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lunedì 28 giugno 2010

FEDOR DOSTOEVSKIJ - Biografia - **IL GIOCATORE**.pdf


FEDOR DOSTOEVSKIJ - **IL GIOCATORE**.pdf
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B I O G R A F I A:
Fëdor Michajlovič Dostoevskij
« Da un essere umano, che cosa ci si può attendere? Lo si colmi di tutti i beni del mondo, lo si sprofondi fino alla radice dei capelli nella felicità, e anche oltre, fin sopra la testa, sì che alla superficie della felicità non salga che qualche bollicina, come sul pelo dell'acqua - gli si diano la tranquillità e di che vivere, al segno che non gli rimanga proprio nient'altro da fare se non dormire, divorare pasticcini e pensare alla sopravvivenza dell'umanità; ebbene, in questo stesso istante, proprio lo stesso essere umano che avete reso felice, da quel bel tipo che è, e unicamente per ingratitudine, e per insultare, vi giocherà un brutto tiro. Egli metterà in gioco persino i pasticcini, e si augurerà la più nociva assurdità, la più dispendiosa sciocchezza, soltanto per aggiungere a questa positiva razionalità un proprio funesto e capriccioso elemento. Egli vorrà conservare le sue stravaganti idee, la sua banale stupidità... »
(Memorie dal sottosuolo)

Fëdor Michajlovič Dostoevskij - in russo: Фёдор Михайлович Достоевский[?] /ˈfʲodər mʲɪˈxajləvʲɪtɕ dəstɐˈjɛfskʲɪj/ ascolta[?•info] - (Mosca, 11 novembre 1821 – San Pietroburgo, 28 gennaio 1881) è stato uno scrittore e filosofo russo. È considerato uno dei più grandi romanzieri russi dell'Ottocento e in generale di ogni tempo.
In Italia, fino agli anni quaranta, è conosciuto con il nome Teodoro Dostojevski, secondo la consuetudine di italianizzare il nome degli autori stranieri.[1] A lui è intitolato il cratere Dostoevskij sulla superficie di Mercurio.
Biografia
I primi anni

Fëdor, secondo di sette figli, nasce a Mosca da Michail Andreevič Dostoevskij, un medico militare, figlio di un arciprete ortodosso discendente da un'antica famiglia nobile lituana, dal carattere stravagante e dispotico che alleva il ragazzo in un clima autoritario. La madre, Marija Fëdorovna Nečaeva, proveniva da una famiglia di commercianti; il suo carattere era allegro e semplice, amava la musica ed era molto religiosa. Sarà lei ad insegnare a leggere al figlio facendogli conoscere Aleksandr Sergeevič Puškin, Vasilij Andreevič Žukovskij e la Bibbia. Nel 1828 il padre Michail Andreevič è iscritto con i figli nell'albo d'oro della nobiltà moscovita. Nel 1831 Fëdor si trasferisce con la famiglia a Darovoe nella gubernija di Tula dove il padre ha comprato un vasto terreno. Nel 1834, insieme al fratello Michail, entra nel convitto privato di L.I. Čermak, a Mosca. Nel febbraio del 1837 la madre, da tempo ammalata di tisi, muore e il giovane viene trasferito col fratello a San Pietroburgo entrando nel convitto preparatorio del capitano K.F.Kostomarov per attendere gli esami d'ammissione all'istituto d'ingegneria. Il 16 gennaio 1838 entra alla Scuola Superiore del genio militare di San Pietroburgo, dove studia ingegneria militare, frequentandola però controvoglia essendo i suoi interessi già orientati verso la letteratura.

L'8 giugno 1839 il padre, che si era dato al bere e maltrattava i propri contadini, viene ucciso probabilmente dagli stessi. Alla notizia della morte del padre, Fëdor ebbe il suo primo attacco di epilessia, malattia che lo perseguiterà per tutta la vita. Nell'agosto 1841 viene ammesso al corso per ufficiali subalterni e l'anno seguente viene promosso sottotenente. L'estate successiva entra in servizio effettivo presso il comando d'ingegneria di Pietroburgo.
