dall'usuale spazio a 3 dimensioni
con il tempo come coordinata aggiuntiva.
Lo spazio-tempo e quindi un concetto fisico che combina le nostre classiche
nozioni tradizionalmente distinte di spazio e di tempo in un solo costrutto unico
e omogeneo. L'introduzione dello spazio-tempo e una conseguenza diretta della
teoria della relativita ristretta che stabilisce un'equivalenza fra lo spazio e il
tempo.
Cosi come nella nostra visione classica dello spazio le sue tre dimensioni
componenti (avanti-dietro, destra-sinistra e alto-basso) sono equivalenti e
omogenee fra loro e relative all'osservatore (cio che viene considerato avanti o
dietro da un osservatore puo essere considerato destra o sinistra da un altro
osservatore disposto diversamente), la visione relativistica assimila anche la
dimensione temporale (prima-dopo) alle tre dimensioni spaziali, rendendola
percepibile in modo diverso da osservatori in condizioni differenti.
160
I punti dello spaziotempo sono detti eventi e ciascuno di essi corrisponde ad un
fenomeno che si verifica in una certa posizione spaziale e in un certo istante.
Ogni evento e percio individuato da quattro coordinate. In genere, per
visualizzare le coordinate spaziali si usano tre coordinate cartesiane
determinate dalla scelta di una terna di riferimento ortogonale; esse si possono
denotare con le tre lettere diverse x, y e z oppure con le lettere dotate di
indici (o deponenti, o pedici) . Nel primo caso la coordinata temporale
si indica con t, nel secondo con . Le coordinate con indici hanno il vantaggio
formale di consentire l'uso di indici correnti e quindi di espressioni sintetiche.
Di solito per un indice che corre solo nelle dimensioni spaziali 1, 2 e 3 si usano
lettere come i, j e k, mentre per gli indici spaziotemporali che corrono da 0 a 3
si usano lettere greche. Inoltre quando si studiano sistemi particolari (ad es.
dotati di determinate simmetrie), per le dimensioni spaziali, invece delle
coordinate cartesiane risulta conveniente usare ora le coordinate sferiche, ora
le coordinate cilindriche, ora altre.
Se immaginiamo di osservare tutto lo spaziotempo dell'universo nella sua
interezza, immaginando dunque di "uscirne fuori" per guardarlo, esso
assomiglia, per ricorrere ad un utile metafora, ad un filone di pane o a un lungo
fiume completamente ghiacciato, nel quale ci sono le linee d'universo degli
oggetti: la lunghezza e la dimensione temporale; per lo spessore e la larghezza
ci sono gli eventi cosi come sono disposti nello spazio. Ricordiamoci che noi qui
vediamo tutto lo spaziotempo, e dunque tutto lo spazio esistente e tutto il
tempo (perlomeno del nostro universo - vedi Dimensione parallela e Multiverso),
sia trascorso che futuro. Inoltre l'analogia precedente ha un errore di fondo
(al quale pero e impossibile ovviare): ogni fetta di un vero filone di pane, se si
trascura la profondita (la "lunghezza" del filone), ha solo due dimensioni,
mentre una "fetta" dello spaziotempo, se si trascura il tempo (allo stesso modo
della profondita) comprende tutt'e tre le dimensioni spaziali. La "visione"
immaginaria e "in contemporanea" di tutto lo spaziotempo esistente e detta dai
fisici e dai filosofi visione "in blocco" dello spaziotempo o anche continuum
spazio-temporale.
Dimensione parallela
Una dimensione parallela o universo parallelo (anche realta parallela, universo
alternativo, dimensione alternativa o realta alternativa) e un universo ipotetico
separato e distinto dal nostro ma coesistente con esso; nel senso scientifico
del termine, nella stragrande maggioranza dei casi immaginati e identificabile
con un altro continuum spazio-temporale. L'insieme di tutti gli universi paralleli
161
e detto multiverso. Alcune teorie cosmologiche e fisiche dichiarano l'esistenza
di universi multipli, forse infiniti, in alcuni casi interagenti, in altri no.
Le trasformazioni che rendono invarianti le equazioni di Maxwell, sono indicate
con l'espressione trasformazioni di Lorentz (TL) e si ottengono in modo
concettualmente semplice applicando la costanza della velocita della luce.
Rimandando alla voce specifica per i dettagli, e importante comunque osservare
che:
•le TL non trattano separatamente il tempo e lo spazio, ma che questi
vengono invece correlati tra loro;
•tali nuovi effetti dipendono da un termine β definito come β2 = v2 / c2
(dove v e la velocita del corpo e c e la velocita della luce). Tale termine
diventa trascurabile per velocita non confrontabili con quelle della luce;
o Viene anche definito per comodita il termine , detto
fattore di Lorentz;
•al limite di piccole velocita, le TL si riducono alle gia note di Galileo,
spiegando perche negli esperimenti di meccanica classica non si possano
misurare differenze.
Come diretta conseguenza, le TL portano a due importanti modifiche, poiche
introducono il concetto di relativita in grandezze normalmente considerate
assolute:
•Contrazione delle lunghezze
o La lunghezza L di un corpo in movimento non e invariante, ma
subisce una contrazione nella direzione del moto, data dalla formula
o La lunghezza massima del corpo L0 e misurata nel sistema in cui il
corpo e in quiete e viene chiamata lunghezza propria.
•Dilatazione dei tempi
162
o L'intervallo di tempo ∆ t tra due eventi non e invariante, ma subisce
una dilatazione se misurato da un orologio in moto rispetto agli
eventi. Tale dilatazione e data dalla formula
o La durata minima dell'intervallo di tempo e misurata da un orologio
solidale con gli eventi; tale intervallo ∆ t0 viene chiamato tempo
proprio.
•Si noti come in entrambi i casi le formule si riducano all'uguaglianza per
velocita piccole rispetto a c (Velocita della luce). Si noti come questo
limite, chiamato limite classico, possa essere concettualmente ottenuto
sia per v piccolo che per c→ ∞ ; infatti, una velocita infinita della luce,
significa poter stabilire una simultaneita assoluta e quindi un ritorno alla
visione classica. Il limite classico e una condizione necessaria della teoria,
poiche per piccoli valori di β gli effetti relativistici non devono essere
misurabili, per rendere conto dell'ottimo accordo sperimentale della
visione classica. In questo senso, la teoria einsteiniana e una
generalizzazione alle alte velocita della fisica di Newton.
Confrontando le due formule, si nota che "dove lo spazio si contrae, il tempo si
dilata; e, viceversa, dove il tempo si contrae, lo spazio si dilata", come
affermava Einstein. La relazione diventa piu evidente se si risolvono le due
equazioni rispetto a γ, da cui si ottiene:
Alle alte velocita (v sempre piu prossimo a alla velocita della luce c), la
contrazione spaziale tende allo zero, mentre la dilatazione temporale tende
all'infinito. Cio equivale ad affermare che alla velocita della luce il tempo "non
passa".
La dilatazione del tempo in particolare impone la velocita della luce come limite
massimo raggiungibile (discutendo il denominatore diverso da zero).
Velocita superiori a quelle della luce porterebbero all'ulteriore problema di un
radicando negativo, e di un radicale (misura di L e T) numero immaginario: il
problema e che per i numeri complessi e immaginari non e possibile creare un
ordinamento e non ha senso parlare di misure fisiche. Tuttavia, esiste una
163
definizione matematica di spaziotempo che ammette un termine spaziale o uno
temporale immaginario.
Spazio-tempo e topologia
Secondo Einstein, lo spazio-tempo e un continuo a quattro dimensioni, che nel
modello ciclico dell'universo di Friedman ha forma di ipersfera S4. Se lo spaziotempo
e un'ipersfera ad esponente pari, ha una caratteristica di Eulero-
Poincare χ = 2, e possiede almeno una singolarita polare (ossia di ordine 1). Da
considerazioni geometriche, diviene prevedibile il Big Bang, una singolarita
polare dello spazio-tempo.
La caratteristica di Eulero-Poincare e pari alla somma algebrica degli ordini di
singolarita dei punti che servono a reticolare una superficie chiusa.
Per reticolare una superficie si usano dei quadrati, per un oggetto
tridimensionale si usano dei cubi. Generalizzando ad n dimensioni, si utilizzano
degli ipercubi.
L'ordine di singolarita di un reticolo (costruito a partire da uno di questi punti)
e pari all'angolo di rotazione (positivo o negativo) che compie un'autovettore
orientato (freccia), rapportato a 360°. Se un oggetto topologico ha una
caratteristica di Eulero pari a 2, esso possiede almeno una singolarita di ordine
1, un polo.
Osservazioni
•Nessun corpo puo assumere velocita uguali o superiori a c; le
trasformazioni di Lorentz per v ≥ c non sono definite (i valori sotto radice
diventano nulli o negativi). Il valore nullo non e accettabile, in quanto
compare nel denominatore delle formule: un corpo puo essere accelerato
in tempo finito solo ad una frazione della velocita della luce minore di 1. I
corpi senza massa materiale, come i fotoni stessi, viaggiano sin dalla loro
emissione alla velocita della luce. Da cio si puo dedurre che qualsiasi
elemento di massa zero, si muoverebbe alla velocita della luce. Eventuali
particelle piu veloci della luce (dette tachioni) non potrebbero invece
rallentare al di sotto della velocita della luce.
•La contrazione delle lunghezze non deve essere vista come se il metro
variasse la sua dimensione o come se l'orologio segnasse un tempo
diverso. Le misure infatti saranno differenti solo se effettuate da un
altro osservatore in moto relativo: la lunghezza del proprio metro e la
164
durata del proprio minuto e la stessa per tutti gli osservatori. C'e da
specificare, inoltre, che il restringimento della lunghezza secondo la
teoria della relativita ristretta avviene soltanto nella direzione di
avanzamento, e sia lo scorrere piu lento del tempo, sia il restringimento
dello spazio, si verificano contemporaneamente.
•La teoria ammette questi effetti come conseguenza della peculiarita di c
e del moto relativo e quindi come conseguenza del nostro modo di
guardare le cose. La lunghezza propria e la piu grande fra tutte le
lunghezze relative ai punti di vista, ma non per questo e piu reale delle
altre. Sarebbe come notare che piu lontani siamo da un oggetto e piu
piccolo questo ci sembra: niente ci puo dire se l'oggetto si rimpicciolisce
veramente o se sia un effetto della distanza. Non ha quindi senso
domandarsi se si tratti di un fenomeno reale o apparente. Inoltre la
persona che ipoteticamente sperimentasse la contrazione dello spazio,
non avrebbe la sensazione di sentirsi ristretta, in quanto il suo sistema di
misurazione rimarrebbe lo stesso (Il suo metro sarebbe sempre lungo 1
metro, il centimetro uguale etc..)
•Le trasformazioni di Lorentz trattano il tempo alla stregua di una
qualunque coordinata spaziale; dato che un evento puo essere sempre
individuato tramite la sua posizione nello spazio e lungo l'asse temporale,
il formalismo relativistico puo essere formulato in uno spazio a 4
dimensioni (spazio-tempo) di Minkowsky, nel quale le prime 3 coordinate
coincidono con le normali coordinate spaziali e la 4 e rappresentata dal
tempo. Un evento e individuato quindi dai 4 numeri (r, ct) = (x, y, z, ct).
La simultaneita e l'attributo di due o piu eventi che si verificano nel medesimo
istante.
Mentre secondo la fisica classica la simultaneita era una proprieta assoluta
degli eventi, indipendente dal sistema di riferimento utilizzato, il successivo
modello spaziotemporale elaborato da Albert Einstein afferma che sia una
caratteristica relativa, dipendente dal sistema di riferimento utilizzato per
descrivere gli eventi.
In sostanza, secondo Einstein due o piu eventi possono essere simultanei per un
osservatore e non simultanei per un altro, mentre il vecchio modello affermava
che se due o piu eventi sono simultanei, lo sono per tutti gli osservatori
indifferentemente, mentre se non sono simultanei, non lo sono per nessuno degli
osservatori stessi.
165
(da: Il fantasma dell'etere)
E = mc²
La nota formula relativistica E = mc² prende in considerazione:
•E = energia, espressa in joule (= N•m = W•s = kg• m²/s²);
•m = massa, espressa in kilogrammi (kg);
•c = velocità della luce, espressa in m/s (299.792.458 m/s, generalmente
approssimata a 300.000.000 m/s). Pertanto c² 9 x 1016 m²/s².
Diventa quindi facile capire come massa ed energia si equivalgano e come
esse siano due facce della stessa medaglia. In sostanza la massa è una
forma di energia estremamente concentrata: essa scompare quando
compare energia e viceversa. In particolare se un corpo assorbe una quantità
di energia, la sua massa non si conserva ma aumenta della quantità E/c²;
viceversa la massa del corpo diminuisce se perde energia, per esempio
emettendo luce.
L'enorme fattore di conversione che lega la massa e l'energia spiega come
concentrando un grosso quantitativo di energia si possa creare una piccola
quantità di materia (= E / c²), e anche come partendo da una piccolissima
massa si possa ottenere molta energia.
La teoria della relatività ci fornisce, quindi, un’altra sorpresa: poiché la massa
non è altro che una forma di energia, essa non si conserva separatamente,
ma si aggiunge all’energia cinetica e all’energia potenziale nell’enunciare la
conservazione dell’energia meccanica.
La formula esprime in qualsiasi sistema di riferimento l'energia
totale di una particella ferma. rispetto a quel particolare sistema di riferimento.
Se il corpo è in movimento, la formula corretta è:
con:
La massa è qui intesa come massa relativistica del corpo, da distinguere
dalla massa inerziale m. La massa inerziale può essere considerata una
proprietà del corpo, poiché in un moto inerziale essa rimane inalterata. Il
concetto di massa relativistica, estende il concetto di massa gravitazionale.
Tuttavia questo concetto può risultare fuorviante[1]
166
Con queste considerazioni ha senso definire una massa che dipende dalla
velocità (e sarebbe il prodotto della massa propria, inerziale, per il termine γ):
m = m(v), e in particolare che:
,e che:
.
In altre parole, la massa relativistica non è una proprietà indipendente dalla
velocità v, ma cresce con questa. Quando la velocità si approssima a quella
della luce, la massa del corpo tende all'infinito.
Nella relativita generale, il campo gravitazionale e definito come la
deformazione dello spazio-tempo creata dalla presenza di corpi dotati di massa
e/o di energia. Esso e rappresentato matematicamente non da un campo
vettoriale ma da un tensore (tensore metrico, legato alla curvatura dello
spazio-tempo attraverso il tensore di Riemann).
Tornando all’essere umano, pertanto e solo da un punto di vista schematico che
si cerca di orientare questo determinato tipo di spiegazioni facendo perno sulla
base fisica, sulla base psichica e sulla base spirituale, ma naturalmente bisogna
sempre tener presente che nell'Essere completo tutti i tre campi si
compenetrano completamente l'uno nell'altro per cui non e assolutamente
possibile parlare di campo fisico solo, o di campo psichico solo, o di campo
spirituale solo.
Ecco perche solamente da un punto di vista schematico si parla dei
tre campi dell'Essere umano,
cioe il campo fisico,
il campo psichico
e il campo della coscienza (spirituale)
proprio per poter essere interpretati meglio questi stati, ma quello che conta e
che si compenetrano l'uno nell'altro, in modo da rendere poi una figura
completa come quella del cubo nel campo tridimensionale.
167
Ad ogni modo il punto di partenza rimane pur sempre il campo fisico
proprio perche con il piano od il campo fisico si riesce ad ottenere poi un punto
che puo servire come base per l'ulteriore evoluzione della coscienza
E mentre la conoscenza del campo psicofisico e relativamente facile la
conoscenza del campo della coscienza non e facilmente intuibile o dimostrabile
fisicamente.
Dovremmo cominciare a considerare la nostra esistenza e le scienze che la
studiano come una scatola cinese dove tutto e interconnesso.
Molti scienziati stanno ancora cercando di vedere dove comincia la mente e
dove finisce l'aspetto fisico e naturalmente le discussioni sono sempre molto
accese perche mentre da una parte alcuni sostengono che tutto dipende dalla
elaborazione dei vari circuiti cerebrali, altri invece sostengono che la mente e
la coscienza, pertanto e a se stante e si serve solamente dei circuiti cerebrali
per poter estrinsecare la sua attivita.
In questo caso quello che conta invece e mettersi una volta per tutti
d'accordo sul fatto che sono piani molto sfumati l'uno nell’altro.
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(da: Il fantasma dell'etere)
Il percorso che indusse Lorenz, Minkowski ed Einstein a postulare lo
spaziotempo e affascinante. E' veramente difficile pensare ad una Natura cosi
semplicemente incredibile e cosi fuori dal buon senso quotidiano !
Ma che cosa e venuto fuori dagli esperimenti ?
Semplicemente che ci eravamo sbagliati. La lunghezza della matita ∆l non e un
invariante della Natura.
Questa quantita sembrava invariante quando la matita era ferma o quando
viaggiava a piccola velocita rispetto all'osservatore o quando era distante da un
buco nero.
168
Ma se la matita viaggia a velocita vicina a quella della luce (c = 300.000 Km/sec)
le cose cambiano.
La velocita c della luce sembra lontana ma le particelle di cui siamo noi stessi
siamo fatti talvolta non sono tanto lente e poi la luce stessa, le onde radio, le
radiazioni nucleari...
Ipoteticamente viaggiando alla velocita superiore di quella della luce, ci si
astrae dallo spazio e dal tempo, allora tutto si riduce sempre ad un tempuscolo
proprio perche si esce dallo spazio e dal tempo.
La massa si accorcia nel senso del moto, la sua massa (inerzia) aumenta e il suo
orologio rallenta man mano che si avvicina alla velocita della luce.
Tutti questi fenomeni sono visti in maniera diversa da osservatori che fanno
capo a sistemi di riferimento diversi (uno e fermo, un altro vola in aeroplano,
etc.). Ogni osservatore ha il suo orologio e segnano tutti un'ora diversa.
Andiamo al sodo. Esiste ancora un invariante del teatro spazio-temporale?
Per fortuna, si.
Per trovare un vero invariante bisogna fare una operazione matematica, bisogna
aggiungere una dimensione allo spazio, ipotizzare un nuovo spazio a quattro
dimensioni x1, x2, x3, x4 e quindi estendere ancora il teorema di Pitagora :
∆s2 = ∆x1
2 + ∆ x2
2 + ∆x3
2 + ∆x4
2
Ora un punto in questo spazio si chiama "evento", la nuova distanza ∆s si chiama
"intervallo" fra due eventi per distinguerla dalla lunghezza della matita ∆l nelle
3 dimensioni.
Naturalmente visualizzare uno spazio a quattro dimensioni non e facile (anzi
secondo me non e possibile) ma puo essere divertente provarci. Ci sono un sacco
di giochini che si possono fare con una dimensione in piu. Ad esempio si puo fare
apparire qualcosa dal nulla (se vuoi te lo faccio vedere un'altra volta).
Ma la cosa non e ancora cosi semplice, la quarta dimensione non e spaziale ma
temporale, il tempo e uno spazio e i due vanno misurati nelle stesse unita (ad
esempio il tempo va misurato in metri).
Per ottenere unita di misura spazio-temporali unificate conviene prendere come
unita di misura delle velocita quella della luce, quindi c = 1 .
Il teorema di Pitagora si deve estendere cosi :
∆s2 = ∆x1
2 +∆ x2
2 + ∆x3
2 - ∆t2
Questo e lo "spaziotempo" come proposto da Minkowski. Dal punto di vista
matematico si tratta di un teorema di Pitagora modificato.
169
Ci si puo chiedere come appaiono le grandezze fisiche in uno spazio complesso.
Ebbene appaiono complesse anche loro. Ad esempio l'energia complessa e un
vettore spaziotemporale che racchiude in se tutte le valenze della classica
quantita di moto (vettore spaziale) e della classica energia (vettore temporale).
Nel tentativo di "vedere" qualcosa nello spaziotempo complesso spesso si
utilizza un semplice diagramma con lo spazio in ascisse ed il tempo in ordinate.
Questi diagrammi vengono chiamati di Gauss quando riguardano la matematica,
di Minkowski quando riguardano la teoria della relativita, di Feynman quando
riguardano la fisica quantistica.
Attenzione: questi diagrammi sono utili ma non fanno vedere lo spaziotempo.
Infatti, come sappiamo, lo spazio in cui noi "vediamo qualcosa" e lo spazio dove
vale il teorema di Pitagora classico mentre nello spaziotempo vale il teorema di
Pitagora modificato con i numeri complessi.
MASSA
Girando e rigirando le formule della relativita speciale ad Einstein venne fuori
una espressione imprevista e sorprendente ma inequivocabile:
E = m
L'energia E e la massa m sono la stessa cosa. La massa e energia, nient'altro
che energia.
Talvolta la formula si scrive E = m c2 ma ricordiamo che, per misurare spazio e
tempo nelle stesse unita di misura abbiamo posto la velocita della luce c = 1.
La formula e buona, buonissima. E' provato sperimentalmente che la massa si
puo distruggere generando energia (quindi generando fotoni) e che un fotone
ben dotato di energia puo trasformarsi in particelle dotate di massa.
Sembra che il mistero della massa sia ad un passo dalla soluzione, sembra che il
panorama classico (massa ed energia nello spaziotempo) si possa facilmente
semplificare in un solo attore protagonista (energia nello spaziotempo).
Tuttavia manca un piccolissimo ma essenziale passo: bisogna riuscire a
descrivere, quantificare e verificare come l'energia si debba arrangiare per
determinare tutti i fenomeni che cumulativamente identifichiamo con la massa
(attrazione gravitazionale + inerzia).
Come vedremo subito l'attrazione gravitazionale viene fuori dalla teoria della
relativita generale ma l'inerzia no o almeno non del tutto.
RELATIVITA' GENERALE E COSMOLOGIA
Einstein prosegue e crea la "teoria della relatività generale", la moderna
cosmologia.
170
La relativita generale tratta un solo tipo di forza (od energia potenziale):
l'attrazione gravitazionale, che tiene noi sulla terra, la terra attorno al sole, il
sole nella galassia e cosi via.
Ricordiamo tuttavia che la forza gravitazionale e infinitamente piu piccola di
quella elettromagnetica che a sua volta e molto piu piccola di quella nucleare.
La cosmologia nasce dal fatto che le forze elettromagnetiche e nucleari si
compensano quasi sempre e quindi a grandi distanze non agiscono per cui la
piccola forza gravitazionale diventa alla lunga protagonista .
Le masse (e quindi l'energia) hanno un rapporto intimo con il tessuto dello
spaziotempo. Attorno alle masse lo spaziotempo si distorce come per
ripristinare una simmetria violata e cosi nasce la forza di gravita: un imbuto di
spaziotempo che attira al suo interno le altre masse e che da una consistenza
fisica al campo di energia potenziale gravitazionale.
L'universo e una somma di imbuti che alla fine si auto-avvolge in una forma
geometrica a quattro dimensioni. La causa e l'effetto non si distinguono piu con
chiarezza mentre la mente abbraccia un universo di straordinaria eleganza.
L'universo visibile (cioe una minima parte dell'universo) nel suo insieme non e
poi cosi distorto come certe pubblicazioni lasciano credere. Le misurazioni piu
recenti descrivono un "universo piatto" cioe un universo in cui la geometria di
Euclide e sempre buona e due rette parallele non si incontrano.
Localmente invece piccole masse creano piccoli imbuti e grandi masse
concentrate in poco spazio possono creare un buco nero, cosi energico che nulla
puo sfuggire dal suo interno e cosi distorto da fermare il tempo.
Le masse cosmiche sono distribuite in modo abbastanza uniforme e sono
talmente distanti che la situazione generale che esse determinano (il campo di
spaziotempo) cambia molto lentamente.
Sebbene i corpi celesti si muovano a velocita fantastiche, le enormi distanze
fanno apparire il cielo quasi statico e si parla erroneamente di stelle fisse.
Abbiamo detto che la teoria della relativita generale tratta solo di campi
gravitazionali. Infatti non riesce a spiegare nulla a livello atomico dove
171
dominano le forze elettromagnetiche. Avremmo quindi bisogno di una sua
estensione all'elettromagnetismo.
Einstein cerco senza successo fino alla morte di introdurre il campo
elettromagnetico nella teoria della relativita generale (ovvero di spiegare
l'eletromagnetismo come una vibrazione dello spaziotempo).
Qualcosa sfugge nella grandiosa architettura di Einstein. L'elettromagnetismo
e un concetto classico basato sull'energia della fisica classica. La scontrosa ψ ,
malvista da Einstein, aspetta con pazienza il suo turno.
SIMMETRIA E INVARIANTI
La simmetria in fisica e definita in un modo piu ampio di quanto siamo
abituati a pensare. Ad esempio se le leggi di fisica non cambiano andando
da un posto ad un altro questa viene definita una simmetria alla
traslazione spaziale, se le leggi di fisica non cambiano se guardo in una
direzione o in un'altra, questa viene definita una simmetria alla rotazione,
se le leggi di fisica non sono cambiate fra ieri e oggi questa viene definita
una simmetria temporale.
Queste simmetrie spazio-temporali sono semplici da capire (anche se la
simmetria del tempo e un po dura da accettare per chi non c'e abituato)
ma nessuno avrebbe pensato che gli invarianti fisici tanto cercati e
preziosi fossero una conseguenza diretta di queste simmetrie.
Noether dimostro che ad ognuna delle simmetrie corrisponde un
invariante fisico.
In sostanza i caratteri di invarianza attribuiti al complesso di concetti
che ruotano attorno all'energia sono solo conseguenze della simmetria
spaziotemporale. I concetti di causa ed effetto, gia offuscati dall'energia
totale invariante, continuano a perdere visibilita dietro quelli di
simmetria.
La simmetria e non l'invarianza e il perno della fisica.
Il teorema di Emmy Noether venne definito da Einstein un monumento del
pensiero umano.
Al livello matematico esiste solo una fisica quantistica e funziona bene.
E' curioso come ci si divida al momento di descrivere il significato fisico
di queste equazioni. La stessa ricerca di un significato fisico ha qualcosa
di ambiguo perche, essendo ψ qualcosa di nuovo, e impossibile descriverla
172
con forme di oggetti gia visti. Le interpretazioni della fisica quantistica si
sprecano ma tuttavia possiamo a grosse linee ridurle a 3 filoni principali :
- il primo filone afferma che ψ non esiste; esistono solo i corpuscoli in
balia del caso (interpretazione probabilistica)
- il secondo filone afferma che esistono sia ψ che i corpuscoli
(interpretazione dell'onda pilota)
- il terzo filone afferma che esiste solo ψ e i corpuscoli sono apparenze
(interpretazione ondulatoria).
-----------------------------------------------------------------------
173
Se immaginiamo l’esistenza di un campo elettromagnetico positivo e un
campo gravitazionale negativo, le onde elettromagnetiche sono allo stato
di radiazione, cioe di onde, mentre invece al di qua della superficie di
discontinuita dove esiste un campo elettromagnetico negativo ed un
campo gravitazionale positivo, tutto quello che viene menzionato in campo
elettromagnetico passa allo stato corpuscolare.
Ecco perche determinati tipi di fenomeni sono ascritti nel
campo elettromagnetico sia ad onde che a corpuscoli cioe nel campo delle
radiazioni elettromagnetiche esiste e bisogna tener presente questo
stadio della superficie di discontinuita.
E' lungo la superficie di discontinuita che si puo dire in parole
povere che le onde diventano corpuscoli perche c'e il rovesciamento
completo delle polarita sia nel campo elettromagnetico che nel campo
gravitazionale.
Ed e da questo punto di vista che in determinati momenti si puo
parlare di onde, mentre invece in altri momenti si puo parlare di
corpuscoli.