Il 12 agosto 1843 Fëdor si diploma, ma nell'agosto 1844 dà le dimissioni, lascia il servizio militare e, rinunciando alla carriera che il titolo gli offre, lottando contro la povertà e la salute cagionevole, comincia a scrivere il suo primo libro, Povera Gente (Bednye Ljudi), che vede la luce nel 1846 e ha gli elogi di critici come Belinskij e Nekrasov. In questo primo lavoro, lo scrittore rivela uno dei temi maggiori della produzione successiva: la sofferenza per l'uomo socialmente degradato e incompreso.
Nell'estate Dostoevskij inizia a scrivere il suo secondo romanzo, Il sosia (Dvojnik), storia di uno sdoppiamento psichico che non ha però il consenso del primo romanzo e a novembre, in una sola notte, scrive Romanzo in nove lettere (Roman v devjati pisem). Vedono successivamente la luce alcuni racconti su varie riviste, tra i quali i romanzi brevi Le notti bianche (Belye noči) e Netočka Nezvanova.
L'arresto

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Il 23 aprile 1849 viene arrestato per partecipazione a società segreta con scopi sovversivi e imprigionato nella fortezza di Pietro e Paolo. Il 16 novembre dello stesso anno, insieme ad altri venti imputati viene condannato a morte, ma lo zar Nicola I il 19 dicembre seguente, commuta la condanna a morte in lavori forzati senza termine. La revoca della pena capitale, già decisa nei giorni precedenti all'esecuzione, viene comunicata allo scrittore solo sul patibolo (metodo utilizzato frequentemente a quei tempi): una forma di sadismo che creava nel condannato un forte stress psichico. L'avvenimento lo segnerà molto, come ci testimoniano le riflessioni sulla pena di morte (alla quale Dostoevskij si dichiarerà fermamente contrario) in Delitto e castigo e ne L'idiota scritto a Firenze. Il trauma della mancata fucilazione probabilmente sarà la causa delle crisi di epilessia che segneranno la sua esistenza e di cui si troverà traccia in alcuni romanzi, quali L'Idiota nella figura del principe Myškin.
Graziato della vita, il 24 dicembre viene deportato in Siberia giungendo l'11 gennaio 1850 a Tobol'sk per poi essere rinchiuso il 17 gennaio nella fortezza di Omsk. Dalla drammatica esperienza della reclusione matura una delle opere più crude e sconvolgenti di Dostoevskij, Memorie dalla casa dei morti, in cui varie umanità degradate vengono descritte come personificazioni delle più turpi abiezioni morali, pur senza che manchi nell'autore una vena di speranza. Anche i due capitoli dell'epilogo di Delitto e castigo si svolgono in una fortezza sul fiume Irtiš, identificabile con Omsk.
Nel febbraio del 1854 Dostoevskij è liberato dalla galera prima del termine della pena, per buona condotta, scontando il resto della stessa servendo nell'esercito come soldato semplice nel 7° battaglione siberiano di stanza nella città di Semipalatinsk vicino al confine cinese. In questo periodo gli sono di grande supporto morale i libri inviatigli clandestinamente dal fratello Michail, tra cui i romanzi di Dumas e la Critica della ragion pura di Kant.
« Dove mai ho letto che un condannato a morte, un'ora prima di morire, diceva o pensava che, se gli fosse toccato vivere in qualche luogo altissimo, su uno scoglio, e su uno spiazzo così stretto da poterci posare soltanto i due piedi, - avendo intorno a sé dei precipizi, l'oceano, la tenebra eterna, un'eterna solitudine e una eterna tempesta, e rimanersene così, in un metro quadrato di spazio, tutta la vita, un migliaio d'anni, l'eternità, - anche allora avrebbe preferito vivere che morir subito? Pur di vivere, vivere, vivere! Vivere in qualunque modo, ma vivere!... Quale verità! Dio, che verità! È un vigliacco l'uomo!... Ed è un vigliacco chi per questo lo chiama vigliacco. »
(Delitto e castigo)
Il ritorno nella Russia europea

Il 18 marzo 1859, congedato dall'esercito, lo scrittore ottiene il permesso di rientrare nella Russia europea stabilendosi a Tver, il capoluogo più vicino a Pietroburgo poiché l'ingresso nella capitale non gli è ancora concesso. Prepara alacremente insieme al fratello Michail una riedizione delle sue opere precedenti (escluso Il Sosia, che medita di riscrivere) e lavora alle sue memorie sul bagno penale: queste verranno terminate fra il 1860 e il 1861 e pubblicate fra il 1861 e il 1862 con il titolo Memorie dalla casa dei morti.