Cioe la radiazione elettromagnetica presenta caratteristiche a
volte proprie del campo ondulatorio, a volte proprie del campo
corpuscolare ed e proprio lungo questa superficie di discontinuita che
avviene questo particolare cambiamento di stato, proprio perche si ha,
per cosi dire, l'inversione di polarita sia nel campo elettromagnetico, che
nel campo gravitazionale.
Le radiazioni elettromagnetiche che sono sotto la forma di onde, se sono
immerse in un campo gravitazionale negativo ed elettromagmetico positivo
diventano corpuscoli passando attraverso la superficie di discontinuita e
rimangono corpuscoli quando sono immerse in un campo gravitazionale
positivo.
-------------------------------------------------------------------------------
174
(da: Il fantasma dell'etere)
Un'altra strada molto studiata e cara agli ammiratori di Einstein consiste
nell'interpretare ψ come una vibrazione dello spaziotempo.
Per darti un'idea di cosa intendo dire riporto una intuizione di principio di William
Clifford, un astronomo contemporaneo di Einstein:
Io affermo :
1) che piccole porzioni di spazio sono nei fatti analoghe a piccole colline su una
superficie mediamente piatta e che che le normali leggi della geometria non sono
valide a queste scale;
2) che questa proprieta di essere curva o distorta continuamente passa da una
porzione di spazio ad un'altra come un'onda;
3) che questa variazione della curvatura dello spazio e cio che realmente accade in
quel fenomeno che noi chiamiamo il moto della materia, sia dotata di massa o eterea;
4) che in questo mondo fisico null'altro accade eccetto questa variazione, soggetta
alle leggi della continuita.
Lo spaziotempo vibra
Questa idea trova una risonanza ed una teorica possibilita di unificazione con la
teoria della gravita di Einstein (relativita generale). Infatti l'energia potenziale
gravitazionale e generata da distorsioni spaziotemporali che creano un tessuto
dello spaziotempo (una specie di etere). Questo tessuto si dovrebbe quindi
arricchire di vibrazioni piu o meno complicate che giustifichino le forze
elettromagnetiche, ulteriori vibrazioni che giustifichino le forze nucleari e cosi
via.
Questa strada fu perseguita invano da Einstein fino alla sua morte e questo
significa quantomeno che la faccenda non e cosi semplice.
Se non bastasse lo spaziotempo a 4 dimensioni, si dovrebbe ipotizzare
175
l'esistenza di ulteriori dimensioni finora rimaste nascoste che in sostanza
diversifichino le tipologie di campo.
In molti si sono lanciati in uno spaziotempo allargato ad un numero
sorprendente di dimensioni (5 nella teoria di Kaluza-Klein, 10 nella "teoria delle
stringhe", 11 nella "M theory") . Si tratta di una complicatissima ricerca teorica
che punta ad ottenere un risultato definitivo unificando tutta la fisica e le sue
incognite ("teoria del tutto") attraverso l'osservazione dei possibili modi di
vibrazione di un unico tipo di oscillatore (una membrana di dimensioni
infinitamente piccole, dette dimensioni di Plank).
Non ostante le intense ricerche ed i lunghi anni trascorsi dalla sua
formulazione, la teoria del tutto non ha fornito finora risultati sperimentali
validi (forse per eccesso di complicazioni matematiche) e quindi si deve
considerare al livello di una semplice ipotesi in fase di studio. Io non mi sento di
affrontarla in questa sede e tanto meno di renderla intuitiva per cui, se proprio
ne hai voglia, ti rimando al libro divulgativo L'universo elegante" di Brian Greene
[14].
FOTONI
Un'altra specialità di Einstein è avere condiviso con Planck la visione della luce come pioggia di
fotoni dando così origine alla fisica quantistica.
Continuando ad accelerare le normali particelle, la loro massa cresce con una rapidità incredibile
finché capisci che è impossibile per una particella dotata di massa raggiungere la velocità della luce.
D'altra parte una particella priva di massa (come ad esempio il fotone) deve necessariamente andare
a velocità della luce. Un fotone fermo o lento non esiste.
Che sarà mai questo fotone ? Certo non è pensabile cavalcare un fotone a velocità della luce ma
ammettiamo per gioco che sia possibile.
Cosa succede ? Follie ! Il tempo per te si ferma. Nella direzione in cui ti muovi
l'universo ti appare contratto in un sol punto e quindi sei ovunque come un
pensiero.
Nello stesso istante senti di partire e arrivare:
176
IL PENSIERO?..... LA COSCIENZA?....
LE DIMENSIONI SPIRITUALI SONO DIVERSI LIVELLI
ENERGETICI ???
Se il tempo equivale ad una dimensione spaziale, l'universo non ha una storia ma
una forma e la cosmologia non e che lo studio delle possibili forme dell'universo
nello spaziotempo. Questa visione e potente e funzionale allo studio delle
simmetrie ma ha un peccato filosofico: osserva l'universo dall'esterno anzi da
uno spazio e un tempo ordinari esterni all'universo stesso come se si trattasse
di un film cristallizzato in una sequenza di fotogrammi fissati per sempre sul
supporto. Ma noi siamo dentro il film e l'esterno del film non esiste (... forse).
Un'altra caratteristica importante del tempo come dimensione spaziale e che
non c'e una vera ragione perche non possa essere percorso a ritroso ed in
realta la fisica quantistica lavora in un tempo immaginario che viene percorso in
tutti e due i sensi (dal passato verso il futuro e viceversa).
A questo punto la domanda cambia : cos'e il tempo ordinario, quello che noi
percepiamo e che scorre sempre dal passato verso il futuro ? Il filosofo-poetamistico
salta subito sul carro: un sogno, un'illusione, un parto della nostra
fantasia.
Ma il tempo ordinario si misura anche con grande precisione ed e lo stesso
tempo che usiamo nelle formule e che funziona molto bene. Sono gli aggettivi
che cambiano: lo riteniamo diverso dallo spazio perche non riusciamo ad
immaginare quella piccola "i" che lo accompagna ; riteniamo che si articoli
sempre verso il futuro perche non riusciamo a percepire in un sol colpo la forma
(o il senso ?) della vita; riteniamo che fluisca con continuita mentre l'orologio ci
suggerisce il contrario: uno scatto per ogni oscillazione del pendolo, nulla fra
uno scatto e l'altro.
177
UNA PERSONALE INTERPRETAZIONE DEI
DIVERSI CAMPI ESISTENTI NELLA
RELAZIONE CORPO, MENTE, SPIRITO
(Paola Brugnoli, Angelico Brugnoli)
Pretendo in questo ultimo paragrafo di tradurre fisicamente le mie
elucubrazioni filosofiche, psicologiche e spirituali; mi perdonino i fisici, i
matematici, e i teologi, non vuole essere l’arroganza di trattare una materia
che come medico conosco troppo poco, ma e solo l’entusiasmo di voler
sconfinare al di la delle mie conoscenze, magari per trasmettere questo stesso
entusiasmo a qualche fisico, matematico, o teologo, sperando che questi
vogliano considererare anche altri campi di ricerca e applicazione della fisica,
quali il rapporto tra cervello, consapevolezza e Spirito.
Tratto dal lavoro presentato a Dallas nel 2007 al congresso della ASCH
AMERICAN SOCIETY OF CLINICAL HYPNOSIS:
“PATHWAYS OF THE MIND: HEALING THROUGH HYPNOSIS”
ASCH-SCEH JOINT MEETING DALLAS, TEXAS JANUARY 19-23, 2007
“PATHWAYS OF THE MIND: CLINICAL HYPNOSIS FOR THE TREATMENT OF
PAIN AND SUFFERING IN DYING PATIENT” (Paola Brugnoli)
Come si passa dalla mente alla coscienza?
Cosa sono la mente e la coscienza?
Quale possibile relazione tra le leggi fisiche, la teoria della relatività, e il
rapporto corpo fisico (massa), energia, mente, coscienza, spazio e tempo?
La relatività ristretta afferma che uno spazio e un tempo assoluti non
esistono, e che questi sono entrambi proprietà relative
all'osservatore.
Secondo la teoria della relatività,l'energia, approssimata al second'ordine,
risulta essere formata da una componente costante dipendente solo dalla
massa del corpo e dal termine , uguale all'energia cinetica della
meccanica newtoniana. L'energia E è quindi la naturale estensione
dell'energia cinetica "classica". Questa formula, la più conosciuta della Fisica,
178
dice in sostanza che l'energia può trasformarsi in massa e viceversa: in
sintesi, energia e massa sono la stessa cosa.
In altre parole, la massa relativistica non è una proprietà indipendente
dalla velocità v, ma cresce con questa. Quando la velocità si
approssima a quella della luce, la massa del corpo tende all'infinito
(nel microcosmo del nostro cervello, per tempi elettrochimici
infinitamente veloci, possiamo credere che la mente fisica tende al
pensiero e alla coscienza???)
Per spaziotempo (indicato anche come spazio-tempo o cronotopo) si intende
uno spazio quadridimensionale, composto dall'usuale spazio a 3 dimensioni con il
tempo come coordinata aggiuntiva.
L’essere umano e l'Essere inteso come.
1)Essere fisico (corpo)
2)Essere psichico (mente)
3) coscienza (spirito)
Per capire questo concetto, possiamo immaginare un cubo dove la larghezza e
la lunghezza sono la parte fisica e la parte psichica, e l'altezza è la
coscienza o la spiritualità: dobbiamo pensare alle fasi che compongono un uomo
come ad un campo tridimensionale.
Cosi, da un punto di vista schematico si parla dei tre campi dell'Essere umano,
cioe il campo fisico,
il campo psichico
e il campo della coscienza (spirituale)
Questi stati si compenetrano l'uno nell'altro, in modo da rendere poi una figura
completa come quella del cubo nel campo tridimensionale e fanno parte della
stessa persona, della stessa entita.
Per l’uomo esistono quindi un campo fisico, un campo psichico, un campo DI
COSCIENZA (SPIRITUALE) e Dio, cioe quello che e molto meglio chiamare
l'Essere che non si puo conoscere o “Essere non conoscibile”.
1) Il campo fisico è non solo tutto ciò che rientra nell'universo fisico a tre
dimensioni (MASSA E SPAZIO), ma comprende anche la coordinata TEMPO
(coordinata, perché è diverso da zona a zona della Terra e da zona a zona
del cosmo).
179
Il vero campo fisico e tutto il cosmo, tutto l'universo e questo fa si che tutto
possa rientrare anche nel campo psichico.
La coordinata “tempo” rientra nel campo fisico ma e anche il trait- d'union tra
il campo fisico e il campo psichico.
2) Il campo psichico è la mente, ed e correlata al piano fisico dalla coordinata
“tempo” e dall’attivazione di diverse zone cerebrali (nuclei cerebrali,
microtubuli, zone della corteccia cerebrale di integrazione e reti neurali, ecc.)
3) il campo DELLA COSCIENZA (spirituale).
L'universo psichico sta all'universo spirituale, come il punto sta al tutto.
Quello che differenzia il passaggio dal campo psichico al campo spirituale
è che la coordinata tempo non ha più importanza.
Ma secondo la teoria della relativita la dimensione spaziotempo e un'unica
dimensione
Proviamo a capire che relazione ci potrebbe essere tra i vari campi di esistenza
dell’essere umano:
Se chiamiamo v intesa come velocità della luce,
avremo che v0 è il nulla, secondo la teoria della relatività
non vi è nè massa, né spazio, né tempo
tutto il campo fisico che noi conosciamo, e immerso, per cosi dire, oppure vive,
oppure si evidenzia, si estrinseca quando la velocita e tra la velocita nulla e v1
intesa come velocita della luce, cioe 300.000 chilometri al secondo, circa.
in questo campo, cioe tra v0 e v1, esiste anche il tempo inteso come
misura oltre che come coordinata;
il tempo cioe si puo misurare e oltre che ad essere una coordinata e pertanto
far parte del cosiddetto spazio a quattro dimensioni
tra v0 e v1 il tempo e misurabile e pertanto essendo misurabile, si puo parlare
di vero e proprio campo fisico.
Ora, dopo aver dato una definizione del campo fisico come massa in
movimento sempre tra v0 e v1, si puo provare a dare una definizione di campo
psichico?
180
Forse se consideriamo la teoria della relativita, il campo psichico potrebbe
essere dove troviamo le varie potenze di v (e dove non troviamo piu massa) e
cioe forse possiamo considerare il campo psichico quando troviamo:
v3, cioe la velocita della luce al cubo.
prendendo come punto base pertanto la velocita della luce tra v1 e v3,
cioe tra v alla prima potenza e v alla terza potenza,
potremmo essere rivolti verso il campo psichico
e tra v1 e v3 si hanno gia dei fenomeni discretamente importanti perche si
entra nella cosiddetta quarta dimensione ove il tempo esiste, ma esiste solo
come coordinata ma non piu misurabile.
Qui dobbiamo pensare al concetto di tempo come ci insegna la teoria della
relativita:
si puo parlare di tempo attuale intendendo come passato, presente e futuro
tutti nello stesso momento, cioe praticamente esiste un eterno presente; pero
il tempo esiste anche se non misurabile ed esiste come coordinata.
v3 che dovrebbe essere il campo psichico equivale alla quinta
dimensione; in questo caso il tempo... in questo campo il tempo non esiste piu,
non esiste piu nemmeno come coordinata perche si esula dalla quarta
dimensione per entrare nella quinta dimensione.
v3 e il campo psichico, v3 riguarda un campo, un universo, se cosi si
puo chiamare, a cinque dimensioni ed ecco perche l'universo fisico sta
all'universo psichico come il punto sta al tutto, non come il nulla perche
naturalmente l'universo fisico e sempre da considerare, anche se in questo caso
fatte le debite proporzioni... proporzioni anche in campo matematico, in campo
di velocita, in campo matematico si vede che e una sproporzione enorme e il
campo delle vibrazioni aumenta moltissimo.
181
Quindi possiamo forse interpretare i vari universi della
dimensione umana e spirituale su diversi piani:
- quello fisico, da V0 a V1 ;
- quello psichico, da V1 a V3 ;
- quello spirituale, da V3 a Vn .
Si tratta tuttavia di universi che si compenetrano l’uno
nell’altro come una catena a cui ad una certa carica si possono
avere dei fenomeni spirituali.
Se noi paragoniamo il campo fisico ad un nocciolo che
oltre all’altezza possiede anche la larghezza, possiamo notare che
questo ha una determinata ampiezza; quello psichico un’altra;
quello spirituale un’altra ancora.
Allora si può comprendere che il campo psichico non è
solo più elevato, ma anche più esteso di quello fisico e così via …
“Quello che conta veramente nella vita è darle un
significato, qualunque esso sia”. (Victor Frankl)
Frankl afferma che nell’uomo l’inconscio Spirituale, che
in certi momenti può diventare anche inconscio religioso, cioè che
tende ad innalzarci con la mente verso un qualcosa che esiste al di
fuori di noi e non solo “dentro”, questo “qualcosa” che esiste al di
fuori di noi può anche entrare in noi, sempre attraverso l’inconscio
Spirituale.
Tornando, quindi alle ipotesi di partenza: campo fisico,
psichico, spirituale e se si uniscono quello che si innalza e quello
che si allarga, si costruisce un qualcosa di tridimensionale che è
anche concentrico e concatenato.
.. e così via: è interessante riuscire a studiare cosa succede alla massa e
allo spaziotempo, mano a mano che saliamo con le potenze di v, fino a v
alla n, o all’infinito (che stato energetico potrebbe essere? DIO??)
182
Quindi come ci insegnano molte religioni che parlano del non dualismo (noi
separati da DIO), noi potremmo essere già parte di un tutto (PADRE,
FIGLIO E SPIRITO SANTO) che si basa su diversi livelli energetici che si
compenetrano.
Ciò che conta è dare un senso alla vita,
Secondo le teorie di un grande scienziato e cosmologo dei
nostri tempi, Hawking, occorre tenere presente tutte le teorie
sull’origine dell’universo e vagliarle bene per raggiungere poi ad
affermare che, forse, questo non ha mai avuto un inizio, come lo
intendiamo noi, perché in realtà esiste un particolare momento in
cui si è sviluppato lo spazio - tempo che è uno stato
particolare, chiamato dai fisici:
“ singolarità ”
Esso, entro lo spazio - tempo, avrebbe dato origine al
tempo ordinario, che è quello in cui viviamo noi; insomma in un
universo che non conosciamo bene e, che forse, è la somma di
tanti universi, possono esistere delle singolarità che danno origine
al tempo ordinario, alle galassie e questo stato, potrebbe
avanzare in espansione fino a 100 miliardi di anni dall’inizio.
Quando finirà questa singolarità, finirà lo spazio - tempo
cioè: una grande espansione e una grande contrazione dal Big -
Bang al Big - Crash, quando dopo un universo stazionario si
formerà una nuova singolarità e tutto inizierà daccapo.
Questa non resta una semplice teoria o una mera ipotesi,
perché è stato dimostrato che la materia che entra in un buco
nero, può sfuggire a una velocità che supera quella della luce; le
particelle che superano tale velocità sono i tachioni e, se esistono,
possono dare origine ad altre singolarità dello spazio - tempo e
quindi ad un nuovo universo e lì comincia un altro Big - Bang a cui
seguirà un altro Big - Crash ad una distanza di 100 miliardi di
anni.
Questa intuizione di Hawking, metterebbe d’accordo
tutte le teorie basate su un concetto di un universo molto ampio,
che forse, è sempre esistito, ma nel quale si formano molte
183
singolarità che possono dare origine ad universi fisici diversi da
quello iniziale.
“Così” dice Hawking, ”si può pensare che oltre al tempo
ordinario esista un tempo immaginario”.
Questo farebbe sì che tutti gli universi che si
intersecano, possono dare origine a sistemi di vita che sono la
somma di tutte le possibilità di vita possibile.
Esso, è un tempo immaginario per noi, ma che esiste in
altri tipi di universi che si intersecano con il nostro.
E’ facile dedurre che esistono, perché sappiamo che si
possono formare sempre delle nuove singolarità nello spazio -
tempo e quindi la nascita di nuovi universi. Mentre il tempo
ordinario scorre da sinistra a destra, quello immaginario scorre
dal basso verso l’alto; cioè potrebbe scorrere in modo parallelo a
quello ordinario e questo darebbe una spiegazione all’esistenza di
un futuro condizionato e a quella di un futuro libero, perché da
una risposta all’esistenza di una variante mutabile a seconda del
nostro comportamento e che entrambe possono esistere
contemporaneamente.
Si può così concludere che anche il comportamento delle
particelle fotoniche , può rientrare sia nel campo immaginario che
nel campo ordinario.
Secondo il principio di indeterminazione di Heisenberg,
infatti, non è possibile nello stesso momento, studiare il
comportamento di una particella sia come velocità, sia come onda:
così il fotone è una particella, ma essendo luce è anche un’onda;
quindi se studiamo il suo comportamento come fotone, non
possiamo nello stesso tempo studiarne anche il comportamento
come onda luminosa.
Ecco perché questa ipotesi conferma l’esistenza dei due
tempi, l’onda di luce appartiene al tempo immaginario, però non si
può sapere cosa succede ad una particella finché non la si studia.
Dunque esistono universi concatenati al nostro, in cui si vive un tempo
ordinario, che scorrono secondo un tempo immaginario?
184
Quindi cosa succede alla massa , e allo spaziotempo, mano a mano che
aumentano le potenze di v? E’ possibile spiegare così i diversi livelli
energetici dei diversi “campi” di energia spirituali???
Se consideriamo come massa il microcosmo della nostra mente a che livelli
passiamo? È così che si formano il pensiero e la coscienza… e lo spirito??
Esistono nel nostro cervello delle reazioni biochimiche ed elettriche che
posso accelerare così tanto la massa che crea il microcosmo della mente?
Ma forse non è necessario accelerare i gravitoni per ottenere dei
fotoni perché la velocità è sempre costante; potrebbe essere necessario
raddrizzarli su una linea retta invece che... mentre normalmente viaggiano
a spirale intorno alla massa…
(…qui comincia una nostra filosofia su una teoria unificata: spero solo che
possa stimolare la curiosità dei fisici e dei teologi)
Probabilmente come nelle onde elettriche o elettromagnetiche si può
parlare di onda e si può parlare di quanto di energia, per il campo
gravitazionale è la stessa cosa, cioè si può parlare di onda gravitazionale e
anche di quanto di energia gravitazionale, cioè in questo caso, usando un
termine che è già noto senza doverne coniare degli altri, un gravitone.
esiste come termine il magnetone, ma non l’
elettromagnetone e questo è importante da considerare perché bisogna
sempre considerare che in tutti questi quattro campi fisici, possono
esistere sia sotto forma di onde, sia sotto forma di quanti di energia.
Ora, mentre il campo gravitazionale fa proprio una spirale
completa intorno alla massa, il campo magnetico invece usa una spirale
molto più allentata, cioè una spirale molto più larga, il campo
elettromagnetico viaggia quasi in linea diretta appunto perché c'è il campo
magnetico di mezzo e il campo elettrico in questo caso intendendolo come
onda elettrica, o come quanto di energia, cioè fotone, viaggia quasi in linea
retta perché naturalmente in vicinanza di masse o di campi gravitazionali, o
di campi elettromagnetici liberi nello spazio, si ha una certa incurvatura.
esistono nello spazio campi gravitazionali, campi magnetici,
campi elettromagnetici e campi elettrici legati alle masse, campi
gravitazionali, campi magnetici, campi elettromagnetici e campi elettrici non
legati alle masse, cioè liberi nello spazio . e questo non in quanto alla
velocità ma in quanto o al loro modo di propagazione nello spazio, cioè più
185
si incurvano, più si va verso il campo gravitazionale, più diventano rettilinei
più si va verso il campo elettrico.
Ora qui è il punto di capire come è possibile prendere in
considerazione una teoria unitaria che possa amalgamare il campo
gravitazionale, il campo magnetico, il campo elettomagnetico e il campo
elettrico.
Quando esiste la quiete assoluta in un corpo, che è solo
ipotizzabile perché non può esistere perché mancherebbe altrimenti
l'energia per poter andare avanti bene nello spazio o per poter andare
avanti bene come campo fisico, quello che conta molto in questo caso è
l'afferrare bene questo concetto: cioè che partendo da v0 e andando verso
v1, si hanno molti fenomeni che contano in questo caso sia da un punto di
vista pratico, sia da un punto di vista sperimentale
Ora, partendo da questo punto di vista è utile conoscere questo fatto, che
proprio per il fatto che le onde gravitazionali si incurvano quando sono
vicine ad una massa, creano un campo particolare di lunghezze d'onda, in
questo caso lunghezze d'onda molto lunghe prendendo in considerazione
l'onda elettromagnetica che è molto ma molto più corta, tanto per fare dei
paragoni molto terra terra, queste onde gravitazionali che sono molto
lunghe proprio a causa del loro movimento a spirale intorno ad una massa e
proprio perché sono molto lunghe, finora non ne è stata scoperta la loro
intima essenza, come del resto non è stata scoperta neanche l'intima
essenza delle onde elettromagnetiche ma non è stato scoperto neanche il
modo di poterla applicare in termine fisico mentre invece per le onde
elettromagnetiche i metodi di applicazione sono molto validi e molto
frequenti.
Ora è proprio per questo che non si è ancora capito bene che
le onde elettromagnetiche, proprio perché viaggiano con moto quasi... quasi
rettilineo, sono facilmente utilizzabili mentre invece le onde gravitazionali,
siccome viaggiano con un moto a spirale intorno alla massa, sono molto meno
facilmente utilizzabili proprio per questa loro particolarità.
Per poter utilizzarle molto bene è necessario trovare il modo
da poterle in questo caso si può dire raddrizzare, cioè da poter far sì che
186
il loro moto da spirale diventi un moto via via elicoidale e poi sempre più
rettilineo.
Ora in questo caso tutto diventa più chiaro perché in questo
modo, creando dei campi di forza particolari si può agire sulle onde
gravitazionali in modo da poterne utilizzare e in questo senso sarà
relativamente facile intuire poi come, partendo da questo punto di vista, è
possibile anche creare dei campi i quali possano essere di segno opposto a
quelli che esistono in natura attorno ad una massa.
Infatti, intorno ad una massa esistono dei campi gravitazionali
positivi e perciò in questo senso bisogna riuscire anche a creare dei campi
gravitazionali negativi.
E questo è una considerazione di fondamentale importanza se
si vuole riuscire ad ottenere qualcosa di particolare nel campo della fisica,
come poi esistono dei campo elettromagnetici negativi e pertanto
riuscirebbe comodo anche poter ottenere dei campi elettromagnetici
positivi.
In più bisogna anche considerare che se prendiamo come un
unico aspetto la... il fatto della velocità costante, che in questo caso è
uguale alla velocità della luce e questo grado di incurvatura verso la massa
che si raddrizza sempre di più man mano che si va dal campo gravitazionale
verso il campo elettrico, diventa relativamente facile poi elaborare dei
sistemi particolari per poter ottenere, la trasformazione dei gravitoni in
fotoni.
Questa trasformazione però non va ottenuta assolutamente
cercando di accelerarli in campi elettromagnetici molto intensi ma invece
bisogna cercare di ottenerla raddrizzando questa curvatura naturale che
esiste come proprietà fisica specifica ed intrinseca del campo
gravitazionale.
E pertanto i gravitoni non è che vadano accelerati con un
campo elettromagnetico intenso ma vanno raddrizzati nella loro curvatura
con un campo elettromagnetico... con un campo elettromagnetico di segno
contrario al campo gravitazionale e non vanno usate potenze molto forti
perché l'onda gravitazionale è molto
187
in questo campo bisogna stare attenti al campo fisico e al campo psichico,
cioè da v0 a v1 si è sempre solamente nel campo fisico; è solo da v1 in poi
più avanti che si può entrare nel campo psichico…. E via via, attraverso le
varie potenze, nel campo della coscienza spirituale.
Oltre alle aspettative individuali , esistono quelle che vanno al di la
dell’individuale e che sono molto importanti per giungere a particolari fasi di
conoscenza.
Se si raggiunge un’anima di gruppo ed un particolare stato di
coscienza forse si possono fare esperimenti nel campo della
conoscenza in modo nuovo.
Se si parte con l’anima del gruppo si va verso l’evoluzione sia individuale
che collettiva, dove invece dell’inconscio si muove il super-conscio che
porta alla conoscenza e alla Concentrazione Superiore.
Per arrivare a finalizzare tutto questo, invece di usare la Psicoanalisi si
usera la psico-sintesi intendendo fare la sintesi di tutto quello che c’e per
elevare l’uomo e non per continuare a scavare dentro di lui, che puo essere
solo controproducente.
La speranza:
che molti condividono e che da intensita e “sapore” alla vita e la possibilita
di vedere la Scienza e la Religione Universale camminare insieme, studiare
insieme, approfondire insieme, tutto cio che esiste dentro e fuori
dall’essere umano.
Quando i componenti di un gruppo sono aperti verso
l’evoluzione, sono compatti in sintonia ed empatia, sono uniti dagli
stessi intenti e dalle stesse speranze, hanno una buona possibilità
di preparare una buona anima di gruppo, per un cammino insieme
verso la conoscenza e la consapevolezza.
188
CONCLUSIONI
Quanto ho detto in questa raccolta di lavori e nelle mie personali
considerazioni filosofiche, ci permette di concludere che la mente è un entità
di massa con la sua collocazione spaziale, ma il prodotto della mente, la
consapevolezza non ha una collocazione spaziale, a meno che non la
consideriamo su basi relativistiche e quantistiche.
I fotoni, di natura corpuscolare , possono far saltare via gli elettroni
dall’atomo, come tanti birilli urtati dalla boccia: questo è il principio delle
cellule fotoelettriche.
Di cosa è fatta la nostra coscienza? di cosa è fatto il nostro pensiero? Di
fotoni?
Forse questo sarà solo un sillogismo, ma perché non provare a studiarlo?