Nel 1861 scrive Umiliati e offesi e ripristina i suoi rapporti con l'intellighenzia pietroburghese facendo amicizia con due critici già affermati, Apollon Grigor'ev e Nikolaj Strachov. Insieme al fratello fonda la rivista Vremja (Il Tempo) che si annuncia come espressione dell'"idea russa", ovvero della necessità di riavvicinare l'intellighenzia alle sue radici nazional-popolari (alla sua "humus" come usa dire lo scrittore) e si contrappone apertamente alle correnti occidentaliste e radicali, sostenute, tra gli altri, da Turgenev. Su questa rivista Dostoevskij pubblica Memorie dalla casa dei morti e Umiliati e offesi nel 1861, Un brutto aneddoto nel 1862 e Note invernali su impressioni estive nel 1863.
Il 21 marzo 1864, diretta dai due fratelli, esce la rivista Epocha, su cui Fedor pubblicherà le Memorie dal sottosuolo (Zapiski iz podpol'ja). Nello stesso anno, il 15 aprile gli muore la moglie e, poco dopo, il 10 luglio il fratello Michail, che gli lascia enormi debiti da pagare. L'anno successivo compie un viaggio in Europa, dove, cercando di risolvere le proprie difficoltà economiche, gioca disperatamente alla roulette, col risultato di peggiorare ulteriormente la sua condizione finanziaria.
I grandi capolavori

Nel 1866 inizia la pubblicazione, a puntate, del romanzo Delitto e castigo. Conosce una giovane e bravissima stenografa, Anna Grigor'evna Snitkina, grazie alla quale riesce a dare alle stampe, nello stesso anno, Il giocatore, opera in cui Dostoevskij racconta le disavventure di alcuni personaggi presi dal vizio della roulette. Nel 1867 sposa Anna a Pietroburgo e parte con lei per un nuovo viaggio in Europa, a Firenze dove comincia a scrivere L'idiota.
Nel 1868 nasce la figlia Sonja, che vive solo tre mesi. Il dramma della morte dei bambini è, non a caso, uno dei temi trattati nel romanzo L'idiota, portato a termine lo stesso anno. Nel 1869 nasce la seconda figlia, Ljubov' (in russo, "amore") e pubblica il romanzo breve L'eterno marito. Nel 1870 lavora intensamente al romanzo I demoni, con cui l'autore sembra rinnegare definitivamente il proprio passato di libero pensatore nichilista. L'anno successivo rinuncia una volte per tutte al vizio del gioco e, grazie agli introiti derivatigli dalla pubblicazione dei Demoni, può tornare a Pietroburgo e affrontare i suoi creditori. Stringe amicizia con Konstantin Pobedonoscev - uno degli intellettuali più influenti e più conservatori di Russia - che di lì a qualche anno diventerà procuratore del Santo Sinodo e scomunicherà Lev Nikolaevič Tolstoj. Nello stesso anno Dostoevskij assume la direzione della rivista conservatrice Graždanin ("Il Cittadino"), dove inizia a pubblicare dal 1873 il Diario di uno scrittore, una serie di articoli d'attualità nei quali emergerà anche l'antisemitismo dell'autore.
In questi anni stringe amicizia col filosofo Vladimir Solov'ëv e inizia la stesura del romanzo L'adolescente, che si rivelerà però un insuccesso. Nel 1875 nasce il figlio Aleksej, che morirà prematuramente il 16 maggio 1878 in seguito a un attacco di epilessia, la stessa malattia di cui soffriva il padre. Sempre nel 1878 è eletto membro dell'Accademia delle Scienze di Russia nella sezione lingua e letteratura.
Nel 1879 viene invitato a partecipare al Congresso letterario internazionale a Londra e in sua assenza, su proposta di Victor Hugo, eletto membro del Comitato d'onore. Vive, ormai in condizioni agiate, fra Staraja Russa e Pietroburgo. Nello stesso anno gli viene diagnosticato un enfisema polmonare.