Se la filosofia e la fisica in senso lato si coniugano con la capacità
d'ascolto di se stessi, di interrogazione dei vissuti emozionali, di
rappresentazione della propria progettualità d'esistenza, allora si configurano
come un viaggio, come la forma del viaggiare tra gli archivi mentali propri, di
altri e dell’esistenza.
In fondo perché interessarvi dei problemi planetari?
Sono in più problemi di difficile soluzione.
Forse non verranno nemmeno mai risolti.
Lasciate perdere!
NO!
L’integrazione delle scienze dunque va costruita giorno dopo giorno, va
alimentata con l’energia dell’anima, va mantenuta con l’energia del cosmo, va
trasmessa ad altri che ancora non ne fanno parte con umiltà ma anche con
determinazione.
Si tratta certamente di un lavoro lungo e difficile ma anche di
un’occasione del momento storico nel quale viviamo, di un’opportunità da
sfruttare al massimo, pena il deterioramento fisico del pianeta e di una
possibilità offertaci per imparare a conoscere chi siamo e dove andiamo, in
un contesto planetario che possa finalmente divenire veramente utile
individualmente e collettivamente.
Preannunciava Albert Einstein:
"La religione del futuro sarà una religione cosmica.
Dovrà trascendere un Dio personale ed evitare dogmi e teologie.
Abbracciando insieme il naturale e lo spirituale, dovrà essere fondata su
un senso religioso che nasce dall’esperienza di tutte le cose, naturali e
spirituali, come parti di un’unità intelligente".
La riunificazione di tutte le culture e le scienze in un'unica cultura
planetaria è un processo epocale che probabilmente continuerà per secoli,
189
forse per millenni, ma già da oggi è possibile goderne la viva realtà in alcuni
ambiti della più recente cultura: dalle grandi comunità internazionali, ai
movimenti umanitari, al dilagare della spiritualità New Age, a Internet.
Nitamo Montecucco, con molti altri del Club di Budapest, sta portando
avanti tutto ciò nel suo grande lavoro dell’Enciclopdeedia Olistica reperibile
anche in internet.
La cultura, infatti, è un fattore di umanizzazione.
E umanizzare implica il processo che conferma nell'uomo aspetti
essenziali come l'esercizio della riflessione, l'acquisizione del sapere,
l'apertura al prossimo, il senso dei problemi della vita, il senso della bellezza,
la nozione della complessità dell'umano, il senso dell'umorismo...(Nitamo
Montecucco)
Non c'è solo la povertà materiale, che grida al cielo e deve essere
sradicata perché tutti abbiano condizioni di vita degne.
C'è anche la povertà interiore.
Si tratta di un tipo di povertà in cui le persone sono disorientate,
disorganizzate a livello non più del mondo esterno ma del mondo interno..
Quando la persona è immersa internamente nella povertà, froda se
stessa, le sue migliori potenzialità, boicotta la bellezza della vita.
Tra tanti strumenti di formazione e crescita personale coltiviamo quindi
l'istruzione, le relazioni umane, la collaborazione tra le scienze e la
spiritualità.
In questo modo possiamo diventare persone chiare e ben formate, capaci
di discutere i temi rilevanti della società e di svolgere il nostro ruolo per
costruire un mondo migliore.
Paola Brugnoli paola.brugnoli@libero.it
190
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QED - La strana teoria della luce e della materia
Adelphy Edizioni
[5] John G. Cramer
The Transactional Interpretation of Quantum Mechanics
Reviews of Modern Physics 58, 647-688, July (1986)
[6] Carver A. Mead
Collective Electrodynamics - Quantum foundations of electromagnetism
The MIT Press
[7] Shahriar S. Afshar
"Sharp complementarity wave and particle behaviours
in the same welcher weg experiment"
Preprint 2004
http://users.rowan.edu/~afshar/
193
[8] Christian de Duve
Come evolve la vita - Dalle molecole alla mente simbolica
Raffaello Cortina Editore
[9] Richard P. Feynman
Il senso delle cose
Adelphy Edizioni
[10] Storia della Scienza Moderna e Contemporanea
diretta da Paolo Rossi
TEA
[11] Antonio Zichichi
Galilei
Il Saggiatore
[12] Brian Green
L'universo Elegante
Einaudi Tascabili
[13] Beltrand Russel
IPENSIERI DI SAI BABA SONO UN INSEGNAMENTO SU COME SERVIRE TUTTI E COSTRUIRE CON AMORE LA PACE:- MARZO 2009
1/3 La Bhagavad Gita non vi suggerisce di cogliere una foglia, un fiore o un frutto da qualche pianta e metterlo davanti a Dio né vi chiede di portare acqua da un pozzo, un fiume o una fontanella sulla strada. La foglia che dovete offrire è il vostro stesso corpo che, come la foglia, germoglia verde, declina ed infine cade dal ramo. Il fiore è il cuore liberato dai parassiti della lussuria, della rabbia, dell’avidità, dell’attaccamento, dell’orgoglio, dell’odio ecc. Il frutto è la mente, la successione dei suoi desideri che deve essere dedicata a Dio. L’acqua è il ruscello di lagrime che sgorga dagli occhi quando si è in beatitudine estatica nella contemplazione della Sua gloria. L’offerta di queste quattro è il vero atto di affidamento totale (Sharanagathi).
2/3 La devozione (Bhakti) non consiste nell’indossare abiti color arancione, nell’osservare i rituali ecc. Un cuore puro, la contemplazione ininterrotta di Dio, il sentire che tutto è Creazione di Dio e quindi Uno, il distacco dagli oggetti dei sensi, l’abbracciare tutti con amore equanime, il praticare la verità nel parlare; queste sono le caratteristiche della devozione.
3/3 Qual è la ragione dell’infelicità delle persone di tutto il mondo? Esse hanno dimenticato la base Divina della Creazione, hanno trascurato il Principio Unico Assoluto che sottende tutta la Creazione. Tutte le vite, vissute senza fede e devozione verso l’Unico Dio Supremo, sono inutili; le vite trascorse senza aver gustato il nettare del Principio Divino sono opportunità sprecate. Dio ha dato all’uomo gli strumenti per sviluppare l’intelletto e la discriminazione; se egli li usa bene e cerca di raggiungere la Divinità in se stesso, Dio gli darà in aggiunta delle capacità nuove e le sorgenti del potere perché Egli è sempre pieno di grazia per gli aspiranti.
4/3 La salute è il primo ed indispensabile requisito necessario a ottenere il successo in tutti gli aspetti della vita e a realizzare i quattro ideali che guidano la vita umana: il vivere morale, la prosperità, il soddisfacimento dei desideri benefici e la liberazione dalla sofferenza. L’uomo cerca di vivere felicemente e pacificamente ma la felicità e la pace non si ottengono per mezzo delle attività secolari. Il corpo, che desidera essere in salute ed al sicuro, è soggetto alla malattia, all’invecchiamento ed alla morte mentre l’Abitante interiore, il Sé, non è nato né muore. Il corpo è il tempio di Dio per cui è dovere dell’uomo mantenerlo in buone condizioni.
5/3 Solamente gli alberi cresciuti nel terreno fertile possono produrre frutti buoni; quelli che sono cresciuti nel terreno salmastro daranno soltanto frutti di qualità scadente. In egual modo, solamente nei cuori che sono puri ed immacolati possono crescere e brillare virtù e sentimenti santi come la verità, la compassione, la tolleranza e l’altruismo. Come il contadino dura fatica per coltivare il suo campo, il devoto (Bhakta) deve sforzarsi per coltivare il Nome del Signore nel suo cuore al fine di mietere il raccolto: Dio Stesso.
6/3 La rettitudine e la saggezza spirituale (Dharma e Jnana) sono due occhi dati all’uomo affinché scopra la sua Divinità. Il Dharma indica la via corretta che ogni individuo, gruppo o società dovrebbe seguire; esso distrugge chi lo viola e protegge chi lo protegge. Le scritture hanno dichiarato che "Dove c’è il Dharma c’è la vittoria". Non c’è Dharma più grande della Verità; l’edificio del Dharma è costruito sulle fondamenta della Verità. La giustizia (Nyaya) è un attributo essenziale del Dharma; un individuo, una società o una nazione rifulgono di gloria soltanto quando aderiscono alla giustizia. Proprio come si acquisisce il benessere economico esercitando la propria professione, bisogna acquisire merito e Grazia Divina aderendo alla moralità (Nithi) e al Dharma.
7/3 Ognuno è soggetto a commettere errori senza esserne consapevole. Per quanto luminoso sia il fuoco, è inevitabile che ne esca del fumo nero; per quanto buone siano le azioni che un uomo può fare, ad esse sarà mischiata una traccia di malvagità. Bisogna sforzarsi per ridurre il male al minimo in modo che il bene sia progressivamente di più.
8/3 Generalmente, noi consideriamo la prova della percezione diretta (Pratyaksha Promana) come il più importante tipo di evidenza: noi siamo in grado di vedere il nostro corpo per cui sappiamo che esiste. La deduzione (Anumana) è un’altra forma di prova: noi vediamo del fumo in cima a una collina distante e, da quel fumo, deduciamo che ci debba essere del fuoco. Nonostante vediamo soltanto il fumo, deduciamo che vi sia il fuoco. Dedurre l’esistenza del "non visibile" dalla presenza di ciò che si vede è la prova deduttiva (Anumana Pramana). Questi metodi di determinazione dei fatti sono però applicabili solamente all’universo esteriore; per definire il Principio Divino, dobbiamo dipendere dalla sola prova delle parole (Shabdha Promana) dei Veda.
9/3 Noi non siamo capaci di comprendere lo spirito (Atma) direttamente; noi crediamo nell’esistenza dell’Atma in forza delle affermazioni fatte dai grandi saggi che ne hanno avuto l’esperienza e lo hanno rivelato tramite i loro insegnamenti. Quando il Divino viene descritto come l’Uno senza attributi, eterno, puro, libero e brillante di luce propria, questa descrizione non ci rende Dio visibile; é soltanto quando abbiamo raggiunto lo stato di Brahman che la Sua esistenza ci viene convalidata
10/3 Ogni essere umano dovrebbe dirigere la sua vita in modo da non causare dolore ad alcun essere vivente. Voi dovete valutare attentamente le conseguenze delle vostre parole ed azioni. Comunque vogliate che gli altri vi amino e rispettino, dovete voi amarli e rispettarli in tal modo per primi; soltanto allora gli altri vi restituiranno amore e rispetto. Se invece, senza amare e rispettare gli altri, lamentate che non vi trattino bene, giungete ad una conclusione errata.
11/3 Il vero criterio della condotta morale è l'armonia fra i pensieri, le parole e le azioni. La moralità consiste nell'agire in conformità alle regole dettate dalla società, per un individuo o un gruppo, in un tempo e un luogo particolari. Di tutti i valori umani, i più importanti sono tre e, di questi, il più importante è l'Amore per Dio. Dove c'è Amore c'è sacrificio e là nasce la purezza del cuore. Ci dovrebbe essere una fusione dell'Amore, del sacrificio e della purezza che non sono mere qualità umane e che sono essenziali per un essere umano quanto lo sono la testa, le mani e le gambe per il corpo. Tali qualità sono organi vitali per un essere umano e nessuno è un essere umano completo se manca di questi attributi .
12/3 Satya (la Verità) viene realizzata tramite la disciplina spirituale (Sadhana) della lingua. Il vivere retto (Dharma) viene realizzato dalla disciplina spirituale dell'individuo attraverso la retta condotta in rapporto alla società. L'uomo può ottenere l'Equanimità e la Pace (Shanti) tramite la disciplina della mente. L'Amore (Prema) trascende il pensiero, la parola e l'azione; considerarLo un modo di parlare, un'attitudine della mente o un tratto fisico corrisponde a sminuirLo. L'Amore è Dio; Dio è Amore. L'Amore Divino non è facilmente comprensibile, non ha traccia di egoismo e non viene guidato da motivi occulti.
13/3 Non rallegratevi mai se venite lodati né sentitevi depressi se venite biasimati; siate leoni spirituali che non vengono toccati né dalla lode né dal biasimo, siate allegri e sorridenti in tutte le circostanze. La depressione, il dubbio e la vanità sono dannosi per l'aspirante spirituale ma, se compaiono quando la devozione di una persona si è ben stabilizzata, ci se ne può liberare facilmente.
14/3 Le Upanishad dichiarano che "Dio è l'Essenza". Questo significa che Dio è presente in forma sottile ovunque come lo zucchero nella canna da zucchero ed il burro nel latte. Sebbene sia difficile avere una diretta percezione di Dio, la Sua presenza può essere sperimentata in molti modi. Il gusto dolce nello zucchero, il sapore aspro nel frutto della limetta e quello amaro nella foglia di margosa (nim) testimoniano tutti la presenza del Divino.
15/3 Quando vedete una montagna, una cascata o una foresta vi sentite felici perché esse proclamano tutte la Presenza del Divino. La luce risplende, le stelle brillano, il sole arde ed i pianeti ruotano secondo le loro orbite: tutti questi fenomeni sono manifestazioni del Divino. Se si comprende la natura della fiamma, si capisce anche la natura del fuoco ed esaminando una goccia d'acqua si può capire la natura del Gange. Allo stesso modo, se comprendete la vera natura dell'uomo (Manavathvam), potete capire la Divinità (Daivathvam).
16/3 Il carattere è il vero ornamento dell’uomo; la perdita di questo pregio è la fonte di tutta la sofferenza ed infelicità. L’uomo non si rende conto dello scopo per cui Dio lo ha creato. La Creazione di Dio è fertile di verità profonde, di misteri e ideali ma l’uomo ha dimenticato questi ideali ed è incapace di apprezzare il significato della sua eredità. Di tutti i poteri terreni, quello dell’uomo è il più grande; egli da valore ad ogni cosa in questo mondo ma è incapace di riconoscere il suo stesso valore
17/3 Voi dovete comprendere che il canto devozionale (Bhajan), la ripetizione del Nome di Dio (Namasmarana) e l’adorazione rituale (Puja) non si fanno per compiacere o propiziare Dio ma per il proprio progresso spirituale. Spesso, le persone lusingano i ricchi ed i potenti, specialmente nell’ambiente di lavoro o quando sono in obbligo con loro per qualche aiuto prezioso, per indurli ad elargire dei doni ma Dio non spande la grazia sulla gente perché questa canta le Sue lodi né la rimprovera perché non Lo deifica. Il meditare sugli attributi Divini ci rende capaci di rimanere nel campo degli ideali elevati e ci porta più vicino alla Divinità che è la nostra natura
18/3 Il ricordo di Dio e la ripetizione del Suo Nome sono l'unico mezzo accessibile a tutti per liberarsi . La gente tende a trattare con leggerezza il Nome del Signore non rendendosi conto della Sua potenza. In Esso è contenuto il potere dell'intero Universo. Dovete capire bene il significato del Nome ed usarLo nel modo giusto. Il canto dei Bhajan è un'attività efficace mediante la quale il desiderio (Kama) e la rabbia (Krodha) possono essere tenuti lontani.
19/3 Il dovere di ogni uomo è realizzare lo scopo della vita ed usare il tempo nell’esecuzione dei propri compiti per santificare l’esistenza. Purché ne abbia la volontà, non c’è niente che l’uomo non possa ottenere in questo mondo ma, prima di intraprendere qualunque iniziativa, egli deve avere coscienza delle proprie doti e abilità. Il genere umano ha acquisito la capacità di esplorare le stelle o camminare sulla luna ma non è stato capace di comprendere la sua vera natura ed è diventato ignorante della sua unità con la Consapevolezza Universale. Questa consapevolezza non è relativa alla conoscenza del mondo esteriore; essa può essere sperimentata soltanto volgendo la visione verso l’interno. Solamente avendo la consapevolezza integrale l’uomo percepisce correttamente e solamente questa visione olistica può dare la beatitudine.
20/3 Il vero luogo di residenza di Dio è il cuore dell’uomo, non avete bisogno di andare in giro a cercarLo. L’incapacità di riconoscere la vostra divinità innata è ignoranza (ajnana); dovete chiedervi quale sia la ragione di questa ignoranza. Questo accade principalmente perché, per tutta la vita, voi seguite il cammino esteriore (Pravritthi Marga) sotto l’influenza degli organi di senso che sono attratti dagli oggetti esterni. Voi non fate alcuno sforzo per seguire il cammino interiore (Nivritthi Marga) per cui siete totalmente assorbiti dalle attività esteriori e state trascurando completamente il sentiero interiore. Voi vedete il tutto da un punto di vista secolare e non riconoscete la Divinità che lo pervade; per percepire questa Divinità, dovete fare lo sforzo di cambiare la vostra visione dall’esterno all’interno.
21/3 Voi siete tutti l’indistruttibile Atma, niente vi deve scoraggiare. Se sognate, soffrite per il fuoco, per le inondazioni, le offese, le perdite di denaro ecc. ma, una volta svegli, non ne siete affatto danneggiati. Quando questi eventi accadono durante lo stato di veglia, vi rattristate ma lasciate che vi dica che, dallo stato di Realizzazione, anche lo stato di veglia è privo di validità; non è certamente il "voi" reale che soffre. Abbandonate l’illusione di essere l’entità fisica e divenite veramente liberi.
22/3 Dio è la base di tutto; Egli è onnipresente ed onniscente e pervade tutta la creazione. Chi può dire che soltanto questo è Dio (Brahman) e quello no? La sola entità esistente ed eterna è Brahman, il resto è del tutto evanescente. Proprio come senza il cotone non può esserci alcuna stoffa, senza Dio non può esserci il mondo. Non commettete l’errore di prendere questo corpo fisico (Deha) per reale: la realtà vera è la Divinità interiore (Dehi). Questa Divinità è oltre la nascita e la morte, l’Uno senza inizio né fine, ed è il testimone eterno. Riconoscete questa verità.
23/3 Il servizio a Dio è stato definito devozione (Bhakti). Il cuore del devoto trabocca d’amore per il Signore nel costante ricordo e nella recitazione del Nome: da questo fiume d’amore emerge la devozione. Chi è nutrito con il nettare della devozione non desidera nient’altro. Essere immuni dalla gioia e dal dolore, dal guadagno e dalla perdita, dalla lode e dal biasimo e rimanere fermi ed incrollabili nella fede è il segno della devozione vera. Le simpatie, gli attaccamenti e i desideri sono naturali nell’uomo ma queste qualità, quando sono dirette verso Dio e quando si è impegnati continuamente in buone azioni, acquistano purezza e sacralità; allora si diventa non soltanto una grande anima ma Dio stesso.
24/3 Nithi significa moralità o retta condotta ed è il sentiero che conduce al Divino. Il buon carattere, la purezza dei pensieri, le azioni meritorie ed il sacrificio altruistico sono tutti compresi nel termine Nithi. Gli antichi consideravano Nithi fondamentale; in sua assenza, la società è mutilata. La moralità non è qualcosa che avete bisogno di imporvi, è la vostra qualità naturale e quindi coltivatela prima di ogni altra cosa; soltanto allora la Divinità sboccerà in voi. Il mondo intero prospererà quando l’uomo aderirà alla moralità. Dovunque siate, qualunque cosa facciate, considerate la moralità come la base della vostra vita; essa solamente dona una reputazione vera e duratura. Voi potete ottenere la Grazia Divina e la felicità soltanto se coltivate la moralità.
25/3 Qual è lo scopo della vita umana? E’ quello di mangiare, bere, dormire, gustare un po’ di gioia e morire infine come ogni uccello o bestia? No, il fine è portare a piena manifestazione la Divinità inerente (Brahman); senza questo nessuno può raggiungere la pace. L’uomo deve ottenere pace e gioia immergendosi nella consapevolezza dell’Assoluto per Grazia Divina. Un aspirante deve prima praticare gli esercizi spirituali (sadhana) relativi all’aspetto di Dio con forma (Saguna); questo gli darà la concentrazione dopodichè potrà unire la sua mente con Dio senza forma (Brahman Nirguna).
26/3 Acquisite la fede in Dio. Tutti i nomi sono Suoi, sia Rama, Krishna, Cristo, Allah o qualunque altro. Ogni uomo è l’incarnazione del Divino e relazioni umane vere possono svilupparsi soltanto quando si riconosca questa verità. Il primo stadio della realizzazione si verifica quando voi riconoscete "Io sono nella Luce", dopo giungete a "La luce è in me" ed infine "Io sono La luce". "Io" rappresenta l’amore e "Luce" rappresenta la Saggezza Suprema (Jnana). Quando l’Amore e la Luce diventano una cosa sola, c’è la Realizzazione
27/3 La felicità e il dispiacere devono essere sperimentati nella vita terrena perchè sono inevitabili come l’alba e il tramonto. Voi pensate che l’anno nuovo porti esperienze migliori ma questo non è corretto; è la mente ad essere responsabile del piacere e della sofferenza. Se la vostra mente è buona, voi troverete che tutto è buono. Senza la Grazia Divina, la vita stessa sarebbe impossibile per il genere umano. Anche le difficoltà che potete sperimentare sono doni del Divino. Voi siete incarnazioni del Divino che non è altro che beatitudine; essendo tali, non è da parte vostra una follia dire che siete addolorati e tristi per questo?
28/3 Nel cercare la pace mentale, non dovreste essere interessati solamente alle vostre necessità. Tale ricerca, a parte l’essere indice di egoismo notevole, è anche vana: è possibile che un individuo trovi la pace separatamente dagli altri? Come potete voi aver pace da soli se tutto intorno c’è agitazione e caos? La vostra pace dipende da quella della famiglia, della società e del mondo; voi dovete coltivare il sentimento secondo il quale la vostra pace è legata intimamente a quella del mondo. Gli antichi percepirono questa verità profonda e prescrissero la preghiera "Samastha Lokaha Sukhino Bhavanthu" (Possano tutti gli esseri di tutti i mondi essere felici).
29/3 Vivete nella convinzione assoluta di essere l’Atma (il Sé, lo Spirito). L’Atma vede attraverso gli occhi, ode con le orecchie, manipola con le dita e si muove per mezzo dei piedi; è il "Voi" fondamentale che non si esalta in seguito alla lode né si lascia abbattere dal biasimo. Fino a quando sarete sopraffatti dalla paura e dall’ansia, non potrete portar niente a termine; siate coraggiosi! Sappiate di essere l’Atma, non questo corpo, e sarete liberi dalla paura. Dio può aiutarvi ad ottenere cose grandi ma soltanto se basate le vostre azioni sulla conoscenza vera e rimanete liberi dalla paura.
30/3 La Bhagavat Gita indica l’imperturbabilità (Udhasinah) come una delle qualità del devoto che è caro al Signore. Questo significa che bisogna essere completamente liberi dall’egoismo e si deve considerare il compimento dei propri doveri come l’unico scopo dell’esistenza; nel compierli, dobbiamo essere indifferenti alla fama ed al biasimo e non cercare alcun potere o posizione. Uno deve agire seguendo i dettami della coscienza senza preoccuparsi di altro e tutte le azioni vanno fatte con spirito di servizio disinteressato. Questa è l’importanza vera dell’essere imperturbabili.
31/3 Gli impulsi mentali (Sankalpa) buoni possono far manifestare la parte migliore dell’uomo ed aiutarlo ad usare tutta la sua forza psichica per elevarsi. La bussola guida le navi per mare nella direzione desiderata; in sua mancanza, queste rischiano di naufragare contro gli scogli o gli iceberg. L’uomo deve navigare sicuro attraverso il mare dell’esistenza terrena (Samsara) per cui necessita di una mente calma e concentrata unidirezionalmente che lo guidi e lo protegga. Egli deve riconoscere gli impulsi mentali cattivi appena sorgono e renderli inefficaci coltivando sistematicamente quelli che giovano. Soltanto questi ultimi possono salvare una persona dal disastro e donarle la Pace Suprema (Prasanthi).
TRANSLATION IN ENGLISH:
Jasmine Flower in White
THE THOUGHTS OF SAI BABA IS A TEACHING ON HOW TO SERVE ALL WITH LOVE AND BUILD THE PEACE:
- MARCH 2009
1 / 3 The Bhagavad Gita suggests there to catch a leaf, a flower or a fruit tree somewhere and put it before God and asks you to bring water from a well, a river or a fountain on the street. The leaf that you have to offer is your own body, as the leaf, green buds, and finally assumes the branch falls. The flower is the heart of parasites released from lust, anger, greed, of attachment, of pride, hatred, etc.. The fruit is the mind, the succession of his wishes, which must be dedicated to God the water is the stream of tears flowing from the eyes when you are in bliss in the ecstatic contemplation of His glory. The range of these four is the actual act of total trust (Sharanagathi).
2 / 3 Devotion (Bhakti) is not nell'indossare orange clothes, etc. in observing the rituals. A pure heart, the uninterrupted contemplation of God, the feeling that everything is God's creation and therefore One, detachment from objects of the senses, the embrace with love all equally, the practice in speaking the truth, these are the characteristics of devotion .
3 / 3 What is the reason dell'infelicità of people all over the world? They have forgotten the base of the Divine Creation, has neglected the Absolute Unique Principle underlying all creation. All lives, lived without faith and devotion to the One Supreme God, are useless; lives spent without having tasted the nectar of the Divine Principle are wasted opportunities. God gave man the tools to develop the intellect and discrimination, and if he uses them well and try to reach the Divinity itself, God will give additional capacity and new sources of power because he is always full of grace for the aspirants.
4 / 3 Health is the first and essential prerequisite to success in all aspects of life and achieve the four ideals that guide human life: the moral life, prosperity, fulfillment of desires and benefits the liberation from suffering . Man seeks to live happily and peacefully, but the happiness and peace are achieved through secular activities. The body, which wants to be healthy and safe, is subject to disease, aging and death and the inner person, the Self is not born or dies. The body is the temple of God which is the duty of keeping it in good condition.
5 / 3 Only the trees grown in fertile soil may produce good results, those that are grown in salty soil will only fruits of poor quality. In the same way, only in hearts that are pure and blameless can grow and shine and feelings holy virtues like truth, compassion, tolerance el'altruismo. Like the peasant toil hard to cultivate his field, the devotee (Bhakti) should strive to cultivate the Name of the Lord in his heart in order to reap the harvest God Himself.
6 / 3 The rectitude and spiritual wisdom (Dharma and Jnane) are two data eyes to discover that his divinity. The Dharma is the correct way that every individual, group or company should follow, it destroys those who violate and protects those who protect him. The records stated that "Where there is Dharma there is victory." Dharma is not larger than the Truth, the Dharma of the building is built on the foundation of Truth. Justice (nyaya) is an essential attribute of the Dharma, an individual, a corporation or a nation to glory shine only when parties to justice. Just as we gain economic prosperity by exercising their profession, we must acquire merit and Divine Grace adhering to morality (Nithi) and the Dharma.
7 / 3 Everyone is subject to make mistakes without being aware. As the fire is bright, it is inevitable that it comes out of black smoke, how good are the actions that a man can do, they will be mixed with a hint of wickedness. We must strive to reduce the evil to a minimum so that they progressively more.
8 / 3 In general, we consider the evidence of direct perception (Pratyaksha emanates) as the most important type of evidence that we are able to see our body so we know that exists. The deduction (Anumana) is another form of proof: we see the smoke on top of a hill and away from that smoke, we deduce that there must be fire. Although we see only the smoke, we deduce that there is a fire. Infer the existence of "hidden" by the presence of what you see is deductive proof (Anumana Pramana). These methods of determination of the facts are, however, applicable only outside the universe, to establish the Divine Principle, we must depend on the only evidence of the words (Shabdha emanates) of the Vedas.