I fratelli Karamazov e la morte
Nel gennaio del 1879 inizia sulla rivista «Russkij vestnik» la pubblicazione de I fratelli Karamàzov, il suo canto del cigno, il suo romanzo più voluminoso e forse più ricco di drammaticità e di profonda moralità. Immediatamente il romanzo fu accolto con enorme favore. La stesura continuò tuttavia con lunghe pause. A causa del peggiorare delle sue condizioni di salute nell'estate dello stesso anno si reca a Ems per curarsi.
Durante le celebrazioni in onore di Puškin nel giugno del 1880, legge un discorso composto per l'occasione, che viene accolto entusiasticamente dal pubblico e, nei giorni successivi, dalla stampa. Il numero speciale del Diario di uno scrittore contenente il discorso vende quindicimila copie.
In autunno termina I fratelli Karamàzov, e a dicembre esce in 3000 copie l'edizione in volume. In pochi giorni metà della tiratura è venduta. Nelle intenzioni dell'autore, avrebbe dovuto far seguito un altro romanzo in cui il minore dei fratelli Karamazov, Alesa, sarebbe cresciuto d'età. Ma per Dostoevskij diventa sempre più difficoltoso dedicarsi al lavoro intellettuale.
Muore improvvisamente, in seguito a un repentino aggravarsi del suo enfisema, il 28 gennaio 1881 a Pietroburgo, nello stesso appartamento dove ora si trova il museo di San Pietroburgo a lui dedicato. Il 12 febbraio gli vengono tributate esequie solenni e viene sepolto nel Cimitero Tichvin del Monastero di Aleksandr Nevskij.
Nel 1884 esce la prima edizione postuma delle sue opere complete in quattordici volumi.
« Ciascuno di fronte a tutti è per tutti e di tutto colpevole. E non solo a causa della colpa comune, ma ciascuno, individualmente »
(I fratelli Karamazov)
Fama, contraddizioni e pensiero

Le opere che lo hanno reso maggiormente famoso sono Memorie dal sottosuolo, Delitto e castigo, L'idiota, I demoni e I fratelli Karamàzov. Identificato dapprima come voce della corrente nichilista, Dostoevskij capeggiò poi le file degli intellettuali russi più conservatori di fine '800.
Lo scrittore si caratterizza per la sua abilità nel delineare i caratteri morali dei personaggi che appaiono nei suoi romanzi, tra i quali spesso figurano i cosiddetti ribelli, che contrastano con i conservatori dei saldi principi della fede e della tradizione russa. I suoi romanzi sono definibili "policentrici", proprio perché spesso non è dato identificare un vero e proprio protagonista, ma si tratta di identità morali incarnate in figure che si scontrano su di una sorta di palcoscenico dell'anima: l'isolamento e l'aberrazione sociale contro le ipocrisie delle convenzioni imposte dalla vita comunitaria (Memorie dal sottosuolo ), la supposta sanità mentale contro la malattia (L'idiota ), il socialismo contro lo zarismo (I demoni ), la fede contro l'ateismo (I fratelli Karamàzov ). Ma l'autore, nonostante tutto, cerca di non lasciar mai trasparire un proprio giudizio definitivo, ed è forse proprio questa la sua grandezza, che ne pose il pensiero continuamente in contrasto con quello dell'altrettanto contraddittorio Lev Nikolaevič Tolstoj.
Dostoevskij è definito "artista del caos" perché i suoi personaggi hanno sempre il carattere dell'eccezionalità e permettono di avanzare in concreto quei problemi (conflitto tra purezza e peccato, tra abbrutimento e bellezza, tra caos - appunto - e senso della vita) che la filosofia discute attraverso termini di puro concetto; concetti che Dostoevskij incarna nei personaggi dei propri romanzi: quindi si comprende perché il grande scrittore russo sia reputato a tutti gli effetti non solo un autore di letteratura, ma anche un autore di filosofia contemporanea.
Bibliografia essenziale
Si indicano i titoli italiani più comuni. Per una bibliografia approfondita delle traduzioni e della critica si veda la voce Bibliografia su Fëdor Michajlovič Dostoevskij.
Romanzi
Tra parentesi il titolo originale e la traslitterazione.
• Povera gente (Бедные люди, "Bednye ljudi"), 1844.