9 / 3 We are not able to understand the spirit (Atma) directly, we believe in life dell'Atma under the allegations made by the great sages who have had the experience and have proven through their teachings. When the Divine is described as the One without attributes, eternal, pure, free and bright light of its own, this description does not make us see God, is only when we reached the state of Brahman, that your existence is validated us
10 / 3 Every human being should lead his life so as not to cause pain to any living being. You must consider carefully the consequences of your words and actions. However you want that other love and respect you, you have to love them and honor them in this way first and only then will return the love and respect. If, however, without love and respect others, complained that there indent well, come to a wrong conclusion.
11 / 3 The real criterion of moral conduct is the harmony between the thoughts, words and actions. Morality consists in acting in accordance with the rules dictated by the company, for an individual or group, at a time and a place special. Of all the human values, the most important are three and, of these, the most important is love for God is Love Where there is sacrifice and there comes the purity of heart. There should be a fusion of love, sacrifice and purity are not mere human qualities which are essential for a human being as they are the head, hands and legs to the body. These qualities are vital organs for a human being and no human being is a complete lack of these attributes.
12 / 3 Satya (Truth) is achieved through the spiritual discipline (Sadhana) of the tongue. Living right (Dharma) is achieved by the discipline of the spiritual through the right conduct in relation to society. Man can achieve equanimity and Peace (Shanti) through the discipline of the mind. Love (Prema) transcends thought, word and action, seen as a way of speaking, an attitude of mind or a physical stretch is reduced. Love is God, God is Love. The Divine Love is not easily understandable, no trace of selfishness and is not driven by hidden reasons.
13 / 3 Do not rejoice if you ever feel depressed praised nor blamed if you come, be spiritual lions that are not affected by either praise or blame from, be cheerful and smiling in all circumstances. Depression, doubt and vanity are harmful to the spiritual aspirant, but if you when the devotion of a person is well established, we can release it easily.
14 / 3 The Upanishads say that "God is the Essence." This means that God is present everywhere in subtle forms such as sugar cane into sugar and butter in milk. Although it is difficult to have a direct perception of God, His presence can be tested in many ways. The sweet taste in the sugar, the sour taste of lime in the fruit and leaf in the bitter margosa (nim) all testify to the presence of the Divine.
15 / 3 When you see a mountain, a waterfall or a forest you feel happy because they all proclaim the presence of the Divine. The light shines, the stars shine, the sun burns and the planets revolve according to their orbits: all these phenomena are manifestations of the Divine. If one understands the nature of the flame, we understand the nature of the fire and examining a drop of water we can understand the nature of the Ganges. Similarly, if you understand the true nature of man (Manavathvam), you can understand the Gods (Daivathvam).
16 / 3 is the true character of ornament, and the loss of this honor is the source of all suffering and unhappiness. The man is not aware of the purpose for which God has created. The Creation of God is fertile deep truth, of mysteries and ideals but the man has forgotten these ideals and is incapable of appreciating the significance of his legacy. All the powers of land, one of the largest, he value of every thing in this world but is unable to recognize his own value
17 / 3 You must understand that devotional song (Bhajan), repeating the name of God (Namasmarana) el'adorazione ritual (Puja) are not to please or propitiate God, but for their spiritual progress. Often, people flatter the rich and powerful, especially in the workplace or when they are obliged to them for some valuable help, to encourage them to give gifts but not spreads God's grace on people because that sings your praises nor the reproaches because I do not deify. Meditate on the Divine attributes enables us to remain in the field of high ideals and brings us closer to divinity that is our nature
18 / 3 The memory of God and the repetition of His Name are the only means available to everyone for free. People tend to treat lightly the name of the Lord is not aware of His power. It is contained in the power of the Universe. You have to understand the meaning of the name and use it in the right way. The singing of Bhajan is an effective means whereby the desire (Kama) and anger (Krodha) can be kept away.
19 / 3 The duty of every man is the ultimate purpose of life and use the time in the performance of their duties for the holy life. Provided it has the will, there's nothing that man can not achieve in this world but, before embarking on any initiative, he must be aware of their talents and abilities. The human race has acquired the ability to explore the stars, or walk on the moon but was not able to understand its true nature and become ignorant of his unity with the Universal Consciousness. This awareness is not related to the knowledge of the outside world, it can be tested only turning the vision inwards. Only with the full awareness we realize correctly and only this holistic view may give the bliss.
20 / 3 The real place of residence of God is the human heart, you do not need to go around and look. The inability to recognize your innate divinity is ignorance (ajnana), you have to ask what is the reason for this ignorance. This happens mainly because, for life, you follow the outward journey (Pravritthi Marga) under the influence of the sense organs that are attracted by external objects. You do not make any effort to follow the inner journey (Nivritthi Marga) for which you are totally absorbed by the external activity and are completely ignoring the inner path. You see everything from a secular point of view and do not recognize the Divinity that pervades, to perceive this divinity, you have to make the effort to change your view from inside.
21 / 3 You are the indestructible Atma all, nothing should deter you. If you dream, suffer for the fire, for the floods, the offenses, the loss of money etc.. but, once awake, they are not damaged at all. When these events occur during the waking state, be grieved, but let me tell you that, from the state of Realization, including the state of wakefulness is void, it is certainly not the "you" real suffering. Abandoned the illusion of being the physical entity and become truly free.
22 / 3 God is the basis of everything, He is omnipresent and onniscente and pervades all creation. Who can say only that this is God (Brahman) and what not? The only existing entities and eternal is Brahman, the rest is totally evanescent. Just as with the cotton can not be any fabric, without God there can be the world. Not make the mistake of taking this physical body (Deha) for real: the reality is the true inner Divinity (Dehi). This Deity is beyond birth and death, the One without beginning or end, and is the eternal witness. Recognize this truth.
23 / 3 Service to God has been called devotion (Bhakti). The heart of the devotee is overflowing with love for the Lord in the constant remembrance and recitation of the name: from this river of love emerge devotion. Who is fed with the nectar of devotion do not want nothing else. Be immune from the joy and pain, the gain and loss, the praise and blame and remain firm and steadfast in the faith is the sign of true devotion. The sympathies, attachments and desires are natural but in these qualities, when they are directed to God and when you are constantly engaged in good deeds, purity and sanctity buy, so it becomes not only a great soul, but God himself.
24 / 3 Nithi means right conduct or morality and is the path that leads to the Divine. The good character, the purity of thoughts, actions meritorious and selfless sacrifice are all included in the term Nithi. The ancients considered essential Nithi, in his absence, the company is mutilated. The morality is not something that you need to impose, is your quality natural and therefore coltivatela before anything else and only then, the Gods sboccerà in you. The whole world will prosper when man joins the morality. Wherever you are, whatever you do, consider morality as the foundation of your life, it only gives a true and lasting reputation. You can accomplish the Divine Grace and happiness only if cultivated morality.
25 / 3 What is the purpose of human life? E 'to eat, drink, sleep, enjoy a little' joy and finally dying as every bird or beast? No, the end result is a full manifestation inherent Divinity (Brahman), without this no one can achieve peace. The man must have peace and joy in the knowledge of absolute immersing for Divine Grace. An aspirant must first practice the spiritual exercises (sadhana) that relate to the God with form (Saguna) and this will give him after the merger will unite his mind with God without form (Nirguna Brahman).
26 / 3 gain faith in God are all His names, is Rama, Krishna, Christ, Allah or any other. Every man is the incarnation of God and true human relations can develop only when we recognize this truth. The first stage of the implementation occurs when you recognize "I am in the Light", come after a "Light is in me" and finally "I am Light." "I" represents the love and "Light" is the Supreme Wisdom (Jnane). When Love and Light are one thing, there is the Creation
27 / 3 The happiness and sorrow must be tested in life because they are inevitable as the sunrise and sunset. You think that the new year bring the best experience but this is not correct, it is the mind that is responsible for pleasure and suffering. If your mind is good, you will find that everything is good. Without the Divine Grace, life itself would be impossible for mankind. Even the difficulties that you experience are gifts of the Divine. You are incarnations of the Divine, which is bliss, as such, is not by your folly to say that you are sorry and sad for this?
28 / 3 In the search for peace of mind, you should be concerned not only to your needs. This research, apart from being a sign of great selfishness, it is also useless: it is possible for an individual to find peace in isolation from others? How can you have peace on their own if everything around is chaos and turmoil? Your peace is dependent on the family, society and the world, you must cultivate the feeling that the peace you are intimately linked to that of the world. The ancients realized this truth deep and prescribed prayer "Samastha Lokaha Sukhino Bhavanthu" (May all beings in all worlds be happy).
29 / 3 Experience in the absolute conviction that you are the Atma (the Self, the Spirit). The Atma sees through his eyes, hear with your ears, juggle with your fingers and it moves through the feet, is the "you" is not essential that enhances further to praise either one leaves to kill the reprimand. As long as you are overwhelmed by fear and anxiety, you can not take anything out, be brave! Know that you are the Atma, not this body, and be free from fear. God can help you to achieve great things but only if your actions based on real knowledge and remain free from fear.
30 / 3 indicates the Bhagavat Gita imperturbabilità (Udhasinah) as one of the qualities of the devotee who is dear to the Lord. This means that we must be completely free and egoism must be considered the fulfillment of its duties as the sole purpose of existence; to make, we should be indifferent to the fame and the blame and not to seek power or position. One must act according to the dictates of conscience without worrying about other things and all actions must be done in a spirit of selfless service. This is the true importance of being imperturbable.
31 / 3 The mental impulses (Sankalpa) vouchers can express the best part of and help you to use all his mental strength to rise. The compass guiding the ships to sea in any direction, in his absence, they are likely to fail against the rocks, or icebergs. The man must navigate safely through the sea of earthly existence (Samsara) that requires a mind calm and focused way that the guide and protection. He must acknowledge the bad guys just mental impulses arise and make them ineffective systematically cultivating those young men. Only they can save a person from the disaster and give the Supreme Peace (Prasanthi).
TRADUCCIÓN EN ESPAÑOL:
Jazmín en Flor Blanca
Los pensamientos de la SAI BABA ES UN DOCENTE EN CUANTO AL SERVICIO DE TODOS CON AMOR Y CONSTRUIR LA PAZ:
- MARZO 2009
1 / 3 El Bhagavad Gita sugiere que para la captura de una hoja, una flor o un árbol frutal en algún lugar y lo puso delante de Dios y le pide que traiga agua de un pozo, un río o una fuente en la calle. La hoja que usted tiene que ofrecer es su propio cuerpo, como las hojas, brotes verdes, y, por último, asume la sucursal caídas. La flor es el corazón de los parásitos liberados de la lujuria, la ira, la codicia, de vinculación, de orgullo, el odio, etc. El fruto es la mente, la sucesión de sus deseos, que debe ser dedicada a Dios el agua es el arroyo que fluye de las lágrimas de los ojos cuando esté en gozo extático en la contemplación de su gloria. La gama de estos cuatro es el acto de total confianza (Sharanagathi).
2 / 3 Devoción (Bhakti) no es nell'indossare naranja ropa, etc en la observación de los rituales. Un corazón puro, sin la contemplación de Dios, la sensación de que todo es la creación de Dios y, por tanto, una, el desapego de los objetos de los sentidos, el abrazo con amor a todos por igual, la práctica de decir la verdad, estas son las características de la devoción .
3 / 3 ¿Cuál es la razón dell'infelicità de personas en todo el mundo? Se han olvidado de la base de la creación divina, ha descuidado el único principio absoluto de toda creación. Todas las vidas, viven sin la fe y la devoción a un Dios supremo, son inútiles; gastado sin vida después de haber saboreado el néctar de la Divina principio se desperdician oportunidades. Dios dio al hombre las herramientas para desarrollar el intelecto y la discriminación, y si los usa bien y tratar de llegar a la misma Divinidad, Dios le dará más capacidad y nuevas fuentes de energía porque está siempre lleno de gracia para los aspirantes.
4 / 3 La salud es el primer y el requisito previo esencial para el éxito en todos los aspectos de la vida y alcanzar los cuatro ideales que guían la vida humana: la vida moral, la prosperidad, la realización de los deseos y los beneficios de la liberación del sufrimiento . El hombre trata de vivir felizmente y en paz, pero la felicidad y la paz se logran a través de las actividades seculares. El organismo, que quiere ser sano y seguro, está sujeto a las enfermedades, el envejecimiento y la muerte y la persona interior, el auto no nace o muere. El cuerpo es el templo de Dios que es el deber de mantener en buen estado.
5 / 3 Sólo los árboles que crecen en suelo fértil puede producir buenos resultados, los que se cultivan en suelos salados sólo frutas de mala calidad. De la misma manera, sólo en los corazones que son puros y libres de culpa pueden crecer y brillar los sentimientos y virtudes como la santa verdad, la compasión, la tolerancia el'altruismo. Al igual que los campesinos trabajan duro para cultivar su campo, el devoto (Bhakti) deben tratar de cultivar el Nombre del Señor en su corazón con el fin de recoger la cosecha Dios mismo.
6 / 3 La rectitud y la sabiduría espiritual (Dharma y Jnane) son dos datos de los ojos para descubrir que su divinidad. El Dharma es el camino correcto que cada individuo, grupo o empresa debe seguir, destruye a aquellos que violan y protege a aquellos que lo proteja. Los registros se indica que "Cuando hay Dharma es la victoria." Dharma no es más grande que la Verdad, el Dharma del edificio está construido sobre la base de la verdad. Justicia (Nyaya) es un atributo esencial del Dharma, un individuo, una sociedad o una nación a la gloria brillar sólo cuando las partes a la justicia. Así como obtener la prosperidad económica mediante el ejercicio de su profesión, que debe adquirir el mérito y la gracia divina se adhieren a la moral (Nithi) y el Dharma.
7 / 3 Todo el mundo está sujeto a cometer errores sin ser conscientes. Como el fuego es brillante, es inevitable que se trata de humo negro, lo bueno que son las acciones que un hombre puede hacer, se mezcla con un toque de maldad. Debemos esforzarnos para reducir el mal a un mínimo para que cada vez más.
8 / 3 En general, consideramos que las pruebas de percepción directa (Pratyaksha emana) como el más importante el tipo de pruebas que somos capaces de ver nuestro cuerpo por lo que sabemos que existe. La deducción (Anumana) es otra forma de la prueba: vemos el humo en la cima de una colina y lejos de que el humo, se deduce que debe haber un incendio. Aunque sólo vemos el humo, se deduce que hay un incendio. Inferir la existencia de "oculto" por la presencia de lo que ve es la prueba deductiva (Anumana Pramana). Estos métodos de determinación de los hechos son, sin embargo, que se aplica únicamente fuera del universo, para establecer el Principio Divino, tenemos que depender de la única prueba de las palabras (Shabdha emana) de los Vedas.
9 / 3 No somos capaces de entender el espíritu (Atma) directamente, creemos en la vida dell'Atma en virtud de las denuncias formuladas por los grandes sabios que han tenido la experiencia y han demostrado a través de sus enseñanzas. Cuando la Divinidad se describe como un sin atributos, eterno, puro, libre y la luz brillante de su propia, esta descripción no nos hace ver a Dios, es sólo cuando llegamos a la situación de la Brahman, que su existencia es validada nosotros
10 / 3 Todo ser humano debe llevar su vida a fin de no causar dolor a cualquier ser vivo. Usted debe considerar cuidadosamente las consecuencias de sus palabras y acciones. Sin embargo, usted desea que los demás el amor y el respeto que usted, usted tiene que amar y honrar de este modo en primer lugar y sólo entonces volverá el amor y respeto. Si, no obstante, sin el amor y el respeto a los demás, se quejó de que existe guión así, llegar a una conclusión equivocada.
11 / 3 El verdadero criterio de la conducta moral es la armonía entre los pensamientos, palabras y acciones. La moralidad consiste en actuar de conformidad con las normas dictadas por la empresa, para un individuo o grupo, en un momento y un lugar especial. De todos los valores humanos, los más importantes son tres y, de estos, el más importante es el amor de Dios es Amor Cuando hay sacrificio y llega a la pureza de corazón. Debería haber una fusión de amor, sacrificio y pureza no son simples cualidades humanas que son esenciales para un ser humano como son la cabeza, manos y piernas al cuerpo. Estas cualidades son órganos vitales de un ser humano y ningún ser humano es una completa falta de estos atributos.
12 / 3 Satya (verdad) se logra a través de la disciplina espiritual (Sadhana) de la lengua. Vida real (Dharma) se consigue mediante la disciplina de lo espiritual a través de la conducta en relación con la sociedad. El hombre puede alcanzar la ecuanimidad y la Paz (Shanti), a través de la disciplina de la mente. Amor (Prema) trasciende el pensamiento, palabra y acción, visto como una manera de hablar, una actitud mental o física un tramo se reduce. El amor es Dios, Dios es amor. El Amor Divino no es fácilmente comprensible, sin rastro de egoísmo y no está impulsada por motivos ocultos.
13 / 3 No se alegren si alguna vez se siente deprimido elogió culpó ni si viene, ser espiritual que los leones no se ven afectados por cualquiera de alabanza o de culpa, ser alegre y sonriente en todas las circunstancias. La depresión, la duda y la vanidad son perjudiciales para el aspirante espiritual, pero si cuando la devoción de una persona está bien establecido, que puede liberar fácilmente.
14 / 3 Los Upanishads decir que "Dios es la Esencia". Esto significa que Dios está presente en todas partes en formas sutiles como la caña de azúcar en azúcar y mantequilla en la leche. Aunque es difícil tener una percepción directa de Dios, su presencia puede ser probado de muchas maneras. El sabor dulce del azúcar, el sabor amargo de la cal en el sector de las frutas y hojas en la amarga Margosa (Nim), todos dan testimonio de la presencia de la Divinidad.
15 / 3 Cuando vea una montaña, una cascada o un bosque que se sienta feliz, ya que todos proclaman la presencia de la Divinidad. La luz, las estrellas brillan, las quemaduras del sol y los planetas giran en función de sus órbitas: todos estos fenómenos son manifestaciones de la Divinidad. Si uno entiende la naturaleza de la llama, entendemos la naturaleza del fuego y el examen de una gota de agua, podemos comprender la naturaleza del Ganges. Del mismo modo, si usted entiende la verdadera naturaleza del hombre (Manavathvam), puede comprender los Dioses (Daivathvam).
16 / 3 es el verdadero carácter de adorno, y la pérdida de este honor es la fuente de todo sufrimiento e infelicidad. El hombre no es consciente de la finalidad para la que Dios ha creado. La Creación de Dios es la verdad profunda fértiles, de misterios e ideales, pero el hombre se ha olvidado de esos ideales y es incapaz de apreciar la importancia de su legado. Todos los poderes de la tierra, uno de los mayores, que el valor de cada cosa en este mundo, pero es incapaz de reconocer su propio valor
17 / 3 Usted debe entender que la canción devota (Bhajan), repitiendo el nombre de Dios (Namasmarana) el'adorazione rituales (Puja) no están a favor de propiciar o Dios, sino por su progreso espiritual. A menudo, la gente más llana a los ricos y poderosos, sobre todo en el lugar de trabajo o cuando están obligados a ellos por alguna valiosa ayuda, para alentarlos a dar regalos, pero no se extiende la gracia de Dios en las personas debido a que canta sus alabanzas ni los reproches porque no deify. Medita sobre la Divina atributos nos permite permanecer en el ámbito de la alta ideales y nos acerca a la divinidad que es nuestra naturaleza
18 / 3 La memoria de Dios y la repetición de su nombre son el único medio disponible para todos de forma gratuita. La gente tiende a tratar a la ligera el nombre del Señor no es consciente de su poder. Que figura en el poder del Universo. Tienes que entender el significado del nombre y el uso que de la manera correcta. El canto de Bhajan es un medio eficaz para que el deseo (Kama) y la ira (Krodha) puede mantenerse alejado.
19 / 3 El deber de todo hombre es el fin último de la vida y aprovechar el tiempo en el desempeño de sus funciones para la vida santa. Siempre que tiene la voluntad, no hay nada que el hombre no puede lograr en este mundo pero, antes de emprender cualquier iniciativa, debe ser consciente de sus talentos y habilidades. La raza humana ha adquirido la capacidad de explorar las estrellas, o caminar en la luna, pero no fue capaz de comprender su verdadera naturaleza y ser ignorante de su unidad con la Conciencia Universal. Esta toma de conciencia no está relacionada con el conocimiento del mundo exterior, que puede ser probado sólo girar la visión hacia el interior. Sólo con la plena conciencia nos damos cuenta de forma correcta y esta visión sólo puede dar la felicidad.
20 / 3 El verdadero lugar de residencia de Dios es el corazón humano, no es necesario dar la vuelta y mira. La incapacidad para reconocer su divinidad innata es la ignorancia (ajnana), usted tiene que preguntarse cuál es la razón de esta ignorancia. Esto ocurre principalmente porque, de por vida, de seguir el viaje de ida (Pravritthi Marga) bajo la influencia de los órganos de los sentidos que son atraídos por objetos externos. Usted no hace ningún esfuerzo para seguir el viaje interior (Nivritthi Marga), para los que usted está totalmente absorbida por la actividad exterior y están ignorando completamente la ruta interior. Ves de todo, desde un punto de vista laico y no reconocer la divinidad que impregna, de percibir esta divinidad, usted tiene que hacer el esfuerzo para cambiar su punto de vista desde el interior.
21 / 3 Usted es el indestructible Atma de todo, nada debería impedir que usted. Si sueño, sufrir por el fuego, por las inundaciones, los delitos, la pérdida de dinero, etc. pero, una vez despierto, no están dañados en absoluto. Cuando estos eventos ocurren durante el estado de vigilia, se dolió, pero déjenme decirles que, desde el estado de realización, incluyendo el estado de vigilia es nula, no es ciertamente el "usted" verdadero sufrimiento. Abandonado la ilusión de ser la entidad física y ser verdaderamente libre.
22 / 3 Dios es la base de todo, él es omnipresente y onniscente e impregna toda la creación. ¿Quién puede decir que esto sólo es Dios (Brahman) y qué no? La única existente es eterno y entidades Brahman, el resto es totalmente evanescente. Al igual que con el algodón no puede ser de cualquier tejido, sin Dios no puede ser el mundo. No cometer el error de tomar el cuerpo físico (Deha) de verdad: la realidad es la verdadera divinidad interior (Dehi). Esta Deidad está más allá de nacimiento y la muerte, el Uno sin principio ni fin, y es el eterno testigo. Reconocer esta verdad.
23 / 3 Servicio a Dios que se ha llamado la devoción (Bhakti). El corazón del devoto es desbordante de amor por el Señor en el constante recuerdo y la recitación del nombre: a partir de este río de amor emerge devoción. Que se alimenta con el néctar de la devoción no queremos nada más. Ser inmune a la alegría y el dolor, la ganancia y la pérdida, la alabanza y la culpa y siguen siendo firmes y firmes en la fe es el signo de la verdadera devoción. Las simpatías, los adjuntos y los deseos son naturales, pero en estas cualidades, cuando se dirigen a Dios y cuando se está constantemente comprometida con buenas obras, pureza y santidad comprar, por lo que es no sólo una gran alma, sino Dios mismo.
24 / 3 Nithi medio derecho o la moral y la conducta es el camino que conduce a la Divinidad. El buen carácter, la pureza de pensamientos, acciones meritorias y sacrificio se han incluido en el término Nithi. Los antiguos Nithi considera esencial, en su ausencia, la empresa se encuentra dañado. La moralidad no es algo que tiene que imponer, es su calidad natural y, por tanto, coltivatela antes que cualquier otra cosa y sólo entonces, los dioses sboccerà en ti. El mundo entero prosperará cuando el hombre se une a la moralidad. Estés donde estés, hagas lo que hagas, considere la posibilidad de la moral como fundamento de su vida, que sólo da una verdadera y duradera reputación. Usted puede lograr la Divina Gracia y la felicidad sólo si cultivan la moral.
25 / 3 ¿Cuál es el propósito de la vida humana? E 'a comer, beber, dormir, disfrutar de un poco de "alegría y, por último, como todas las aves que mueren o bestia? No, el resultado final es una manifestación inherente Divinidad (Brahman), sin que esto no se puede lograr la paz. El hombre debe tener paz y alegría en el conocimiento de inmersión absoluta de la gracia divina. Un aspirante debe práctica los ejercicios espirituales (sadhana) que se relacionan con Dios con la forma (Saguna) y esto le dará después de la fusión se unen con su mente a Dios sin forma (Nirguna Brahman).
26 / 3 ganar la fe en Dios son todos sus nombres, es Rama, Krishna, Cristo, Alá o de cualquier otro. Cada hombre es la encarnación de Dios y verdadero las relaciones humanas sólo puede desarrollarse cuando reconocemos esta verdad. La primera etapa de la aplicación se produce al reconocer "estoy en la luz", tras un "Luz está en mí" y, por último, "Yo soy la luz". "I" representa el amor y la "luz" es la Suprema Sabiduría (Jnane). Cuando el Amor y la Luz son una cosa, es la creación
27 / 3 La felicidad y el dolor debe ser probado en la vida, ya que son inevitables como la salida y puesta del sol. ¿Crees que el nuevo año que la mejor experiencia, pero esto no es correcto, es la mente que es el responsable de placer y sufrimiento. Si tu mente está bien, verá que todo está bien. Sin la gracia divina, la vida sería imposible para la humanidad. Incluso las dificultades que experimenta son dones de la Divinidad. Usted está encarnaciones de la Divinidad, que es la dicha, como tal, no es por su locura de decir que está triste y lo siento por esto?
28 / 3 En la búsqueda de la paz de la mente, que debería ocuparse no sólo a sus necesidades. Esta investigación, además de ser un signo de gran egoísmo, también es inútil: es posible que una persona a encontrar la paz en el aislamiento de los demás? ¿Cómo puedes tener paz en su propio si todo alrededor es caos y desorden? Su paz depende de la familia, la sociedad y el mundo, tiene que cultivar el sentimiento de que la paz que está íntimamente ligada a la del mundo. Los antiguos se dieron cuenta de esto y la verdad profunda oración prescrita "Samastha Lokaha Sukhino Bhavanthu" (mayo de todos los seres en todos los mundos ser feliz).
29 / 3 La experiencia en la absoluta convicción de que usted es el Atma (el auto, el Espíritu). El Atma ve a través de sus ojos, escuchar con los oídos, hace juegos malabares con los dedos y se mueve a través de los pies, es el "usted" no es esencial que refuerza aún más, ya sea un elogio a las hojas de matar a la amonestación. Siempre y cuando se sienten abrumados por el miedo y la ansiedad, usted no puede tomar nada, ser valiente! Sepa que usted es el Atma, no este cuerpo, y estar libres de temor. Dios te puede ayudar a conseguir grandes cosas, pero sólo si sus acciones sobre la base de conocimiento real y permanecer libres de temor.
30 / 3 se indica la Bhagavat Gita imperturbabilità (Udhasinah) como una de las cualidades del devoto que es querido por el Señor. Esto significa que debe estar completamente libre de egoísmo y debe considerarse el cumplimiento de sus funciones como el único propósito de existencia, para hacer, debemos ser indiferentes a la fama y la culpa y no de búsqueda del poder o de posición. Hay que actuar de acuerdo con los dictados de la conciencia, sin preocuparse de otras cosas y todas las acciones debe hacerse en un espíritu de servicio desinteresado. Esta es la verdadera importancia de ser imperturbable.
31 / 3 Los impulsos mentales (Sankalpa) vales pueden expresar de la mejor parte y le ayudará a utilizar toda su fuerza mental en aumento. La brújula de orientación a la mar los buques en cualquier dirección, en su ausencia, es probable que no contra las rocas, o los icebergs. El hombre debe navegar con seguridad a través del mar de la existencia terrena (Samsara) que requiere una mente tranquila y centrado de forma que la guía y protección. Debe reconocer los malos impulsos mentales sólo surgir y que sean ineficaces sistemáticamente el cultivo de los hombres jóvenes. Sólo ellos pueden salvar a una persona de la catástrofe y dar la Suprema Paz (Prasanthi).