• Il sosia (Двойник, "Dvojnik"), 1845.
• Netočka Nesvanova (Неточка Незванова, "Netočka Nezvanova"), incompiuto, 1849.
• Il villaggio di Stepančikovo e i suoi abitanti (Село Степанчиково и его обитатели, "Selo Stepančikovo i ego obitateli"), 1858.
• Memorie dalla casa dei morti (Записки из мёртвого дома, "Zapiski iz mërtvogo doma"), 1861.
• Umiliati e offesi (Униженные и оскорблённые, "Unižennye i oskorblënnye"), 1861.
• Memorie dal sottosuolo (Записки из подполья - "Zapiski iz podpol´ja"), 1864.
• Il giocatore (Игрок, "Igrok"), 1866,
• Delitto e castigo (Преступление и наказание, "Prestuplenie i nakazanie"), 1866.
• L'idiota (Идиот, "Idiot"), 1869.
• L'eterno marito (Вечный муж, "Večnyj muž"), 1870.
• I demoni (Бесы, "Besy"), 1871.
• L'adolescente (Подросток, "Podrostok"), 1875.
• I fratelli Karamazov, (Братья Карамазовы, "Brat´ja Karamazovy"), 1878-1880.
Racconti
• Romanzo in nove lettere (Роман в девяти письмах, Roman v devjati pis'mach), 1845.
• Il signor Procharčin (Господи Прохарчин, Gospodin Procharčin), 1846.
• La padrona (Хозяйка, Chosjajka), 1847.
• Polzunkov (Ползунков), 1847.
• Un cuore debole (Слабое сердце, Slaboe serdce), 1848.
• La moglie altrui e il marito sotto il letto (Чуждая жена и муж под кроватью, Čuždaja žena i muž pod krovat'ju), 1848.
• Il ladro onesto, 1848.
• L'albero di Natale e il matrimonio, 1848.
• Le notti bianche (Белые ночи, Belye Noči), 1848.
• Un piccolo eroe, 1849.
• Il sogno dello zio (Дядюшкин сон, Djadjuškin son), 1859.
• Una brutta storia, 1862.
• Il coccodrillo, 1865.
• Bobok, 1873.
• Il bambino "con la manina". Il bambino sull'albero di Natale da Gesù, 1876.
• Il contadino Marej, 1876.
• La mite, racconto fantastico, 1876.
• Il sogno di un uomo ridicolo, racconto fantastico (Сон смешного человека, Son smešnogo čeloveka), 1877.
• Vlas, 1877.
• Piccoli quadretti, 1877.
Raccolte di saggi
• Diario di uno scrittore, 1873
Filmografia
I romanzi di Dostoevskij, e la sua stessa vita, sono stati rappresentati diverse volte in opere cinematografiche o televisive. Di notevole interesse è L'idiota di Akira Kurosawa, e sebbene la critica lo definisca "uno dei più grandi film mancati nella storia del cinema",[2] altrettanto unanimemente lo considera il miglior film dostoevskiano mai realizzato. Di particolare interesse sono anche Quattro notti di un sognatore di Robert Bresson, ispirato a Le notti bianche, e 40.000 dollari per non morire di Karel Reisz, liberamente ispirato a Il giocatore. Anche il cinema indiano di Bollywood ne ha tratto ispirazione con Saawariya - La voce del destino.
Quella che segue è una filmografia parziale dei film ispirati all'opera di Dostoevskij.
• 1920 - Il principe idiota, di Eugenio Perego - da L'idiota
• 1931 - Il delitto Karamazov (Der Mörder Dimitri Karamasoff), di Erich Engels e Fyodor Otsep
• 1934 - Le notti bianche di San Pietroburgo, o La tragedia di Egor, di Grigorij L'vovič Rošal' e Vera Stroeva - da Le notti bianche
• 1935 - Delitto e castigo (Crime et châtiment), di Pierre Chenal
• 1935 - Ho ucciso! (Crime and Punishment), di Josef von Sternberg - da Delitto e castigo
• 1946 - L'idiota (L'idiot), di Georges Lampin
• 1946 - Nathalie (L'homme au chapeau rond), di Pierre Billon - da L'eterno marito
• 1947 - I fratelli Karamàzov, di Giacomo Gentilomo
• 1951 - L'idiota (Hakuchi), di Akira Kurosawa
• 1951 - Delitto e castigo (Crimen y castigo), di Fernando de Fuentes
• 1956 - La febbre del delitto, o I peccatori guardano il cielo (Crime et châtiment), di Georges Lampin - da Delitto e castigo
• 1957 - Le notti bianche, di Luchino Visconti
• 1958 - Karamazov (The Brothers Karamazov), di Richard Brooks
• 1958 - Il giocatore (Le joueur), di Claude Autant-Lara
• 1959 - L'idiota miniserie, di Giacomo Vaccari
• 1963 - Delitto e castigo [miniserie], di Majano
• 1965 - Il giocatore [miniserie], di Edmo Fenoglio
• 1968 - Il sosia (Partnër), di Bernardo Bertolucci
• 1969 - I fratelli Karamazov (miniserie), di Sandro Bolchi
• 1969 - I fratelli Karamazov (Bratja Karamazovy), di Kirill Lavrov e Ivan Pyrev
• 1969 - Così bella così dolce (Une femme douce), di Robert Bresson - Da La mite
• 1971 - I demoni (miniserie), di Sandro Bolchi
• 1971 - Quattro notti di un sognatore (Quatre nuits d'un rêveur), di Robert Bresson - da Le notti bianche
• 1974 - 40.000 dollari per non morire (The Gambler), di Karel Reisz - da Il giocatore.
• 1983 - Delitto e castigo (Rikos ja rangaistus), di Aki Kaurismäki
• 1984 - Il contemporaneo (Aikalainen), di Timo Linnasalo - da Memorie dal sottosuolo
• 1988 - Dostoevskij - I demoni (Les possédés), di Andrzej Wajda
• 1990 - La vendetta di una donna (La vengeance d'une femme), di Jacques Doillon - da La mite
• 1991 - Umiliati e offesi (Unižennye i oskorblënnye), di Andrei Eshpaj
• 1999 - Il ritorno dell'idiota (Návrat idiota), di Sasa Gedeon
• 2007 - Saawariya - La voce del destino, di Sanjay Leela Bhansali - da Le notti bianche
Film biografici
• 1949 - Il grande peccatore (The Great Sinner), di Robert Siodmak, con Gregory Peck nel ruolo di Dostoevskij
• 2008 - I Demoni di San Pietroburgo (I Demoni di San Pietroburgo), di Giuliano Montaldo
Citazioni
• 1969 - La caduta degli dei, di Luchino Visconti. Il personaggio di Martin Von Essenbeck ripercorre le vicende di Nikolas Stavrogin de I demoni.
• 1975 - Amore e guerra (Love and Death), di Woody Allen. Varie citazioni dai romanzi di Dostoevskij.
• 1991 - La Divina Commedia (A Divina Comédia), di Manoel de Oliveira. Le vicende di alcuni personaggi si rifanno a Delitto e castigo ed a I fratelli Karamazov.
• 2005 - Match point di Woody Allen. Viene citato il romanzo Delitto e Castigo non solo come libro ma anche come contenuto della trama del film.
Musica
Dostoevskij è citato (erroneamente, come Michele Dostojewskij) nel testo della canzone Il siero di Strokomogoloff, scritto da Leo Chiosso su musica di Fred Buscaglione, portata al successo in Italia dallo stesso Buscaglione alla fine degli anni cinquanta. Giocando sull'assonanza con Strokomogoloff, Chiosso usò come testimonial del siero diversi personaggi russi sufficientemente noti al pubblico italiano dell'epoca: oltre a Dostoevskij, Michele Strogoff, Nikolaj Rimskij-Korsakov, Serge Voronoff. Il brano elenca scherzosamente le molteplici proprietà di una pozione portentosa in grado di risolvere non solo i problemi di salute e i difetti estetici, ma anche i guai d'amore e la mancanza d'ispirazione degli artisti: sarebbe stata una massiccia assunzione di siero ad aver stimolato il romanziere a scrivere I fratelli Karamàzov. Incantevole anche il testo dell'omonima canzone del cantautore Massimo Bubola. Forse la più importante traduzione musicale è Da una casa di morti di Leoš Janácek (1854-1928), dalle Memorie da una casa di morti di Fëdor Dostoevskij.

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